Chapter 7.
|linguaggio!scurrile| |angst|
<< Spiegami per l'ennesima volta il motivo di tutto questo. >>
Natsu sbuffò, mandando gli occhi al cielo. Era pomeriggio inoltrato, e il tramonto era ormai alle porte. L'orario scolastico era appena terminato e lui aveva pensato bene che andare a casa e rilassarsi, gli avrebbe fatto venire idee migliori su come iniziare a mettere in atto quello che chiamava "piano malefico di riconquista". Purtroppo per lui, Lisanna non era stata dello stesso avviso.
Appena suonata l'ultima campanella, l'albina lo aveva afferrato per un braccio e lo aveva trascinato chissà dove per qualche minuto, evitando persino che Natsu salutasse gli amici. E per quanto riguardava questi ultimi, lui non se l'era presa affatto per la notte precedente. Sapeva che i suoi amici volevano proteggerlo, che non intendevano farlo soffrire di proposito, motivo per cui li aveva perdonati e si era comportato come se non fosse successo nulla. Non aveva detto niente riguardo suo padre: solo Lisanna ne era a conoscenza. E l'albina era anche l'unica a sapere del suo piano di riconquista nei confronti di Lucy. Certo, non aveva ancora elaborato un vero e proprio schema del male, ma c'era pericolosamente vicino.
Per questo, quando Lisanna lo aveva trascinato in una vecchia videoteca, Natsu si era chiesto se la ragazza avesse ancora tutte le rotelle al posto. Il locale era piccolo con le pareti colorate di un blu acceso, ma all'esterno campeggiava un'enorme scritta dai caratteri rossi e brillanti, esattamente come se l'insegna fosse stata da poco sostituita. Dentro, gli scaffali erano completamente pieni di vecchi DVD, ma c'era addirittura la sezione per i film più nuovi, quelli che da poco tempo erano usciti al cinema. I colori erano sgargianti, le luci a led un po' troppo forti e nell'aria c'era un forte odore di caffè, ma Natsu non se ne lamentò.
Quel posto gli ricordava molto l'infanzia, quando suo padre prendeva per mano lui e Zeref – ancora molto piccoli – e li portava a scegliere la cassetta che preferivano. Riusciva ben ad immaginarsi tra le file di scaffali a rincorrere il fratello e poi andare a cercare Igneel insieme, giocando a tana. Ma quello non era certamente il momento per perdere tempo a quel modo, e né lui né nessun altro era più piccolo. Natsu si voltò verso Lisanna, il volto che lasciava ben intendere quanto si stesse spazientendo. << Lis, mi spieghi che stiamo facendo qui? >>
<< Oh ma insomma! >> esclamò la ragazza. Delle confezioni le caddero a terra, producendo un gran fracasso. Natsu notò con la coda dell'occhio una signora paffuta sulla quarantina guardarli e chiamarli vandali. Avrebbe tanto voluto risponderle, ma sapeva che non era una grande idea mancare di rispetto a qualcuno, a maggior ragione se non si conosceva. E poi aveva problemi più grandi a cui pensare. << Vuoi riconquistare Lucy, sì o no? >>
<< Non credo di poter mettere in atto la mossa del cinema con lei. Sai com'è, rischieremmo di regalare un patrimonio culturale al proprietario della sala cinematografica. >>
Lisanna buttò gli occhi al cielo e l'attimo dopo s'incamminò verso una delle tante sezioni. La cartelletta le sbatteva insistentemente contro le gambe nude e Natsu notò qualche ragazzo sbavarle dietro come se fossero dei predatori. Procedette immediatamente a raggiungerla, cercando di evitare che qualche malintenzionato arrivasse prima di lui. Cielo, non poteva neanche uscire che qualcuno le metteva subito gli occhi addosso. Natsu era ben conscio del fatto che Lisanna sapesse difendersi da sola, ma la prudenza non era mai troppa, specie con sconosciuti che si affermavano solo all'apparenza. Nessuno di loro aveva mai sentito parlare di carattere? E poi, in tutta onestà, Natsu aveva preso sin troppo a carico il ruolo di fratello maggiore protettivo. Certo, Lisanna aveva Elfman, ma l'omaccione non stava mai in giro troppo a lungo e soprattutto non nei posti che la sorella minore frequentava.
<< Non ti stavo dicendo di portarla al cinema, ma di portarle qualche DVD e vedere qualche film insieme >> disse lei. Aveva incrociato le braccia sotto al petto, e lo osservava con un cipiglio spazientito. Stava sbattendo insistentemente un piede per terra, e Natsu si chiese mentalmente se fosse il caso di pestarglielo o che si accorgesse da sola che dava altamente fastidio. Optò per la seconda: di certo non voleva morire per mano di Lisanna e a una così giovane età.
