Creepy presences
Il cielo plumbeo e il vento gelido non avrebbero invogliato nessuno ad alzarsi, quel mattino, ma c'era scuola e dunque ogni bravo studente vi era costretto.
Chase si trascinò ancora mezzo addormentato lungo le scale fino in cucina per preparare la colazione. Shane era rimasto a crogiolarsi sotto le coperte fino all'ultimo e lui si era limitato a scrollare le spalle. Non per accampare scuse, di solito lo svegliava sempre a forza di baci, pizzicotti, solletico e qualunque altro espediente conosciuto e funzionante, però ci teneva a precisare che non era sua madre.
Oltretutto si sentiva inquieto e gli pareva d'esser osservato, insieme al percepire un'ambigua presenza aleggiare intorno a lui. In verità la cosa della presenza gli era già capitata anni addietro, quando era morto Rocky e lo vedeva ovunque.
Si chiese se potesse essere ancora l'ex fidanzato e se ciò avesse a che fare con il sogno avuto la notte passata.
Mentre poggiava sul tavolo le tazze ricolme e fumanti Shane entrò in cucina con i capelli castani tutti arruffati e la maglietta indossata al contrario, sul viso un'espressione che Chase reputò d'illegale tenerezza.
Il moro scoppiò a ridere e gli si avvicinò, scompigliandogli poi ulteriormente la chioma e prendendosi un dolce bacio del buongiorno.
- Perché ridi? - s'imbronciò Shane, incrociando le braccia al petto.
- Amore mio, hai la t-shirt al contrario...
Allora il ragazzo dagli occhi dorati arrossì e si sfilò la maglia, tentennando un attimo prima di rimettersela. Guardò Chase con aria pensierosa.
- Chase, perché oggi non ci diamo malati e restiamo a casa?
E per essere più convincente lo baciò appassionatamente, buttandogli le braccia dietro il collo e tirandolo a sé. Lui rispose al bacio con ardore, poggiando le mani sul suo petto muscoloso e beandosi del piacevole tepore proveniente dalla sua pelle.
Si staccarono quando non ebbero più fiato.
- Chase...
Il ragazzo dagli occhi color porpora sorrise e Shane pensò di averla vinta.
- Forza, siediti e fa' colazione - disse Chase, trasformando il sorriso in un ghigno sotto sotto divertito.
- Dài, Chase!
- Neanche se mi implori! - rise lui, portandosi la tazza alle labbra.
- Sei un marito pessimo...
I suoi occhi rosso sangue luccicarono caldi e dolci e i loro sguardi, uno imbronciato e l'altro divertito ma colmo d'affetto, s'incontrarono.
- E tu sei talmente carino che... no, niente.
Poco dopo, tra sbuffi e proteste, baci e occhiatacce, i due ragazzi uscirono finalmente di casa, continuando a battibeccare affettuosamente tra di loro come la coppia sposata quale erano.
Lungo il tragitto fino a scuola incontrarono Niko ed Emma, i quali non avevano che occhi l'un per l'altra e stavano parlando fitto fitto tra di loro, chiamandosi in modi sdolcinati che Chase aveva giurato di mai usare per riferirsi al proprio amato, ma suo malgrado lo faceva anche lui.
- Ehi! Niko! - lo salutò il cugino, raggiungendoli e trascinando con sé Shane.
- Oh, Chase!
Si scambiarono amichevoli pacche e si sorrisero a vicenda, restando ognuno gelosamente appiccicato alla persona amata.
- Come va? - domandò Niko, ancora con la mano sulla spalla di Chase, e d'improvviso una folata di vento colpì il moro, al quale parve di vedere nel candido sorriso del cugino il volto di Rocky.
- Cos'hai detto, scusa?
Shane lo fissò in silenzio, stringendogli la mano.
- Ti ho chiesto come va! Ah, l'amore rende proprio citrulli! - esclamò il biondo, ridacchiando. Emma gli rifilò un pizzicotto su un fianco e quando lui sussultò da capo a piedi, la ragazza si limitò a sorridergli e baciarlo su una guancia.
- G-già...
Di nuovo inquieto e a disagio Chase si voltò di scatto, ma dietro di lui non c'era nessuno. Eppure era sicuro di aver sentito qualcosa... o qualcuno...
Percepì il proprio cuore battere furiosamente contro la gabbia toracica e si sforzò di rilassarsi. Insomma, non c'era nulla. Di che si preoccupava?
- Tutto bene? - si accertò il ragazzo dagli occhi dorati, scrutando il suo viso ora pallido e tirato. Lui esibì un sorriso forzato, negli occhi un lampo di qualcosa simile ad ansia.
- Sto bene. Adesso andiamo? Si sta facendo tardi...
I tre annuirono energicamente, nonostante ciò Shane si sentiva ancora perplesso ed era certo che Chase avesse qualcosa che non andava, diamine, lo conosceva abbastanza ormai da poter dire se fosse la verità o no.
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