But I kissed you
Nel giro di pochi giorni le cose erano tornate alla normalità, o quasi. Se ne accorgeva Chase guardandosi attorno, era negli occhi del cugino e di Emma, presentatisi il giorno antecedente alle loro nozze lungo il solito tragitto verso scuola con l'aria di non aver dormito nemmeno un minuto, una felicità traboccante e le loro voci entusiaste a fare progetti per il futuro. C'era Brad con uno sguardo strano, sempre pensieroso e più silenzioso del solito, e il fidanzato con le ansie più spaventose e le elucubrazioni più pessimistiche. E c'era Edward ad osservarlo con timida malinconia, ma sinceramente aveva smesso di curarsi delle sue stranezze. Infine c'era Shane che non gli stava più così appiccicato, borbottando qualcosa sul 'trasloco di Crystal a casa del suo ragazzo' e 'preferivo essere il fratellino mingherlino'.
La novità era una certa ossessione sviluppatasi in due ragazze, di cui non conosceva né voleva conoscere i nomi, verso di lui. Non erano come il folto fanclub di Shane, ma poco ci mancava. Lo seguivano ovunque e cercavano di attaccarsi a lui come una piovra alla propria preda, avviluppandolo nei loro tentacoli appiccicosi che si ritrovavano al posto delle braccia.
Diamine, gli era ignoto di che anno fossero, ma comunque lo sapevano tutti che lui possedeva altre preferenze. Soprattutto il girare sempre con il castano sottolineava ulteriormente la scritta che sembrava aver stampata in fronte a caratteri cubitali, 'GAY'. Proprio non le capiva, quelle ragazze.
Anche quel giorno, mentre gironzolava nullafacente per i corridoi con Edward, esse lo individuarono immediatamente e iniziarono a emettere quelli che chiamava fastidiosi 'squittii', simili ai gridolini eccitati di una ragazzina che si trova davanti al proprio idolo. Cominciarono a seguirli.
Ma che problemi hanno? Stalker!
Alzò gli occhi al cielo e il ragazzo al suo fianco rise sotto i baffi, divertito.
- Chaaaaaase - ulularono le ragazze, e lui desiderò che sparissero in uno schiocco di dita.
Approfittò di un attimo di loro disattenzione e, afferrato il polso di Edward, si mise a correre.
- Vieni!
Svoltò bruscamente dietro le scale e si addossò alla parete, l'altro incollato al suo petto. Okay, era un nascondiglio vecchio come il mondo, ma sperava che non li vedessero. Erano una piaga, quelle due.
Il ragazzo dagli occhi verdi si morse il labbro e Chase, nel silenzio, sentì il proprio cuore battere impazzito contro la gabbia toracica.
Datti una calmata, cuore matto che non sei altro!
Le ragazze passarono davanti a loro senza vederli.
- Ma non erano qui, un attimo fa? Dove sono andati?
I due si guardarono negli occhi, poi scoppiarono a ridere, ma visto che non volevano essere scoperti divenne una risata muta e convulsa, la quale in breve si spense.
Le dita di Chase erano ancora delicatamente strette al polso di Edward, e lui era aggrappato con l'altra alla sua t-shirt come un cucciolo che teme di cadere.
Il ragazzo dagli occhi verdi inclinò il capo in linea retta con le sue labbra, e Chase sentì la mente svuotarsi e il battito cardiaco accelerare dopo essersi appena calmato.
L'unico pensiero che riuscì a formulare fu che Edward era davvero carino, più basso di lui (gli arrivava al naso!) e semplicemente così speranzoso da essere adorabile.
Il desiderio di premere le labbra sulle sue divenne insostenibile. Doveva baciarlo.
In quel momento una terza figura si sporse a sbirciarli.
- Chase ma cosa sta-...
E per la seconda volta nella sua vita Chase premette le mani sul petto di Edward e lo spinse via.
- No! Io amo Shane! - esclamò, forse con un po' troppa foga, e lui lo guardò ferito. Ma non gli importava. Shane se n'era già andato. Gli corse dietro.
- Shane! Shane!
Il castano non sembrava volersi fermare.
Nonostante avesse il fiatone Chase fece uno scatto e lo raggiunse, afferrandolo per un braccio.
- Lasciami! Non mi toccare! - sibilò il ragazzo dagli occhi dorati, scrollandolo bruscamente via.