Sbuffò, osservando stancamente la sezione vicino la quale si era fermata la sua migliore amica: film d'amore. Va bene, Lucy era una ragazza come le altre, ma ciò non voleva dire che le piacessero per forza i film romantici. Magari apprezzava le commedie, o i film d'azione, o qualche altro genere che nessuno tirava mai in ballo, tipo gli horror. Ma non era quello il punto, visto che il problema principale non era il film, bensì l'atto di entrare nelle sue grazie. << Il giorno in cui ti accorgerai che non mi farebbe entrare in casa neanche sotto tortura, dovremmo farti una festa >> disse, l'evidente tono di scherno che si faceva largo senza che lui potesse controllarlo. Era sempre bello prendere in giro Lisanna, ma Natsu sperava inconsciamente che un giorno avrebbe potuto farlo anche con Lucy. Si sapeva da secoli ormai: prendere in giro la propria cotta, era sempre mille volte più divertente che farlo con qualcun altro.
E in quel momento, Lisanna provò di non riuscire a stare al gioco. << Stai dicendo che sono stupida? >> chiese, l'occhio destro che sembrava avere un tic nervoso. Sembrava proprio che l'azzurro cristallino stesse assumendo le descrizioni di un mare in tempesta. Lisanna sembrava chiaramente infastidita e pronta a scaraventargli contro non solo qualche DVD, ma l'intera sezione d'amore della videoteca.
Natsu indietreggiò, chiaramente allarmato. << Oh tutti sanno che nella scala di intelligenza, "diversamente intelligente" viene subito prima di "stupida" >> disse, la voce un po' tremante e il cuore che rimbombava nel petto come un macigno. Purtroppo Lisanna non la prese affatto come una consolazione – segretamente Natsu sperava che lo lasciasse in pace – perché sembrò infervorarsi ancora di più.
<< Il calcio nelle palle lo vuoi ora, o dopo? >>
Natsu alzò le mani, come in segno di resa. La sua migliore amica poteva risultare davvero terrificante, a volte. Certo, nessuno avrebbe mai potuto battere Erza, ma anche Lisanna non scherzava. << Eddai Lis, scherzavo. >>
Lisanna sospirò, tornando a voltarsi verso lo scaffale, intenta a leggere e poi scegliere qualcuno dei titoli esposti. << Hai detto che la sua servitù sembra essere dalla tua parte, pensavo potessi sfruttare la situazione e farti aprire la porta. >>
Natsu si sentì colpire dalla realizzazione: la ragazza aveva ragione. In varie occasioni, seppur ben più nascosta del previsto, Virgo aveva dimostrato di approvare la nascente relazione. Più di una volta, guardando con la coda dell'occhio, Natsu aveva beccato la giovane cameriera fissarli con un sorriso stampato sulle labbra. Ma non era certo l'unica: anche il capo delle guardie, Loki, si era dimostrato dalla sua parte. E prima che potesse accorgersene, il piano di attacco si era ben formato nella sua mente: Loki lo avrebbe fatto passare dal giardino senza che Lucy lo vedesse, e Virgo gli avrebbe aperto la porta. Natsu si sentì immediatamente un genio. Alzò le braccia al cielo per l'entusiasmo, facendo capitolare un sacco di dischi di vinile appesi lì vicino, che andarono in frantumi. E che diamine ci facevano quelli, in una videoteca?
<< Natsu, sei un'idiota! >> esclamò Lisanna. Il volto di entrambi venne attraversato da un brivido e gli occhi azzurri della ragazza si scurirono al putiferio, accendendoli di una colorazione simile a un cielo nuvoloso. << E ora chi lo paga questo disastro? >>
I vinili si erano frantumati sul pavimento color blu cobalto in tante schegge di nero assoluto, creando la buffa imitazione di uno specchio andato in pezzi. Numerose persone si erano voltati ad osservarli, chi con le mani alla bocca, chi con uno sguardo di disappunto, e altri, come la signora di poco prima, che aveva urlato al vandalismo. Ma a Natsu non importava: aveva finalmente trovato una soluzione che lo soddisfacesse, un piano perfetto da mettere in atto il prima possibile. Sapeva che con ogni probabilità Lucy aveva bisogno dei suoi spazi, ma lui non riusciva più a starle lontano. C'era qualcosa di totalmente estraneo al legame di anime gemelle che continuava a volerlo trascinare verso di lei.
Si voltò verso Lisanna, il volto piegato in un sorriso che stava già iniziando a fargli male ai muscoli del viso. << Tu >> esclamò velocemente lui. Iniziò ad incamminarsi verso l'uscita facendosi largo con gomiti e ginocchia, mentre dall'altra parte del locale, la voce infervorata del proprietario gli arrivava dritta ai timpani come un campanello d'allarme. << Io devo andare in un'altra videoteca. Ci vediamo, Lis, e buona fortuna. >>
<< Stronzo, torna immediatamente qui! >> disse lei, ma Natsu la ignorò. Con un risata sgattaiolò fuori dal locale, lasciandosi dietro Lisanna che continuava ad inveire contro di lui.
**
Natsu doveva ammettere che la ricerca del film perfetto non era stata una cosa da poco, soprattutto se non conosceva i gusti di Lucy. Si diede dell'idiota mentalmente, pensando a quante opportunità aveva avuto di chiederlo alla diretta interessata, oppure a Virgo. E in quel momento, mentre andava verso la villa maledetta con le mani piene di DVD, Natsu si sentì ancora più stupido. Aveva immediatamente scartato l'idea del computer con Netflix, e il motivo era alquanto semplice: Lucy non si sarebbe mai avvicinata a lui. C'erano alte probabilità che lo sbattesse fuori casa non appena lo avrebbe individuato nel suo soggiorno, in quanto non c'era motivo, per lei, di star lì volutamente.
