Chaos

Era un giorno come tanti e in casa regnava il silenzio. Fuori il sole splendeva nel cielo terso, e sarebbe stata una bellissima giornata per uscire, ma Max non aveva voglia di andare da nessuna parte senza il fidanzato.

- Brad... - lo chiamò, piano, e lui alzò lo sguardo. - Vuoi dirmi cos'hai? Sei sempre pensieroso da quel giorno e mi stai facendo preoccupare.

Il giovane bibliotecario si limitò a scrollare le spalle.

- Non è nulla di brutto né importante - borbottò, tornando a leggere. Max sapeva quanto detestasse essere interrotto mentre leggeva, ma al momento gli importava ben poco, era troppo ansioso per badare a una cosa come quella.

- Se non mi dici cosa, mi è difficile fidarmi...

- Non ti preoccupare...

Il biondo sentì l'ira solleticargli i nervi e con un gesto secco gli sottrasse il libro e lo chiuse, mettendo la copertina come segnalibro. L'attenzione del fidanzato si focalizzò immediatamente su di lui.

- Invece mi preoccupo e vorrei proprio sapere cosa ti prende, in questi giorni! - sbottò Maxwell, innervosito dalla noncuranza di Brad e del suo non dare il giusto peso alle cose.

In quel momento Micio saltò in mezzo a loro e il padrone lo accarezzò, sorridendo, fra le orecchie. Il gatto si produsse in fusa soddisfatte, poi venne afferrato sotto la pancia dal padroncino biondo, che lo girò verso di sé e gli mimò con le labbra un minaccioso 'niente pappa'. Un attimo dopo il felino s'era dileguato, come sempre davanti a quella minaccia.

Peccato che la stessa (ma con un altro tipo di 'cibo') non funzionasse più così bene con il moro, il quale era assai perseverante e più tenace di lui.

- Te l'ho già detto, lascia perdere... - mormorò il giovane bibliotecario, cercando di riappropriarsi del proprio volume. Maxwell lo fulminò con lo sguardo.

- Dopo ormai tre anni che stiamo insieme io non lascio perdere! Rispondimi una buona volta, Brad! - s'infuriò lui, ma invano.

- Ogni cosa a suo tempo, Maxwell - disse infatti assai freddamente Brad. Ciò che ne seguì dopo fu il suono della porta che sbatteva, richiudendosi dietro il biondo.

Il giovane bibliotecario scosse il capo e si sistemò gli occhiali sul naso, riprendendo a leggere.

~~~

- Tira aria di burrasca, eh? - fece Shane, e il suo migliore amico gli sedette a fianco con un sospiro.

- Peggio. Molto peggio...

- Che ti ha fatto, quel bruto?

Maxwell sospirò di nuovo. Era per questo che Shane era il suo migliore amico: era sempre presente per lui qualunque cosa accadesse, era affettuoso, premuroso, ottimista quando lui non riusciva ad esserlo. A volte rimpiangeva di aver ammesso che tra loro alla fin fine non sarebbe potuto funzionare.

- Io... io... non lo so, è sempre pensieroso e parla meno del solito. Io... credo che voglia lasciarmi... - mormorò il biondo, abbattuto.

Ahi, qua è veramente molto peggio di quanto pensassi!

- Maxwell, levati subito quella faccia - ordinò Shane, serissimo e impassibile.

Era andata così: il ragazzo dagli occhi nocciola l'aveva chiamato poco dopo esser uscito, chiedendogli se aveva voglia di passare un po' di tempo con lui al parco. Il castano non ci aveva nemmeno pensato e gli aveva risposto subito di sì, felice di potersi prendere una pausa dall'aiutare Crystal a traslocare da Michael, il suo ragazzo (che poi, non poteva aiutarla lui? Perché doveva essere il suo 'caro fratellino' a farlo?!).

Max gli lanciò un'occhiata di soppiatto, apatico.

- Io ti ho avvisato!

E iniziò a fargli il solletico, ritrovandosi poco dopo a rotolarsi fra l'erba. Il biondo lo abbracciò e inspirò a fondo il suo odore dolce, misto a un profumo più forte simile a quello del cioccolato fondente, il profumo di Chase.

- Shane, a volte vorrei non averti mai lasciato per poterti dire, senza che tu fraintenda, quale ragazzo meraviglioso tu sei. Ma ora sto bene così. Nonostante un ragazzo un po' bizzarro, posso sempre contare sul migliore amico del mondo, e quello sei tu. Non fraintendere, ma ti voglio tanto bene da amarti.

Shane rimase immobile per un lunghissimo attimo, stupito, poi ricambiò l'abbraccio.

- È lo stesso per me - affermò, poi improvvisò un nuovo attacco alla sua pancia, fino a farlo piangere dalle risate.

- È meglio che torni a casa...

- E io è meglio che torni da Crystal... le avevo detto che era un'emergenza...

Si salutarono con un ultimo abbraccio, dopodiché il castano corse verso la direzione opposta a quella che prese Max. Gli aveva mentito, difatti non tornò a casa subito. Si concesse una lunga pausa da qualunque cosa, rincasando ch'era sera tardi.

Tutto taceva, immerso nel buio.

- Brad?

Salì in camera. Sul letto stava solo un rigonfiamento di ristrette dimensioni, e s'alzava e s'abbassava al ritmo del battito del proprio cuore. Micio.

Raggiunse faticosamente la scrivania, evitando i libri sparpagliati ovunque. Accese la luce. La pila di romanzi di fianco al suo braccio minacciò pericolosamente di cadere, ma non ci fece caso. Sulla scrivania brillò qualcosa.

Era un anello blu scuro, molto scuro, con screziature di molteplici colori, come se l'arcobaleno avesse provato a farsi strada in mezzo al blu. Se lo infilò all'anulare: gli calzava a pennello. Sotto di esso c'era un foglietto, scritto con la grafia rigida e pulita di Brad.

'Mi dispiace, ma non sapevo come dirtelo, cioè, come chiederti se vuoi passare tutta la tua vita assieme a me. Se non vuoi, non ci resterò male. Ora sono dalla nonna, si è sentita poco bene. Micio e Rab hanno già mangiato. Ci vediamo domattina. XXX Brad'

Max sorrise, un sorriso amaro. Quella di mettere le tre x era una sua abitudine. E poi scoppiò a piangere, nascondendo il volto tra le braccia. Oh, cosa aveva combinato?

