13.

"Camila io.."

Ma le parole erano bloccate in gola. Lei era lì, davanti a me con gli occhi lucidi e io non riuscivo a fare uscire una parola dalla mia maledettissima bocca.

Lei era sul punto di piangere, lo si notava dall'acqua formatasi sotto i suoi occhi.

La mia bocca si aprì di nuovo, ma nulla uscì di lì. Né una parola, né un verso. Solo un sospiro frustrante, però non riuscivo ad esprimermi.

Lei si alzò e si avvicinò alla moto.

"Dimentica tutto, è stato stupido da parte mia. Ora portami a casa."

Nuovamente nulla uscì dalle mie labbra, non sapevo cosa mi stesse succedendo. Nemmeno uno stupidissimo 'okay'. So solo che mi alzai e mi diressi alla mia moto. Presi i due caschi e senza dire una parola partii.

Lei aveva cercato di stringersi il meno possibile, ma io furbamente avevo accelerato per far sì che lei si tenesse stretta.

Sapevo di aver bisogno di quel contatto, ma ancora non sapevo cosa mi fosse successo.

In un quarto d'ora eravamo in città, precisamente sotto casa sua. Tolsi il casco e la aiutai a scendere con sua riluttanza. Purtroppo per lei, la moto era troppo alta per i suoi standard e dovevo necessariamente aiutarla.

La vidi levarsi il casco il prima possibile, come per fuggire ma non ce la feci a vederla scappare.

Perché non riuscì a scappare.

"Mi lasci signorina Jauregui." Le avevo preso un polso per bloccarla lì davanti a me.

La tirai il più dolcemente possibile e la baciai mettendoci tutto il mio amore.

"Camz, ascoltami. Ti prego."

"No, Lauren. Va via! E non provare a baciarmi mai più."

Tentò di fuggire, ma la mia presa era salda sul suo polso.

"E non chiamarmi più così."

"Camila, ti prego." La guardai fissa negli occhi.

"Ascoltami per favore."

Lei rimase immobile, segno che mi avrebbe ascoltata.

"Senti mi dispiace per prima, non so cosa mi sia successo. Caspita Camz, ti amo dal primo giorno e non è una scusa. Quando ho capito che ricambiavi, per me è stato come se avessi raggiunto il mio più grande obiettivo nella vita. Dio, hai svoltato la mia vita e non avrei mai potuto desiderare di meglio. E lo so che prima sono stata una stupida, ma ti chiedo di perdonarmi. E lo so che è presto e non è nemmeno tutto ciò che ti aspettavi, però devo chiederti un'altra cosa."

Il mio cuore era a mille. Le avevo raccolto dei fiori nel campo di grano e li avevo nascosti nella mia giacca in modo che non li vedesse.

Li presi dal mio giubbotto e li porsi a lei.

"Camz, io non posso più aspettare. Sei la ragazza che ho sempre sognato e voglio davvero pensare che questo non sia un sogno. E se dovesse esserlo, ucciderò chi tenterà di svegliarmi. Perché tu sei esattamente l'angelo che è entrato nella mia vita per guidarmi sulla giusta via. Io.. Io ti amo Camz ed è davvero difficile da dire. Non pensavo lo fosse davvero."

Effettivamente stavo diventando un fuoco tra l'imbarazzo e l'agitazione.

Camila sorrideva e annusava i fiori.

"Camila Cabello, vorresti essere la mia ragazza?"

Camila stava piangendo. Mi saltò addosso all'istante.

"Sì, Lolo! Voglio essere la tua ragazza!"

Era super contenta e io stavo per esplodere, pensavo mi avesse rifiutato.

Ci baciammo, un bacio lungo e dolce, pieno dell'amore che provavamo.

Il mio angelo si staccò.

"Anch'io."

La guardai interrogativa. "Cosa anche tu?"

"Anche io ti amo. Non te l'ho detto prima, ma anche io ti amo Lauren."

Il mio cuore stava esplodendo di felicità, lei era troppo speciale e non avrei mai voluto perderla.

Passammo tutto il pomeriggio nel suo appartamento, stese sul divano a guardare un film.

"Caspita, sono quasi le sei! Devo tornare in casa editrice altrimenti si insospettiranno." Non mi ero accorta che fosse così tardi e non volevo che vedessero con malocchio Camila solo perché era 'la ragazza del capo', per cui avrei preferito tenerlo nascosto ai dipendenti fin quando avremmo potuto. Sapevo che sarebbe stato difficile, ma dovevo. Per il mio angelo.

