22.
I miei genitori mi hanno sempre reputato una bambina buona, troppo buona; crescendo le cose non sono cambiate.
Se qualche amichetto delle elementari dimenticava il suo pranzo a casa, io ero sempre pronta a dargli metà del mio; ovviamente se Dylan non mi ricattava e se lo fotteva prima.
Se qualcuno dimenticava il libro a casa e nessuno si offriva di far seguire la lezione a quel povero disgraziato, io mi alzavo e mi sedevo al suo fianco con il libro tra le mani; la maggior parte delle volte si trattava di Dylan, ovviamente.
Se qualcuno mi cadeva davanti mentre stavo al parco a giocare per i fatti miei, ero sempre pronta a sfoderare un sorriso e a offrire l'unico fazzoletto che avevo in tasca; sempre se Dylan non me lo strappava dalle mani per soffiarcisi il naso a modi tromba.
《Eri davvero un bambino problematico, una specie di caso umano disagiato...》borbotto sovrappensiero a causa di quei ricordi.
《Come scusa?》Dylan si gira per guardarmi mentre riempie l'armadio con i suoi vestiti.
Ecco, si, sono troppo buona anche per avergli permesso di stare qui nella mia stessa stanza, quella che dovevamo occupare entrambi già da una settimana e due giorni.
《Stavo pensando a tutte le volte in cui rompevi le palle. Tipo quando aiutavo qualcuno in difficoltà》borbotto perplessa. Mi lascio cadere sul letto con aria affranta
《Perché diavolo mi toglievi dalle mani le cose che porgev-》
《Oh, per gelosia presumo. Ero un bambino》scrolla le spalle in un gesto disinteressato.
Chiudo gli occhi a due fessure perforandogli la nuca, cosa che evidentemente sente anche lui dato la mano che posiziona proprio lì
《Geloso di cosa, esattamente?》chiedo leggermente inviperita.
《Del fatto che aiutavi gli altri bambini! Quando si trattava di me non mi cagavi di striscio. Insomma, è normale essere gelosi》mormora con le mani sui fianchi, assumendo un espressione ovvia e convinta.
Io accenno un si poco convinto prima di chiudere gli occhi e scuotere la testa per un bel no.
《Non è vero, ero sempre con te. Anzi, eri tu che mi seguivi ovunque. Sei una sottospecie di ombra》dichiaro, convinta della mia solida idea.
《Non mi pare ti dispiaccia così tanto, non ti è mai dispiaciuto in realtà》
Dylan incrocia le braccia al petto mentre avanza verso di me e mi guarda con aria di sfida
《Beh, a me potrà anche non dispiacere ma... su di te c'è da dire che non riesci a starmi lontano》assumo la sua stessa posizione, ovviamente non gli incuto timore neanche ad impegnarmi, e lui non perde tempo a farmelo notare
《Sei alta un metro e un cazzo, Cherie, non fai paura neanche ad un insetto.》
Accenno una risata strafottente mentre mi mordo l'interno della guancia e alzo gli occhi lentamente
《Come genere di insetto intendi quello tipo... tra le tue gambe?》chiedo, mettendo su una smorfia pensierosa che gli fa accennare una risata finta.
Seguo il movimento delle sue dita.
Appoggia i polpastrelli sul primo bottone della camicia, lo sgancia con facilità mentre io alzo un attimo lo sguardo sul suo viso rilassato.
《Cos'è sta roba?》domando, gli punto un dito addosso mentre vedo il secondo e il terzo bottone slacciarsi.
《Che c'è Cherie? Hai paura?》mi sussurra all'orecchio.
Trattengo il fiato quando a due centimetri dal viso mi ritrovo i suoi pettorali abbronzati.
Con il suo respiro ancora soffiante all'altezza del mio orecchio, allungo una mano verso quei muscoli evidenti e ben delineati, esito più di qualche istante prima di posare l'indice sul suo petto, sfiorando lentamente quella pelle dorata che profuma ancora di pioggia.
Il suo corpo sembra avere uno spasmo, un piccolo sussulto che basta a farmi nascondere la mano e arretrare di tre passi.
Dylan mi guarda con occhi strani, con quel velo scuro che riesce a far calare a suo piacimento, lo fa quando non vuole che qualcuno capisca i suoi pensieri. Più con me che con gli altri.
《Io... Io vado a fare una doccia visto che siamo in ritardo》balbetto con fare impacciato.
Lo supero con due passi e dopo aver preso un'asciugamano mi chiudo la porta alle spalle appoggiandoci la testa contro.