Così aveva pensato di approfittare del lettore DVD presente in casa, piazzarsi sul divano e pregare che Lucy palesasse la sua presenza senza dare di matto. C'erano possibilità minime che non accadesse, ma un uomo poteva sempre sperare nella dea bendata e pregare che, per una volta nella propria vita, le cose andassero bene. Non capitava tutti i giorni di voler sedurre una portatrice di maledizione! E per quanto riguardava i suoi sentimenti, Natsu doveva ammettere che se all'inizio era rimasto abbagliato dalla bellezza di lei, col tempo aveva iniziato ad apprezzarne anche il carattere. L'aspetto fisico era sceso in secondo piano, lasciando il posto alla totale ammirazione di quella che era la ragazza più dolce che aveva mai conosciuto. Natsu dubitava che chiunque avrebbe notato il modo in cui Lucy socchiudeva gli occhi quando sorrideva; il modo in cui si portava la mano alla bocca quando iniziava a ridere, o la fossetta che si formava al lato della guancia quando era felice. Secondo accurati studi, quello era sintomo di una cotta.
Natsu non aveva mai dubitato del fatto che Lucy potesse arrivare a piacergli, ma nutriva qualche preoccupazione sul contrario. Sin dall'inizio lei non era stata molto collaborativa e ora, avendo scoperto che il padre di lui era la statua tenuta chiusa in una delle stanze della villa, poteva andare solo peggio. Natsu non gliene faceva una colpa, e non era arrabbiato con lei o con nessun altro: suo padre aveva salvato una vita, e Lucy era stata vittima di un incidente che avrebbe potuto ucciderla quando era molto piccola. Con l'aiuto di Lisanna, aveva in programma di fare ricerche e spezzare la maledizione, sperando che questa si annullasse anche sugli oggetti che ne avevano subito gli effetti, compreso suo padre. Anche se, a dirla tutta, dopo lo scherzo di ore prima, dubitava che l'albina volesse ancora aiutarlo. Forse sarebbe dovuto tornare indietro strisciando sulle ginocchia, ma l'idea di avere un piano per conquistare Lucy lo aveva gasato così tanto, che aveva accantonato il problema Lisanna per una volta successiva.
Natsu rabbrividì al pensiero e i DVD tremarono pericolosamente, rischiando di scivolargli dalle mani e finire per terra. Lisanna poteva essere terrificante con le sue vendette, e Natsu era certo di non potersela scampare, non quando le aveva fatto pagare un conto probabilmente molto salato. Sospirò, puntando lo sguardo verso l'alto e notando di essere vicinissimo a casa di Lucy. Era quasi sera ormai, il fresco era tornato e il vento leggero gli scivolava tra i capelli color ciliegio in fiore come una carezza. Il cielo era già punteggiato dalle prime stelle, segno che a breve la gente sarebbe uscita da lavoro e avrebbe popolato le strade. Natsu correva il rischio di essere visto e sapeva bene che chi si avvicinava alla villa maledetta veniva visto di malocchio, eccezion fatta per quelli che volevano vandalizzarla, ovvio. Sarebbe stato costretto a nascondere le sue visite, ma non dubitava che Loki, la guardia personale di Lucy, chiudesse un occhio e lo facesse entrare di nascosto.
Natsu si incamminò verso l'angolo segreto, passando sul retro della villa e accertandosi di non essere visto dalle famiglie che abitavano in quartieri limitrofi. La porta era nascosta ma semi aperta, quasi come se qualcuno l'avesse lasciata a quel modo appositamente per lui. Sorrise, cercando con attenzione di non scivolare e spargere i DVD sul prato. L'aria era stata terribilmente calda quegli ultimi giorni, facendo avvizzire l'erba vicino al cancello e nascosta da occhi esterni. Natsu sentì lo scricchiolio sotto le proprie scarpe, e provò con tutto se stesso a non fare rumore, ma sembrava impossibile. Il cancello cigolò rumorosamente, facendo appuntare al ragazzo di dire a Loki di mettere un po' di olio sui cardini. Entrò velocemente nel giardino, facendo attenzione a non rovesciare ciò che portava in braccio. L'aria odorava di erba tagliata, limone e il familiare profumo alla vaniglia di Lucy.
Natsu si voltò, sentendo l'emozione e le palpitazioni crescere nel proprio petto, facendolo sentire come un bambino euforico durante il primo giorno di scuola. Il viso gli faceva male da quanto stava sorridendo, ma la felicità sparì immediatamente quando si rese conto di non essere il solo in quel giardino. Le guardie del corpo di Lucy erano lì, mani alle armi e occhiali da sole scuri inforcati sul naso, dando l'impressione di essere sul set di Men in Black, o qualcosa che ci andasse pericolosamente vicino. Natsu sentì il cuore schizzargli in gola e trattenne il fiato, almeno fino a quando gli uomini non abbassarono le armi. Per un attimo confuso, il ragazzo riuscì a notare la figura di Loki imboscata tra le altre. Questo gli stava indirizzando un sorriso di incoraggiamento, mentre uno delle guardie gli si avvicinò, prendendogli di mano i DVD e dirigendosi verso la villa, sparendo oltre la porta di ingresso.
