Epilogo
Il bizzarro orologio da parete con gli uccelli aveva annunciato lo scoccare del mezzogiorno con un 'wiii!' assai fastidioso, al quale Chase non era più abituato. Di fianco a sé Shane s'era irrigidito da capo a piedi, sforzandosi di non massaggiarsi un orecchio. Non era una cosa molto da carina da fare, soprattutto in casa dei genitori del moro.
Era difatti il compleanno della madre di Chase e loro avevano accettato di fermarsi a pranzo. Ora erano a tavola, i due ragazzi schierati in silenzio da una parte e il padre e la madre dall'altra.
Al moro pareva di essere tornato indietro al giorno in cui Shane l'aveva presentato a Jenna ed Eric, con la differenza che allora era 'solo' il suo ragazzo.
- È così bello che siate qui, tesoro - disse sua madre, interrompendo il filo dei suoi pensieri.
- Ci fa sempre piacere averti a casa, Chase - aggiunse suo padre, nel tono basso e pacato che un tempo era una sua prerogativa, che quando Chase era un bambino lo rendeva il papà migliore del mondo, quello che non si arrabbiava mai e mai alzava la voce.
- Siamo venuti solo per la torta - scherzò il ragazzo dagli occhi porpora, e Shane gli strinse la mano sotto il tavolo. I suoi genitori risero.
- Che onore, allora!
Contro ogni aspettativa era il padre di Chase a cucinare, di solito, era un ottimo cuoco ed era da lui che il figlio aveva imparato fin dalla tenera età ad armeggiare con pentole e padelle. Prima della catastrofe con Rocky, andava molto d'accordo con suo padre.
Sua madre si alzò e servì loro il pranzo, prima di tornare a sedersi e mangiare, in silenzio. Il castano lanciò un'occhiata di soppiatto all'amato: era un silenzio fastidioso, pesante.
- Come va la scuola? - domandò la mamma, e Chase tirò mentalmente un sospiro.
Niente argomenti scomodi, per ora.
- Piuttosto bene...
- Come sta Niko?
Il figlio guardò la madre storto. Che razza di senso aveva, quella domanda? La zia era la sorella di papà, dunque non poteva prendere quella cosa chiamata 'telefono' e informarsi da sé? Oltretutto aveva avuto tutto il tempo per parlare con lui al matrimonio, e adesso che era in luna di miele non poteva certo stare male.
- Credo bene...
Calò nuovamente il silenzio.
- Oh, Chase, ho conosciuto il fratellino di Rocky! Si chiama Edward, mi pare.
I due ragazzi si scambiarono un'occhiata eloquente.
- Sì, mamma...
- È un ragazzo adorabile, non trovi? Proprio carino. È anche molto dolce, aiuta sempre quella povera donna di sua madre... stareste molto bene ins-...
Ma non concluse la frase, interrotta dal figlio.
- Io amo Shane - mise in chiaro, deciso. Il padre abbassò lentamente lo sguardo nel piatto.
L'aveva ben capito, Chase, che nonostante tutto i suoi genitori non avevano davvero accettato Shane.
Li fissò con la fronte corrugata e lo sguardo vagamente minaccioso. Be', quel senso di disagio che pesava su di loro assumeva tutto un altro gusto a vederla così.
- La smettete di essere ostili con Shane? È un ragazzo fantastico e non lo dico solo perché lo amo. A volte è terribile, spesso litighiamo, però non c'è persona che lo conosca che non possa affermare quale buona persona sia e quanto dolce sappia essere.
Il castano gli accarezzò il dorso della mano col pollice: era in situazioni come quelle che era Chase quello dolce, e sempre in situazioni come quelle capiva davvero perché lo amasse. Non era la dolcezza fatta persona, ma era un animale feroce pronto a tirare fuori unghie e denti per chi gli stava a cuore.
- Tesoro, ma noi non...
Stavolta fu il marito ad interromperla, alzandosi e sfregandosi le mani con un'espressione allegra stampata in viso.
- Volete un po' di torta, ragazzi?
- Certo!
Poco dopo la madre di Chase soffiò sulle candeline e nessuno più parlò di qualunque questione sgradita.
- Buon compleanno, mamma!
- Tanti auguri, signora!
Il moro ridacchiò sotto i baffi al modo formale in cui l'amato l'aveva detto: era davvero la persona più adorabile del mondo.
