Control
For you, M00RK0
<<Odio mio padre, odio lui e questa situazione>>
Renjun pronunciò quella frase per l'ennesima volta quella mattina, da quando il padre lo aveva informato di ciò che sarebbe accaduto nel pomeriggio. Un evento, che avrebbe cambiato totalmente la sua vita. I capelli castani erano diventati un disastro, totalmente scompigliati dalle mani che ripetutamente ci si erano infilate e li avevano arruffati. Aveva corso per buona parte della foresta e camminato, avanti e indietro, per delle ore per quel pezzo di foresta in cui si erano rifugiati. Chiunque altro sarebbe già stato esausto ma Renjun aveva un'ottima stamina, per essere un Omega.
<<Tu non odi tuo padre>> gli ripeté per l'ennesima volta il suo migliore amico. Il ragazzo era comodamente rannicchiato su una grande roccia. Lo sguardo era rivolto al nulla in particolare mentre la sua testa era, pigramente, posata su una delle sue mani. Il ragazzo dai capelli color miele sbuffò. <<Sapevi che sarebbe successo prima o poi Ren. E poi, lui ancora non lo conosci. Magari potrebbe finire per piacerti>>
Gli occhi di Renjun brillarono di un dorato caldo, acceso.
<<Mai>> ringhiò, il suono riecheggiò intorno a loro tanto da costringere alcuni uccelli a volare via spaventati dai rami sui quali erano appollaiati. <<Gli Alfa sono dei completi idioti>>
<<Tuo fratello Mark è un Alfa>> gli fece presente Haechan.
<<Ed ha scelto te come suo compagno>> puntualizzò Renjun <<Anche se onestamente se non fosse per il colore dei vostri occhi avrei dei dubbi a capire chi sia l'Alfa e chi il Beta>>
Gli occhi di Haechan divennero di un blu intenso ma ignorò il commento.
<<Tuo padre è un Alfa>> riprovò <<E se non fosse stato per lui il nostro branco sarebbe finito annientato dai cacciatori anni fa. È un uomo saggio e giusto>>
<<Tanto saggio e giusto da costringermi ad un'unione con qualcuno che non ho mai visto, contro la mia volontà>> sottolineò la sua contrarietà a quella situazione con un tono tagliente ed uno schiocco della lingua.
<<Ho sentito parlare di lui da un beta del branco dall'altro lato il fiume. Pare che il tuo Alfa sia un giovane ragazzo che è riuscito ad uccidere da solo oltre dieci cacciatori salvando così il suo branco prima di arrivare qui e trasferirsi ai piedi delle montagne>> raccontò il beta, non nascondendo una punta di meraviglia nella sua voce <<Ha persino parlato con gli Alfa vicini prima di prendersi quella parte del territorio, andiamo, quale altro giovane Alfa sarebbe mai stato così corretto?>>
Renjun si morse l'interno della guancia e ringhiò debolmente. Odiava non poter avere nulla con cui ribattere a quel discorso in modo da non far sembrare l'Alfa così degno di essere apprezzato.
<<Non è il mio Alfa>> puntualizzò.
<<Lo sarà>> rispose velocemente il beta <<Probabilmente potrebbe considerarti suo sin da quando ha accettato l'unione>>
<<Ancora non capisco perché ha accettato. Non potrebbe scegliere qualcuno del suo branco? Perché io, perché sono un Omega?>>
<<No, perché sei il figlio di uno degli Alfa che sembra rispettare di più, e questa è una cosa che sanno tutti. In più il nostro branco è ormai debole, i nostri combattenti più forti sono morti durante l'ultimo scontro con i cacciatori. Tuo padre sarà anche stato forte, ma le ultime ferite lo hanno portato a non poter più combattere e Mark, per quanto abbia una grande forza di volontà e tenacia, si rende conto di non poter fare tutto da solo. Abbiamo bisogno di alleanze forti se non vogliamo essere annientati una volta per tutte, ed il branco di Jeno è quello più forte fra tutti i branchi vicini>> gli disse Haechan, abbandonando ogni tratto di sarcasmo e divertimento che facevano solitamente parte di lui. Era sempre stato un ragazzo solare, vivace, ma diventava estremamente serio quando si parlava del loro branco. Lo avrebbe protetto ad ogni costo, combattendo anche fino alla morte. Questa sua devozione era persino aumentata dal momento in cui era diventato il compagno del futuro capobranco.
