Fourth

La foto, aw.
È un amore, piango.

Buona lettura. xx

•••

Mancavano ancora due ore alla fine delle lezioni e Ray stava già impazzendo.

I suoi compagni di classe erano delle merde, ma non ci aveva fatto molto caso.
Alla prima ora era stata seduta nel banco vicino ad una ragazza che di non rifatto aveva solo i piedi, o forse nemmeno quelli.
Nell'ora dopo era stata spostata in prima fila di fianco ad un ragazzo che aveva brufoli persino nelle orecchie e chissà in quali altri posti.
E in quel momento era seduta vicino ad un ragazzo in un'ultima fila che, invece di ascoltare la noiosissima lezione di biologia, si rollava le sigarette.

Proprio l'idea di classe perfetta, insomma.

In un momento in cui il professore stava cercando qualcosa sul suo computer, Ray chiese gentilmente di andare ai servizi.
Il professore annuì e Ray uscì dalla classe.

Arrivata nei bagni tirò un lunghissimo sospiro di sollievo.
Poi prese il proprio cellulare dalla tasca della felpa rossa, che faceva parte dell'uniforme, e mandò un messaggio a Michael.

[a: Michael]
Mi uccido o li uccido?

La risposta non tardò ad arrivare.

[da: Michael]
Dai, non essere così crudele. Resisti ancora un po', ti vengo a prendere all'uscita.

[a: Michael]
Un po'? Ho ancora un'ora e mezza. UN'ORA E MEZZA.

[da: Michael]
Piccola, non disperare. Pensa a qualcosa di bello. Ad esempio, in che posto ti porterò a pranzo.

Il cuore di Ray sussultò.
Michael la voleva portare fuori a pranzo?

Poi le venne in mente un'idea.

[a: Michael]
Non c'è chef migliore di Lucinda, la mia governante. Quindi andiamo a mangiare a casa mia.

[da: Michael]
Solo se sa fare le crêpes.

[a: Michael]
Quelle te le faccio io, tutte quelle che vuoi.

[da: Michael]
Accetto.
Cosa vuoi in cambio?

[a: Michael]
Un bacio.

Inviò, senza pensare.

[da: Michael]
E dove lo vorresti?

[a: Michael]
Ovunque.

[da: Michael]
Mmh, audace la ragazzina.

Ray arrossì e nascose il proprio viso dietro alle mani, anche se nessuno poteva vederla.

[da: Michael]
Mi piacerebbe essere lì con te per vederti arrossire.

[a: Michael]
Come fai a sapere che sono arrossita?

[da: Michael]
Piccola, ti conosco troppo bene.

[a: Michael]
Ne sei sicuro?

[da: Michael]
Abbastanza.

[a: Michael]
Vedremo.

[da: Michael]
Adoro quando fai la misteriosa.

[da: Michael]
Anzi, ti adoro sempre.

[a: Michael]
Oggi Michael ha intenzione di farmi diventare un peperone, per chi non lo sapesse.
Adesso è meglio che io torni in classe.
A dopo, Mikey.

Dopodiché Ray spense il proprio cellulare e lo rimise in tasca, uscendo dai bagni.
Tornata in classe, si sedette al proprio posto e notò che la lezione di biologia era sempre più noiosa.

Stava per morire di noia, quando la campanella finalmente suonò.
In quell'istante, una bidella entrò nell'aula.

«Ragazzi, oggi è assente il professore di religione, quindi uscite un'ora prima.» disse svogliatamente.

Tutti gli alunni esultarono, compresa Ray, e si fiondarono tutti fuori dall'edificio.

Ray, appena si ritrovò all'aria aperta, tirò un profondo sospiro di sollievo.
Si guardò intorno, per cercare la chioma rossa di Michael, ma non l'avrebbe trovata.

Mentre era intenta nella sua ricerca, qualcuno le posò le mani sugli occhi.

«Hey.» le sussurrò una voce che lei conosceva fin troppo bene per averla sentita poche volte, e che le fece tremare il cuore.

