Prologo

Era una deliziosa giornata di primavera, accarezzata da aria frizzantina e coronata da un bel cielo azzurro terso. Gli uccelli intonavano i loro canti più melodiosi e i fiori sembravano sbocciare come la neve si scioglie al sole.

In mezzo a quel piccolo sfondo paradisiaco stava una chiesa di non grandi dimensioni, all'interno gremita di gente. Era un luogo accogliente e rilassante, nel quale si sarebbe festeggiato un evento più che lieto.

Chase si guardò attorno e si portò una mano alla cravatta per allargarla un poco, gli pareva di soffocare, poi si ricordò che gli era stato proibito di farlo e sospirò. Quel completo lo stava uccidendo.

Essere arrivato così in anticipo non era stata poi questa gran idea, ma perlomeno non era l'unico. C'erano, ovviamente, i suoi genitori, suo padre con un sorriso fiero e compiaciuto e sua madre che si tratteneva dal piangere.

Piangere? Ma manca quasi un'ora!

C'era Niko, bellissimo ed elegante nel completo bianco-azzurro che faceva pendant con i suoi occhi, e la zia, meravigliosa come il figlio e radiosa come non mai. Ad accompagnare - immancabilmente - il cugino la damigella d'onore più bella di sempre, indossante un abito indaco chiaro e i capelli castani che le ricadevano morbidamente sulle spalle e lungo la schiena come una cascata di cioccolato. Davvero stupenda.

I genitori di Emma, due giramondo, non erano potuti venire, essendo in vacanza in un paesino sperduto dell'Alaska, allora s'era presentata sua zia al loro posto, quella stessa zia che aveva insegnato loro a cavalcare e che ora era impeccabile.

L'altra damigella d'onore era Crystal, e se lei era magnifica così, non osava immaginare il proprio sposo...

Più in là stavano Brad e Max, il giovane bibliotecario affascinante tanto da sembrare un attore così vestito, di un blu notte non troppo appariscente. Il fidanzato era invece teso come una corda di violino e s'agitava in continuazione, portandosi ossessivamente le mani alla cravatta e allargandola e stringendola subito dopo.

C'erano tutti i loro amici, ma proprio tutti tutti, li aveva voluti invitare Shane ad ogni costo, a lui sarebbero bastati così. E per tutti gli amici, intendeva Kevin e Josh, Robert e Jade e Andrea e Peter, e anche i ragazzi del team di surf.

Chissà chi lo accompagnerà all'altare, se James o Eric?

Ma non s'era fermato lì e, dopo una lunga chiacchierata con l'ex campione, gli aveva detto di aggiungere alla lista 'Shirley' e 'Henry'. Quel ragazzo era matto, completamente matto. Ed anche per questo che l'amava.

Nervoso, decise di andare a scambiare due chiacchiere con Niko. Mentre si dirigeva verso lui ed Emma, il cugino diede di gomito alla propria - bellissima - ragazza, portando le labbra al suo orecchio e una mano davanti alla bocca.

- Vedo venire verso di noi un dio greco - disse a voce abbastanza alta perché anche Chase lo sentisse, e lei esibì un gran sorriso.

- Sei bellissimo, Chase! Più bello di Niko! - esclamò Emma, mentre il moro arrossiva, imbarazzato, e il cugino sembrava offendersi. Bastò un bacio sulla guancia a farlo tornare sorridente.

- Nervoso?

Chase ci rifletté un attimo.

- Sento che se non arriva Shane sverrò direttamente sul pavimento ma, per il resto, è il più bel giorno della mia vita.

Niko poggiò un braccio sul fianco di Emma e la strinse a sé.

- Tra poco sarà anche il nostro, di giorno più bello - disse, tranquillo, e la ragazza lo fissò a bocca aperta.

Oh, sorpresa?

Reputando che fosse meglio lasciarli discutere in privato, raggiunse Max e Brad.

- Bella giornata, eh? - fece, pacato.

- Già... - annuì il giovane bibliotecario.

- Ma lo sposo...? - domandò Max, e Chase s'irrigidì. Non doveva pensare al tempo che passava, o almeno, doveva pensare che passava 'bene'!

Brad fulminò il fidanzato con lo sguardo e il ragazzo dagli occhi color porpora andò da Crystal, che s'aggirava avanti e indietro come un'anima in pena.

- Saluti alla seconda damigella più bella!

Lei sussultò.

- Oh Chase, sono così felice di essere qui! Sono più orgogliosa che mai del mio fratellino! - esclamò, tamponandosi delicatamente la coda dell'occhio.

E Chase si sentiva davvero prossimo allo svenimento da tanto che desiderava vedere Shane, ma lui non lo deludeva mai e difatti in quel momento la porta si spalancò, rivelando tre persone.

Max diede di gomito a Brad.

- Arriva la sposa - ghignò.

Shane entrò in chiesa sottobraccio a James, ed era realmente ciò di più bello che avesse mai visto nel completo grigio scuro e i capelli pettinatissimi ma morbidi. Dietro di loro stava Troy a braccia conserte, imbronciato dal fatto di non potersi presentare in t-shirt e costume.

Poco dopo giunsero anche Jenna ed Eric, e lo zio Elliot e Shirley ed Henry. Guardandoli, il barista e la veterinaria sembrarono molto legati e in sintonia. Che fosse sbocciato qualcosa?

Fece per avvicinarsi al fidanzato e stringerlo e prendergli le mani e baciarlo, ma rammentò di non poterlo toccare, non ancora, e fremette al pensiero.

Così l'osservò camminare lentamente e sorridere a tutti, aggrappato al padre che dimostrava ancora l'immenso fascino di un campione. Sembrava talmente fiero di Shane!

