Electra Heart

April era nata così, per caso, o forse per sfortuna, da una ragazza troppo giovane e troppo ingenua per rendersi conto che quel ragazzo nel bagno del "Bohemian Delirium" non sarebbe stato l'uomo della sua vita, ma solo uno stupido diciassettenne con gli ormoni a palla e assolutamente nessuna voglia di prendersi qualche responsabilità.

Per 9 lunghi mesi la giovane Robin era stata costretta a tenere segreto a chiunque la circondasse la sua gravidanza con i modi più rocamboleschi: buttare assorbenti puliti ogni mese, iniziare ad indossare abiti larghi e celare i malesseri come influenza.

Eppure la farsa era durata veramente poco con i suoi genitori, i quali era fin troppo sorpresi che la loro solo figlia, così intelligente e amabile ai loro occhi, fosse caduta così facilmente in una trappola del genere, non si aspettavano che proprio lei, sempre così posata in casa, si lasciasse trascinare in quel turbine di passione senza prestare la giusta attenzione, sebbene quello fosse il solo vero desiderio della sedicenne.

Avevano deciso entrambi, di comune accordo, di accettare il piccolo che sarebbe nato, ma, dall'arrivo di quella notizia, nessuno dei signori Morgan era riuscito più a guardare la piccola Robin con gli stessi occhi.

La piccina era nata con la tempesta, quando i lampi illuminavano la notte autunnale.

I due neononni le avevano voluto bene fin dal primo istante ma, nonostante ciò, non avevano ricominciato a guardare la propria figlia con uno sguardo più tenero.

Al contrario, Robin aveva detestato April fin dal primo momento in cui l'aveva vista, perché quella bimba aveva rovinato con la sua esistenza tutti i suoi sogni di adolescente.

Gli anni erano passati e la bambina era cresciuta a vista d'occhio sempre più sana e bella, ma continuamente vessata dai litigi quotidiani in famiglia: la madre, data la giovane età, spesso la mollava alle cure dei nonni per andarsi a divertire in qualche locale fuori città con l'ennesimo ragazzo conosciuto per caso alla festa precedente, per poi portarlo a casa davanti agli occhi confusi della figlia, ormai completamente debilitata dal comportamento sregolato della madre. Ciò non andava proprio giù ai signori Morgan, che avevano scoperto lentamente il vero carattere della loro amata figlia, rimanendone completamente scioccati.

Presto Robin si era stancata delle ramanzine e delle scenate dei suoi genitori, tanto da decidere di andarsene da quella casa con sua figlia per, unico gesto materno, evitarle l'influenza, a suo dire, negativa di quei due pazzi.

La loro prima casa era stato un appartamento formato solo da cucina, bagno e una camera da letto al sesto piano di un enorme condominio nella periferia della città. L'abitazione non era molto accogliente, davvero minuscola e completamente da ristrutturare, per non parlare dei vicini, numerose famiglie indiane che impestavano la scalinata principale con l'odore di Pakora o di Aloo Palak oppure amanti clandestini che si incontravano in segreto nell'appartamento affittato apposta, ma era la sola cosa che una ragazza disoccupata di 20 anni con a carico una bimba di 4 potesse permettersi.

Nonostante la brutta situazione, però, per April quelli erano stati gli anni più belli: vedeva di rado la madre degenere, solo la mattina quando l'accompagnava a scuola e la sera tardi quando rientrava dopo aver passato la maggior parte della giornata nel call center dove aveva trovato un lavoretto. La piccola stava interi pomeriggi nel giardino del condominio con i molti bambini e i nipoti della signora Barton, un'anziana donna che si era offerta di farle da "tata".

In quel bel periodo aveva conosciuto un dolcissimo bambino con grandi occhi grigi, Micky, con cui aveva stretto immediatamente amicizia come solo i bambini di 5 anni sanno fare.

Tuttavia, era tutto finito in un batter d'occhio, per l'ennesima volta la sfortunata April si era vista portare via tutto quello che di bello aveva nella sua piccola vita, nuovamente sballottata in una casa non sua. Sembrava infatti che, dopo 10 anni vissuti nel tentativo di recuperare la gioventù cancellata, Robin avesse finalmente messo la testa a posto con Cliff, un uomo poco più grande di lei che aveva incontrato casualmente all'entrata del complesso mentre lui cercava disperatamente " il 5^ piano, scala C", dove abitava la sua nonna molto malata.

Avevano cominciato a frequentarsi e nel giro di pochi mesi avevano deciso di convivere, ovviamente nella casa di lui, molto più bella e spaziosa, nel quartiere residenziale.

April si era vista quindi immediatamente costretta a cambiare tutte le sue abitudini, tutte le sue amicizie e le sue passioni, cosa che in una ragazzina che si stava avvicinando sempre più pericolosamente all'adolescenza non era per nulla positivo.

Già intorno agli 11 anni la ragazza dava chiari segni di ribellione, iniziava a rispondere male sia a sua madre sia a Cliff oppure si rifiutava con menefreghismo di fare ciò che le veniva detto. Entrambi erano convinti che quella fosse l'esternazione precoce di una fase passeggera, perciò non si preoccupavano di quelle sue reazioni spesso aggressive, andavano anzi avanti con la loro felice storia, come una coppietta di adolescenti alle prime armi.

Cosicché dopo circa 4 anni di relazione era nato Tom, un bimbo con grandissimi occhi verdi, che avevano fatto innamorare immediatamente la sorella maggiore, facendo pensare ai neogenitori che quel pargolo potesse far ritornare April sulla retta via.

Mai supposizione fu più sbagliata, costringere la quattordicenne a prendersi cura del fratellino l'aveva resa ancora più ostile ai suoi genitori, nonostante adorasse quel bambino.

