10.

Dopo ben cinque minuti passati a discutere su chi dovesse pagare, siamo riuscite a concludere la questione e uscire da quel fast food.

Ovviamente da brava gentil donna l'ho convinta a metter via anche la sola idea di voler pagare la sua parte.

"Sta tranquilla Camila, te li toglierò dalla busta paga!" Risi alla mia stessa battuta e lei con me. Sapevamo entrambe che non era vero, ma alla fine chi l'avrebbe mai fatto? Dai, era una cosa davvero stupida.

"Ti ho vista scrivere di nuovo stamani. Ora posso sapere cosa scrivi?"

"Assolutamente no! Il progetto è personale e non avresti nemmeno dovuto leggere quelle poche righe!" Mise il broncio.

Ommioddio, il broncio no. Era davvero troppo troppo carina, non avrei mai resistito. Così lasciai cadere l'argomento, dandole vittoria, cosa che non le passò inosservata.

"Già si arrende signorina Jauregui? Il mio broncio è un'arma di grande prestigio." Rise a crepapelle e stavo per prenderla e baciarla, ma mi accorsi che eravamo proprio di fronte all'entrata del grande edificio in mio possesso da poco più di un mese.

Lei sgattaiolò subito dentro senza darmi modo di ribattere ed io rimasi bloccata davanti alle grandi porte di vetro a pensare cosa fosse successo in quel lasso di tempo passato in quell'edificio.

Ero cambiata in poco più di un mese. Ero decisamente una persona diversa, totalmente differente dalla Lauren prima del grande ruolo affidatole.

La mia vita era stata stravolta da un bellissimo angelo che stava entrando in ascensore. Quell'angelo che quella mattina stessa avevo invitato ad un appuntamento.

Cacchio, l'appuntamento! Devo ancora organizzare il tutto!

Entrai velocemente in edificio e cercai di arrivare il prima possibile in ufficio. Tutto doveva essere perfetto, alla sua altezza. Ma sapevo che nulla sarebbe mai stato alla sua altezza.

Lei era troppo per tutti, per qualsiasi cosa. Anche per il mondo stesso.

Caspita Lauren, da quando sei così romantica? Certo che quella ragazza ti ha proprio stravolto!

Non mi stavo accorgendo di quanto effettivamente stessi cambiando, fin quando dopo tre re decisi che quello che avevo organizzato sarebbe stato abbastanza.

Dopo aver pensato a tutti i minimi dettagli, mi decisi ad uscire dall'ufficio e avvicinarmi a lei.

"Domani hai il pomeriggio libero, abbiamo un'uscita in programma. Dopo la pausa pranzo ti verrò a prendere con la mia auto." Le sorrisi e corsi via nel mio ufficio.

Mi vergognavo di ciò che le avevo detto, suonava così stupido. Lo sapeva che dovevamo uscire ed era scontato che la sarei andata a prendere con la macchina.

Dio Lauren, che stupida sei?!

Ma vabbè, sorvoliamo. Almeno avrei avuto il mio appuntamento.

Ero impaziente per quell'evento, ero terrorizzata dal fatto che potesse non piacerle quello che avevo organizzato. A me sembrava abbastanza carino e poi avevo parlato con Dinah e Normani per chiedere un parere.

La loro risposta era stata davvero rincuorante, ma non sapevo se sarebbe stato lo stesso per il mio angelo.

In ogni caso, domani avrei saputo ciò che mi tormentava da quel pomeriggio.

Il mio ufficio in quel momento era la cosa più interessante da guardare, dopo la brutta figura che avevo fatto con Camila. Cercai di evitare il suo sguardo per tutto il pomeriggio, sperando che lei non se ne accorgesse. Ma purtroppo ciò che speravo non si realizzò e me la ritrovai nel mio ufficio alla fine della giornata di lavoro.

Eravamo rimaste solo noi in tutto l'ultimo piano e lei aveva aspettato proprio questo momento.

"Lauren."

Il mio nome detto da lei suona così bene.