«Hey.» rispose lei, voltandosi verso di lui e vedendo con sorpresa che i capelli di Michael avevano tutt'altro colore.

«Blu. Mi piace.» ammise lei, giocando con una ciocca di capelli del ragazzo che le era di fronte.

«Sei tremendamente provocante, ragazzina.» disse lui, facendola ridere.

Poi Ray fece una specie di inchino e sorrise.

«Cos'hai da sorridere tanto, eh? Piccola peste.» disse Michael, pizzicandole i fianchi.

Ray gli fece la linguaccia e cominciò a correre verso casa sua, con Michael ovviamente che la rincorreva.

Lui l'avrebbe rincorsa fino alla fine dei suoi giorni, se lei era disposta a farsi rincorrere.

Arrivati davanti alla lussuosissima casa di Ray, entrambi i ragazzi avevano il fiatone.

«Tu sei dannatamente pazza.» disse Michael, dopo aver ripreso un po' di fiato.

Ray gli fece cenno di seguirla all'interno della villa e Michael si rese conto di quanto enorme fosse quella casa.
Già da fuori era imponente, completamente bianca con un portone in legno chiaro e le finestre immense.
Oltre il portone c'era un cortile con una fontana di pietra al centro e delle aiuole molto curate.
Ray lo prese per mano, lo condusse verso la porta principale e lo invitò ad entrare.

Entrambi erano concentrati sul contatto tra le loro mani, che li faceva sentire entrambi strani.

La ragazza guidò Michael attraverso gli immensi corridoi di casa sua e lo portò in cucina, dove c'era Lucinda.

Ray salutò la governante molto affettuosamente, abbracciandola da dietro e dandole un dolce bacio sulla guancia.

«Mira! Rayleigh Emma Grey, dovresti essere a scuola!» escalmò la donna, evidentemente sorpresa dalla presenza della ragazza.

«Lu, ti prego, non chiamarmi con il mio nome intero. Comunque sono uscita un'ora prima, perché mancava un professore.»

La donna annuì, tranquillizzandosi.
Poi vide Michael, che era rimasto in disparte per tutto quel tempo.

«Madre de Dios, Ray! Finalmente hai portato a casa un ragazzo! Ma se... Ragazzo, sei gay?»

Ray scoppiò a ridere e Michael si affrettò a dire di no.

«No, assolutamente no, nossignora.» balbettò.

«Come ti chiami, giovanotto?» chiese Lucinda.

«M-Michael.»

«Bene, Michel, spero per te che tu non abbia l'intenzione di far soffrire mi niña, entiendido?» disse minacciosamente la governante, puntandogli contro il coltello con il quale stava tagliando le cipolle.

«E-entiendido.» balbettò Michael, un po' terrorizzato.

«Lu, ci prepareresti pranzo? Siamo molto affamati.» disse Ray, uscendo dalla cucina e facendo segno a Michael di seguirla.

«Chiamaci quando è pronto!» urlò alla governante, mentre saliva le scale.

«Dove mi stai portando?» chiese Michael in un sussurro, mentre seguiva la ragazza davanti a sé.

«In camera mia, no?» rispose Ray in modo ovvio.

I pensieri poco casti di Michael cominciarono ad invadere la sua mente e sorrise maliziosamente.

«Dio, no, Michael, non per... Ah, lascia stare.» sbottò la ragazza.

«Hey, non ho intenzione di stuprarti, tranquilla. Però, se siamo in una camera io e te... Da soli...» lasciò la frase a metà, lasciando che anche i pensieri di Ray diventassero poco casti.

«E meno male che non vuoi stuprarmi.» disse la ragazza, aprendo la porta della propria camera ed entrando con Michael dietro di sé.

«Signorina Grey, dovrei essere io ad avere paura di lei. Potrebbe legarmi al letto e frustarmi.» disse lui, fingendo di aver paura.

«Mmh, potrei anche farlo.»

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