Do you love me?

- Shane!

Shane era nella propria stanza, quella che non usava quasi mai perché dormiva sempre con Chase, e stava infilando un mucchio di vestiti alla rinfusa dentro lo zaino appoggiato sul letto.

Gli lanciò un'occhiata di fuoco, furioso. Il ragazzo dagli occhi porpora indugiò sull'uscio.

- Scegli, Chase! O me o Edward! Io me ne vado! - sbraitò il castano, armeggiando con la chiusura dello zaino e le mani tremanti. Poi si diresse verso la porta e lo scostò bruscamente con un colpo di spalla.

Un'emozione indefinibile scattò dentro Chase e si agitò in fondo al suo stomaco; afferrò Shane per un polso e lo sbatté poco delicatamente contro il muro.

- Shane - ringhiò, e lui sentì la propria colonna vertebrale formicolare dolorosamente dall'impatto.

In quel momento, vedendolo più arrabbiato di lui, si sentì travolgere dalla paura. Una paura insensata e senza fondo, paura dei suoi occhi ora bui, della sua forza, paura che gli facesse del male, paura di lui.

Si strinse ulteriormente al muro come per sottrarglisi, sforzandosi di non pensare a quanto male avrebbe fatto ricevere uno schiaffo e al contempo di non tremare, non voleva sembrare così debole.

Chase, avvicinando il viso al suo, parve volergli rubare un bacio feroce, ma non fece nulla.

Aveva visto i suoi occhi dorati, quegli occhi che tanto amava e sempre voleva vedere luccicanti di felicità, sconfinare nel terrore più assoluto e si era sentito un mostro. Indietreggiò improvvisamente, mollando di colpo la presa sul suo polso, e si lasciò bruscamente cadere a sedere.

- Tu... hai paura di me - mormorò con voce roca, disperata.

Shane non disse nulla, rimanendo addossato al muro, mentre cercava di calmare il battito del proprio cuore.

- Vai, Shane.

Ancora silenzio. Il castano poté giurare di aver udito un singhiozzo venire da Chase.

- Hai... paura di me. Non ti merito.

Shane deglutì. Era fin troppo surreale come situazione e non riusciva a riordinare i pensieri.

- Vai, Shane! Vai via! Non restare con chi non ti merita - ripeté Chase, indicandogli la porta, e lui riuscì chiaramente a vedere una lacrima rotolare lungo il suo viso.

Lentamente, il castano si abbassò alla sua altezza e allungò timidamente una mano verso la sua testa, prima di fargli una carezza lievissima fra i capelli scuri.

- Dove dovrei andare? - chiese piano.

- Dove... dove ci sono persone giuste per te.

Lui sospirò.

Persone giuste... per me?

- Tipo qui?

- Hai avuto paura di me e non me lo posso perdonare. Se non ti fidi di me, come posso chiederti di non andartene?

Shane scivolò dalla posizione in cui era e si sdraiò comodo, tirando sopra di sé l'amato e intrecciando le dita di entrambi le mani alle sue. Il moro le districò solo per asciugarsi fugacemente le lacrime.

- Chase... non vado da nessuna parte senza di te. Anche se scappo da Maxwell, o da mamma e papà, non vado proprio in nessun posto. Casa è dove sei tu. Casa sei tu.

- Avevi paura... paura di me... - ripeté Chase, e nei suoi occhi porpora riaffiorarono una marea di lacrime.

- Ho sbagliato. Ma non smetto di avere fiducia in te, e non smetterò mai di averne - fece una pausa, fissandolo serio e tranquillo. Lui deglutì rumorosamente. - Mi ami, Chase?

- Nemmeno da morto potrei risponderti di no - replicò tremante, negli occhi uno spasmo dopo l'altro per impedire alle lacrime di scorrere, ancora.

- Più di Rocky? Più di Edward?

- Più di chiunque al mondo.

- Ti amo anch'io, per questo voglio che non baci nessuno all'infuori di me.

Chase abbassò lo sguardo.

- Non ci siamo baciati... - mormorò a bassa voce, evitando i suoi occhi dorati che ora gli parevano un po' troppo brillanti.

- Sembrava... - borbottò Shane, stringendo piano le sue dita, poi allungò il capo e gli posò un morbido bacio sulle labbra. - Chase... voglio fare l'amore con te, adesso.

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