40.

Altri tre giorni senza telefono, mi sto rendendo conto di quanto in realtà posso stare benissimo anche senza.

Il fatto è che amo leggere e ascoltare la musica, quindi queste due cose mi stanno dando una pausa lunga dalla tecnologia di cui ero quasi succube. Se non fosse che in casa non esiste più il telefono fisso me ne sbatterei altamente del cellulare, ma voglio poter sentire i miei nonni e i miei genitori quando magari non sono a casa o per un eventuale emergenza.

Adesso è mezzanotte ed io mi ritrovo a camminare per strada vestita completamente di nero. Non preoccupatevi, non sto andando a fare una rapina, sto solo per entrare in casa di Dylan a riprendere il cellulare.

So che i suoi genitori sono fuori per qualche giorno, lui invece è ad una festa in discoteca... in teoria. Dico in teoria perché ovviamente non lo so per certo, ricordo soltanto che oggi è il compleanno di un suo amico, e come ogni anno vanno a ballare alla solita discoteca per tornare a casa sbronzi.

Scuoto la testa pensando in un momento lucido di star facendo una cagata, ma poi rinsavisco e mi rendo conto che è una cazzata a fin di bene, il mio bene.

E no, non è effrazione se entro in casa con le chiavi che possiedo, è tutto in regola. È da anni che ho le loro chiavi di casa, il problema è che dimentico completamente di averle perché quel pirla lascia sempre la porta sul retro aperta, questa volta però mi sono ricordata di portarle per sicurezza.

E meno male aggiungerei. Ovviamente stasera ha chiuso tutto.

Infilo la chiave nella serratura e giro lentamente, mi guardo intorno con fare sospetto ricordandomi soltanto dopo che è meglio agire con estrema naturalezza, se qualcuno dovesse vedermi dalla finestra almeno non penserebbe a un furto. Infondo ho le chiavi di casa e sto entrando dalla porta principale.

Mi chiudo tutto alle spalle e percorro la scalinata che mi porterà al secondo piano, dritta in camera sua per riprendere finalmente il mio telefono. Non accendo neanche la luce perché tanto conosco la strada a memoria.

Afferro la maniglia ed entro nella tana del lupo. L'ordine è sempre stato un suo pregio una cosa quasi maniacale, non c'è mai una cosa fuori posto, tranne nel suo cervello... lì c'è veramente il caos più disastroso del mondo.

《Ahia! Cacca di bue!》mi massaggio il fianco passandoci sopra la mano ripetute volte. Che diamine ci fa il comodino in mezzo alla stanza?

Scuoto la testa maledicendolo ovunque esso sia. Che gli venga il cagotto.

Inizio a tastare con le mani un po' ovunque, la luce della luna che filtra dalla finestra mi permette di notare a malapena alcuni vestiti ai piedi dell'armadio, cosa che risulta essere davvero ambigua visto quanto ci tiene appunto all'ordine e ai suoi vestiti firmati.

Mi avvicino al secondo comodino di fianco al letto, quello che più usa per mettere ad esempio il telefono sotto carica e dove tiene i documenti più importanti e cose così, è esattamente il posto dove penso di trovare il mio telefono.

《Merda di vacca!! Ma che problemi ha ultimamente?》esclamo a bassa voce inciampando in un paio di mutande. Le calcio via con rabbia alzando gli occhi al cielo.

Sbuffo prima di aprire il comodino e ravanare dentro con foga. Ma poi mi blocco quando sento qualcosa di familiare toccare le mie dita rigide.

Sorrido vittoriosa e lo afferro tra le mani. È accesso ed è al massimo della batteria, me l'ha messo a caricare in questi giorni, non pensavo fosse ancora gentile.

Vado subito su WhatsApp a guardare i messaggi che mi sono arrivati, per fortuna non ha invaso la mia privacy e non ha letto niente di ciò che poteva leggere. Di questo gli sono grata.

