Capitolo VII

«Stasia io ti a-» il telefono aveva iniziato a squillare.
«Perdonami, è la centrale» Simon aveva alzato lo sguardo al cielo spazientito.
Anastasia s'era allontanata per un attimo in un angolo remoto della stanza.
«Pronto?»
«Signorina Stan sono il commissario Logan, vieni subito in centrale. Omicidio, Golden Lake, ti basti sapere solo questo» la ragazza aveva sgranato gli occhi e con uno scatto felino s'era diretta alla porta, invitando Simon di seguirla.
Avevano iniziato a correre a perdifiato, così veloce che avevano iniziato a temere di non potersi più fermare.
Il barista le stava alle calcagna, circa a tre o quattro metri di distanza.
Erano lì, tutti in cerchio: Mike, il commissario, la polizia, i volontari.
Erano disposti in un ammasso disordinato e rumoroso, confuso ed agitato.
Le volanti sfrecciavano lungo la strada perfettamente asfaltata; erano dirette a sud ovest, verso la sontuosa villa di Golden Lake.
«Cosa succede?»
«Trovata morta la trentaduenne Tania Shy, sparita quest'estate.
La causa del decesso è ancora da accertare, stiamo aspettando informazioni dalla polizia scientifica.»
«Andiamo!» aveva esclamato la ragazza.
«Sei pazza Stan?! Prima di tutto sono io quello che da' gli ordini; secondo, colui o coloro che si stanno nascondendo stanno aspettando solo noi in questo momento.
Dobbiamo coglierli alla sprovvista, attaccare quando meno se l'aspettano»
Anastasia era rimasta in silenzio, sapeva di essere del tutto impotente in quella sensazione.
Nonostante ciò si sentiva irrequieta, aveva bisogno di fare qualcosa, di agire per risolvere questa situazione che stava portando alla disperazione non poche persone.
Fra quella folla di persone, il suo sguardo s'era incontrato con quello fiero e colorato di smeraldo di Mike, che senza esitare neanche un attimo, con fare elegante, s'apprestava a raggiungerla.
Scansava chi gli si poneva davanti pur di arrivare al suo obbiettivo, pur di parlarle.
«Anastasia, ci rivediamo in una situazione che non accade tutti i giorni insomma» aveva sorriso in modo ironico, ormai quel panico e quella paura stavano diventando un qualcosa di "normale".
I due s'erano stretti la mano in modo molto formale sotto il vigilante occhio di Simon che preferiva fumare una sigaretta in disparte.
«Mike, per quanto riguarda Jamie McCartney ho scoperto molto sul suo conto, mi basterebbe davvero poco per raggiungere la soluzione a tutti i nostri dubbi»
«Sarebbe?» la guarda con fare incerto.
«Gli archivi di Middelware, attraverso questi non solo riuscirò ad avere una visione più approfondita del caso in questione, ma potrei anche collegare le diverse vittime»
«Le diverse vittime sono già collegate da uno stretto filo conduttore che non riguarda fisicità bensì riguarda le loro origini, tutti appartengono almeno ad una famiglia delle tante influenti di Middleware»
A quel punto Anastasia aveva iniziato ad essere più confusa di prima.
Perché prendersela con queste famiglie?
Ma oltre l'identità di spietato assassino, chi era Jamie?
Quanti segreti, troppe domande senza una risposta.
La situazione pareva andare a rotoli, è come se tutta quella storia fosse stata architettata a tavolino, fatta a posta per depistare tutti.
Sarebbe stata un'idea geniale, un crimine con i fiocchi insomma; organizzato nei minimi dettagli come se chi si nascondesse dietro questo oscuro mistero, conoscesse perfettamente ogni singola azione da compiere.
Anastasia a quel punto aveva avuto un'illuminazione: «Ci sta depistando, CI STA DEPISTANDO!» esclamava ai quattro venti.
«Stiamo ponendo troppa attenzione sulle vittime, dobbiamo studiare la storia di Jamie e conoscerla nei particolari. Un amico o un parente forse avrebbe voluto portare a termine ciò che Jamie non è riuscito mai a concludere!» tutti i pensieri e le idee avevano iniziato ad incastrarsi come delle tessere di un puzzle.
Tutto appariva più nitido.
A quel punto Mike l'aveva guidata agli archivi.
Un luogo grigio e angusto dove erano riusciti finalmente a recuperare in poco tempo il fascicolo riguardante Jamie.
Non aveva figli ma era sposato con una certa Natalie McCartney, nata il 08/09/1968.

Natalie McCartney nel 1994

I due mentre s'erano guardati ancora per un po', avevano chiuso i fascicoli e subito sapevano benissimo dove cercare grazie alle informazioni ricavate: Trohman Street, stradina presente in una zona sperduta di Middleware.
Simon li seguiva silenzioso, senza comprendere realmente il significato delle azioni che la coppia di "investigatori" stavano compiendo in modo così frettoloso.
Dopo mezz'ora di viaggio in auto, più silenziosi che mai, arrivarono fuori ad una vecchia casupola nel nulla, in piena valle e nel verde più assoluto.
Anastasia si guardava intorno, la via di campagna non era neppure asfaltata, sembrava quasi che lì il tempo si fosse fermato.
La luce del sole veniva filtrata da piccoli alberelli dalle sottili foglie di un verde menta posti lungo la stradina, questi ultimi parevano perfetti per ripararsi in una calda giornata estiva.
Una volta usciti dall'auto avevano bussato alla porta di casa finché una donna di mezza età con certo stupore li aveva finalmente aperto.
Era lei: Natalie che, nonostante qualche ruga, pareva sempre la stessa e bellissima donna di un tempo.
«Chi siete» aveva sussurrato con voce tremolante.
«Mike Nelson e Anastasia Stan, investighiamo sul caso Golden Lake»
«Mostratemi il distintivo» aveva risposto Natalie.
Infatti a confermare i suoi dubbi erano i due individui a mani vuote che si trovavano dinanzi a lei.
«Siete venuti per mio marito non è così? Siete coloro che lo hanno incastrato? Se siete figli o parenti di quella marmaglia di sciagurati, vi consiglio di fare due passi indietro e tornatevene da dove provenite.»
«Signora McCartney di cosa sta parlando?»
«Mi dispiace, ma ho promesso prima della sua morte di starmene zitta, non avrei rivelato a nessuno i loro nomi» la donna pareva essere d'acciaio, fredda e rigida, senza alcun sentimento; il suo silenzio era legato ad una promessa solenne a Jamie.
Lo considerava ancora buono, lo amava, nonostante fosse uno spietato assassino o questo era quello che le menti dei due stavano pensando, considerandola di conseguenza una povera pazza.
Nonostante ciò Anastasia era rimasta con i piedi incollati a terra dicendo:«Natalie, sono settantotto le persone in pericolo tra cui già un cadavere, lei può darci degli indizi perché conosceva colui che-»
«Come osi rivolgerti così a mio marito senza neppure conoscerlo? Ti fidi della versione che ti propinano i media? Allora torna a credere a queste frottole bimba e fammi sapere che ne pensi, ne discuteremo ancora la prossima volta» aveva così interrotto bruscamente il discorso di Anastasia, lasciandola così spiazzata.
Ma non appena stava per chiudere la porta, Mike l'aveva fermata dicendole:
«Natalie, aiutaci te ne prego, per noi è importante Golden Lake, per noi è importante tutta questa situazione, finché non la risolveremo non troveremo più pace. Ti daremo in cambio qualsiasi cosa: soldi, un lavoro... tutto ciò che vuoi.» quasi implorava in ginocchio.
«Portatemi lì allora, cosa aspettate?»

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