Sapeva che Loki era dalla sua parte – del resto, il ragazzo gli aveva detto più volte di non rinunciare a Lucy – ma fino a quel momento non lo aveva mai visto disobbedire così apertamente. Quella di Loki e Virgo non era una cattiveria: parlando con loro, Natsu aveva scoperto che durante il corso della propria vita, Lucy non era mai stata veramente felice. I due collaboratori avevano preso seriamente la missione di garantire la felicità nella loro giovane padrona, e avevano visto questa possibilità nell'anima gemella della ragazza. Natsu li aveva ringraziati una miriade di volte per la loro fiducia, stabilendo che un giorno o l'altro li avrebbe ricompensati. Loki e Virgo non sembravano averlo preso sul serio – come sempre accadeva quando un diciottenne o un minorenne promettevano mari e monti – ma Natsu era contento che almeno si fidassero di lui per un compito così importante.
Imboccando tutto il coraggio e la determinazione che possedeva, il ragazzo seguì la guardia verso l'ingresso, bussando di poco per chiedere il permesso, ma entrando comunque nonostante non avesse ricevuto risposta. L'ambiente del soggiorno era familiare come sempre, e in quella stanza il profumo di vaniglia e fragola di Lucy era ancora più forte. Natsu prese un respiro profondo, incamerando quanta più aria possibile e inebriandosi di quel dolce odore: sembrava di essere a casa.
Quando si sentì un fracasso provenire dalle cucine, il ragazzo alzò lo sguardo in quella direzione. Virgo uscì dalla stanza tutta impettita e brandendo in mano una padella, l'espressione corrucciata ma pronta a combattere. Per un attimo, Natsu pensò che la giovane cameriera avesse cambiato idea sul suo conto, ma non appena lo riconobbe, il viso di lei si rilassò, lo salutò e sparì nuovamente in cucina. Natsu tirò un sospiro di sollievo: era bello avere delle persone che contavano su di lui a quel modo. Ma avere qualcuno che conosceva Lucy da una vita e si era fidato subito di lui, era ancora più appagante.
Si diresse verso il tavolino del soggiorno, incontrando i DVD che la guardia aveva aiutato a portare dentro. Li sparse sulla superficie e si accucciò a terra, incerto su cosa far ricadere la prima scelta. Davanti aveva diversi titoli che andavano da The Notebook a I am Legend, con un'ampia scelta di genere.
<< Vedo che non ti arrendi mai >> si sentì dire, ma Natsu avrebbe potuto riconoscere quella voce ovunque. Sentì il cuore mancare un battito, e tutto attorno a lui parve rallentare: la dolcezza del tono era ancora lì, ma era contornata da una vena di esasperazione e incredulità. Nessun fastidio, pensò Natsu con un sospiro: gli era andata di lusso.
Si voltò, rimanendo come al solito con il fiato sospeso: Lucy era davanti le scale che portavano al piano di sopra, succinta in un vestitino color oro che le arrivava poco sopra le ginocchia. Aveva l'aria imbronciata, quasi come se, con la stessa innocenza che avevano i bambini, si fosse appena resa conto che le sue parole erano state gettate al vento. Quel giorno aveva delle mollette dorate a tenerle fermi i capelli indietro, ma erano comunque sciolti e liberi sulle spalle. C'era un leggero rossore a imporporarle le guance e Natsu si chiese se non fosse perché, in fondo al cuore, anche lei era felice di vederlo.
Lui si sentì esplodere il petto dalla gioia, mentre il cuore iniziava a battere furiosamente nella cassa toracica. Le era mancata nonostante fosse passato poco tempo, ma il loro ultimo incontro non era stato roseo e si erano lasciati malamente, dando a Natsu l'impressione che fossero passati anni dall'ultima volta che l'aveva fatta ridere. Era certo che quel giorno l'avesse fatta piangere, e non se lo sarebbe mai perdonato. Si alzò di scatto, le gambe che agivano prima ancora che lui potesse formare un pensiero coerente. Lucy indietreggiò di poco, ma ben presto si rese conto che dietro aveva le scale, e alla fine Natsu la raggiunse. La prese per la vita, attirandola a sé e affondando il viso tra i capelli di lei, inebriandosi di quel profumo che oramai lo aveva circondato. Sentì Lucy che inspirava forte, che prima si irrigidiva sotto al suo tocco e poi iniziava a tremare, mentre le mani di lei scendevano febbrili ad allontanarlo di poco, quasi volesse salvarlo da morte certa. La sentiva agitata contro di sé, certo che gli occhi color cioccolato di Lucy stessero cercando di osservare con cura ogni centimetro di epidermide che lui aveva esposto. E d'altro canto, Natsu sentì i suoi vestiti cambiare, diventare freddi e pesanti contro la pelle, ma non successe altro.