"Che cavolo mi è preso? E lui poi?"
Mi spoglio con estrema velocità mentre apro l'acqua e la lascio scorrere.
Devo darmi una regolata, anzi, più di una regolata. Mi infilo in doccia lasciando che i pensieri mi tormentino la mente.
"Toccargli il petto... ma che razza di stupida ignorante e cretina. Già che c'ero potevo sbottonargli il bottone dei jeans e-"
《Dylan, non ricominciare con questa storia》sbuffo nervosa sentendo la porta aprirsi.
《Devo pisciare》
《Sempre molto educato, come cazzo è possibile che ti scappa proprio quando ci sono io?》chiedo inacidita, sto perdendo la pazienza.
《Anche tu l'educazione l'hai lasciata nella culla, vedo...》alzo gli occhi al cielo per la risposta del cavolo che mi da.
《Piscia e vai fuori.》
《Se stai zitta mi concentro, forse!》esclama in tono ovvio, sbuffando rumorosamente come se ne avesse il diritto.
《Comunque non siamo pari Cherie!》borbotta dopo un po'.
"Ancora qui?"
《Come scusa?》
《Ho detto che non siamo pari. A casa tua non ho visto niente come avevo promesso》la sua figura si ferma davanti alla doccia, il respiro si blocca nei polmoni.
《D-divertente》azzardo una risatina che esce più nervosa di quanto mi senta adesso
《Ti ricordi di avermi fissato il pacco, vero?》
《Ti ricordi che avevi su i boxer, vero? Io ero completamente nuda》sputo fuori con rabbia, anche un po' di vergogna e imbarazzo, un po' tanto.
Lo sento ridacchiare divertito oltre le antine della doccia. Mi sta prendendo per il culo. Quanto lo odio.
《E comunque, razza di maniaco, come tu hai detto di me che non c'è niente da vedere, lo stesso discorso, ovviamente, vale anche per te!》sputo fuori con un tono impertinente.
《La mia pazienza ha un limite Cherie. Ti ho detto più volte la regola numero uno: "mai prendere in giro il cazzo di un ragazzo", non è esattamente... piacevole!》mette in chiaro con tono autoritario.
Anche se sfocato lo vedo che incrocia le braccia al petto, assumendo la classica posizione da "te l'avevo detto".
《Anche per una donna non è piacevole sentirsi dire che non c'è niente da vedere》
《Te la sei presa per quella frase?》la sua risata è talmente acuta da fare eco in tutto il bagno, forse anche in tutta l'isola, ma nel mio petto arriva solo la parte finale, quella della presa in giro.
《Smettila di ridere, brutto coglione. Hai la minima idea di quanto mi abbiano fatto male quelle parole?》esclamo con voce estremamente delusa. La sua risata si blocca.
《Cherie, non scherzare》mi bussa all'antina pensando che io stia ridendo.
《Non sto scherzando. Mi sono sentita inadatta, una donna nel corpo di una bambina di cinque anni. Quindi non fare queste battute del cazzo!》esclamo a gran voce tornando a lavarmi.
Ho già i miei complessi mentali e stupidi, se la gente ci mette del suo di certo non mi aiuta, soprattutto se è il mio migliore amico che lo dice, non ché il ragazzo di cui sono innamorata.
"Diamine che casino"
《Per quanto possa valere adesso...》la sua voce è così bassa che quasi fatico a sentirlo
《...Ricordati che sei bellissima.》
Il cuore perde un battito a quelle parole bisbigliate con dolcezza.
Deglutisco a vuoto prima di accennare un《grazie》e sentire la porta chiudersi.
-
《Non c'è molta gente!》dico a Liam guardandomi intorno.
Siamo di nuovo alla villa di settimana scorsa, ma siamo praticamente in quattro gatti
《Siete arrivati dieci minuti fa, all'alba delle due!》Mi fa notare con un sopracciglio alzato, al che abbasso la testa con fare colpevole.
Dylan è peggio delle donne quando si tratta di prepararsi, ci mette mezz'ora solo per la doccia, altri trenta minuti per sistemarsi i capelli -che ovviamente risultano sempre uguali- venti minuti per decidere cosa indossare per poi guardarsi allo specchio e cambiarsi.
《È colpa sua》faccio un cenno del capo verso sinistra, indicando Dylan che mi lancia un'occhiata di fuoco.
《Beh, vi unite a noi? Stavamo per iniziare un gioco! Si chiama "posso"》
Sorrido quando pronuncia quella parola《Questo lo conosciamo, ci abbiamo giocato a sedici anni, forse, non ricordo》
《Diciassette》mi corregge Dylan con fare annoiato.