E finalmente iniziò e Chase ascoltò quasi distrattamente il prete parlare, perso negli occhi del proprio amato che si sforzava di respirare normalmente, emozionato. Si scambiarono le fedi, poi vennero invitati a leggere un piccolo pensiero scritto per l'altro.

Shane prese fiato ed estrasse un foglio stranamente in buono stato.

- Caro Chase, - lesse - scrivo queste righe mentre dormi, non saprei altrimenti quando farlo, sono sempre vicino a te, con te, nei tuoi pensieri e tu nei miei. Ormai il tempo che passa non lo conto più, avevamo diciassette anni quando ci conoscemmo ed ora ne abbiamo quasi ventuno, poco importa. Ogni giorno è stato un giorno in cui ti ho amato, uno per uno, ogni giorno uno per dire 'vale la pena di viverlo'. E non sapendo cosa dire, dico: anche oggi vale la pena di viverlo. Soprattutto oggi. Oggi è il giorno in cui io e te staremo insieme per sempre. Ricordi l'Australia? Fu difficile e quel giorno non so nemmeno dove trovai il coraggio per chiederti di sposarmi. Ma tu l'avevi trovato per mettermi un anello al dito e io dovevo... dovevo dimostrare a me stesso che se posso fare questo allora, per te, posso fare tutto. Qualunque cosa per te, amore mio.

Chase fece un sorriso leggero e spiegò il proprio, di foglio, alquanto stropicciato.

- Caro Shane, sai che non sono bravo con le parole, ma ci provo, anche se non sono certo del risultato. Non ridere, te ne prego. Sai, ancora non ci posso credere e sembra solo ieri che avevamo diciassette anni e io ti chiamavo 'idiota', e... è un sogno, vero? Ma anche se lo fosse, non mi svegliare. Non mi voglio svegliare. Perché se davvero fosse un sogno e una volta sveglio tu sparissi come se non fossi mai esistito, preferisco vivere in questo stato di paradiso onirico. Sei tu, il mio sogno. È una vita che ti aspetto, fra milioni di incubi, ma a pensarci anche tu eri un po' un cattivo sogno... o forse ero solo un adolescente sciocco. Comunque sia, io senza di te non so dove sarei. Hai dato un senso alla mia vita quando di senso nulla ne aveva, e ti ringrazio. Per cento e mille di questi giorni, ti ringrazio di essere tu, di amarmi, e di farmi vivere in questo sogno.

Silenzio, e poi un applauso fragoroso.

Il prete si schiarì la gola.

- Vuoi tu, Chase, prendere in sposo il qui presente Shane, e prometti di amarlo e onorarlo ogni giorno della tua vita finché morte non vi separi?

Chase sbatté le palpebre, trattenendo l'emozione e la commozione, e annuì.

- Sì, lo voglio - disse con voce roca.

Il prete si rivolse a Shane.

- Vuoi tu, Shane, prendere in sposo il qui presente Chase, e prometti di amarlo e onorarlo ogni giorno della tua vita finché morte non vi separi?

Il castano si asciugò fugacemente una lacrima e fece un assenso col capo.

- Sì, lo voglio.

Tutti i presenti erano commossi, e suo malgrado anche il prete s'era intenerito.

- Se qualcuno non è d'accordo a questa unione parli ora o taccia per sempre! - esclamò in tono imperioso. Silenzio. Trepidazione. Attesa.

Poi un ragazzo si alzò, e tutti lo guardarono sgomenti. Un ragazzo che sfiorava il metro e novanta, vestito d'un completo nero come i suoi capelli e gli occhi verde bosco, sfavillanti. Chase si sentì svenire. Lui non poteva esser stato invitato! Era impossibile!

- Io non sono d'accordo - disse egli con calma. - Perché quello è il mio ragazzo e sull'altare ci dovrei essere io.

E si svegliò, madido di sudore e col fiatone. Si tirò a sedere. Di fianco a sé Shane dormiva tranquillo, esausto dopo aver fatto l'amore per quasi tutta la notte.

Si stese di nuovo e lo baciò sulla fronte, strofinando poi il naso contro il suo, sperando di non svegliarlo. Ma dimenticava del suo sonno leggero.

- È stato solo un brutto sogno - mormorò, sforzandosi di scacciarlo dalla mente e dimenticarlo. Shane socchiuse lentamente gli occhi e lo baciò sulle labbra.

- Che brutto sogno? - chiese con la voce impastata di sonno.

- Ho sognato il nostro matrimonio, ma... c'era un invitato non previsto...

Il castano sbadigliò e Chase lasciò che gli poggiasse il capo sul petto, giocherellando con i suoi capelli.

- Chi?

Il cuore del ragazzo dagli occhi color porpora tremò e fece il triplo salto carpiato all'indietro, stringendosi in una morsa dolorosa.

- I morti non ritornano - sussurrò, quasi ad auto-convincersene.

- Ma il loro ricordo resta - ribatté Shane dolcemente, e gli prese una mano, baciandola e strofinandosela sul viso. - E i ricordi sono una delle cose più preziose che possediamo, non dimenticartene.

- Sei tu la cosa più preziosa che ho.

- Ti amo anch'io, Chase, e adesso dormiamo.

Alzò il capo solo per posargli un bacio dolce e rassicurante, poi si accoccolò sul suo petto come un gattino e si riaddormentò. Chase gli accarezzò i capelli, ascoltando il suono tranquillizzante del suo respiro. Ma il sogno non gli dava pace. Non aveva senso. Nella sua mente stonava terribilmente.

I morti non ritornano.

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