Lucy trattenne il fiato, e poi espirò forte. Le mani di lei si fermarono, tremanti, e poi risalirono verso il collo di Natsu, aggrappandocisi e stringendo forte quasi cercasse di tirarselo più vicino. Lui sorrise, conscio che ora anche Lucy aveva capito: potevano toccarsi, su di lui la maledizione non aveva alcun effetto. E poi la sentì singhiozzare, il viso di lei completamente affondato nel suo petto, mentre la divisa scolastica perlata di uno strato d'oro improvvisamente veniva bagnata da calde e salate lacrime. Lucy stava stringendo il colletto della camicia tra le dita, ma era come se non fosse intenzionata a lasciarlo e Natsu capì immediatamente il perché: lei aveva passato quasi tutta la vita ad evitare gli altri, a misurare le proprie azioni per paura di sfiorare anche solo per sbaglio gli altri e condannandoli a morte certa. E ora che poteva finalmente toccare qualcuno, per Lucy doveva essere qualcosa di straordinario, un vero e proprio miracolo. Natsu la strinse maggiormente a sé e con una mano le massaggiò la schiena, cercando di farla calmare.
Con la coda dell'occhio, vide che Virgo era sulla porta della cucina, una mano alla bocca e gli occhi sgranati, increduli e lucidi. Stava piangendo anche lei e sorrideva per la commozione. In quella casa, tutti avevano perso le speranze che il futuro di Lucy potesse essere roseo, ma ora era nata una nuova fiamma, e questa, se possibile, avrebbe bruciato persino quel destino infausto.
**
<< Oh si è addormentata. >>
Natsu sospirò, sorridendo tra sé e sé a quella vista e incassando il corpo nel divano. Dopo lo sfogo durato più a lungo del previsto, alla fine Lucy aveva rivolto lo sguardo verso di lui, gli occhi ancora imperlati di lacrime e aveva sorriso raggiante. << Grazie >> gli aveva detto, la voce tremante e i singhiozzi che continuavano a sconquassarle il corpo << Grazie per non aver rinunciato. >>
Dopo aveva cercato di farla ridere, raccontandole tutte le battute più belle che aveva letto durante gli anni. A un certo punto era arrivato a parlarle dei suoi amici, ma non le aveva detto che ora erano quasi tutti contrari al fatto che si vedessero. Li aveva accennati, oppure aveva raccontato eventi divertenti ma ordinari che erano accaduti a scuola, e poi si era soffermato a parlare di Lisanna, accennando a quanto la sua migliore amica lo stesse aiutando. Lucy aveva subito preso in simpatia la giovane albina, arrivando a chiedergli se volesse presentargliela. << E' la tua amica di infanzia >> le aveva detto lei con un sorriso sulle labbra << vorrei conoscerla. >>
Natsu non si era rifiutato. Da un lato, l'idea che Lucy e Lisanna diventassero amiche lo elettrizzava come poche altre cose al mondo, mentre dall'altro lo terrorizzava: era certo che l'albina avrebbe colto anche la più piccola occasione per metterlo in imbarazzo. E poi quella non era certo la prima volta che la ragazza le chiedeva di conoscere Lisanna. Lucy sembrava entusiasta all'idea di avere qualcun altro con cui parlare, e Natsu, vedendola felice e con quelle adorabili fossette che si formavano ai lati della bocca, non aveva avuto il coraggio di replicare. Non le avrebbe mai impedito di fare amicizia, anche se gli sarebbe costata la reputazione per i prossimi dieci anni o più.
Durante quella conversazione si erano seduti sul divano insieme e questa volta Natsu si era premurato di non lasciare spazio tra loro. Lucy era arrossita, le guance che si imporporavano vistosamente e le dita che tremavano. L'aveva vista stringersi le mani in grembo, quasi come se il dolore delle unghie conficcate nei palmi potesse aiutarla a calmarsi. E a quella vista, Natsu si era dato mentalmente dell'idiota. Semmai Lucy gli avesse concesso di essere ufficialmente il suo ragazzo, lui avrebbe dovuto andarci piano, essendo quella la prima relazione di lei. Non che lui ne avesse avute negli anni passati, ma sapeva benissimo come ragionavano tutti i ragazzi della sua età e oltre, ed era consapevole che, nonostante fosse stata chiusa in casa, anche Lucy lo sapesse. Non voleva rischiare di spaventarla forzando le cose o andando troppo veloce.
Le aveva sorriso con dolcezza e poi le aveva indicato i DVD che erano stati abbandonati sul tavolino posto davanti al divano qualche ora prima. Lucy lo aveva guardato con un po' di sospetto, ma l'attimo dopo sembrava aver dimenticato ogni cosa e si era lasciata scivolare via dal divano e sul tappeto, creando un piccolo cerchio d'oro sotto di sé. Si era allungata sul tavolo, osservando i titoli con curiosità, mentre Natsu cercava di guardare oltre le spalle di lei per capire in anticipo cosa avrebbe scelto. Non c'era stato modo di prevederlo, ma all'improvviso Lucy si era voltata verso di lui con la scatola del DVD tra le mani, mentre osservavano entrambi quasi rapiti la confezione venire ricoperta da un leggero strato d'oro. E lei era arrossita e si era scusata, quasi sentendosi in difetto. Natsu le aveva sorriso, sfilandole di mano la custodia e provando comunque ad aprirla per leggere il titolo del film sul CD. Quando ci riuscì, Natsu poté notare che Lucy aveva scelto una commedia romantica.