~~~

Era mattino presto quando Brad rientrò. La tartaruga lo salutò tirando appena fuori il capo dal carapace, poi riprese a sonnecchiare.

Il moro si ritrovò suo malgrado a sorridere, dopodiché si diresse in camera da letto, già illuminata dal sole.

Max s'era addormentato alla scrivania, con il capo fra le braccia, il gatto in grembo e l'anello al dito. Lo guardò con tenerezza.

- Prenderai freddo se dormi lì, Maxwell - sussurrò, prima di prenderlo delicatamente in braccio e depositarlo a letto.

- Brad... - mugugnò lui. Micio fece le fusa e si raggomitolò più comodamente sul petto del padroncino biondo.

Il giovane bibliotecario si sdraiò su un fianco, accanto al fidanzato, senza nemmeno cambiarsi, mettendosi poi ad accarezzargli i morbidi capelli color crema.

- Sei tornato... - biascicò allora Max, svegliandosi al suo tocco delicato. Brad si fermò per un attimo, poi riprese a giocherellare con i suoi capelli.

- È assai presto, Max. Dormi...

Lui si girò dalla sua parte, facendo spostare Micio in fondo al letto.

- Non voglio dormire... voglio parlare con te...

- Va bene - acconsentì allora il moro, piano.

- Avresti potuto dirmelo prima - borbottò il fidanzato con disappunto, riferendosi all'anello. Si stropicciò prima un occhio e poi l'altro e lentamente li aprì.

- Mi dispiace, io non... - ma il giovane bibliotecario non completò la frase, interrotto dal biondo.

- Io... ho c-creduto che volessi lasciarmi. Che ti fossi innamorato di qualcun altro.

E deglutì sonoramente, sentendo gli occhi colmarsi di lacrime, ancora.

Oh, che diamine, quando la smetterò di piangere?

Brad tirò un lungo sospiro.

- Mi sono innamorato di qualcun altro molto tempo fa - disse, e Max lo guardò confuso. - Questo qualcuno ha gli occhi belli, vivaci, dello stesso colore delle nocciole, e ha un sorriso che è la fine del mondo. Sa essere dolce ma anche sfacciato, impertinente come romantico, solare con la stessa intensità con cui si deprime. È la persona delle mie prime volte: il primo bacio, la prima volta in cui abbiamo fatto l'amore, la prima volta che condivido i miei preziosi spazi con qualcosa, anzi qualcuno che non siano i miei libri, il primo che mi ha fatto capire che il grande amore, quello vero, giunge un'unica volta. Con questa persona io voglio passare tutta la mia vita e be', sappi che quello sei tu.

Max restò in silenzio, poi un singhiozzo lo tradì. Brad lo abbracciò forte.

- Perché non me l'hai detto prima? Sei stato così freddo!

Il giovane bibliotecario continuò ad accarezzargli i capelli con dolcezza.

- Quando Emma ti ha lanciato il bouquet, mi sono sentito invadere dal terrore. Non sapevo io se fossi pronto o no a fare un passo così importante, Maxwell! E se tu non avessi voluto? E se l'essere irreparabilmente legato a me ti avesse solo reso infelice?

Max gli tirò un pugno non troppo forte sul petto, stringendo poi le dita attorno alla sua felpa.

- Quando mai potrei essere infelice, se sono con te?

Brad non aveva una risposta pronta. Si limitò a baciarlo con lentezza, cercando di trasmettergli ciò che non sapeva dire a parole.

- Sai... - mormorò il bel biondino, a distanza di un respiro dalle sue labbra - avresti potuto evitare tutto 'sto casino e dire semplicemente: sposami, Max.

Il giovane bibliotecario poggiò la fronte contro la sua.

- Ma è poco romantico...

- E da quando ti importa se è romantico o no? - rise il fidanzato, e il moro arrossì.

- Mi importa...

- Brad, io... ero davvero preoccupato.

- Lo so. E ti amo. E sarà per sempre...

- Ti amo anch'io. Per sempre - ripeté Max, e le loro labbra si incontrarono di nuovo.

Per sempre.

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