35.

Inutile anche dirlo, Dylan si è sentito male e dopo aver vomitato nel mio bagno l'ho mandato a casa.
Non l'ho accompagnato perché tanto abita a cento metri da casa mia.

Forse è meglio cosi, non ero pronta a sentire le sue giustificazioni o a sorbirmi i suoi pensieri quando non è nelle piene facoltà di capire ciò che diciamo entrambi.

È vero che in vino veritas, ma a me non importa, se ha da dirmi qualcosa che reputiamo importante entrambi, allora preferisco lo faccia quando ragiona e ricorda in seguito ciò che dice.

Spero di non sbagliarmi comunque, sta di fatto che ho deciso che gli parlerò, e pretenderò da lui tutto quello che posso pretendere, senza se e senza ma. Sono stanca di questa situazione che mi fa pensare e pensare e pensare.

Sono arrivata alla conclusione che andrà come deve andare.

Io ci credo nel destino, in quello che la vita ha pensato per ognuno di noi, e se va in certi modi allora un motivo ci deve essere per forza.

Certo è che io credo in molte cose, come agli alieni, quelli esistono per forza, in un universo così grande non possiamo mica esserci soltanto noi, eddai su!

I miei pensieri divagano mentre cammino senza una meta precisa, avevo intenzione di andare a fare una corsetta e devo ammettere che ero partita con tutte le buone intenzioni, ma poi ho visto una nuvola e ho cambiato idea. Meglio camminare, così non sudo e non rischio di ammalarmi, le basi proprio.

《Ohhh! Merda!!!》salto per aria girandomi di scatto. La mano contro il petto che sembra ballare la tarantella.
《Scusa non volevo spaventarti, ti ho chiamata due volte》Carter fa spallucce con aria innocente mentre tiro un lungo respiro verso il cielo.

《Mio dio che spavento! Ero persa tra i pensieri, per questo non ti ho sentito》biascico con gli occhi al cielo.
Devo imparare a non pensare troppo quando sono per strada, arriverà il giorno che non mi renderò conto di una macchina e questa mi stirerà come se fossi una camicia.

Carter sorride《Dove stavi andando?》
《Da nessuna parte in realtà, stavo solo facendo un giro... a casa mi annoiavo, e tu?》gli do un bacio sulla guancia prima di riprendere a camminare con lui al mio fianco.

《Volevo prendere un gelato, ti unisci a me?》
Annuisco volentieri alla sua proposta, con questo caldo un bel gelato non fa di certo male.

《Ci sono novità?》domando.

《Uhm si, mia nonna sta ancora aspettando quel pranzo/cena a casa "nostra"》e a queste parole mi blocco per strada. Giro lentamente il viso verso il suo, leggermente scioccata.

《Avevamo detto che si sarebbe dimenticata... perché non si è dimenticata allora?》mormoro preoccupata. Di solito le persone anziane si dimenticano di cose cosi frivole, hanno i loro orti a cui pensare, hanno le mille cose da cucinare, hanno sempre da andare al supermercato ottanta volte al giorno appunto perché si dimenticano cosa dovevano comprare... e lei si ricorda di un dannato pranzo di cui avevamo parlato un mese fa? Per dio...

《Ha una buona memoria, su questo non posso dire niente》esclama Carter divertito. Lo seguo dentro la gelateria e dopo aver preso i nostri gelati decidiamo di sederci su una panchina proprio fuori da lì.

《E quindi come si fa? Inventiamo una scusa e rimandiamo finché non si dimentica?》propongo con nonchalance, che sarà mai?
Ma lui scoppia a ridere come se avessi appena raccontato la barzelletta più divertente del mondo.

《Forse non hai capito. Lei non si dimentica》i miei occhi si spalancano quando il mio cervello percepisce questa frase come una minaccia.

《Merda... e quindi?》domando.

《E quindi stasera a casa mia, vieni nel pomeriggio così sistemiamo tutto e cuciniamo qualcosa di semplice. E non ti preoccupare, dopo la cena ognuno a casa propria, lo prometto!》tira su la mano come se stesse facendo un giuramento, ma questa cosa ovviamente non mi aiuta certo a rilassare i nervi tesi, quella donna sembra innocente e cucciolina, ma è la figlia adottiva del demonio.