D'improvviso mi ritrovo a trattenere il respiro nei polmoni, il telefono premuto contro il petto mentre sento la porta di casa aprirsi e chiudersi in un tonfo sordo. Di primo istinto decido di nascondermi sotto il letto di Dylan e restare ferma e in silenzio per vedere cosa succede.

Mi sono dimenticata di richiudere la porta a chiave dopo essere entrata in casa. Non voglio farmi scoprire, merda!

I passi si avvicinano molto velocemente alla porta della sua stanza ed io dal basso del pavimento riesco a vederlo mentre sale gli ultimi gradini e si piazza davanti la porta. Accende la luce ed io chiudo gli occhi di scatto, in automatico, come se non vederlo io impedisca a lui di vedere me.

Deglutisco diverse volte prima di aprire piano gli occhi e controllare l'orario sul telefono. Mezzanotte e mezza, perché è già qui?

《Possibile che non ho chiuso la porta a chiave?》lo sento bofonchiare confuso. Per fortuna non ha l'abitudine di chiuderla sempre, se no sarebbe stato un casino. Almeno così gli rimane il dubbio, aspetto che si addormenta e poi me la filo a casa con il mio telefono tra le mani.

Quasi urlo quando sento il letto sfiorarmi la testa a causa del suo salto a bomba, che vizio del cavolo che ha, un bambino di cinque anni è più maturo di lui.

Lo sento ridacchiare mentre guarda un video sul cellulare, poi sento il tipico suono della tastiera quando premi sul touch ad esempio per scrivere un messaggio, e poi ancora video e risatine. Mi fa altamente innervosire e non so nemmeno il perché.

Poi, dal nulla《sei bella da vivere, non sei bella da avere》gli sento dire in un sussurro. Deglutisco a vuoto per qualche strano motivo.

È bella questa frase, sono parole importanti, mi chiedo dove l'abbia letta.

《Hai capito Cher?》mi blocco. Si ferma tutto. Il mio respiro, il mio cuore, i miei pensieri, il tempo... tutto fermo. Resto immobile per non so quanto tempo prima di vedere la sua mano spuntare al lato del letto, l'afferro piano dopo momenti di esitazione e confusione, e grazie al suo aiuto esco da sotto il letto a testa bassa, incapace di guardarlo.

《Ecco il motivo.》mormora soltanto. Appoggia un dito sotto il mio mento tremolante, mi obbliga delicatamente a incrociare il mio sguardo con il suo, e quando riesco finalmente a farlo trovo sul suo viso un sorriso debole, quasi timido e carico di scuse silenziose.

《Credo di doverti dare delle spiegazioni...》

Annuisco.

《È più semplice di quanto sembra in realtà》sorride debolmente sedendosi sul letto con poca grazia, quasi a peso morto. Invece io resto ai suoi piedi, a cinquanta centimetri di distanza da lui e dal suo profumo che catturo ad ogni respiro.

《È semplice perché la verità è che non sono pronto adesso. Non sono pronto a lanciarmi in una relazione, non dopo quello che è successo con Carly, e lo so Cherie... lo so che non siete tutte uguali, lo so che nessuna è come te. Ed è proprio questo quello che mi frena in un certo senso... non sono pronto per dedicarmi completamente a te, non sono pronto per farti sorridere o ridere, non sono pronto nemmeno per farti sentire al sicuro e protetta... non adesso Cherie.》Prende un respiro profondo mentre la mano destra passa lenta tra i suoi capelli ricci. Io resto in silenzio senza neanche farmi scappare il suono di un respiro mentre lui mi inchioda con i suoi occhi.

《Perché Cher... sei bella da vivere sul serio, non sei bella da avere. Ed io al momento non sono pronto mentalmente per viverti. Finirei per farti piangere come ho fatto nell'ultimo periodo, finirei per farti annoiare, per farti pentire di esserti messa insieme a me. Non mi amo come faccio credere al resto della gente, e se non mi voglio bene io come posso voler bene a un'altra persona?》resto di sasso allargando gli occhi fin quando mi è possibile.

