16.

I miei occhi iniziarono a bruciare. Stavo per piangere. La strinsi forte a me e le lacrime iniziarono a farsi spazio sulle mie guance.

"Lolo, amore mio, perché piangi?"

"Perché sei la cosa più bella che mi potesse capitare."

Incastrai i miei occhi nei suoi.

"Resta con me stasera, vieni a casa mia e dormi al mio fianco. Non ho bisogno di altro."

"Va bene Lolo."

Il suo sorriso era enorme. La presi a mo' di sposa e la portai fuori dall'acqua. Corsi in auto a prendere le coperte che avevo sempre nel bagagliaio.

"Tieni piccola. Metti addosso o ti ammalerai. E non ho intenzione di non vederti nuovamente sul posto di lavoro per una stupida influenza."

Mi sorrise e io ricambiai.

Entrammo in auto e guidai fino casa mia. Intanto nel mio CD passava una canzone di Ed Sheeran.

-Lie down with me and hold me in your arms.
And your heart's against my chest,
your lips pressed to my neck
I'm falling for your eyes,
but they don't know me yet
And with a feeling I'll forget,
I'm in love now.
Kiss me like you wanna be loved,
You wanna be loved,
You wanna be loved.
This feels like falling in love,
Falling in love,
We're falling in love.-

E ci stavamo davvero innamorando. Quella canzone era davvero la più adatta a quel momento.

Un semaforo mi venne giusto in aiuto, dandomi il tempo di fermarmi e girarmi a guardarla negli occhi.

Lei fissava intensamente i miei occhi e io i suoi.

Intanto la canzone faceva da sottofondo alla nostra gara di sguardi.

Mi ero completamente persa, fin quando non sentii un rumore assordante provenire da dietro il mio veicolo.

Uno stupido clacson stava interrompendo il nostro momento magico.

Sbuffai e partii quasi sgommando. Camila spalancò gli occhi alla mia azione e mi guardò.

Io continuavo ad andare veloce e lei mi fissava e mi pregava di andare più piano.

"Ehi Lo, ti prego va più piano, ho paura."

"Tranquilla piccola, è tutto okay." Il mio tono era molto freddo e distaccato, ma non sapevo cosa mi stesse prendendo.

Mi ero davvero attaccata così tanto a quella sfida di guardi?

Davvero così tanto da restare arrabbiata?

Così tanto da accelerare mettendo a rischio la vita della bellissima ragazza al mio fianco e la mia?

Tanto da non ascoltarla e risponderle a denti stretti?

Sì. Ero troppo arrabbiata.

Quel fottuto automobilista aveva rovinato il nostro momento, e di quei momenti ce ne erano davvero pochissimi.

Eravamo sempre impegnate a lavoro, lì non potevo toccarla, nè guardarla.

E spesso il pomeriggio eravamo troppo stanche del lavoro, da non voler vederci.

Stavamo insieme da davvero pochissimo tempo, ma sentivo che era come se fosse tutta una vita.

Ogni momento con lei era di fondamentale importanza, ogni momento con lei era da vivere.

E forse stavo diventando davvero pazza, perché non ci si può arrabbiare per una cosa così stupida.

Non si può davvero.

Eppure io lo ero.

Ero incazzata nera e non vedevo niente se non le luci notturne passarmi affianco in meno di mezzo secondo.

La mia velocità era spaventosa. Camila continuava ad essere terrorizzata.

Con la coda dell'occhio vedevo la sua evidente agitazione. Le sue mani tremavano e il suo corpo era stretto fra le sue esili braccia.

A quella vista decisi di iniziare a rallentare, ma qualcosa me lo impedì. Forse il troppo orgoglio, o il troppo risentimento.

Speravo solo di tornare a casa il più velocemente possibile e magari sfondare il muro.

Avevo sempre avuto problemi nel gestire anche la più piccola delle collere che si scatenavano all'interno del mio cervello, ma non pensavo di essere capace di così tanto.

Camila era la cosa più importante della mia vita, lo sentivo.

E sapevo anche che stavo mettendo a rischio la sua vita.

Perché la sua vita veniva sempre prima della mia. Perché la mia vita era lei.

Per cui per salvaguardare entrambe, avrei semplicemente dovuto proteggere lei.

La luna era altissima in cielo ed era sempre la stessa di qualche decina di minuti prima in spiaggia.

Era sempre quella bellissima luna alta in cielo, pienissima, quasi come le labbra del mio angelo, che avevo voglia di baciare.

A casa avevo preparato tutto per il suo arrivo. Speravo con tutto il mio cuore che avesse accettato e sapere che lo avesse fatto, mi diede una felicità enorme che quel cretino del clacson aveva trasformato in rabbia megalitica.

Per casa avevo sparso petali di rosa e candele. Un classico.

Ma non sono mai stata in una relazione seria e inoltre non sono nemmeno mai stata romantica. Non ho mai saputo come funzionassero queste cose, come funzionasse una relazione. D'altronde non ne avevo mai avuta una.

Ma come biasimarmi? Sono sempre stata una persona con problemi di rabbia e freddezza.

Le uniche persone con cui io fossi "affettuosa" erano i miei genitori, i miei fratelli e ovviamente Normani.

Con i miei dipendenti ero semplicemente gentile e carina, ma non avevo mai pensato di poter essere affettuosa.

Affettuosa a tal punto di innamorarmi. Di una mia dipendente per giunta.

E, mentre la mia mente si perdeva in questi discorsi, io continuavo ad accelerare. Il contachilometri toccava quasi i 190 km/h.

Non ero mai andata a quella velocità.

Si, mi era sempre piaciuto andare veloce per sentire l'adrenalina, ma ero pur sempre una donna responsabile.

Ma in quel momento la mia responsabilità era andata a farsi benedire ed io ero pienamente incosciente.

Le mie azioni non mi appartenevano, per nulla al mondo. Non era il mio cervello a comandare le mie braccia e i miei piedi, ma era l'istinto.

Ad un tratto sentii un altro di quei rumori fastidiosi e volevo ignorarlo.

Poi sentii Camila urlare qualcosa, ma ero troppo persa nei miei pensieri.

Sentii un fischio fortissimo e dei vetri rompersi.

L'ultimo bellissimo suono che sentii fu la sua voce.

"Lolo, ti amo."

Poi non sentii più la sua voce e i miei occhi si chiusero.

Iniziai a non sentire più nulla e realizzai cosa stesse accadendo.

Stavo morendo e tutto per colpa della mia stupida ira e incoscienza.

Ma il mio ultimo pensiero andò a Camila, sapendo che non la meritavo perché non l'avevo protetta.

E pur non essendo credente, il mio ultimo pensiero fu pregare tutti i santi affinché Camila vivesse.

Le ultime parole che uscirono dalla mia bocca furono le ultime sei.

"Anch'io ti amo amore mio."





Ciao gente,
scusatemi ma aggiornare di settimana è una vera impresa per me. Sono impegnata fino al collo e quasi non riesco nemmeno ad aprire un libro. Poi ho anche iniziato gli allenamenti e torno alle 11,30 di sera stanchissima. Speravo di farmi perdonare per la mia assenza, ma dopo questo capitolo mi odierete ancora di più.
Secondo voi cosa succederà a Lauren e Camila? Fatemelo sapere nei commenti e fatemi sapere se la storia vi sta piacendo. Altrimenti la elimino, grazie a tutti i lettori, vi amo!

Alla prossima, writeeeonme.🌙

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