-

《Si papà, tranquillo! La casa è pulita, sto mangiando come un bue e ho soldi a sufficienza, e ti ricordo che tornate tra due giorni!》esclamo in una risatina divertita. Si preoccupano sempre troppo, ma forse è meglio così, credo sia meglio avere genitori presenti che genitori che non ti chiedono neanche come stai.

《Okay amore, ti saluta la mamma! Non te la posso passare perché è in piscina a fare la sirena》esclama dolcemente, e posso immaginarlo mentre la guarda in quel modo unico e soltanto loro, con quell'amore che dura e brucia nelle loro vite ormai da tantissimi anni.

《Salutamela, dalle un bacio da parte mia. Adesso devo andare, ci sentiamo presto papà! Vi voglio bene!》biascico cercando di mettere il mascara.
Penso di essere l'unica al mondo a metterlo con la bocca chiusa.

《Ciao piccola, anche noi ti vogliamo bene! A presto!》

Stacco la chiamata e torno ad ascoltare la musica, finisco di truccarmi e poi filo in camera per scegliere cosa indossare.
Sicuramente qualcosa di comodo ma anche carino, niente di troppo appariscente o esagerato, quindi opto per un vestitino nero semplice che abbinerò a delle scarpe aperte.

Con il nero si va sempre sul sicuro, o almeno quasi, magari lo eviterei ai matrimoni o a quel genere di cerimonie.

Tra meno di venti minuti devo essere a casa di Carter, ho già preparato lo stretto necessario da portare da lui.

E per stretto necessario intendo 6 foto incorniciate che ci ritraggono insieme, sempre nello stesso posto, a lavoro. Spero che sua nonna non se ne accorga.

-

《Hey Carter! Dammi le cose per apparecchiare la tavola, poi vado a prepararmi!》esclamo di corsa entrando in cucina.

Certo è che non pensavo minimamente di vederlo vestito soltanto da un paio di pantaloncini e un grembiule rosso. Altamente sexy e... sexy santo cielo.
Le spalle larghe e nude, prive di qualsiasi intralcio, le braccia muscolose a muoversi in armonia mentre fa saltare le verdure nella padella.

Quella linea sottile e centrale che disegna perfettamente la sua schiena dritta, lievemente abbronzata e accarezzata da un lieve strato di sudore, senza parole.
Ha proprio un bel fisico, su questo non ci piove.

Si gira lentamente puntando una mano verso destra《quando hai finito con la radiografia lì trovi il necessario per apparecchiare, ma fai pure con calma eh》esclama sornione facendomi andare a fuoco.

《Simpatico... ah ah, davvero divertente》bofonchio rossa in volto.

Non posso farci niente, se uno è bello e vale la pena di essere guardato allora io lo guardo, non mi tiro certo indietro. Però così facendo faccio davvero molte pessime figure.

《Tra mezz'ora arriva mia nonna! È tutto pronto?》domanda, spegne il fuoco poco prima di togliersi il grembiule e lasciarlo sul ripiano della cucina. Annuisco cercando in tutti i modi di non guardare pure la tartaruga super scolpita.
Ma se lo so, evidentemente, la sto già guardando. Diamine Cherie! Regolati!

《Senti vestiti grazie e ciao. Anzi apparecchia tu e io vado a prepararmi》esclamo d'un fiato girando i tacchi.

"Devo impare seriamente a trattenermi. Pudore e dignità ragazza!!"

Lo sento ridacchiare mentre vado verso il bagno per rinfrescarmi la faccia. Ho deciso di prepararmi qui perché almeno se sua nonna entra in bagno vede spazzolino e trucchi.
Come anche in camera, lascerò i vestiti che ho addosso appoggiati alla poltrona nella stanza di Carter.
Le foto le ho sistemate un po' in giro e ho spruzzato un po' del mio profumo.

È tutto perfettamente perfetto. Andrà tutto bene e questa cena finirà nel migliore dei modi.

-

《Dovresti sistemarli questi vestiti, si stropicciano così!》alzo gli occhi al cielo mentre la nonna di Carter mi piega i vestiti, proprio quelli che avevo abbandonato sulla poltrona.
《Non si preoccupi, davvero! Prima di andare a dormire sistemo tutto》provo a dire trattenendola da un braccio.

《Figurati tesoro, ci metto un attimo a sistemare tutto nel tuo armadio!》rido insieme a lei forse per tre secondi, ma solo quando realizzo che qui non esiste nessun armadio di mia proprietà allora mi lancio all'inseguimento della nonnetta.

《Non è necessa- oh! È pronta la cena!》esclamo piazzandomi davanti a lei.