Mi avvicinai e la baciai.

"Ti chiamo dopo amore, va bene?"

Lei spalancò gli occhi e mi guardò.

"Cosa hai appena detto?"

"Che ti chiamo dopo." Le dissi incerta, non capivo cosa avessi detto di strano.

"E dopo?"

Capii doveva voleva arrivare. Le sorrisi ampiamente.

"Amore."

Lei mi saltò addosso, ma io dovevo davvero scappare.

"Camz devo davvero andare. Ti giuro che appena finisco di compilare i documenti ti chiamo."

La baciai di nuovo ed uscii dal suo appartamento sorridendo. Mi infilai il casco e andai veloce in casa editrice. Ovviamente tutti avevano notato la mia assenza, ma una persona in particolare si diresse verso di me mentre entravo nel mio ufficio.

"Mi dispiace interrompere i tuoi pensieri erotici sulla mia coinquilina, nonché migliore amica, ma dove l'hai portata con quell'enorme mostro parcheggiato laggiù?" Indicò la finestra.

"Signorina Hansen, perché è così sicura che io abbia portato fuori la mia dipendente Cabello?"

Dinah mi guardò con un sopracciglio alzato.

"Chiamami Dinah o DJ, non usare mai il mio cognome, è troppo formale per una che sarà  mia cognata. E poi sono sicura perché tu sei entrata con un sorriso che non ti ho mai visto e Mila stamani girava per casa come una trottola impazzita. Non è mai stata brava a nascondere i propri sentimenti."

Risi di gusto alle sue parole. "Dannata Camz! Va bene DJ, hai ragione, l'ho portata fuori, ma non chiedermi i dettagli. Devo muovermi con questi documenti e le ho promesso che dopo l'avrei chiamata."

"Oh tranquilla, dopo la vedrai direttamente. Ally uscirà con il suo ragazzo Troy stasera e la tua bellissima migliore amica, ha invitato me. Per cui avrete casa libera." Rise sonoramente.

"Aspetta, tu e Mani continuate ad uscire?"

"Bye, bye Jauregui. Dedicati ai tuoi documenti!" E uscì ridendo dal mio ufficio.

Io mi misi a compilare quei documenti, cercando di non distrarmi troppo pensando al mio angelo dagli occhi color cioccolato.

Finalmente avevo finito, ma erano quasi le otto. Speravo che Camila non ci fosse rimasta male. In redazione non c'era più nessuno. Così velocemente raccolsi le mie cose e scesi giù componendo già il numero della mia ragazza.

Ancora non ci credevo.

Jauregui, convinciti! Non è un sogno, lei è la tua ragazza.

La mia mente giocava grossi scherzi alle volte, ma stavolta era tutto vero.

Salutai i dipendenti che facevano il turno notturno e mi diressi al parcheggio. Mi misi sulla moto, ma Camila ancora non aveva risposto.

Chiusi la chiamata e due minuti dopo ero sotto il suo appartamento.

Provai di nuovo.

-Pronto?- La sua voce al telefono era comunque stupenda.

-Ehi Camz, sono io. Senti mi dispiace di non averti chiamato prima, ma non mi sono accorta dell'ora.-

Intanto avevo trovato un albero nel giardino posteriore del suo appartamento. Iniziai a salirlo perché sapevo che si affacciava sul balcone della sua stanza, me l'aveva detto quello stesso pomeriggio.

-Beh, tranquilla. Tanto io stavo guardando un altro film sul letto.-

Ero arrivata al suo balcone e la vedevo. Era sdraiata, rivolta dall'altro lato. Non poteva vedermi, punto a favore per me! Speravo di farle una bella sorpresa.

-E ora dove sei Lo?-

-Girati.-

La vidi girarsi e far cadere il telefono sul  letto. Corse verso di me e mi abbracciò.

-Ti amo, Lolo.-








Ciaoooo genta,

scusatemi se non ho aggiornato. Ora sono qui con un capitolo pochino più lungo per scusarmi. Come vi sembra?  Spero vi stia piacendo la storia. Siamo a più di 800 e non posso che esserne più felice. Ringrazio davvero tutti, soprattutto chi vota e commenta.

Festeggerete domani sera e come vi vestirete? Io da Mercoledì Addams, fatemelo sapere nei commenti. Camila ha detto che sarà Harley!

Alla prossima, writeeeonme.🌙

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