Renjun aveva visto il cambiamento nel suo migliore amico e, per quanto una parte di lui ammirasse il modo in cui il beta fosse totalmente innamorato del suo Alfa e come questo riversasse su di lui tutte le sue attenzioni, temeva anche che il peso di ritrovarsi al vertice della loro gerarchia avesse potuto distruggerlo dall'interno. Non avrebbe mai voluto trovarsi al suo posto, eppure suo padre ce lo aveva messo nel momento in cui aveva deciso di farlo unire all'Alfa di un nuovo branco. L'omega sapeva perfettamente la situazione in cui si trovavano, non sarebbe mai riuscito a negarsi di aiutare il suo branco. Anche se la posta in gioco sarebbe stata la sua stessa vita. Non poteva però promettere che sarebbe stato amorevole e accondiscendente. Era un Omega, certo, ma cresciuto come un Alfa ed il suo carattere lo dimostrava a pieno. Molte volte era stato scambiato per un Alfa prima che i suoi occhi rivelassero la verità.
Gli occhi di Renjun brillarono nuovamente di pura frustrazione.
<<Odio quando diventi così ragionevole>> ringhiò nuovamente, non potendo protestare al discorso dell'amico.
Haechan non rispose, ma lo guardò con uno sguardo che gli sembrò dispiaciuto. Nonostante tutto avrebbe voluto che il suo amico scegliesse un compagno guidato dai sentimenti e non dal dovere. Renjun sospirò e spostò lo sguardo verso il sole che filtrava dagli alberi illuminando di una luce aranciata che preannunciava il tramonto.
Un ululato si propagò per la foresta, i due ragazzi si voltarono immediatamente nella direzione da cui proveniva.
<<È Mark>> disse il beta, lanciando uno sguardo all'amico poco lontano da lui << Jeno è arrivato>>
Renjun respirò lentamente, chiuse gli occhi per qualche istante. Haechan la sentì, tutta l'agitazione che si propagò per il colpo dell'Omega.
Un altro ululato fece scattare nuovamente i due.
<<Ren...>>
<<Va bene>> sussurrò il ragazzo <<Andiamo>>
***
Quando i due ragazzi arrivarono al piccolo villaggio nel quale vivevano non si stupirono di non trovare nessuno per le strade, sapevano perfettamente che tutti si erano radunati nella piazza principale, lì dove si trovava la casa dell'Alfa. I due si fecero strada nel branco fino a quando non ebbero una visuale migliore. L'Alfa, un lupo dalla folta pelliccia nera e occhi rossi come rubini, era elegantemente seduto fuori dalla sua casa, lo sguardo fisso nella direzione da cui sapeva sarebbero arrivati i loro ospiti. Al suo fianco vi era Mark, un Alfa il cui pelo sulla testa e il dorso era di un marrone scuro, quasi nero, mentre la pancia e le zampe erano di un marroncino molto chiaro. L'Alfa aveva preso il colore più chiaro dalla madre, una beta che in quel momento si trovava sotto il porticato di casa. Il pelo di un marroncino chiaro era macchiato di tanto in tanto con sprazzi di candido pelo bianco, specialmente sulle forti ma eleganti zampe e gli occhi blu spiccavano dolci e curiosi. Haechan, oramai consapevole del suo posto, si avvicinò alla beta e si sedette al suo fianco, lasciando che il suo pelo color miele si adattasse perfettamente a quello di lei. Renjun prese si sistemò al fianco libero della madre. I due erano la perfetta copia l'uno dell'altra. La beta sentì perfettamente l'odore agitato del figlio e si chinò su di lui leccandogli l'orecchio sinistro per tentare di farlo rilassare. Il ragazzo guardò e guai leggermente a quel gesto, sua madre aveva sempre saputo come gestirlo. Renjun sapeva che suo padre era sempre stato il grande Alfa, ma in fondo aveva sempre saputo che se la sua famiglia e il suo branco era sempre stato così unito lo dovevano a sua madre. Tutti la amavano, l'Alfa la amava, e lei era un lupo molto saggio, solare, premuroso, dolce e coraggioso. Aveva sempre combattuto accanto al suo compagno e mai lo aveva abbandonato. Se Renjun aveva sempre stimato suo padre, era stata sua madre il modello a cui aspirare.
Due lupi arrivarono correndo per il sentiero, fermandosi proprio davanti all'Alfa.
"Sono qui"
Quelle parole riecheggiarono attraverso il legame del branco, ma soprattutto nella mente di Renjun. Il suo stomaco iniziò a contorcersi all'agitazione, ancora pochi secondi e avrebbe visto colui al quale sarebbe stato legato, volente o meno, per il resto della sua vita...e quella dei lupi era una lunga vita.
Il tempo sembrò scorrere a rallentatore nel momento in cui il rumore di un ramoscello spezzatosi sotto il peso di qualcosa attirò la loro attenzione, portando tutti i loro sguardi sul sentiero. L'Alfa e Mark si alzarono, avanzando di qualche passo in modo da essere davanti a tutti. Pochi secondi, lo sfrusciare degli alberi e finalmente furono davanti a loro.
