31.
《Possiamo venire a trovarti?》mi domanda Iris mettendo su un broncio adorabile. Annuisco più che felice alla sua richiesta e a quella silenziosa di Andreas.
Sarei onorata di ricevere la loro visita a casa mia, ricambierei senz'altro tutta la loro disponibilità e la voglia di farmi conoscere persone e posti nuovi.
Potrei portarli alla festa di paese che ogni anno organizzano in piazza. Oppure nell'unico centro commerciale pieno di schifezze da ingurgitare e vestiti da provare. Potrei portarli al cinema all'aperto, a vedere uno di quei film strappa lacrime o un horror orribile.
Mi piacerebbe far conoscere loro il posto in cui sono cresciuta, fargli vedere dove mi sono procurata la cicatrice che mi porto dietro sul ginocchio, oppure il liceo dove ho passato cinque anni pesanti e a tempo stesso indimenticabili.
Farei assaggiare loro le nostre pietanze colme di grassi e carboidrati, facendo dimenticare ad entrambi le insalate buonissime e delicate che preparano qui.
Avrei voglia di portarli in quel parchetto, quel luogo che mi ha visto crescere più di tutti, perfino dei miei genitori. In quella casetta che mi ha fatto da riparo quando giocavo a nascondino con gli amichetti delle elementari. Quella casetta in legno che mi ha abbracciata infinite volte quando nel pieno dell'adolescenza mi ritrovavo lì con lo sconforto addosso.
Quella stessa casa che mi ha visto uscire di corsa la sera che avevo mandato al diavolo Dylan, lo stronzo seduto lontano da me in questo preciso momento.
《Avete chiarito?》
Rinsavisco dai pensieri alla domanda diretta di Andreas, scuotendo la testa in risposta e mantenendo gli occhi fissi sul mio migliore amico.
《No. Con lui funziona così, finché non ha voglia di parlare bisogna stargli alla larga》mormoro irritata svirgolando lo sguardo, lontano dal suo fisico perfetto e baciato da un sole bollente.
《Dovresti mandarlo a quel paese. Va bene tutto Cherie, ma non puoi stare così a causa sua, non puoi sottostare ai suoi insulsi comodi!》mette in chiaro Iris con voce ferma, quasi cattiva e disgustata.
E forse è lì che lo capisco; sotto il sole che batte violento sulla mia nuca scoperta, con il vento leggero a sferzarmi i capelli sul viso sottile, lì dove gli occhi di due persone che conosco da poco mi fissano in un modo che nessuno aveva mai usato nei miei confronti.
《Non dipendi da lui. Ma questo è ciò che vediamo noi, è quello che vedono le persone che non vi conoscono》esala Iris con una punta di rabbia.
I miei occhi si muovono in automatico verso il ragazzo in piedi davanti allo sdraio bianco, pronto per raggiungere il mare salato fregandosene di tutto. Di me.
《Dovresti fargli vedere che non dipendi da lui. Devi fargli capire che potrebbe perderti da un momento all'altro, che non starai ai suoi stupidi e infantili giochetti.》esclama Iris a labbra dure
《Dylan da per scontata la tua presenza. È te che da per scontata.》conclude Andreas facendomi tremare completamente.
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《Eri stato tu a dirmi di essere una bugiarda...》mormoro a Liam giocherellando con la sabbia.
Ne prendo un pugno lasciandola scivolare lentamente sul palmo della mano libera, completamente aperta per vedere i granelli sfiorare le mie dita e cadere di nuovo giù, per unirsi di nuovo agli altri.
《Si, sono stato io a dirtelo... perché?》
《Perché mi hanno fatto capire una cosa che da sola non avevo neanche lontanamente intuito》sussurro assorta fissando la sabbia. Con l'indice disegno un mezzo cuore sui granelli freddi a causa dell'ombra.
Alzo il viso per incontrare gli occhi di Liam, già fissi su di me in una tacita domanda
《Credo che Dylan mi dia per scontato, anzi non lo credo; è così》.