- Buon compleanno, cara!
Finirono di mangiare spensieratamente, e mentre il padre andava a prendere il regalo per la moglie ed ella andava in bagno Chase ne approfittò per ripulire 'a modo suo' la bocca sporca di panna di Shane. Dal canto suo il ragazzo dagli occhi dorati mise in fretta da parte l'imbarazzo e gli spalmò un dito impiastricciato di torta direttamente sulla punta del naso, prima di leccarglielo e mordicchiarglielo.
- Ti stai avventurando in acque molto pericolose, darling... - mormorò il moro, a un soffio dalle sue labbra.
- Oh, che paura!
E si baciarono, proprio mentre sia la madre sia il padre rientravano in cucina. Rimasero entrambi a fissarli piuttosto scioccati, il bacio che andava approfondendosi, una mano del castano fra i capelli dell'amato e quella di Chase sul suo collo.
La donna si schiarì la gola. Loro si separarono di botto, arrossendo violentemente.
Ops...
E in fretta si profusero in mille scuse per cose che avevano ben poca rilevanza, e altrettanto in fretta salutarono mamma e papà e uscirono di casa. Li aspettava un pomeriggio molto intenso.
~~~
Era ormai finita la giornata, o quasi. Gli allievi si trascinavano stancamente per i corridoi, diretti verso casa, gli zaini pesanti sulla schiena non proprio dritta e le membra esauste.
Anche Chase stava facendo lo stesso, e poco più indietro di lui il castano. Edward veniva nella loro direzione con aria decisa.
Ora o mai più.
Arrivò a un passo dal ragazzo dagli occhi color porpora, lo afferrò per le spalle e si sollevò appena sulle punte.
- Ti amo - disse, prima di posare le labbra sulle sue in un bacio leggero e delicato che aspettava anche da troppo. Chase rimase immobile, sorpreso, con gli occhi sgranati. In un gesto naturale gli venne da socchiudere le labbra, ma non successe null'altro.
Shane acchiappò Edward per il colletto della maglietta e lo sbatté sulla superficie più vicina, ovvero i poco comodi armadietti. Il ragazzo dagli occhi verdi sentì la schiena sbattere contro le serrature prominenti.
Il castano alzò un braccio, la mano chiusa a pugno. Chase li raggiunse immediatamente e cercò di bloccarlo.
- Shane!
- Lasciami, Chase! - ringhiò lui, furioso, cercando di liberarsi della presa forte e salda del moro.
- No!
Diamine... è diventato fortissimo!
Edward se ne restava aderente al muro con il capo girato di lato e il terrore negli occhi.
Era meglio mai, razza di cretino!
- Smettila, Shane! Lascialo in pace!
- Non lo difendere! - ruggì Shane, fuori di sé dalla rabbia. Come aveva osato baciare Chase davanti a lui?
- Non lo sto difendendo! Ti sto impedendo di fare una stupidaggine di cui ti pentiresti!
- Lui però non s'è pentito di averti baciato!
Al che il ragazzo dagli occhi verdi provò a sgusciare via, ma Shane lo inchiodò ulteriormente contro gli armadietti.
Oh Rocky... sono due psicopatici, questi!
Il castano provò nuovamente a liberarsi, ed Edward vide la resistenza di Chase venir meno.
- Shane! Ti proibisco di picchiarlo! Se lo fai non ti parlerò mai più!
- Sei un dannato ricattatore!
E d'improvviso il braccio di Shane si abbassò e il ragazzo dagli occhi verdi venne lasciato libero. Un attimo dopo le labbra di Chase erano incollate a quelle dell'amato, avvinghiati l'uno all'altro come due sanguisughe.
Edward se la svignò in silenzio. Altrettanto in silenzio il suo cuore cadde, s'infranse, lui non ne raccolse i cocci. Si arrendeva. Chase e Shane avrebbero fatto pace, e lui... lui sarebbe rimasto per sempre il terzo incomodo. Un'ubriacatura passa, così come un braccio rotto si salda, ma l'amore non svanisce.
Nel profondo del suo cuore, pregò che fosse felice. Pregò che, nonostante non avesse capito quanto davvero lo amasse, serbasse di lui un ricordo non troppo brutto. E infine, silenziosamente, gli disse addio.
FINE
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