Renjun smise di respirare nel momento in cui vide il grosso lupo bianco. I suoi occhi erano di un rosso cremisi e la loro intensità avrebbe potuto mettere in ginocchio chiunque. Sentiva la sua forte presenza nonostante la grande distanza. Il lupo avanzò seguito dai lupi che formavano il suo intero branco, di svariati colori e sfumature, beta e omega, adulti e cuccioli. Il branco di Renjun aveva un vasto territorio, varie case vuote, da quando molti lupi erano caduti combattendo contro i cacciatori. Il branco di Jeno aveva molti lupi e un territorio molto piccolo. Tutti diedero per scontato che i due branchi si sarebbero uniti vivendo nello stesso territorio, ma la cosa divenne ufficiale solo quando fu l'Alfa proprietario del territorio ad offrire esplicitamente quella possibilità che Jeno accettò. Si mossero lentamente fino a raggiungere i due Alfa. Il padre di Renjun era sempre stato molto grosso eppure il lupo bianco sembrava esserlo di più. Avrebbe potuto persino essere il doppio di lui. Le zampe erano grandi e muscolose, tutte e quattro. Il pelo era folto e candido, come fosse neve appena caduta. I suoi occhi rossi si posarono su di lui, fu un solo istante. Renjun fremette, incontrollabilmente. Ringhiò piano, combattendo contro il suo lupo che sembrò reagire a quel bellissimo e possente Alfa.
Non ci piace, ricordi? Disse al suo lupo, come a volerlo ammonire per quell'accoglienza.
A te non piace. Sembrò invece rispondergli l'Omega dentro di sé.
Renjun avrebbe voluto ringhiare più sonoramente in modo da rimettere quella parte di lui al suo posto, sapeva però che non avrebbe potuto farlo.
Il lupo bianco si fermò davanti a quello nero e chino piano il capo davanti a lui, poi dedicò un cenno altrettanto cortese all'altro Alfa. Un mormorio si alzò nel legame del branco, Renjun avrebbe voluto fulminarli tutti con lo sguardo. Fece roteare gli occhi quando sentì ammirazione e orgoglio provenire dai beta al suo fianco.
Era tradizione che, quando due branchi si univano in quel modo, nessuno vedesse la forma umana dell'altro se non al momento della cerimonia d'unione. In tempi antichi si trattava di una pratica dovuta alla protezione delle due parti, poiché i lupi difficilmente rivelavano le loro sembianze umane a qualcuno di cui non si fidavano. Ad unione conclusa il branco diveniva unico e quindi non vi era alcun motivo per nascondere le proprie identità. Le tenzioni fra i branchi non erano più così tese, ma molte tradizioni restavano vivide.
Gli Alfa dei branchi erano gli unici ai quali era consentito rivelarsi prima della cerimonia. Questo poiché, facendo parte di branchi diversi, era impossibile per loro comunicare in forma animale.
I tre Alfa si guardarono e, dopo alcuni cenni scambiati fra loro, si mossero per entrare nella casa principale, ossia quella di Renjun. La presenza del lupo bianco in quella casa indicava che il ragazzo non sarebbe potuto entrare in casa fino a dopo la cerimonia. Sbuffò piano e il suo sguardo si andò a puntare lentamente sul nuovo branco che era rimasto immobile al suo posto. Erano tutti perfettamente composti, seri, i loro sguardi vagavano sui lupi davanti a loro, cauti. Fra loro vi erano alcuni cuccioli che sembravano trepidanti di poter giocare con i cuccioli che li guardavano curiosi. I piccoli restavano però immobili, lanciando sguardi ai loro genitori, come se attendessero un permesso, un via libera. Renjun sapeva però che questo non gli sarebbe stato dato fino a quando gli adulti non si sarebbero sentiti a loro agio. Alcuni lupi sembravano essere molto stanchi, dovevano essere anziani. Avevano fatto un viaggio lungo due giorni per arrivare lì da loro.
"Haechan vieni con me" disse, scattando in avanti "mi servono dei volontari" aggiunse, passando fra il suo branco.
"Ren aspetta" sobbalzò il beta, sorpreso dal repentino movimento dell'amico.
La madre di Renjun al contrario rimase perfettamente immobile e tranquilla al suo posto.
Alcuni beta e due omega si erano staccati dal branco, zampettando dietro a Renjun. Haechan corse fra di loro fino a raggiungere il suo fianco.
"Si può sapere che cosa vuoi fare?" domandò il beta.
Raggiunsero i magazzini in cui erano soliti conservare le scorte maggiori del loro cibo. Renjun si arrampicò con le zampe su alcuni scaffali e da questi tirò giù alcuni cesti in paglia, che sistemò sul pavimento. Con le zampe spinse un contenitore pieno di mele ed uno con altri frutti.
