Coloro che calpestano la polvere
Nicko avrebbe voluto percorrere a piedi il chilometro scarso che lo separava dalla stazione metropolitana di Crocetta, ma stava diluviando, così salì sul primo tram che passava.
Stranamente, a bordo c'erano pochissime persone.
Si sedette e prese lo smartphone per curiosare sui social, ma l'estrema lentezza del tram a causa del traffico e il rumore della pioggia battente lo accompagnarono in uno stato di semincoscienza soporosa.
Quando riaprì gli occhi, erano le 21:00. Il tram era fermo al capolinea, a Piazza Fontana. Aveva dormito per un'ora. A bordo non c'era nessuno, neanche il tramviere.
Scese, stranito, e si guardò intorno.
Aveva smesso di piovere.
Ora, cosa avrebbe fatto? Sarebbe andato a prendere la metro in Duomo, o avrebbe aspettavo che il tram ripartisse per tornare a Crocetta?
Mentre pensava al da farsi, dall'altro lato della strada vide una figura di donna attraversare e venire dalla sua parte. Il buio e le ombre ne rivelavano solo il colore dell'abbigliamento, nero come la notte, e sprazzi di pelle del viso e del collo, bianchi come la luna.
L'ombra che proiettava era lunghissima, abnorme, eppure lei non era molto alta, un metro e sessanta circa.
Raggiunse il marciapiede dove si trovavo Nicko. Era una ragazza, dal trucco pesantemente dark e una marcata espressione sardonica. Pensava che si sarebbe fermata davanti al palo con gli orari dei tram, e invece proseguì verso di lui.
Si fermò a pochi centimetri dalla sua faccia. Aveva uno sguardo malevolo che lo fece rabbrividire.
A un certo punto la sua bocca si spalancò in un ovale grande e nero quanto l'Abisso, mentre il suo corpo cambiava fisionomia, trasformandosi in una forma umanoide dalle fattezze terrificanti: quella che prima era stata una ragazza ora era un’orrenda mummia, raggrinzita e con lunghi artigli d’acciaio che le spuntavano dalle dita rattrappite.
Anche l’ambiente circostante era mutato: la notte nera faceva da sfondo a rovine di costruzioni aliene e antichissime, dalle geometrie impossibili, mentre la pavimentazione di Piazza Fontana era stata sostituita da sabbia desertica.
Tutto intorno, centinaia di creature mummificate simili alla prima emersero dalle ombre, emettendo suoni gutturali e spaventosi dalle gole rinsecchite e protendendo le mani artigliate verso Nicko, che cercava disperatamente di individuare una zona libera da quelle mostruosità, in modo da potersi mettere in salvo.
Vide una torre diroccata alla sua sinistra e pensò di correre in quella direzione, ma dopo pochi passi scivolò e cadde riverso in una pozzanghera colma di un liquido vermiglio, urlando per l'orrore della visione di quelle mummie, che ormai gli erano addosso e si accingevano a farlo a pezzi in una folle cacofonia di ululati.
«Mi scusi. L'ho spaventata? Volevo solo chiederle a che ora partirà il prossimo tram...» chiese la ragazza, con voce gentile e suadente.
Nicko riaprì gli occhi. Tutto era tornato come prima. Le rovine e il deserto erano scomparsi. La piazza era tornata quella di sempre e la strana ragazza col trucco dark era in piedi davanti a lui, guardandolo perplesso.
«Io... non saprei dirle... mi spiace...», rispose l’infermiere, rialzandosi in tutta fretta e avviandosi, tremante, verso Piazza del Duomo.
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