Infatti, la ragazza non ce l'aveva con Tom, era solo un neonato che aveva ovviamente bisogno di attenzioni e aveva necessità specifiche, ma trovava estremamente sbagliato costringerla a svegliarsi in piena notte per cambiargli in pannolino o dargli in biberon. Non che i suoi genitori le avessero assegnato apertamente quel compito, ma dopo diverse notti in cui il bambino piangeva disperato, April aveva capito che la sola che potesse dargli pace era lei, benché la mattina seguente avesse scuola.

In quel periodo il suo rendimento scolastico era infatti peggiorato visibilmente, da buona studentessa che seguiva interessata le lezioni, si era ritrovata stanca ed affaticata, e non poteva dare la colpa che a quei due elementi che si ritrovava come genitori.

Eppure, loro non se ne rendevano conto, incolpavano ancora la sua nuova indole da ribelle, e perciò mettevano il carico da novanta sulle spalle sempre più fragili ed appesantite della ragazza, facendola innervosire e rendendo la tensione in casa quasi insostenibile. In quel clima quasi irrespirabile Tom cresceva e, come ogni bambino, guardava con occhi sognanti la sorella maggiore, che a sua volta stava diventando una donna sempre più responsabile del bene del piccolo.

Aveva notato da diverso tempo che qualcosa aveva smesso di funzionare tra i suoi genitori, sembrava che alcuni comportamenti si riproponessero nell'atteggiamento di Robin, come se la tara della sua mancata adolescenza fosse riaffiorata con la crescita del figlio minore. April temeva di sapere fin troppo bene quale fosse il significato del cambiamento di umore repentino della madre, i turni al call center sempre più lunghi, ma, stranamente, meno stancanti.

Qualcosa non tornava e, per il bene di Tom, April doveva scoprire assolutamente se le sue teorie fossero giuste per poter tenere lontano il fratello da qualunque tipo di delusione.

La ricerca di prove, indizi di qualunque tipo sarebbe stata lunga, estenuante e per nulla facile, tuttavia la risposta alle mille domande della diciannovenne si presentarono una mattina d'inverno senza preavviso.

Il cielo era di un blu sporcato dai nuvoloni scuri che non promettevano nulla di positivo, neanche uno leggero soffio di vento spostava i rami raggrinziti e ormai spogli come braccia senza un corpo a cui stringersi, e fortunatamente il freddo non era tagliente come previsto.

I lampioni lungo la via del liceo erano ancora accesi e illuminavano i marciapiedi sconnessi che collegavano la scalinata della scuola alla piazzetta piena di studenti in attesa di entrare.

April aveva appena accompagnato Tom all'asilo e si dirigeva con lentezza verso l'edificio marrone che spiccava sul sottile bianco della neve dei giorni precedenti.

Con le cuffiette alle orecchie non si era nemmeno resa conto dell'elegante figura che la stava seguendo ormai da diversi minuti, finché questa non si era avvicinata toccandola.

Davanti ai suoi giovani occhi si presentava una donna sulla quarantina con lunghi capelli rossi e un raffinato abito zafferano con sottili dettagli cobalto.

I suoi occhi sembravano nascondere dietro la pregevole montatura degli occhiali da sole una preoccupazione profonda.

- Sei April Morgan? - parlò la sconosciuta con voce gentile ed emozione malcelata.

- Sì - rispose la ragazza sorpresa - Lei, invece, chi è?

- Sono Natalia Cox, un'amica di tua madre Robin...Sono qui perché sono molto preoccupata per lei. Ormai da diverso tempo è cambiata.

Allora il mutamento non era solo a livello famigliare, ma anche sotto altri punti di vista.

- Sì, lo so - la interruppe l'altra - L'ho notato anch'io, ma non capisco perché...

- April, io SO il perché e voglio dirtelo proprio per aiutarla a uscire da questa situazione.

- Mi dica, non mi faccia stare sulle spine.

- Sì, scusami - rise nervosamente - ti spiego brevemente: qualche mese fa, mentre eravamo in un bar per prenderci un tè, io e Robin siamo state avvicinate da un giovane uomo, molto bello e ben vestito, che ci ha proposto di entrare in un'organizzazione chiamata Parikmasménos, una specie di setta ho subito pensato, perciò lo abbiamo allontanato ricominciando a chiacchierare.

Sembrava che quell'incontro fosse stato solo un caso della vita, invece, con i giorni, ho notato che tua madre si era sempre più interessata a quella pseudo-organizzazione, tanto che un mesetto dopo mi ha invitato a partecipare ad uno dei loro incontri.

Io, per pura curiosità, ho accettato e ho scoperto delle cose assurde: in pratica, questo gruppo fa uso smodato di droghe ed alcool per vedere il vero mondo e, soprattutto, praticano una sessualità completamente libera, il corpo è solo un altro strumento per arrivare all'elevazione spirituale e non un luogo di intimità. Ho visto tua madre fare qualunque cosa con quegli uomini, l'ho osservata in uno stato di assoluta perdita...

April era sconvolta da quelle affermazioni, sapeva perfettamente che sua mamma fosse facilmente influenzabile, ma mai si sarebbe immaginata che arrivasse a tal punto, così in basso da toccare completamente il fondo.

- Va bene, ha ragione. Non appena avrò finito qui a scuola, a casa cercherò di farla ragionare. La ringrazio di avermi messo al corrente della situazione - rispose freddamente la ragazza salutando educatamente la donna e dirigendosi verso la scuola.

Quel giorno però non sarebbe entrata nella sua spoglia classe, avrebbe continuato la sua strada giù per la via ed oltre il ponte, diretta al fiume dove avrebbe immagazzinato tutte le informazioni con più calma.

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