Il moro lo ignorò e lo bloccò, facendolo girare verso di sé, poi lo baciò. Quando si staccarono, Shane si passò il dorso della mano sulle labbra, come se ciò l'avesse disgustato.
- Non voglio essere baciato da qualcuno che ha già baciato qualcun altro!
- Shane, non abbiamo fatto nulla! Ci stavamo nascondendo da due ragazze che mi perseguitano!
- Lui era praticamente abbracciato a te! Vi stavate fissando le labbra!
- Sì, ma ho baciato te - replicò allora Chase, fissandolo intensamente. Lui arrossì, stringendo i pugni. Non doveva sciogliersi per cose del genere, era arrabbiato, e che diamine! Decise di ignorarlo.
- Questo conta qualcosa per te? - sbraitò, indicando l'anello al proprio anulare.
- Certo che conta! Io ti amo.
Shane avvampò ulteriormente e abbassò il capo. Il moro lo trascinò a sedere sulla panchina più vicina, facendolo però accomodare sulle proprie gambe.
- Tu... non ti fidi di me, vero? - sospirò. Il ragazzo dagli occhi dorati sobbalzò.
- Non è vero! Solo che mi fa arrabbiare e... non lo sopporto - disse in un sussurro.
- Lo vedo...
Shane si agitò sulle sue gambe.
- Lasciami, Chase.
- Non ti lascerò mai...
Allora lui provò a saltar giù, ma il moro lo trattenne.
- Lasciami andare ora, idiota! - sbottò, asciugandosi furiosamente le lacrime. Chase lo abbracciò forte.
- Non voglio lasciarti andare neanche ora.
Il castano smise di opporre resistenza e si abbandonò singhiozzante contro il suo petto.
- È uno schifo. È un dannato schifo. Perché devo sentirmi così geloso? Perché penso che sarebbe meglio lasciarti andare per essere felice con lui ma non voglio cederti a nessuno? Perché tu? Cosa mi hai fatto, Chase?
Lui gli lasciò un tenero bacio fra i capelli.
- L'amore è qualcosa di infinitamente grande, troppo, per essere comprensibile a noi comuni mortali - mormorò piano, e il ragazzo gli cinse goffamente i fianchi con le proprie braccia. - Cosa mi hai fatto tu, Shane! Diventerò pazzo da tanto che ti amo.
Shane singhiozzò rumorosamente e non disse nulla, limitandosi a stringerlo più forte.
- Non voglio mai più sentirti dire quella parola - sussurrò roco Chase al suo orecchio, facendolo rabbrividire.
- Quale parola? - chiese, con la voce spezzata dal fiume di lacrime che gli aveva arso la gola.
- 'Lasciami'.
- Allora dimmi che mi ami...
- Tutte le volte che vuoi - disse il moro, e lo baciò. Un bacio salato, che sapeva di lacrime, ma anche dolce, e parlava di qualcosa di meraviglioso e tanto grande da essere inafferrabile per i più.
- Ti amerò fino alla fine del mondo, Shane.
- Amami ora...
Le loro labbra s'incontrarono ancora, delicatamente, prima che le loro lingue intraprendessero una lunga danza di fuoco, accarezzandosi, sfuggendosi, giocando a perdersi e poi ritrovarsi. Chase sfiorò la sua guancia e fece scivolare la propria mano nei suoi capelli, spingendo ulteriormente la sua testa contro la propria. L'altra mano si posò dietro la sua schiena, attirandolo a sé, poi scese più giù e lo carezzò con impertinenza sul fondoschiena che tanto ammirava.
Shane si staccò da lui di colpo, un filo di saliva ancora ad unirli e le guance di un color porpora così acceso da battere gli occhi del moro. Ansimò con la bocca socchiusa, il cuore che gli batteva tanto forte da pensare potesse esplodergli nel petto.
- Chase...
- Shane...
- Ti amo anch'io... - mormorò il castano, agitandosi per trovare una posizione più comoda in cui sistemarsi. La mano di Chase rimase dov'era, e sulle sue labbra apparve l'ombra di un sorrisino malizioso.
Shane scosse il capo.
- Non qui... - ansimò a un centimetro dalla sua bocca, prima di poggiarci sopra nuovamente la propria.
Come le loro lingue, le loro mani si trovarono e le dita s'intrecciarono.
- Non lasciarmi mai, amore mio...
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