Capitolo V

Le strade, quella mattina, erano completamente vuote e il paese era ancora addormentato nonostante fossero già le otto del mattino.
Anastasia mentre veniva avvolta dal calore del suo cappotto, incrociava lo sguardo di alcune persone che giravano qua e là intente a fare dell'esercizio fisico o qualche negoziante che apriva la saracinesca.
Non era una bella giornata, infatti aveva piovuto tutta la notte e ciò la rendeva leggermente giù di morale: il sole era ricoperto da molte nuvole scure come la cenere.
Le luci giallastre e fioche erano ancora accese lungo il solitario marciapiede, i cui ciottoli a contatto con la suola delle scarpe della ragazza provocavano un rumoroso ticchettio.
Anastasia però si lasciava travolgere da ciò che i sensi le trasmettevano: il profumo del pane miscelato all'odore della terra bagnata, il suono delle stoviglie all'interno dei bar e del fiatone dei ciclisti che passavano accanto a lei.
Quei rumori creavano un'armonia di cui anche il solo respiro affannoso di qualcuno poteva essere uno strumento fondamentale in quella improvvisata orchestra.
Anastasia era arrivata davanti alla stazione di polizia.
Era entrata e aveva trovato davanti a lei il Commissario, che con un ghigno l'aveva squadrata per bene.
«Sapevo che saresti tornata»
«Sono pronta» aveva detto più sicura che mai.
«Seguimi» Anastasia guardava da capo a piedi la figura del commissario, un uomo sicuro di sé ma che in fondo non era altro che un coniglio.
Nato in una famiglia agiata e di vecchio stampo, dove i suoi componenti non facevano altro che opprimere i più giovani.
Un giorno, dopo il suo triste e combinato matrimonio con un'avvocatessa, scoprì che i suoi peccati li avrebbe pagati con l'irrealizzabile sogno di diventare genitore.
Così da quel momento Logan fu la pecora nera di tutta la stirpe dei Climber, l'unico figlio maschio non in grado di mandare avanti la famiglia più importante di Middleware.
Così per dargli una ragione di vita e allontanarlo il più possibile, lo piazzarano in centrale.
Si separò con la moglie poco dopo la notizia del suo impiego in polizia ed ogni giorno in paese c'è qualche diceria sul suo conto.
Per quanto provenga da una famiglia per bene, immacolata e cristiana la vita di Logan fu tutt'altro che tranquilla.
La sua voglia di libertà, il suo desiderio di distruggere quella barriere che gli furono imposte sin da bambino, erano troppo forti.
Fumo, l'alcool e le donne.
A quel punto fu completamente abbandonato in mezzo ad una strada senza un tetto sulla sua testa, senza un ancora su cui aggrapparsi.
Anastasia vedeva un uomo che apparentemente poteva sembrare perfetto ma in quegli occhi brillava una grande sofferenza.
Senza amore, senza famiglia, senza una gioia.
Solo il lavoro era il motivo per cui era ancora in vita.
«Ci sei?» il silenzio e lo sguardo perso della ragazza lo aveva insospettito.
«Si si, mi scusi»
Si trovavano in una sala vuota con un paio di panche e degli specchi.
«Dobbiamo ballare?» aveva detto lei ridendo.
«No mi dispiace, arriverà un esperto che ti insegnerà ad usare una ricetrasmittente e le attrezzature principali per non morire in una foresta»
«Ma cosa c'è nella foresta che potrebbe uccidermi? Il mostro di Lochness? Lo yeti?»
«Un uomo, o più di un uomo.
In confronto, le leggende incutono meno terrore.» aveva chiuso dietro di se la porta andandosene.
Anastasia dubbiosa si era seduta su una di quelle vecchie panche polverose e aveva iniziato a fantasticare come di consueto.
Pensava spesso a Mike e anche a Simon, aveva l'anima pesante perché si sentiva in colpa.
Pensava di aver fatto un torto, aveva supposto che l'incontro con lo scrittore più famoso di Float Hall avesse frantumato in mille pezzi quel rapporto d'amore platonico tra lei e Simon.
Anastasia però non sapeva da che parte stare.
Anche se con Nelson nulla era iniziato, comunque provava un'attrazione forse solo fisica mentre quella del barista era tutt'altra cosa.
I suoi pensieri erano stati interrotti da un uomo alto e robusto, con una pila di oggetti tra le mani.
«Tieni» aveva lanciato verso Anastasia una ricetrasmittente.
«Per accenderla devi premere quel tasto lì, color arancione sulla destra»
E così la noiosissima lezione iniziò.

Nel frattempo che Anastasia tentava di apprendere il più possibile per scampare alla morte, la mattinata alla libreria continuava con successo per Mike Nelson.
Molte persone accorsero al suo incontro, dai bambini agli anziani, era una sorta di supereroe che tutti ammiravano ma che in fondo l'unica speranza erano nient'altro che la sua parola.
Lui era fiero di far sorridere e rincuorare persone che avevano perso dei cari anche se il dolore poteva essere straziante e indelebile nel loro animo, proprio per questo iniziò a investigare promettendo di farla pagare a quel bastardo.

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