"Metteteli nelle ceste" ordinò. I lupi si guardarono fra loro e, avendo capito il suo intento, si affrettarono ad obbedire. Renjun raccolse anche delle piccole borracce in cui si trovava dell'acqua, se ne mise una intorno al collo e passò le altre a due beta al suo fianco. "Tieni queste" disse, passando ad Haechan delle ciotole vuote avvolte in uno straccio, che afferrò stringendo la stoffa fra i denti. Assicuratosi il tutto fece cesso agli altri di tornare indietro. Corsero per raggiungere la piazza ma rallentarono non appena furono davanti al nuovo branco, che li osservava attenti. Renjun si mosse per primo, frapponendosi fra i due branchi. Un beta fuori uscì dal nuovo branco e l'osservò. Il lupo aveva il pelo aranciato misto a ciuffi marroncini, le orecchie erano nere così come le zampe. Sembrava quasi una versione più grande di una volpe. I suoi occhi Blu erano attenti ma anche brillanti. Doveva essere molto giovane. L'Omega mosse le orecchie e fece scivolare la borraccia d'acqua sul terreno, battendo poi al suo fianco con la zampa prima di lanciare uno sguardo alle ceste ricche di frutta. Il beta davanti a lui sembrò capire, sgranò leggermente gli occhi sorpreso, chinò il capo. Il lupo prese il gesto come un consenso allora diete l'ordine ai lupi di avvicinarsi e postare le ceste davanti al nuovo branco. Haechan, aiutato da un atro Omega sistemò le ciotole vuote che Renjun, insieme a due Beta riempirono d'acqua. A lavoro concluso si allontanarono leggermente, rientrando in parte nel loro branco, volendo dare agli altri il loro tempo. Il primo ad avvicinarsi fu proprio il Beta che aveva fronteggiato Renjun, afferrò una delle ciotole d'acqua e l'avvicinò a due omega, affiancandola poi con qualche frutto. I due lupi dovevano essere anziani e probabilmente molto affaticati dal viaggio. I due lupi mossero le code piano, gesto che Renjun riconobbe come un ringraziamento, prima di avvicinarsi a prendere dell'acqua e mordere una mela. Dopo quel gesto tutti gli altri lupi si avvicinarono con calma alle ceste e alle ciotole. Bevvero e si cibarono piano e con gratitudine. Le mamme fecero giusto in tempo ad occuparsi dei loro cuccioli prima che questi, rassicurati dall'aria più leggera intorno a loro, lasciassero il loro fianco per lanciarsi sui cuccioli del branco di Renjun per giocare. Anche gli adulti si avvicinarono fra loro e, seppur non potendo parlare, si offrirono del supporto con la sola presenza in attesa di potersi conoscere veramente.
Renjun si ritrovò soddisfatto nel momento in cui vide il modo in cui i due branchi si stessero già unendo, a modo loro. La sua coda si mosse senza freni nel momento in cui la baraonda di cuccioli lanciarsi su Haechan, facendolo rotolare per terra fra piccoli ringhi e immaturi ululati. Il beta finse, drammatidcamente, per qualche istante di essere in trappola, poi si voltò rapidamente e cominciò a correre avanti e indietro per la piazza mentre i cuccioli gli correvano dietro cercando di catturarlo.
"Sei già riuscito ad unire i due branchi" La voce della madre colse Renjun di sorpresa. Si avvicinò al figlio e gli diede un piccolo colpetto con la testa prima posarsi a lui.
L'omega sospirò piano.
"Se solo questo potesse bastare"
La beta si allontanò leggermente e riprese la sua posa elegante, puntò i suoi occhi azzurri i quelli dorati di Renjun.
"Sono sicura che basterà. Sono così orgogliosa di te Renjun" gli disse, con tono calmo e amorevole "E vedrai che anche il tuo Alfa lo sarà"
***
Circa due ore dopo, quando il loro villaggio era stato perfettamente addobbato per la cerimonia, Renjun sequestrato per essere preparato e la luna alta nel cielo, il ragazzo aveva capito che: Non sapeva se l'Alfa sarebbe stato fiero di lui, ma sicuramente lui avrebbe voluto saltargli alla gola nello stesso istante in cui lo aveva visto.
Quando lo aveva raggiunto, sotto l'arco di radici e fiori dove si sarebbe svolta la cerimonia, aveva trovato l'Alfa con un'espressione totalmente annoiata, quasi fosse stato costretto. Renjun avrebbe tanto voluto urlargli che era lui quello costretto in quella situazione. Non avrebbe potuto farlo, perché fino a quando suo padre non avrebbe integrato l'Alfa e tutto il suo branco nel loro legame solo il suo branco avrebbe potuto capirlo in forma animale. Nonostante quello decise di far intendere il suo stato anche al lupo bianco. Camminò fino a raggiungerlo e, sedutoglisi davanti, sbuffò. Gli sembrò quasi di poter vedere il sopracciglio del lupo alzarsi in sorpresa a quel gesto, o forse era incredulità. Aveva sentito anche una lieve risatina isterica provenire dal suo branco, forse da parte di Haechan che aveva trovato la scena divertente ma la sua mente gli ricordava anche che nel caso i due branchi si fossero scontrati quello ospite avrebbe certamente avuto la meglio.
