Chapter 4.


|Warning!Angst|





Natsu sentiva un impellente bisogno di togliersi dal petto un peso enorme. Non era facile gestire una vita amorosa e una carriera scolastica, ma in qualche modo, durante la ricreazione di quel martedì mattina, Natsu zigzagò tra i molteplici tavolini della sala mensa alla ricerca della sua preda. Individuò Lisanna a un tavolo posto sul fondo, completamente affollato di gente: c'erano ragazzini del primo anno che sbavavano, quelli del secondo che lodavano Lisanna come se fosse una dea, e quelli del terzo che affermavano che non ci fosse nulla di male a correre dietro le ragazze più giovani. Natsu doveva ammettere che la sua migliore amica era tra le ragazze più belle del secondo anno, ma di certo non l'avrebbe lodata in quel modo patetico, non quando aveva lamentele in serbo per lei.

Natsu si avvicinò con passo spedito, tuffandosi nella folla di ragazzi che circondava il tavolo. Lungo la strada si prese qualche calcio o qualche gomitata, ma si premurava sempre di ricambiare con almeno il doppio della forza. Eh sì, i soldi dati alla palestra non erano andati in malora, non quando poteva facilmente battere Gajeel in un braccio di ferro.

Quando finalmente riuscì ad arrivare all'inizio della folla, Natsu constatò che Lisanna e alcune sue amiche erano in piedi, gli occhi che vagavano spaventati da un lato all'altro e il vassoio tra le mani, quasi sperando di poter identificare un passaggio per evadere. Lisanna non era mai stata il tipo che adorava essere lodata, non si era mai sentita chissà chi solo perché metà della popolazione maschile le andava dietro. Al contrario, varie volte ne era rimasta intimorita, sentendosi timida davanti a tutte quelle attenzioni. Proprio come lui, a Lisanna importava semplicemente trovare la propria anima gemella e far funzionare le cose. Entrambi non avevano mai avuto relazioni, cercando di tenersi in riserva per quando avrebbero incontrato la persona giusta. Forse poteva essere un modo primitivo di pensare, ma a Natsu piaceva, e Lisanna ne sembrava entusiasta.

Facendosi largo tra la massa di ragazzi urlanti che si bracciavano o che cercavano di rimandarlo indietro, Natsu finalmente riuscì ad allungarsi un attimo, stringendo la mano attorno al polso della sua migliore amica. La pelle liscia di Lisanna gli diede qualche problema: lui aveva la mano sudata per il troppo caldo, e per poco non rischiò di perdere la presa. Lisanna mollò il vassoio che teneva tra le mani, cercando con tutta se stessa di prestare attenzione a Natsu e a cosa volesse fare. Con la coda dell'occhio, il ragazzo adocchiò il simbolo sul polso della sua migliore amica: un fulmine.

L'improvviso ricordo di quando erano piccoli si fece spazio nella mente di Natsu, quando per la prima volta aveva notato il marchio di Lisanna e l'aveva presa in giro, sostenendo che fosse la versione femminile di Harry Potter. Scuotendo la testa per far sparire il breve ricordo, Natsu tirò Lisanna per un braccio, dando calci e pugni e gomitate per farsi nuovamente largo tra la folla. Natsu sbuffò, quasi mandando a quel paese la massa di ragazzini che ogni giorno gli rendeva impossibile parlare con la sua migliore amica.

I due fuggirono insieme non appena si liberarono, correndo a perdifiato lungo i corridoi della scuola. Natsu prese il telefono dalla tasca, osservando l'orario: la ricreazione non era ancora finita. Aveva ancora la mano stretta attorno al braccio di Lisanna mentre la trascinava via, in direzione del tetto della scuola. Quello era letteralmente l'unico posto dove avrebbero potuto parlare in santa pace senza essere interrotti. Salirono le scale di corsa, a volta inciampando, altre tenendosi al poggiamano per darsi stabilità. Quando finalmente arrivarono al luogo stabilito, Natsu fece un po' di fatica ad aprire la porta, ma quando ci riuscì, vennero nuovamente investiti dall'afa di quella mattina. Natsu si accertò che non ci fosse nessun altro sul tetto e poi tornò indietro, chiudendosi la porta alle spalle. Da quell'altezza, riuscivano a vedere l'intero cortile – munito di fiori di ciliegio non più fioriti – e persino la mensa all'aperto dov'erano poco prima.