《Okay, aggiungiamo i vostri nomi e iniziamo!》esclama Liam con un sorriso. Lo seguiamo in una stanza dove all'interno ci sono quattro ragazze e quattro ragazzi.
Prendiamo posto su un divanetto bianco mentre Liam ci presenta al resto del gruppo e scrive i nostri nomi in due biglietti, afferra un altro pezzo di carta prima di scrivere qualcos'altro, ma vengo distratta dalla domanda di una ragazza
《State insieme?》punta un dito contro me e Dylan agitandolo in aria con molta enfasi, tanto che ho paura possa prendere il volo da un momento all'altro.
《Oh ehm... no》mormoro in un sorriso tirato, mi porto il bicchiere alle labbra per evitare che si notino il mio imbarazzo e la mia tristezza momentanea.
《Perché?》mi giro verso Dylan quando le pone questa domanda con la fronte aggrottata
《Perché questa è una versione di "posso" per adulti》mette in chiaro lei accennando un sorriso perverso.
"Quel sorriso te lo riduco in polpetta se non la smetti. Zozza"
《Siamo entrambi single》annuncia lui guardandomi per un attimo, sposta subito lo sguardo ma purtroppo per lui -se aveva intenzione di non farsi vedere- l'ho beccato in pieno.
《Okay, iniziamo! Ognuno peschi due bigliettini, le ragazze ovviamente dal mazzo dei maschi e viceversa. Poi prendetene uno dalle "cose da fare"》esclama Liam dando esempio. Mi allungo leggermente e faccio come dice, seguita da tutti gli altri che si lanciano sguardi ammiccanti.
《Iniziamo noi ragazzi, quindi diteci chi avete pescato》esclama il biondo. Iniziano tutte a urlare i nomi, ma quando apro il foglio sgrano gli occhi.
《Liam》chi ha pescato il nome di Dylan?
Mi ritrovo ad alzare il viso quando mi faccio questa domanda, lo osservo mentre si alza e raggiunge una tipa dai capelli rossi, la classica ragazza dalle labbra rifatte e senza cervello.
《I ragazzi su una fila e le ragazze di fronte!》esclama Liam facendo sistemare tutti. Ognuna di noi ha davanti il ragazzo estratto, la quale, tutti insieme, ci fanno la fatidica domanda《posso?》, apro il biglietto con le mani tremanti, ma non a causa di quello che ci leggo sopra, più che altro perché vedo Dylan sparire dietro la porta, seguito pian piano da tutto il resto del gruppo.
《Portala/o in camera, avete venti minuti per fare ciò che volete》leggo ad alta voce《okay, bene... andiamo》gli afferro la mano mentre a passo deciso percorro il corridoio ed entro nell'unica stanza aperta.
《Cherie sai che non devi fare niente se-》Non lo faccio finire di parlare che mi approprio delle sue labbra.
All'inizio sembra confuso, quasi credo voglia staccarsi, ma poi mi afferra dai fianchi e mi spinge contro il letto, cadendo insieme a me sul materasso morbido.
Adesso è di nuovo single, l'ha messo in chiaro anche prima davanti a tutti, quindi non ha nulla da perdere nell'andare a letto con quella sconosciuta. So che lo farà, io perché dovrei tirarmi indietro? Perché dovrei precludermi una notte fatta solo di divertimento?
Non mi vuole. Non mi vede come io vedo lui, mi sono sempre limitata in tutto, anzi, lui mi ha sempre messo dei paletti che non mettevano neanche i miei genitori. Tutte le volte che mi ha impedito di uscire con un ragazzo, tutte le volte che si è inventato di aver bisogno di me pur di non farmi parlare con uno del suo stesso sesso. Ho vent'anni, sono abbastanza grande da decidere da sola. Come fa lui ormai da una vita.
Ansimo sommessamente quando la mano di Liam segue il movimento delle sue labbra sul mio addome.
Accarezza la mia pelle con estrema dolcezza prima di leccare la zona poco sopra l'ombelico e mordicchiare piano. Inarco la schiena per quel contatto estremamente eccitante, dandogli modo di sfilarmi i pantaloncini per poi tornare nuovamente viso contro viso.
Mi guarda intensamente prima di darmi un lieve bacio sulle labbra
《Sei sicura Cherie?》domanda in un sussurro.
Voi che dite?
Succede o non succede?😈🤭
Ci vediamo al prossimo capitolo😂🤭
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