Sarebbe stato il padre di Renjun, come Alfa anziano, a condurre la cerimonia. Il ragazzo era sicuro che il grande Alfa aveva condotto il tutto perfettamente, lui in realtà ci aveva fatto poco caso. Oltre ad annuire e lasciarsi intendere ogni qual volta ve ne fosse stato il bisogno non aveva prestato attenzione al tutto. Nella sua mente continuò a ripetersi che avrebbe voluto che la cerimonia fosse finita velocemente, il legame ampliato, e urlare contro quello che da quel momento sarebbe stato definitivamente il suo partner per la vita, contro la sua volontà, Alfa o meno.
Quello era stato il suo piano sin dall'inizio. Non poteva rifiutare l'unione, ma quello non avrebbe significato che avrebbe reso il tutto facile. I suoi pensieri erano ben fissi nella sua mente e nulla gli avrebbe potuto far cambiare idea. Certo, il profumo di muschio bianco e terra bagnata che aveva sentito provenire dal lupo bianco nel momento in cui era stato costretto ad avvicinarsi, in modo che il grande Alfa potesse mettere intorno al loro collo una grossa corona di foglie, rami e fiori, come simbolo dell'unione dei branchi, lo aveva fatto vacillare un po'. Solo un po'. La sua testa sembrò compiere un giro su sé stessa, ma si riprese subito. Se lo impose ringhiando contro il suo lupo.
Il padre di Renjun ululò alla luna, affidando a quell'argentea sfera che brillava nel cielo quell'unione. Quello fu il segno che fece capire a tutti che quei due lupi erano diventati un'unica entità. Fu proprio il grande lupo nero a trasformarsi per primo. La moglie lo seguì. Fu poi il turno di Mark, Haechan e tutto il branco di Renjun. Il branco di Jeno fece lo stesso pochi secondi dopo. Il lupo bianco e Renjun furono gli unici rimasti. Il ragazzo prese un profondo respiro e si trasformò, rivelando il pantalone bianco e la leggera camicia il lino dello stesso colore che lo avevano costretto ad indossare. Dei piccoli fiori bianchi erano stati sistemati fra i capelli castani, lasciati leggermente arruffati. I piedi nudi sembrarono levitare sul terriccio fresco. Fra i nuovi arrivati si alzarono dei mormorii meravigliati davanti alla bellezza del ragazzo. Renjun sentì le guance arrossarsi a causa delle attenzioni ricevute, ma cercò di non dar a vedere il suo imbarazzo. Riuscì a distrarsi nel momento in cui il suo compagno si trasformò. Davanti a lui non vi fu più un lupo bianco, ma un bellissimo, scultoreo, etereo, giovane ragazzo. I capelli biondi si aprivano sui due lati lasciando scoperta la fronte. La mascella era serrata in un'espressione seria, eppure vi era qualcosa di dolce che Renjun non riuscì a capire cosa fosse. Anche Jeno indossava dei leggeri abiti bianchi, proprio come i suoi, ed anche lui era a piedi nudi. Questo era però molto più tonico e muscoloso rispetto a lui, avrebbe dovuto immaginarlo dalla grande stazza del suo lupo, ma vederlo fu totalmente differente. Renjun dovette chinare leggermente la testa indietro per incontrare gli occhi dell'altro, e quando ciò accadde il ragazzo dovette ammettere a sé stesso che ogni suo pensiero, voglia di lottare, "odio" era svanito come una nuvola spazzata via dal vento. Sentì il suo lupo fremere sotto gli occhi scuri e intensi dell'Alfa e non riuscì a contrastarlo. Rilasciò un sospiro leggero e gli occhi del ragazzo davanti a lui brillarono.
Sentiva anche lui ciò che sembrava infuocare nel suo stomaco?
Renjun avrebbe tanto voluto accusare il suo lupo ma sapeva benissimo sarebbe stato inutile. L'omega aveva capito subito ciò che Renjun aveva provato a negare.
Il ragazzo davanti a lui, il suo compagno. Il giovane che sembrava non voler staccare gli occhi dai suoi. Il suo era anche la sua anima gemella.
Il padre di Renjun catturò l'attenzione dell'altro Alfa, era arrivato il momento di unire, come loro, anche i loro branchi. Tese la mano davanti a lui.