《E non è una scusa ma voglio proteggerti e lo farò anche a costo di doverti stare lontano. Quella lettera che mi hai scritto mi ha fatto provare qualcosa che mai avevo provato prima d'ora. Qualcosa di bello Cher. Ma adesso non sono pronto, mi dispiac-》

《Non ti devi dispiacere. È quello che provi tu, non sei obbligato a metterti insieme a me soltanto perché io provo qualcosa per te. Va bene così... dico davvero Dyl. Anzi... grazie per avermi chiarito le idee, e spero che tornerai a volerti bene come un tempo》mormoro con tutta la sincerità del mondo.

《Spero che un giorno possa tornare tutto come prima tra di noi...》sussurra piano abbassando lo sguardo.

《Forse... un giorno...》replico nella stessa maniera. E poi mi avvicino di un passo.

《Sai... sapevo che stasera saresti venuta qui》
《Come facevi a saperlo?》
《Beh... ti conosco, quando ti metti una cosa in testa difficilmente abbandoni tutto》sorride afferrandomi la mano nella sua.

Ricambio《beccata... beh adesso andrei...》mormoro allontanando la mano dalla sua. È meglio mantenere le distanze se posso, il mio cuore non è ancora guarito da tutto quello che ha dovuto subire.

《Si... forse è meglio, di notte si dicono e si fanno sempre cose stupide》mormora in un sospiro pesante, e nel mio cervello non posso fare altro che dargli completamente ragione.
È un dato di fatto. Se inizi una conversazione in piena notte finisci per scrivere cose che alla luce del giorno non avresti il coraggio neanche di pronunciare. Figuratevi cosa potrei fare con lui davanti.

Indietreggio verso la porta della sua stanza e prima di uscire definitivamente mormoro un lieve 'ciao' che gli fa scuotere la testa e passare una mano sul viso come se fosse indeciso sul da farsi.

Decido di non dare peso ai suoi gesti, per stasera può bastare così per quanto mi riguarda. Ci sta che non abbia voglia di salutare, ci sta che non voglia accompagnarmi alla porta... e ci sta che abbia paura di innamorarsi e di amare qualcuno. Perché è questo quello che si celava tra le sue parole prima, ha paura.

Paura di ferirmi, di non essere all'altezza, di non darmi sicurezza... e mi va bene così. Apprezzo comunque il fatto che mi abbia dato una spiegazione, anche se breve per me ha voluto dire tanto. Gliene sono grata.

Magari quando lui sarà pronto io sarò impegnata ad amare qualcun altro.
Oppure potrebbe sentirsi pronto in un momento in cui io sono ancora libera e perdutamente innamorata di lui.
O lui potrebbe non essere mai pronto per provare ad amarmi, e in quel caso me ne farò una ragione, sorriderò e andrò avanti come ho sempre fatto, a testa alta e contando solo sulle mie gambe per risollevarmi.

Per il momento mi godo la mia vita giorno dopo giorno, senza crearmi strani castelli di sabbia che potrebbero crollarmi in testa dopo poco secondi. I film dal lieto fine li lascio alla Disney, è meglio stare con i piedi per terra per una come me.

Spazio importante.

Ciao disagi miei.❤
Come sapete è un momento molto delicato per il nostro paese, stiamo vivendo una situazione davvero delicata e a cui nessuno era realmente pronto. Vi invito a stare a casa e ad usare la testa. Non uscite se non è necessario, vi prego! Sfruttate questi giorni per studiare, per vedere le serie tv che avete sempre voluto vedere ma che per un motivo o per un altro non siete mai riusciti a guardare, ascoltate la musica e ballate per casa, leggete tutto quello che vi pare, state con la vostra famiglia e dedicatele il tempo che magari avete perso uscendo o stando al cellulare.

Fate quello che vi pare, ma fatelo stando a casa.
#iorestoacasa.

Insieme e con l'impegno di tutti supereremo questo momento critico e ci rialzeremo più forti di prima.❤

Lalla.

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