《Se hai bisogno del mio aiuto puoi contare su di me, anche solo per parlare. Mi è capitato di sentirmi allo stesso modo e infatti avevo ragione》mormora con gli occhi a due fessure, le pupille a fissare la linea lontana del mare.
《Voglio fargli capire che il rischio di perdermi davvero c'è. Che sono stanca di aspettarlo per qualsiasi cosa. È vero... ha sempre fatto molto per aiutarmi, ma non posso restare a guardare solo le cose belle》
《Non devi guardare solo quelle. Abbiamo tutti una bilancia immaginaria davanti agli occhi: sono più le volte che ti ha fatta sentire scontata oppure quelle dove ti ha reso felice?》
Deglutisco chiudendo gli occhi di scatto. Vorrei pensarci, vorrei poter riflettere prima di dare una risposta, ma il mio cervello non pare della stessa idea《dopo ieri direi che l'ago della bilancia punta a favore della parola "scontata".》
《Ho un'idea...》mormora a bassa voce in tono quasi malefico, mi afferra la mano tirandomi su di scatto e facendomi scontrare con il suo petto muscoloso《...ma devi promettere che non ti innamorerai di me》bofonchia improvvisamente in un sussurro, a pochi centimetri dalla mia faccia.
Ridacchio posando una mano sul suo viso abbronzato《non credo sia possibile, tra pochi giorni tornerò a casa》bisbiglio in un sorriso, pur non sapendo cosa gli frulli in quella testa colma di ricci biondi.
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《Passiamo già la maggior parte del tempo insieme!》esclamo ovvia sedendomi sul divano.
Liam mi ha portata da lui, cioè... Non proprio da lui, ma nella villa enorme che usa solitamente per dare feste megagalattiche.
《Si, ma da adesso passeremo le utlime giornate davvero insieme.》
Si dirige alla televisione per accenderla e iniziare a fare zapping.
Siamo in una delle tante sale che ospitano la villa, ormai sono le dieci di sera ed essendo mercoledì non c'è quasi nessuno in giro. La maggior parte dei turisti si spostano in zone differenti della Grecia, magari in cerca di locali o posti in cui passare la nottata. Ma non io, non stasera che mi sento stanca a causa del sole e del mare.
Neanche una doccia rigenerante ha potuto fare granché.
Liam prende posto al mio fianco
《Tu stasera non tornerai al resort. Rimarrai qui a dormire e non avviserai nessuno!》Esclama in tono ovvio, rifilandomi un'occhiolino che mi fa scuotere la testa divertita.
《Camere separate》metto in chiaro categorica.
《Come vuoi tu...》il modo in cui mormora queste due paroline mi fa quasi venire la pelle d'oca.
Stringo le ginocchia al petto fissando in silenzio la tv gigante, roba che potrebbe occupare tranquillamente metà della mia stanza
《Comunque è un mega schermo sto coso, non è una televisione!》
《Perché non hai visto la sala cinema al piano inferiore》Liam muove rapidamente le sopracciglia su e giù, con uno sguardo così da pirla che non posso fare a meno di ridere.
《Domani sera allora guarderemo un film》esclamo ancora ridacchiando e vedendolo annuire in accordo.
Ci rilassiamo contro lo schienale del divano, dimenticando completamente dove ci troviamo o che ore si siano fatte; per questo motivo mi ritrovo a sgranare gli occhi quando prendo il cellulare dopo averlo sentito vibrare.
《Liam sono le due del mattino》brontolo assonnata, e non ricevendo risposta mi giro per controllare.
Lo trovo ormai addormentato con la testa sul bracciolo del divano in pelle; le labbra leggermente separate e il viso rilassato, privo di qualunque smorfia.
Afferro il cellulare mentre sorrido divertita.
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Da: Iris.
*Dylan continua a fissare il cellulare. Ha deciso di venire con noi a Kos! Ti ha per caso mandato un messaggio?*
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A: Iris.