<<Benvenuti nella vostra nuova casa>>
Jeno lo guardò per qualche istante, guardò la mano tesa davanti a lui e Renjun credette di poter sentire tutta la sua agitazione percorrergli il corpo. O l'aveva sentita veramente? La sua domanda rimase senza risposta e svanì nello stesso istante in cui le labbra dell'Alfa si piegarono in un sorriso orgoglioso, facendogli palpitare il cuore.
<<È un onore per ognuno di noi>> rispose il ragazzo, stringendo la mano tesa per lui.
Nel momento in cui le due mani si unirono tutti i presenti sentirono le loro menti aprirsi verso qualcosa di nuovo, qualcosa di più grande, un nuovo legame che calmò i loro animi.
***
Fuori i festeggiamenti ancora andavano avanti. Si sentiva la musica echeggiare nella notte, il chiacchierio degli adulti e le risate dei cuccioli che correvano senza sosta. Nella casa che si trovava accanto a quella dell'Alfa, più precisamente nella camera da letto al piano superiore, la situazione era tesa, ardente.
Renjun non era stato trascinato lì, al contrario una parte di sé avrebbe potuto persino dire fosse stato lui a trascinarci l'Alfa. Non esplicitamente o gestualmente. I suoi occhi erano stati su di lui per tutto il tempo, non era riuscito a distoglierli se non per pochi secondi. Dal canto suo aveva sentito la forte pressione dell'Alfa dal primo momento in cui si erano guardati. Il suo corpo sembrava bruciare come fuoco e Jeno doveva aver percepito quella situazione e si era accertato che il suo compagno sentisse la sua presenza in ogni momento. Se le guance di Renjun erano ardenti come lava gli occhi di Jeno erano intrisi di desiderio. Se avessero detto all'Omega che quella stessa sera avrebbe pregato l'Alfa di soddisfare il suo impellente bisogno di essere marchiato da lui gli avrebbe riso in faccia. Il ragazzo non aveva mai capito alla perfezione i modi in cui funzionavano i loro legami, persino il profondo vortice di perdizione che gli aveva sempre provocato il periodo di calore gli sembrò nulla davanti al desiderio che in quel momento provava per Jeno. Il profumo di muschio bianco lo avvolse come un fresco abbraccio nel momento in cui l'Alfa gli si avvicinò. Renjun poteva sentire il suo respiro infrangersi contro il suo viso e la sua temperatura corporea sembrò salire ancora. Il biondo alzò piano una mano e la posò sulla sua guancia, l'altro ansimò. Si sarebbe sicuramente sentito in imbarazzo dall'averso perso il controllo in quel modo, sarebbe sicuramente avvampato se le labbra dell'Alfa non fossero state su di lui, autoritarie e voraci.
Jeno non sarebbe stato gentile, non quella notte, Renjun lo aveva capito dal modo in cui gli aveva stretto le cosce e le aveva sollevate per portarsele intorno ai fianchi mentre lo ancorava contro la parete in legno dietro di lui, e glie ne fu ardentemente grato. Le sue braccia si allacciarono intorno al suo collo, le mani vagarono fra i capelli biondi e il bacino scontrò contro quello dell'Alfa mentre le labbra erano impegnate in un bacio disordinato, bagnato e rumoroso. I suoni che riempivano quella stanza, le loro lingue che si sfidavano, gli ansimi che lasciavano le labbra e i ringhi che raschiavano la gola erano osceni, ed ognuno di essi non fece altro che aumentare l'eccitamento che aveva preso possesso di entrambi i lupi. Jeno si staccò dalle labbra del suo compagno, non si premurò di sfilargli la camicia di lino, la strappò. Il tessuto cadde dalle spalle, fermandosi all'altezza dei gomiti, scoprendo il petto niveo dell'Omega. Gli occhi di Jeno divennero per qualche istante rossi nello scrutare il ragazzo davanti a lui. Nuovamente si lanciò sulle labbra dell'Omega, le abbandonò mordendo quello inferiore mentre con la lingua percorse la mascella, il collo, il solco del petto fino a catturare fra le labbra uno dei capezzoli. Renjun rilasciò un gemito, Jeno morse piano il piccolo bottoncino fra le sue labbra, facendolo sussultare. Le mani dell'Omega si ancorarono ancora di più ai capelli biondi, tirandoli. Jeno Ringhiò e afferrò l'altro capezzolo fra le dita. Quello stimolo e sentendo il membro dell'altro divenire sempre più grosso mentre premeva contro il suo fecero brillare gli occhi di Renjun di un blu intenso, segno che la sua razionalità si stesse infrangendo. L'Alfa gli morse il capezzolo un'ultima volta prima di risalire nuovamente sul suo collo, che morse piano, mentre le mani si serravano sulle cosce. L'Omega si aggrappò meglio a lui quando lo sentì spostarsi e in pochi secondi si ritrovò ad affondare sul materasso di quello che sarebbe stato il loro letto e un piccolo, ironico, pensiero passò nella sua mente.
