Mikado
La biblioteca era sovraffollata, gremita di studenti come non mai, e Chase se ne domandò il perché, di solito era un mortorio...
Era andato a cercare Shane, ed Edward poco più dietro di lui a seguirlo come un cagnolino docile e speranzoso, ma non avendolo trovato da nessuna parte, aveva dedotto che fosse ancora con Max, e dire Max era dire Brad.
Perciò si erano recati lì solo che, anche se Shane fosse stato in mezzo a tutta quella massa informe di ragazzi agitati, sarebbe stato ben difficile trovarlo.
- Che succede? - chiese Edward al suo orecchio, e Chase per poco non gli tirò un ceffone dallo spavento. Nessuno poteva sussurrargli all'orecchio. A parte Shane, ovviamente.
Lo ignorò e riuscì ad acciuffare Kevin, con il fidanzato dai capelli rossi strettamente aggrappato al suo braccio.
- Ohi, Kevin! Cos'è tutta 'sta gente? Perché sono tutti qui?
Il brunetto lo guardò per una frazione di secondo sorpreso, poi scrollò le spalle.
- È arrivato poco fa il bidello - spiegò - e ha portato quattro confezioni di mikado, dicendo che qualcuno le ha comprate al posto dei soliti biscotti che i professori tengono nella loro aula, solo che non piacciono, così possiamo mangiarceli noi.
- Ah...
Sapeva come funzionava il 'gioco' del Mikado (consisteva nel prendere il bastoncino ricoperto di cioccolato e mangiarlo da una parte fino ad arrivare all'altra estremità, dove un'altra persona stava facendo la stessa cosa, senza che esso si spezzasse. Il tutto ovviamente includeva un bacio) ma non era certo di volerci giocare, men che meno dopo lo screzio avuto con Shane.
I suoi compagni però erano d'altro avviso e lo spinsero al centro del cerchio appena formato, esclamando qualcosa come 'inizia tu che sei esperto!'.
Dall'altra parte c'era Shane, e sembrava altrettanto restio a partecipare. Non appena i loro sguardi s'incrociarono, il castano s'irrigidì e si tese come una corda di violino, poi quando egli accennò un passo in avanti scosse impercettibilmente le spalle e si rilassò, o almeno così volle dare a vedere.
Lentamente, Chase prese il bastoncino dalle mani di chi glielo porgeva, ovvero Brad. Non aveva un'espressione contenta, il giovane bibliotecario, e poteva immaginare perché. Probabilmente anche a lui e Max sarebbe toccato.
Sempre con lentezza esagerata si avvicinò ulteriormente a Shane e portò il fragile bastoncino alle labbra, per poi stringerlo delicatamente tra i denti.
Il ragazzo dagli occhi dorati fece lo stesso, passandosi prima la lingua sul labbro superiore in un gesto irresistibile, tanto che Chase avrebbe voluto lasciar perdere quel gioco sciocco e baciarlo sedutastante.
Occhi negli occhi iniziarono a sgranocchiare il mikado, attorno a loro era svanita ogni cosa. C'era solo il sapore del cioccolato e gli occhi di Shane che parevano oro fuso e quelli di Chase che avevano assunto una sfumatura assai particolare, sembravano quelli di un drago, e il cric-croc di ogni pezzetto che spariva nelle loro bocche e il respiro caldo di uno che giungeva sulle labbra dell'altro.
Poi le loro labbra s'incontrarono con leggerezza e qualcuno in sottofondo applaudì. Gli occhi di Edward erano puntati sul moro, teneva i pugni serrati contro i fianchi e si sentiva ribollire di un sentimento al quale non sapeva dare nome. Ma a Chase non importava, non gliene importava proprio un fico secco in quel momento, troppo impegnato a premere ulteriormente la propria bocca su quella di Shane.
Quando si staccarono, senza fiato, le loro gote si tinsero d'un acceso color porpora e rimasero a fissarsi intensamente ancora per qualche attimo, prima di riscomparire entrambi tra la calca di studenti.
E venne il turno del giovane bibliotecario e di Max, ma Brad mal sopportava qualunque tipo di dolce e alla fine, dopo un morso un po' troppo deciso, il bastoncino si spezzò; lui non ci badò troppo e baciò comunque il bel biondino, il quale non si tirò certo indietro.
Seguirono anche altre coppie, Niko ed Emma, Robert ed Andrea, Kevin e Josh, e avanti finché i mikado non furono esauriti, ma Chase e Shane non restarono a guardare ed Edward, pensieroso, si rifugiò altrove.
- Chase...
- Shane...
Il castano strascicò i piedi, tenendo lo sguardo basso, fisso sulla punta delle scarpe.
- Mi dispiace di aver detto ciò che ho detto, ero solo... geloso... - mormorò, evitando gli occhi dell'amato. Aveva così tanta paura di aver rovinato tutto!
- No, Shane... perdonami, non avrei mai dovuto reagire così spropositatamente, e soprattutto sarei dovuto rimanere con te.
Si guardarono per un lunghissimo ed infinito attimo, poi si strinsero forte per non lasciarsi più andare, mai più.
- Amore mio... - sussurrò Chase, e dolcemente si baciarono. Una lacrima rigò la guancia del ragazzo dagli occhi dorati. Lui gliela asciugò.
- Perché stai piangendo?
- Chase... non voglio lasciarti andare! Mai! E sono così felice che tu sia qui... con me. Ma se lui non se ne fosse andato... per sempre? Se io fossi stato solo un imprevisto?
Il moro gli accarezzò i capelli con affetto.
- Lo sai che con i se e con i ma la storia non si fa? Shane, tu sei il mio meraviglioso imprevisto. No. Sei l'unico vero grande amore della mia vita, a prescindere di quanto io abbia amato Rocky. E anche se lui non fosse morto, io mi sarei innamorato di te perché è così che dev'essere e sempre sarà.
E mentre ancora si baciavano, Shane pensò che 'il mio meraviglioso imprevisto' suonava proprio bene.
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