Capitolo 3

Al primo sguardo, la casa sembrava meno abbandonata di quanto pensasse.

La polvere ricopriva i mobili e il tappeto posizionati all'ingresso.

Stranamente non c'erano ragnatele. Lui aveva sempre avuto la fobia dei ragni.

Scoprì di essere aracnofobico quando, a otto anni, fu rinchiuso nella cantina della scuola.

Non sapeva esattamente quanto fosse rimasto lì, ma quando il custode se ne accorse e aprì la porta, lo trovò in lacrime raggomitolato in un angolino, in mezzo a ragnatele e ragni.

Divenne lo zimbello della scuola per molte settimane. A volte i suoi compagni di stanza gli facevano trovare, per scherzo, dei ragni nel letto.

Dopo quegli episodi, non sapeva se in realtà la sua fobia fosse legata più ai ragni o alla paura di essere deriso.

«Michael, bisogna andare ad attivare la luce. Il quadro elettrico è in cantina» Jane risvegliò Michael dai suoi pensieri.

«Jake, vieni bello, andiamo».

Michael si avviò verso la grande scalinata che portava al piano superiore. La porta della cantina era accanto, esattamente sotto la scala principale, come quasi a volerla rendere invisibile.

Quella casa era talmente grande e bella, che non ricordava il motivo del loro trasferimento.

I suoi genitori non avevano mai voluto venderla, era più che altro un ricordo di famiglia, un piccolo grande gioiello.

Scese le scale utilizzando la luce del suo cellulare come torcia. Il corrimano era ricoperto totalmente da ragnatele.

"Ritiro tutto ciò che ho pensato prima" pensò.

Arrivato alla fine, diede un veloce sguardo intorno a sé, fino a individuare il quadro elettrico dall'altro lato della cantina, in un angolo.

Quella cantina non gli aveva mai fatto paura, nonostante fosse sceso pochissime volte quando era piccolo e sempre accompagnato dal padre.

Ma quel giorno, tutto gli sembrava trasmettere inquietudine e ansia.

Era quasi giunto al quadro elettrico, quando Jake iniziò a ringhiare.

Inizialmente non riusciva a vederlo, ma quando lo trovò, lo vide davanti a una porta che non ricordava, chiusa con un chiavistello a incastro. Ringhiava, immobile, con la coda ritta e i denti in vista.

Si avvicinò alla porta, era in ferro, in apparenza abbastanza leggera, ma molto vecchia e in parte arrugginita.

Allungò la mano in modo incerto ma, appena sganciò il chiavistello, qualcosa, dall'interno di quella stanza, colpì la porta.

Fece automaticamente un balzo all'indietro. Il rumore cessò quasi immediatamente, mentre Jake, forse anch'esso spaventato, aveva smesso di ringhiare e in quel momento stava solamente digrignando i denti.

Dopo un respiro profondo, scosse la testa e aprì la porta con decisione.

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