*Capisco, comunque no, nessun messaggio. Troppo orgoglioso per scrivere alla sua migliore amica. Stupido cretino*
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Da: Iris.
*La maggior parte dei ragazzi è così, chi li capisce è bravo! Comunque tutto okay? Liam?*
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Come risposta decido di mandarle una foto del bell'addormentato al mio fianco, ma poco prima di schiacciare il pulsante e scattare la foto a tradimento, Liam mi afferra dal polso e mi spinge sul suo corpo caldo togliendomi il cellulare dalle mani.
Sgrano gli occhi presa alla sprovvista
《Non mi freghi Cherie, ho gli occhi anche sulla nuca》mormora divertito facendomi avvampare.
"Sgamata in pieno"
《Guastafeste》bisbiglio con gli occhi rivolti al cielo.
《Guardami》sussurra lui, ed io lo faccio all'istante a causa del tono caldo e roco che abbandona la sua gola.
I nasi che si sfiorano, il mio seno che preme contro il suo petto caldo; il mio labbro superiore lievemente sporgente quasi a sfiorare il suo inferiore, e poi un flash brevissimo, breve quanto il tempo che Liam ci mette ad inviare la foto ad Iris.
Guardo ancora i suoi occhi verdi chiari, lucenti, e mi ritrovo a sussurrare《vai contro le regole.》
《Non ho mai detto che ci sarebbero state delle regole. Soltanto una, o l'hai già dimenticata?》le sue dita allentano la presa dal mio smartphone, che in un tonfo docile finisce contro il tappeto peloso ai piedi del divano; lo stesso dove siamo sdraiati l'uno sopra l'altro.
Deglutisco quando le sue dita iniziano ad accarezzare la mia guancia, uno sfioramento così sottile e a tempo stesso intenso da farmi tremare come una foglia.
《Non farò sesso con te》mi sento di dire senza usare mezzi termini, e la cosa a quanto pare lo fa sorridere
《Non ho neanche mai detto questo》soffia piano accarezzandomi la spalla.
La sua mano sale lentamente fino a raggiungere la mia nuca, la afferra tra le dita lunghe e sottili, la rinchiude nel suo palmo come se fosse di sua proprietà nel tentativo di tenermi lì.
《Ma sembra che tu voglia arrivare a quello》esalo improvvisamente senza fiato, cercando in tutti i modi di darmi un contegno che evidentemente sembro aver perso.
Il respiro mi si incolla ai polmoni, non tanto per quello che dice, quanto per il fatto che abbia pienamente ragione
《E a me non sembra che ti dispiaccia...》sussurra cauto ormai contro le mie labbra.
La mia bocca preme in tutta autonomia su quella di Liam, non devo mandare nessun impulso perché le labbra si muovano e si uniscano alle sue.
Non penso minimamente di separare quei due pezzi di carne rosea per lasciare che la sua lingua incontri la mia, eppure succede con estrema naturalezza.
Mi attira a sé per quanto ancora sia possibile, e con la mano libera tasta il divano finché non afferra il telecomando e spegne la tv.
Il buio ad avvolgerci completamente mentre il calore dei nostri corpi sale a dismisura, ci avvolge in una nube di vapore invisibile che pare farci da schermo da tutto ciò che succede fuori.
Ed è bello. È una sensazione bellissima e liberatoria, pur sapendo che mi sto facendo del male con le mie stesse mani continuo ad esplorare la sua bocca con la lingua, mordo le sue labbra per sentirlo gemere sotto di me in continuazione, e con le stesse mani con cui mi faccio male, afferro l'orlo della sua maglietta e gliela tolgo di dosso.
In quel breve istante dove le labbra si separano, prendo fiato, per poi tornare a torturare quei lembi di carne ormai gonfi e umidi.
Mi piace.
Mi piace sentirmi desiderata.
