Capitolo I
Anastasia stava entrando in casa con non poca difficoltà.
Due enormi buste della spesa le impedivano di inserire la chiave nella serratura e se avesse solo posato queste a terra, il loro contenuto avrebbe potuto spargersi irrimediabilmente lungo tutto il pianerottolo.
Dopo qualche gemito di fatica, la ragazza finalmente era riuscita ad entrare nel suo piccolissimo e a dir poco vecchio appartamento.
Ella nonostante i muri dalla carta da parati risalente ad un tempo ancora non identificato e qualche altra pecca, si accontentava e a dirla tutta non le dispiaceva.
Lavorava come cassiera e con il suo misero stipendio, quello era il meglio che poteva permettersi quindi preferiva non lamentarsi.
Anastasia aveva solo ventiquattro anni e a soli diciannove, decise di lasciare i propri genitori e spiccare finalmente il volo verso delle migliori opportunità.
Era piuttosto stanca di vivere ancora sotto le cure dei propri parenti, desiderava l'indipendenza economica e "vitale" che tanto sognava da tempo.
Ebbene a Middleware, le sue giornate erano ancora più tristi rispetto a quelle che trascorreva in precedenza. Forse l'unica cosa positiva trovata in quella cittadina era Simon, un tipo tutto strano che lavorava al bar di Zoe.
Anastasia lo trovava molto affascinante nonostante quest'ultimo fosse un semplice ragazzo quasi del tutto inosservato.
Era magro e alto, dai capelli rossi e gli occhi castani; uno sorriso spontaneo e quella barbetta incolta che ella tanto adorava.
Oltre la sua meravigliosa capigliatura, o almeno era questo ciò che sosteneva la ragazza, Simon era gentile e premuroso nonostante fosse invisibile a tutto e a tutti, solo un povero ed insignificante ragazzo.
Uno dei pregi di Anastasia era proprio questo: era in grado di cogliere nelle persone delle caratteristiche che rendevano quest'ultime speciali, apprezzandone le particolarità.
Dopo un via vai per la casa, si era finalmente seduta sul divano e aveva acceso la sua amata tivù tra uno sbuffo e un "che noia".
Mentre sgranocchiava rumorosamente delle patatine alla paprika, faceva zapping; fin quando il notiziario, aveva attirato la sua attenzione per un attimo.
Parlavano proprio di Middelware:
«Da quando in qua questo paesino sperduto viene considerato dal notiziario regionale?» pensava incuriosita.
«Gentili telespettatori, oggi discuteremo uno degli argomenti più discussi in quest'ultimo periodo.
Middelware, cittadina poco distante dal capoluogo Float Hall.
Si tratta del così detto "Mistero di Golden Lake" che conta più di settantotto sparizioni in soli sei mesi.
Di cosa si tratta?
La polizia ha chiesto aiuto alla popolazione di Middleware e dintorni proprio per scoprirlo.
Se volete partecipare alle investigazioni chiamate il numero 280503, dove potrete avere maggiori informazioni per quanto riguarda anche una vincita in denaro.
Passiamo la linea alla nostra inviata...» Anastasia abitava ormai da tempo in centro ma nonostante ciò, non aveva mai sentito parlare di tutto questo.
Un senso di inquietudine pervadeva la ragazza, si chiedeva chi si stesse nascondendo dietro Golden Lake.
Aveva lasciato in fretta e furia l'appartamento, cercando di dirigersi il più velocemente possibile alla stazione di polizia.
Avanti sempre dritto, sinistra, sinistra, sempre dritto, destra e infine a sinistra.
Eccola lì la stazione, tappezzata da ogni sorta di cartello o manifesto, dai colori più o meno sgargianti.
«Mmh...attrae a dir poco l'attenzione» pensava Anastasia aprendo con cautela la porta.
Gli sguardi gelidi di alcuni poliziotti l'avevano pietrificata ma nonostante ciò continuava a camminare verso una scrivania adibita appositamente a quel caso.
«Buongiorno» sospirava una donna dai capelli corti e neri.
«Salve, sono qui per ricevere informazioni per quanto riguarda Golden Lake»
«Ha bisogno di informazioni? In questi ultimi mesi si è parlato solo di Golden Lake e lei mi chiede informazioni?» quell'affermazione stava irritando non poco Anastasia.
«Mi scusi, so cosa è successo e mi dispiace, ma vorrei sapere qualcosa in più... la vincita in denaro, la partecipazione alle indagini e le varie audizioni»
«Ecco una brochure informativa, un volantino, un libricino, e sopratutto deve leggere questo bestseller pubblicato su Golden Lake per saperne di più»
«Ah, se vuole partecipare alle audizioni è in tempo, sono appena iniziate» aveva infine aggiunto la segretaria.
Anastasia quindi con una pila di oggetti tra le mani, seguiva la donna verso l'ufficio del commissario.
«Buongiorno signorina»
«Buongiorno a lei, sono qui per partecipare alle audizioni per Golden Lake»
«Cosa ne pensate di questa iniziativa della polizia? Lo chiediamo ad ogni nostro volontario» aveva sul volto un sorrisino falso, nessuno aveva più un briciolo di pazienza e ne tantomeno di buona volontà.
L'iniziativa era partita con un gran spirito patriottico o quel che sia, ma in realtà risultava solo una macchina "turistico-economica".
«Positiva ma al contempo, mi permetta, la cosa più amorale di sempre. Audizioni, vincite in denaro, bestseller, mi dica... cos'è? Chi vuol esser milionario?» affermava con una certa decisione la ragazza.
«Cos'è venuta a fare allora? Vuole iniziare a rinfacciarci situazioni che una ragazzina come lei non può neppure decifrare?»
«Ero semplicemente curiosa e non solo speravo di sapere di più senza risultare un egoista, volevo contribuire, volevo salvare delle persone sperando che non siano già morte e sepolte » Anastasia era fredda nonostante dopo tutto ciò che il commissario le aveva detto.
«Bene, allora partiremo domani con le indagini, alle dieci in punto qui alla stazione di polizia» e così la bella ragazza era stata cacciata fuori senza alcun preavviso con un fardello in più da portare sulle spalle: avere la responsabilità di trovare e riportare a casa delle persone sperando che queste non siano morte.
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