E dopo quelli che erano parsi minuti interminabili, finalmente erano riusciti a mettere il film e rilassarsi sul divano insieme, quasi fossero una coppia a tutti gli effetti. Ed ora erano ancora lì, Natsu che ridacchiava piano con una Lucy addormentata al proprio fianco, la testa di lei poggiata sulla sua spalla in un completo abbandono. Solo in quel momento, lui riuscì a notare i cerchi scuri sotto agli occhi di Lucy, segno di una notte insonne. Il viso di lei era pallido e smunto, le labbra di un leggero colorito rosa che appariva malato. Natsu sentì la rabbia crescergli dentro, ben conscio che quella fosse – almeno in parte – colpa sua e della sua stupida boccaccia. I pensieri dovevano averla stremata così tanto, si disse, che probabilmente la notte non aveva chiuso occhio.
Forse avrebbe dovuto farla divertire di più, pensò con un sorriso a imperlargli le labbra: uno dei suoi soliti scherzi le avrebbe sicuramente risollevato il morale. Natsu si sporse di poco verso il lato opposto del divano, facendo ben attenzione a non svegliare Lucy. Afferrò con dimestichezza lo zaino scolastico – troppi libri per poterci mettere dentro i DVD – e aprì immediatamente una delle tante cerniere, tirandone fuori un pennarello indelebile. Quello era uno dei suoi scherzi preferiti: disegnare sui visi dei suoi amici addormentati. Di solito, Gray e Lisanna finivano sempre per colpirlo, ma era certo che invece Lucy avrebbe riso. Svitò il tappo con cura, avvicinandosi senza troppa fretta al viso immacolato della ragazza accanto a sé, incerto se iniziare a disegnare prima i baffi oppure infoltirle le sopracciglia, ma subito dopo la realizzazione lo colpì come un pugno in pieno in viso: se l'avesse toccata con quell'oggetto, il pennarello si sarebbe tramutato in oro, o avrebbe semplicemente prodotto inchiostro dorato?
Era quasi vicino alla soluzione del suo enigma, quando una suoneria lo fece sobbalzare, quasi rischiando di sollevare Lucy nel contempo. Si infilò velocemente la mano in tasca, tirando fuori il telefono e premendo il tasto di risposta, ignorando completamente lo schermo per vedere prima chi ci fosse dall'altra parte della linea. Era inutile cercare di scoprirlo: chiunque fosse, non appena ci avrebbe messo le mani addosso sarebbe finito all'altro mondo di corsa. Natsu odiava essere interrotto durante uno dei suoi scherzi, soprattutto se stava cercando di tirarne fuori un'arma micidiale. Se si trattava di Lucy poi, le cose si mettevano ancora peggio.
<< Idiota, dove sei finito? >>
La voce dall'altra parte del telefono sembrava parecchio infastidita, ma Natsu non ci mise molto nel riconoscerne il tono di Gray. Il ragazzo si allontanò l'oggetto dall'orecchio, quasi incerto di aver sentito bene. Quella mattina, il corvino e gli altri avevano fatto finta che la conversazione della notte precedente non fosse mai accaduta, ma in compenso non lo prendevano più in giro parlandogli di Lucy, o chiedendogli se avesse fatto progressi. Era stato come tornare indietro nel tempo a quando Natsu non aveva ancora trovato la sua anima gemella, quando cercava di evitare qualsiasi ragazza i suoi amici cercassero di presentargli. E lui aveva provato un enorme fastidio nei loro confronti: Lucy era lì, viva e vegeta ed era la sua anima gemella, loro dovevano solo accettarlo. << Gray, sono impegnato >> disse, cercando di apparire il più naturale possibile. Abbassò la voce fino a farla divenire poco più che un sussurro, non volendo svegliare Lucy. La ragazza aveva la testa poggiata sulla spalla di Natsu, quasi ne stesse traendo calore, un sorriso a incorniciarle le labbra, e i pugni stretti sulla divisa scolastica. Lui riusciva a sentire il tepore emanato dal corpo di lei, le dita che si aggrappavano fermamente sia alla stoffa che al muscolo del braccio.
<< Guarda che il progetto scolastico non si farà da solo, e io non intendo scrivere anche la tua parte. Muovi il culo, idiota, non ho tutta la serata da buttare per te. >>
Natsu sospirò, ben conscio di aver dimenticato quel piccolo quanto fastidioso dettaglio. Quella mattina, la professoressa aveva ben pensato di affidare loro un compito riguardo le leggende più diffuse nel mondo, dandogli come compagno proprio Gray. Ne era scaturita una rissa, ovviamente, ma grazie – o forse non poi tanto – ad Erza, erano giunti di comune accordo di vedersi quella sera stessa a casa del rosato. Natsu non aveva previsto che Lisanna lo trascinasse in una videoteca non appena finite le lezioni, dandogli come obiettivo riappacificarsi con Lucy. E la verità era che lui si era completamente dimenticato di Gray e di qualsiasi dovere avesse verso il sistema scolastico. Era anche vero che se l'altro era riuscito ad entrare in casa, allora voleva dire che Zeref e Mavis erano rientrati, e ciò implicava una doppia brutta notizia. A volte la sua vita era così complicata che trovava difficile non essere il protagonista di una serie tv comica: era certo che avrebbe fatto ridere in molti con le sue assurde quanto strampalate avventure. << Dammi il tempo di arrivare, ghiacciolo, o appena arrivo penserò a friggere quel tuo culo da stalker >> pronunciò. Oh quanto avrebbe voluto poterlo colpire o esprimere veramente quanto quell'interruzione lo avesse infastidito.
