Echame la culpa

- Ancora roba! - aveva strabuzzato gli occhi Becca - Le enfrijoladas mi hanno teccato malissimo.
- Dai, c'è ancora il chili - le aveva risposto Indi mentre metteva un boccone in bocca.
- Oh.
- Dai, Becca, al massimo se non ti va lo passi a me - le aveva sorriso Prim.
- Ma sei proprio un sacco senza fondo tu, eh - le aveva sparato da dietro Spierre, facendola girare secca con uno sguardo che avrebbe potuto uccidere - Ok, ok, sto zitto - si era messo a ridere.
- Va beh dai "sacchettino", lo passerò a te - aveva sdrammatizzato la minore.
- Anche perché devi tenerti un posticino per la cioccolata - aveva detto Miguel arrivando al tavolo.
- Ma tu non sei un aiuto cuoco? - gli aveva detto Vic.
- Sì, ma c'è tanta gente stasera quindi mi hanno spostato in sala. E vi dirò la verità, non mi dispiace, almeno posso godermi anche io l'aria della festa e non il caldo asfissiante della cucina.
- Cameriere!
- Mi chiamano, ci vediamo dopo per la cioccolata di mezzanotte. O una birra se preferite - si era allontanato.
Ecco, di nuovo, lo stava facendo di nuovo, stava per l'ennesima volta lanciandogli segnali, frecciatine. O forse no e lui si stava facendo PER L'ENNESIMA volta mille paranoie e lui era solo un ragazzo molto educato che si preoccupava per tutti.
- Ehi, ehi Leo - Dan, seduto di fianco a lui, aveva cominciato a sussurrare al suo orecchio - C'è qualcosa che non va? Ti vedo un po' svanito stasera.
Era così chiaro che non riusciva a fare a meno di crivellarsi la testa?
- Tutto a posto, grazie Dan - però forse a lui avrebbe potuto dirlo? No, no, di certo anche lui gli avrebbe messo qualche idea strana in testa...O i dubbi se li era già messi in testa lui stesso?
- Ok, Leo, se però hai bisogno io ci sono quando vuoi - gli aveva sorriso per poi lasciarlo di nuovo con i suoi pensieri.
- Arriva il chili! - lo aveva salvato Ramòn che era uscito dal ristorante con un pentolone gigantesco e un enorme sorriso stampato in faccia.

-Benissimo, per chi desidera restare con noi fino alla mezzanotte, quando verrà offerto a tutti el chocolate, il nostro aiuto-cuoco Miguel ha preparato una playlist di canzoni in spagnolo per divertirvi. Sentitevi pure liberi di ballare o prendere una delle nostre birre artigianali dentro al ristorante.¡Beban para alegrar sus corazones y diviértanse!
In men che non si dica erano stati spostati tutti i tavoli e il parcheggio era stato trasformato in un'enorme pista da ballo, dove tutti gli ospiti di quella serata si erano accalcati, richiamati dalla prima canzone del DJ: "Echame la culpa"
- Allora, digerito i due piatti di chili Prim? - era arrivato Miguel, che subito si era poggiato con il braccio sulla spalla di Leo, chiedendogli permesso con un sorriso.
Prim, immediatamente, lo aveva guardato senza farsi notare, con un misto di curiosità, malizia e felicità, ma Leo era ormai troppo concentrato a non guardare con insistenza il profilo del ragazzo, che, anche se non lo poteva ammettere, gli faceva sempre quell'effetto di ribaltamento allo stomaco.
- Oh sì, grazie Miguel. Porta i miei complimenti a Ramòn.
- Come fatto. Vi piace la musica? - aveva chiesto appena era partita "
Limbo" - Ho dovuto cercare anche cose un po' vecchie per i clienti più...attempati, però vi assicuro che ci sono anche delle chicche niente male - aveva guardato Leo con gli occhi di chi sa quello che stava dicendo, ma che comunque Leo non aveva capito.
- No, no, ma va bene anche questa - gli aveva risposto Vic.
- Infatti, a te basta ballare - le aveva fatto il verso Daniel.
- Esattamente - aveva riso la ragazza.
- Beh, ma allora andate - aveva proposto convinto Miguel - Io intanto torno in postazione - si era staccato il latino dal biondo e si era diretto verso il gazebo con la console.
- Andiamo allora? - aveva chiesto Spierre convinto dal ragazzo.
- Sì, dai dai, andiamo - si era lasciato convincere anche Dan.
Si erano quindi tutti spostati nel parcheggio. L'asfalto grigio era illuminato a chiazze dalle luci che erano state applicate sopra il gazebo e la facciata del ristorante, le quali si muovevano e facevano disegni infiniti a tempo di musica. La gente non era troppa, quindi era anche piacevole muoversi, e il volume della musica non era esagerato, così che si potesse parlare senza problemi. Leo però, ancora, non riusciva a godersi il momento, si ritrovava in continuazione a guardare verso il gazebo, attraverso tutte le persone cercava spasmodicamente il viso di Miguel, per poi perdersi ad osservarlo: percorreva lentamente con gli occhi il profilo, il naso delicato e le labbra leggermente pronunciate, la barba incolta e i riccioli sulla fronte, i muscoli delle braccia appena accennati che guizzavano leggermente a ogni suo movimento.
- Molti di voi non conosceranno questa canzone, ma io la adoro - aveva preso il microfono il ragazzo per annunciare la canzone successiva.
In un secondo il parcheggio era stato riempito dal rumore tamburellante di una tastiera e poi di una voce maschile:
"Abrazame toda la noche, no nos queda mucho tiempo màs"
Leo si era bloccato in quel preciso istante ed era sbiancato, conosceva perfettamente quella canzone. Si era girato di scatto verso Miguel, che ora sorrideva come non aveva mai visto in quei mesi di conoscenza, gli brillavano gli occhi di gioia e Leo non riusciva a fare a meno di ricambiare quel sorriso anche se ormai dentro di sé si era scatenata una tempesta intera, un uragano in piena estate.
Fino all'ultima nota, senza scollare gli occhi di dosso al ragazzo, si era goduto la canzone.
Poi era finita e Leo era rimasto completamente spaesato.
- Ragazzi, mi manca un po' l'aria, esco un attimo
- Leo, tutto bene? - gli aveva chiesto Dan, ma lui era già andato via scuro in volto.
- Forse dovrei seguirlo? - aveva chiesto Becca preoccupata.
- No, vado io- aveva ribattuto Prim lasciando tutti con uno sguardo interrogativo - Forse so cos'ha - e se ne era andata.

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