Mi piace la sensazione delle sue mani che esplorano la mia schiena, che afferrano il retro delle mie cosce per portare le gambe a piegarsi ai lati del suo addome.
Mi piace il fatto di piacere a qualcuno così come sono, anche senza curve o carne da stringere, anche con le mie ossa leggermente sporgenti e gli zigomi pronunciati.
Mi piace il modo in cui mi accarezza, il modo in cui mi fa sentire, un modo che neanche Dylan, forse, è riuscito a farmi provare.
E perché dovrei privarmi di un piacere tanto bello quanto intenso?
Forse perché sono innamorata di una persona che non prova lo stesso? No.
O forse perché sono una ragazza e in quanto tale non ho il diritto di fare sesso con chi voglio, quando voglio, e quante volte voglio? No.
Non sono una troia. La società maschile ti porta a pensare una cosa simile. Anche io, donna, ho il diritto di fare ciò che voglio. Non sono impegnata con nessuno, non sto su un marciapiede giorno e notte, ho fatto sesso due volte nella vita e sto per farlo una terza volta.
Quindi fanculo.
Mi sento bene con me stessa, non devo dare spiegazioni a nessuno, e poi Liam bacia talmente tanto da dio che solo per questo ne varrà sicuramente la pena.
《I-il telefono Liam》mormoro contro le sue labbra. Continuo a baciarlo spostandomi verso la pelle del suo collo, emana un profumo buonissimo che ad ogni respiro mi fa perdere la testa sempre di più.
《È il tuo Cherie》ansima sul mio orecchio, io annuisco presa dalla situazione eccitatante in cui mi trovo.
Vedo Liam con la coda dell'occhio muovere a tentoni la mano contro il pavimento, ma vista la difficoltà mi ritrovo avvolta dal suo braccio e rigirata contro il suo corpo.
Adesso sono io sotto di lui.
《È Dylan》mormora a fiato corto, mi passa il telefono mentre punta il gomito sopra la mia spalla e fa scivolare le dita tra i capelli biondi, biondissimi.
《Cosa vuoi?》
《Dove sei?》alzo gli occhi al cielo quando la voce di Dylan si espande nel mio orecchio.
《In giro. Devo and-》
《Dimmi dove sei. Ti vengo a prendere.》
Ridacchio come una bambina quando Liam mi afferra dalla nuca e inizia a baciarmi sul collo provocandomi il solletico, e i suoi occhi carichi di lussuria mi fanno venir voglia di staccare la chiamata e lasciare Dylan senza una risposta.
《Cherie? Dove sei?》
《Sei mio padre o il mio miglior-re amico?》riesco a dire a fatica mentre la schiena si inarca in automatico. Mannaggia a lui e a questi suoi capelli ricci. A Liam scappa una mezza risatina visto che mi tappo la bocca per evitare di ansimare o ridere.
《Che diamine stai facendo Cher?? Dove diavolo sei??》posso sentire il respiro di Dylan velocizzarsi all'istante, riesco addirittura a immaginare il suo viso teso e lo sguardo fisso su un punto lontano.
《Sono impegnata con Liam. Ci vediamo tra due giorni, Dyl》
Il biondo sopra di me mette su una faccia soddisfatta prima di scendere lentamente verso la mia pancia scoperta, gesto che mi fa mordere il labbro con forza
《Io e te abbiamo chiuso.》
Ecco cosa sento dire a Dylan poco prima che la linea cada.
Cosa bolle in pentola?
Per la felicità di chi la shippa con Liam... succederà qualcosa oppure no? 😈
E secondo voi... fa bene la nostra Cherie a comportarsi così? A pensare a lei e a fare ciò che vuole?
Se avete voglia di conoscere questa ragazza che butta giù storie disagiate(🙋🏻♀️) scrivetemelo qui con un commento.
Penso sia ora di dirvi e di farvi vedere chi sono realmente(se volete ovvio😂)
Vi amo immensamente, vorrei davvero incontrarvi tutte 😥😥❤❤
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