"Dimmi Cabello."

C'era un tono di sfida nella mia voce, volevo vedere se era in grado di chiedermi ciò che pensavo mi avrebbe chiesto.

"Ehm, niente di particolare, però ehm, perché oggi hai evitato il mio sguardo per tipo tutto il pomeriggio?"

O. Mio. Dio. Me l'aveva chiesto davvero. Se ne era accorta. E ora cosa avrei dovuto dirle? La verità non faceva mai male ma di fare una seconda brutta figura non ne avevo proprio voglia.

"Ho avuto tante carte e documenti da sistemare. Ti dispiace che non l'abbia fatto?"

Il mio tono di sfida era più marcato di prima.

"Ehm." Stava arrossendo, che tenerezza! "I-io.."

Aveva anche iniziato a balbettare, che carina che era!

Senza che lei se lo aspettasse, mi avvicinai e le diedi un piccolo bacio a stampo.

"È tutto okay Camz, stavo scherzando!" Risi leggermente.

Lei mi guardò con un sorriso enorme.

"Camz?" Mi chiese. Non mi ero proprio accorta del soprannome, era stata una cosa spontanea.

"Scusami, mi è sfuggito. Comunque s-."

Mi mise l'indice sulla bocca.

"È bellissimo, lo adoro. Nessuno mi aveva mai chiamato così."

Il suo sorriso andava da un lato all'altro del suo viso ed era semplicemente fantastica.

"Perfetto, sono contenta che ti piaccia. Vuoi che ti accompagni a casa?" Le sorrisi.

"No, DJ mi sta aspettando giù. Le ho chiesto di aspettarmi dieci minuti di più."

"Ah, va bene. Allora ci vediamo domani mattina qui."

Il mio tono tradiva il falso sorriso che avevo tirato quando mi aveva detto che Dinah la stava aspettando. Se ne era accorta e subito era venuta ad abbracciarmi.

"Certo, ci vediamo domani capo!"

Si staccò e mi sorrise. Sentii freddo al suo distacco ma non ci feci caso. Ricambiai il sorriso e insieme ci avviamo verso l'ascensore.

L'indomani sarebbe stata una giornata fantastica, me lo sentivo.

E non avrei nemmeno dovuto dirlo che il giorno dopo era arrivato ed io ero davvero troppo nervosa.

Entrai nell'ascensore, che portava al mio ufficio, tremando. Non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo.

Perché ero così agitata?

Poi le porte si aprirono e la vidi. Mi stava aspettando, aveva gli occhi fissi sulle porte dell'ascensore e, appena vide la mia figura, tirò fuori uno dei suoi magnifici sorrisi.

Mi diressi verso la mia scrivania a passo spedito, alzando la testa solo per salutare lei ricambiando il sorriso che mi aveva riservato come saluto.

Mi chiusi nel mio ufficio sperando che quel pomeriggio non fosse mai arrivato e invece il tempo mi giocò un brutto scherzo, facendomi ritrovare già alla pausa pranzo.

Lei era lì, mi aspettava alla sua scrivania.

Uscii dal mio ufficio. La guardai negli occhi. Anche lei era nervosa, le si leggeva in faccia quanto lo fosse.

Le presi la mano.

"Andiamo Camila." E le sorrisi.

Il mio primo appuntamento con lei stava per avere il suo inizio.


Ciao genteeee,
Scusatemi se non ho potuto scrivere questo weekend ma sono stata fuori casa. Beh ora ho aggiornato e vorrei dedicare questo capitolo appena partorito alla mia piccola gelosona _love_Camren (non devi essere gelosa sorellina, per me tu resti la mia prima sostenitrice!) e vorrei ringraziare tutti gli altri lettori che mi stanno supportando commentando e votando la storia. Ringrazio anche quelli che la stanno semplicemente leggendo. Per me vale davvero molto.
Detto questo vi adoro, tu piccolina non essere gelosa! Ti adoro Fedz!
Anyway pace amore e sesso Camren!
Alla prossima, writeeeonme.🌙

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