Chissà se reggerà.
Jeno rimase in piedi, gli occhi fissi in quelli di Renjun mentre lentamente gli sfilò i pantaloni e l'intimo. I suoi occhi brillarono nuovamente come rubini davanti alla vista, perfetta, di Renjun. Si leccò le labbra e lentamente cominciò a liberarsi anche dei suoi vestiti. L'omega ansimò nel momento in cui il fisico perfetto dell' Alfa gli si presentò sotto gli occhi. Il suo sguardo scese piano, sempre più giù, fino a fermarsi proprio lì. Sospirò. Non fece però in tempo a bearsi ampiamente di quella vista perché questo si chinò sul suo membro e lo prese fra le labbra. Renjun boccheggiò e con le unghie si ritrovò ad afferrare le lenzuola così strette che sentì il rumore del tessuto che si lacerò. Il pensiero non lo toccò minimamente poiché la sua mente aveva deciso di svuotarsi e il suo stomaco di accartocciarsi su sé stesso. L'Alfa succhiò avidamente e leccò languidamente beandosi dei gemiti acuti e soavi del suo Omega. Non gli importava se qualcuno al di fuori avrebbe potuto sentirli, il suo lupo spingeva per prendere il controllo di sé, rispondendo ad ogni stimolo dell'altro e lui stesso voleva donare piacere al ragazzo steso sotto di lui. Si era detto che quella sarebbe stata semplicemente un'unione politica, si era convinto che sarebbe stato un buon compagno anche per qualcuno che avrebbe potuto non adattarsi perfettamente alla sua persona. Tutto era cambiato non appena aveva visto Renjun e il suo profumo di Lavanda e Timo gli avevano inebriato i sensi. Tutto era cambiato nel momento in cui aveva guardato davvero i suoi occhi ed era stato risucchiato da questi.
Fece scivolare una mano verso la sua apertura e sospirò pesantemente quando la trovò bagnata dal lubrificante naturale che solo le donne e gli omega erano in grado di produrre. Liberò l'erezione dell'altro con un suono osceno e, con estrema facilità, lo fece girare sistemandolo a pancia in giù. Lo afferrò per i fianchi e lo sollevò in modo che si trovasse a quattro zampe e senza dargli il tempo di capire cosa stesse succedendo cominciò a passare la sua lingua sulla sua apertura.
Renjun urlò a quell'improvviso piacere che non credeva sarebbe mai stati in grado di provare. Sentì un rivolo di saliva scivolare dalla sua bocca, ma le sue braccia tremanti riuscivano a mala pena a mantenerlo per poterne togliere una e ripulirsi. Chinò leggermente il capo e lo posò sul materasso mentre i suoi ansimi fuoriuscivano uno dopo l'altro senza tregua. Gemette nuovamente nel momento in cui la mano dell'Alfa andò a stimolare nuovamente la sua erezione.
<<A-Alfa>>
Jeno fece scattare la sua lingua, penetrando leggermente.
<<Alf-Ah>>
Renjun sembrò piagnucolare leggermente mentre Jeno sorrise soddisfatto.
Si allontanò, salì sul letto e si chinò su di lui, schiacciando il suo petto caldo e scultoreo contro la schiena dell'altro.
<<Mi vuoi, Renjun?>> domandò, al suo orecchio. Il torno di voce basso e roco fecero rabbrividire l'Omega, facendo scivolare il suo membro contro la sua entrata.
<<Sì...Alfa...Sì>>
La risposa frenetica del ragazzo fece sorridere il biondo, ma questo non si ritenne ancora soddisfatto.
<<Jeno, Renjun...Devi chiamarmi Jeno, se vuoi che mi prenda cura di te>> sussurrò nuovamente, leccandogli piano l'orecchio.
Renjun sospirò.
Jeno era un Alfa, ma un Alfa che amava sfidare il suo stesso lupo. La sua parte animale avrebbe certamente avuto le sue soddisfazioni, ma quella notte sarebbe stata della sua parte umana. Voleva che Renjun desiderasse lui e che l'Alfa venisse dopo.
<<Allora?>> domandò ancora autoritario <<Vuoi restare così tutta la notte? O vuoi che ti prenda?>>
<<Ti prego...>> piagnucolò Renjun, voltandosi piano verso di lui per guardarlo da sopra le spalle. I suoi occhi, due pozze scure e languide. Non era un Omega...era Renjun.