Il suo sopracciglio ormai bianco scatta in aria《Ne sei sicura?》

《Si si, non ha sentito Carter che ci chiamava?》

《Veramente no, tesoro!》

《Ehhh, l'udito gioca brutti scherzi dopo una certa età, venga andiamo giù!》esclamo con un sorriso cordiale, forse più tirato di una molla pronta a schizzare in aria.

La confusione sul suo volto è palese, tanto è che non sa nemmeno cosa deve dire o fare, ma l'aiuto io. Afferro i vestiti dalle sue mani e li lascio sul letto, poi la prendo a braccetto e la trascino giù per le scale, senza troppo fretta ovviamente, non vorrei mai che a causa mia si rompesse una gamba.

《Eccoci tesoro mio, ci hai chiamate?》

Carter ci guarda confuso
《Veramente io non ho-》

《Tua nonna stava per sistemare i miei vestiti nel mio armadio, per fortuna ci hai chiamate, non vorrai mica farla lavorare pure stasera?》butto lì sperando che capisca.

《Oh...》ha capito. Posso vedere il suo pomo d'Adamo salire e scendere molto lentamente, poi sorride.
《Si, iniziamo con l'antipasto... che ne dici nonna?》

La serata procede molto tranquillamente, si parla di tutto e di niente, ma soprattutto si parla del suo amato marito ormai defunto.
Diamine doveva amarlo proprio tantissimo, i suoi occhi brillano senza sosta mentre racconta qualsiasi episodio che le passa per la mente.

Ci parla di tutto, dalla cosa più insulsa come un giro in tandem in sua compagnia, a quella più importante come il giorno del loro matrimonio. Ricorda tutto nei minimi dettagli, le sue espressioni facciali e quelle rughette che a quanto a pare gli spuntavano tra le sopracciglia.

Ricorda il piccolo neo appena sotto l'orecchio, quello che ogni volta le piaceva accarezzare mentre si guardavano negli occhi.

Ricorda perfettamente il suono della sua risata, l'ha descritto in un modo talmente profondo e preciso che a un certo punto mi è parso di sentirla anche io. "Era bassa e potente come un'onda che si infrange sugli scogli".

E anche il suo profumo, si ricorda perfettamente l'odore che sembrava avere la sua pelle.
"Era dolce e delicato, era dolce come il gelsomino e delicato come il suo respiro".

《Vi amavate tanto...》biascico quasi con le lacrime agli occhi.
Lei annuisce piano accarezzandomi la mano destra《I tuoi occhi mi ricordano moltissimo i miei, sai?》esclama di punto in bianco sviando la mia domanda. La guardo incuriosita.

《Vedi tesoro, hai gli occhi dell'amore tu. Hai gli occhi di chi ama follemente e a tempo stesso pacatamente. Quel paio di occhi che avevo e che tuttora ho se penso a mio marito.》
Un sorriso spontaneo si posa sul mio viso
《si beh... Cart-》
《Non sto parlando di mio nipote. Sarò anche vecchia ma non sono mica scema!》esclama con gli occhi al cielo guardando entrambi.

Le mie guance si fanno rosse nel giro di un nanosecondo.
《Nonna io non-》
《Io e te ne parliamo dopo signorino. Ti do davvero così tanto fastidio da farti mettere in scena tutta questa farsa?》sbuffa per aria scacciando via il nulla con la mano sinistra, gesto che, per qualche assurda ragione, mi fa ridere a crepapelle.

《E tu, signorina, che aspetti a dichiararti al ragazzo di cui sei innamorata? Perche è ovvio che tu non sia fidanzata, se no non saresti qua!》mi ammutolisce.

《Beh è difficile... non tutti hanno la sua stessa fortuna》mi permetto di dire con una punta di arroganza.

《L'amore non conosce difficoltà. Se è vero amore si superano, se non è amore allora non esistono proprio.》

E con questa frase incisa nel cuore e nella mente mi alzo dalla sedia, saluto entrambi con un gesto della mano ed esco di lì con una nuova consapevolezza.

È arrivato il momento di parlare con Dylan.

Premesse: sto capitolo mi fa schifo. Purtroppo wattpad ha deciso di eliminare gran parte di quello che avevo scritto precedentemente e niente, che cazzo!!!

Mi farò perdonare con il prossimo😭 giuro che non vi deluderò come con questo.😞❤

Love you🗝❤

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