<< Natsu? >> Una voce soave lo chiamò, e quando Natsu si voltò, notò che Lucy aveva gli occhi semichiusi e si stava sfregando via il sonno con il dorso delle mani, facendola apparire piccola come una bambina. << Chi è? >> gli chiese. La ragazza sollevò il viso dalla spalla di lui, facendo immediatamente pentire Natsu di averla svegliata per sbaglio. Il freddo aveva già iniziato a farsi sentire, ma era come se fosse rimasta un leggera cappa di calore laddove era stata Lucy. E il suo cuore iniziò immediatamente a battere più forte a quella vista, lasciandolo con il fiato sospeso.
<< Dimmi che non sei da Lucy. >> sospirò l'altro. Natsu riusciva già a immaginarlo mentre assumeva un'espressione totalmente esasperata. << Natsu- >>
<< Ci vediamo dopo, Gray! >> rispose velocemente, non appena sentì che il ragazzo stava per dire parole poco consone. Diamine, era già diventato un casino. Si schiarì la gola, certo di aver parlato nell'incertezza, ma staccare gli occhi da Lucy era quasi impossibile. Si diede un pugno sulla coscia, cercando da solo di spezzare qualsiasi cosa lo stesse tenendo ancorato a quel divano. Oh se non si sarebbe mosso in fretta, le cose sarebbero solo peggiorate. << Lucy, devo andare >> disse. Si alzò, notando che lei era rimasta seduta, osservandolo con curiosità dal basso della sua posizione. Natsu si sentì esplodere il cuore per la tenerezza, ma afferrò immediatamente lo zaino prima che si pentisse di tutto e tornasse indietro. Le poggiò una mano sul retro della testa, avvicinando la fronte alla sua. La sentì sobbalzare sotto al proprio tocco, quasi come se fosse improvvisamente più sveglia di prima. Lui sorrise, lasciando che il calore lo investisse per l'ennesima volta nell'arco di quella serata. << Ci vediamo domani >> la salutò, mentre lei emetteva un piccolo sospiro e ricambiava il saluto.
Prima di uscire definitivamente dalla porta che conduceva all'esterno della villa, Natsu lanciò un'ultima occhiata verso Lucy, notandone il viso intristito e il leggero broncio a decorarle le labbra. Sorrise, ormai certo che, in un modo o nell'altro, anche lui era riuscito a far breccia nel cuore di lei.
**
Lucy si era rintanata nella propria stanza, aspettando pazientemente che Virgo le servisse la cena. Non aveva voglia di scendere in cucina, non dopo il pomeriggio che aveva passato in compagnia di Natsu. Fino a quella mattina era sicurissima del fatto che non potessero più stare assieme, che era pericolosa e che gli stesse recando solo dolore, ma quando lui l'aveva presa tra le braccia mostrandole che poteva vivere una vita normale, le sue difese erano crollate.
Si era allenata sin da piccola a non bramare affetto o attenzioni, ma nel momento stesso in cui si era sentita desiderata da Natsu, non aveva più resistito e si era abbandonata completamente. Le carezze di lui erano leggere e calde, esattamente come il resto del suo corpo. Lucy era rimasta sorpresa dalle riverenze che le dava, quasi fosse fatta di porcellana finissima. La prima volta che lo aveva visto, gli era sembrato il tipo capace di andare avanti utilizzando solo la pura forza bruta. E poi odorava di muschio e un po' di incenso, ma era stato come se avesse riconosciuto quel profumo, come se lo avesse sentito prima di quel momento, dandole l'impressione di essere in un luogo familiare e accogliente dopo molti anni.
Era piacevole la sensazione di essere amata, ma in qualche modo sentirla provenire da Natsu lasciava in Lucy un calore particolare, come una fiamma che, al posto di consumarla giorno dopo giorno come aveva fatto durante il corso degli anni, ora stesse crescendo di intensità col solo scopo di trarne sollievo.
Lucy sospirò, poggiandosi indietro con le braccia e osservando con aria stanca la propria stanza. Questa era interamente ricoperta da oggetti dorati, come libri, tele e pennelli. Persino il materasso era stato tramutato in un duro pezzo d'oro, ma ormai Lucy era abituata alla sensazione sgradevole che le dava l'impressione che qualcuno le stesse tirando dritta la schiena di forza. La scrivania e la sedia adiacente erano state entrambe tramutate d'oro, così come tutti i suoi vestiti nell'armadio, o i muri della stanza. Solo il tetto rimaneva immacolato, decorato con una leggera pittura rosa chiaro a tratti rovinata, e con leggere macchie di umidità nei dintorni della finestra, dove più di una volta, a causa delle sue dimenticanze, era entrata una forte pioggia. Lucy adorava lasciare il vetro aperto, godersi lo scrosciare imperterrito dell'acqua sul davanzale e sul tetto. Almeno la pioggia poteva essere libera di andare ovunque volesse, pensò, ciò che lei non aveva potuto più fare dopo aver compiuto i quattro anni.