Il cuore di Jeno calò in picchiata nello stomaco. Le sue labbra si posarono alcune volte sulle spalle de castano mentre la sua mano scivolò piano sulla pancia, risalendo sul petto. Questa si fermò salda sul suo collo mentre con un colpo secco entrò in lui. Renjun urlò di puro piacere e vide bianco. L'Alfa gli diede giusto il tempo di abituarsi prima di cominciare a spingere dentro di lui velocemente e fino in fondo, toccando un punto preciso che distrusse una volta per tutte la razionalità dell'Omega. Sentì nuovamente il rumore del tessuto delle lenzuola strapparsi e ancora lo ignorò. I suoi gemiti si unirono ai ringhi gutturali di Jeno che, contro il suo orecchio, s'infrangevano come onde capaci di scuotergli il corpo intero.
L'Alfa uscì da lui e nuovamente lo girò, schiacciandolo con la schiena contro il materasso poco gentilmente. Ancora entrò il lui, ricevendo un nuovo gemito d'accoglienza e digrignò i denti quando Renjun si strinse intorno al suo membro. Le unghie dell'Omega si conficcarono nella sua schiena e lo graffiarono, risalendo dal basso. Jeno spinse ancora più forte e gli morse il labbro inferiore. Il sangue rese il loro bacio metallico.
L'alfa capì che non sarebbe riuscito a trattenersi ancora a lungo. Sentiva il suo basso ventre pronto ad esplodere e l'espressione desiderosa di Renjun non lo aiutò. Prese il suo membro fra le mani e cominciò a stimolarlo a ritmo con ogni spinta. L'Omega lasciò cadere indietro la testa e urlò non appena sentì l'orgasmo coglierlo. Sentì qualcosa di caldo riempirò e il gemito roco di Jeno unirsi al suo. Quella sensazione durò solo pochi secondo perché non appena sentì dei denti conficcarsi nella sua spalla urlò nuovamente come se un orgasmo molto più forte del precedente lo avesse colto. Nella sua mente divenne tutto rosso e si mosse d'istinto quando conficcò i suoi denti nella spalla di Jeno. Il suo ringhiò gutturale gli accarezzò la pelle mentre erano stretti l'uno fra le braccia dell'altro. Renjun sentiva ancora il membro dell'Alfa dentro di lui e quella sensazione sembrava accenderlo ancora, seppur si sentisse privo di forze. Gemette piano quando sentì la lingua dell'altro ripulirlo dal rivolo rosso cremisi che gli scivolava dalla spalla. Piagnucolò, trovandolo piacevole, poi fece lo stesso, leccando anche il marchio lasciato sulla spalla dell'Alfa.
Del suo Alfa.
Renjun ridacchiò piano a quel pensiero. Haechan aveva ragione, Jeno è il suo Alfa, e lo sarebbe stato fino alla morte.
<<Perché ridi?>> gli domandò Jeno, lasciandosi cadere con la schiena sul letto tenendo LìOmega sul suo petto.
La voce era divenuta più dolce e tranquilla, le sue dita gli accarezzavano piano la pelle della schiena e il naso era nascosto fra i suoi capelli ad ispirare il suo profumo.
<<Mi sono appena reso conto di essere un tipo possessivo>> disse con leggerezza, ascoltando il cuore dell'altro battere <<Ho appena pensato a te come il mio Alfa>>
Il biondo curvò le labbra in un sorriso.
<<Va bene così, sei il mio Omega. Siamo pari>> ridacchiò.
<<Non abbassare la guardia però, non ho comunque intenzione di dartela vinta facilmente>>
Jeno sorrise nuovamente e mosse leggermente il bacino in avanti, facendo gemere l'altro di pura sorpresa.
<<Ho i miei metodi>>
Renjun si alzò leggermente, sedendosi sul bacino dell'Alfa. Lentamente passò il dico sul solco del petto e fra gli addominali.
<<Ah sì?>> domandò, muovendosi piano in avanti. Jeno sospirò. <<Chissà se anche io posso usarli>>
<<A me sembra che tu lo stia già facendo>> gli fece notare il biondo, con occhi brillanti <<Non sfidarmi Renjun, potresti pentirtene>>
<<I tuoi occhi rossi non mi spaventano...Alfa>> disse con un sorriso Renjun, alzandosi dal membro dell'altro per poi calarcisi nuovamente.
Jeno ribaltò facilmente le loro posizioni, afferrò i polsi del castano e gli ancorò le mani sulla sua testa. L'Alfa diede una spinta decisa e Renjun gemette, guardandolo malizioso e implorante.
L'Alfa sorrise e passò la lingua sulle labbra dell'Omega. Si abbassò fino a raggiungere il suo orecchio.
<<Non lamentarti se domandi non riuscirai ad alzarti dal letto>> sussurrò, soddisfatto e serio prima di dar inizio ad una nuova sessione di piacere che da una parte fece capire a Renjun che non avrebbe mai dovuto sottovalutare l'Alfa. Dall'altra però pattuì con sé stesso che se i risultato delle sue sfide sarebbero sempre stati quelli...lo avrebbe sfidato decisamente ogni giorno.
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