I suoi genitori erano partiti anni prima nell'intento di scoprire se ci fosse una soluzione e scacciare definitivamente quella maledizione. Nonostante fossero stati loro a provocare le ire degli dei con il loro essere avari di denaro, Lucy non li aveva mai odiati. Tutti gli umani si trovavano deboli quando venivano posti di fronte una domanda che coinvolgesse il denaro, e anche i suoi genitori non erano stati in grado di superare la prova, condannando la loro unica figlia.
Uno scricchiolio la trascinò fuori dalla propria rete di pensieri. Posando gli occhi sulla porta, Lucy vide Virgo entrare con in braccio un vassoio. I piatti erano stati coperti per impedire che si raffreddassero, ma la ragazza riusciva a sentire il profumo della carne, mentre piccole spire di calore si levavano da sotto il coperchio. Virgo era solita indossare un completo da maid, e nonostante fosse estate oppure inverno, rimaneva sbracciata, quasi non sentisse il freddo. I capelli di un rosa violaceo risplendevano alle luci della stanza, dando l'unico tocco di colore in un luogo dove l'oro regnava sovrano.
<< Grazie, Virgo >> le disse, quando la giovane cameriera le posò il vassoio sul letto. Lucy si apprestò a togliere i coperchi, venendo investita dagli odori di carne, tempura ed erbe. Su un altro piatto, Virgo aveva depositato accuratamente un po' di frutta: uva, ma anche ciliegie e pezzi di anguria. Lucy sorrise, adocchiando uno dei frutti rossi e associandolo ai fiori di ciliegio e poi ai capelli di Natsu. Avvertì immediatamente un tepore sul petto, quasi lasciandosi trasportare in un mondo fatto di fantasie.
Virgo si stava congedando, facendole un breve inchino prima di dirigersi verso la porta. E Lucy afferrò lo stelo con appeso il frutto, portandoselo alla bocca con un gesto fluido della mano, quasi pregustando il momento in cui il succo del ciliegio le sarebbe esploso in bocca. Non successe nulla del genere. Lucy sentì qualcosa di duro, impossibile da spezzare, e le venne istintivo sputarlo via. Non voleva toccarlo: voleva vedere con i suoi occhi cosa fosse, il tuo tocco avrebbe solo potuto alterarlo. Ci fu un rumore ticchettante mentre qualcosa cadeva sul tappeto dorato e rotolava via, fermandosi ai piedi della giovane cameriera.
Virgo sgranò gli occhi, piegandosi per terra e raccogliendo ciò che era caduto: la ciliegia era divenuta una pallina colma d'oro. Ma lei non l'aveva toccata con le mani, si disse mentalmente, l'aveva solo addentata. I denti, così come le labbra e l'interno della bocca, erano le uniche parti del suo corpo che non potevano tramutare gli oggetti in oro.
Lucy sentì un fremito, rendendosi conto quasi troppo tardi che aveva iniziato a tremare. Il sangue le scorreva furioso nelle orecchie, dandole la possibilità di avvertire solo il battito agitato del proprio cuore. E non sapendo più cosa fare per eliminare ogni traccia di paura e sgomento, Lucy fece la prima cosa che le venne in mente: urlò.
*Angolino!
Buonsalve genteh! Sono riuscita a portarvi un nuovo capitolo per Golden Hours in meno di due settimane, mi sento in parte soddisfatta XD
Forse non riuscirò a riprendere i ritmi di tempo fa, ma possiamo accontentarci XD Alla fine credo che l'importante sia che la storia non venga abbandonata, anche se, in tutta onestà, il motivo del ritardo è uno solo: la NaLu piratesca che avevo promesso è alle porte, quasi pronta per sbarcare su questa piattaforma!
E ora bando alle ciance, passiamo al capitolo. Ecco reintrodotto il lato un po' umoristico della storia. Natsu ha combinato un bel casino nella videoteca e state pur cert* che Lisanna non gliela farà passare liscia!
Nonostante il piano malefico di riconquista sia andato a buon fine, Natsu si è ritrovato con un richiamo di Gray che non sembra molto contento. E come biasimarlo! Gray è preoccupato che Natsu possa finire come ferma-porte gigante, non sapendo che ormai la maledizione su di lui non funziona e che quindi è l'unico al mondo a poter toccare Lucy.
Proprio Lucy sta per affrontare un nuovo problema, riportando ancora una volta l'angst (ah queste anime gemelle, devono sempre avere la vita complicata): la ciliegia è stata sfiorata solo dai denti, ma si è tramutata in oro. Abbiamo visto che tutto ciò, in teoria, non è possibile, altrimenti Lucy avrebbe problemi persino a mangiare. Cosa sta succedendo?
Mi spaventa come io sappia scrivere meglio l'angst e l'azione, lasciando tranquillamente il cliffhanger, ma non sappia scrivere una sola scena comica come si deve! Questa ff la prendo un po' come un esperimento XD
Detto ciò, ci vediamo al prossimo aggiornamento! Un bacio,
Gaia*
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