Ma appena arrivati, Natsu non perse tempo. Si voltò serio verso Lisanna, sparando le prime parole che gli vennero in mente per contrastare l'espressione confusa della sua migliore amica. << Ho un problema enorme >>

Lisanna incurvò un sopracciglio e Natsu rimase per un attimo lì a fissarla, chiedendosi come diamine facesse: lui ci aveva provato per anni, eppure non riusciva a piegarlo a quel modo. Era una dote naturale? << Sarebbe? >>

<< Zeref vuole conoscere Lucy. >> Natsu andò dritto al punto, buttando giù un respiro profondo. Aveva fatto cenno a Lisanna di sedersi sul pavimento con lui, giusto per avere maggiore compagnia nello stendere il suo velo pietoso. Quando la sera prima Natsu era rientrato a casa consapevole dell'inferno a cui sarebbe andato incontro, la prima cosa che si era trovato davanti erano stati Zeref e Mavis seduti sul divano, un'espressione sui volti che gli aveva immediatamente riferito che stavano aspettando lui. Eppure Natsu aveva cercato di fare il più tardi possibile, certo di trovarli addormentati. Lui e Lucy avevano parlato per ore, a volte di cose normali – Lucy gli aveva chiesto come fosse andare a scuola – altre di argomenti totalmente a caso – quelli erano camerieri, servi o amici? Eppure nulla lo aveva mentalmente preparato a ciò che Zeref gli aveva riferito: sia lui che Mavis volevano conoscere Lucy.

<< E dove sarebbe il problema? >> gli chiese Lisanna in quel momento. La ragazza, ben conscia del carattere del fratello di Natsu, lo stava prendendo in giro. Natsu si era sempre divertito a scherzare con lei su quanto Mira, la sorella maggiore di Lisanna, fosse fin troppo protettiva. Ed ora ecco la sua migliore amica che cercava di riprendersi la rivincita. Momento sbagliato.

<< Oh sai com'è, pensavo giusto di portarli in uno di quei zoo liquidi, vedere se per caso Zeref riesce a mantenere l'equilibrio per una volta, o se finisce con me che torno casa con un ferma porte a forma di mio fratello. >> Lo scenario era già fresco nella mente di Natsu: lui che portava Lucy nello zoo liquido – sì, era ben consapevole che Lucy non poteva uscire, ma un uomo poteva sognare – Zeref che arrivava, inciampava sui suoi stessi piedi com'era solito fare, cadendo malauguratamente sulla bionda e divenendo all'instante una statua d'oro. Già riusciva a sentire le urla e i pianti di Mavis. Oh qualcuno doveva salvarlo prima che fosse troppo tardi, o Natsu sarebbe impazzito.

Lisanna grugnì in un modo tutt'altro che femminile, prima di corrucciare il viso in un'espressione confusa. << Zoo liquido? E che diamine sarebbe? >>

Natsu fece tanto d'occhi. << Sul serio? E' quella l'unica cosa che hai capito dalla mia lamentela? >> Come poteva Lisanna non sapere cosa fosse uno zoo liquido? Eppure c'erano stati in gita attorno la quarta elementare, vedendo tutti quei pesci che fluttuavano nelle loro vasche, creando bollicine che li seguivano. << E a proposito, grazie tante per avermi consigliato un drink che faceva a dir poco schifo. >>

Lisanna emise un verso indignato, sbattendo i piedi a terra come avrebbe fatto una bambina. << Ritira ciò che hai detto! Il cappuccino al matcha è una delle bevande più buone. >>

<< Certo, se ti mancano le pupille gustative. >>

Lisanna sgranò gli occhi azzurri, mentre metteva il broncio. Si voltò, la schiena rivolta verso Natsu pronta a marciare verso la porta a passo di soldato, palesando il suo fastidio. Il ragazzo scattò su, afferrando giusto in tempo il polso della sua migliore amica e tirandola giù. Forse lo fece con un po' troppa forza, perché Lisanna atterrò sul suo didietro, emettendo un verso dolorante e frustrato. << Oh e che cazzo! >>

Natsu non perse tempo, perché si alzò, mettendosi in ginocchio di fronte la sua migliore amica in un istante, il viso che chiedeva pietà. Il ragazzo sperò che la porta d'ingresso del tetto non si aprisse in quel momento, perché i due sembravano proprio in una posa compromettente: sembrava quasi che lui stesse chiedendo la mano di Lisanna. Rabbrividì al pensiero, tornando a concentrarsi su ciò che lo aveva spinto a farlo. << Lis, ti prego, devi aiutarmi! >>

Lisanna lo fissò con uno sguardo accusatore, il dolore che provava chiaro nel viso dopo il verso che aveva assunto. La ragazza si stava massaggiando il punto dolorante con insistenza, mentre lanciava sguardi di fuoco verso Natsu, il solo responsabile di quella sventura. << Dopo che mi hai rotto il culo? No, grazie. >>

Natsu buttò gli occhi al cielo: a volte era proprio complicato ragionare con Lisanna. << Eddai, non l'ho fatto apposta. Sono incidenti di percorso. Ricordi quando siamo andati in quello zoo liquido e un pinguino è saltato dalla vasca, atterrando su Gray? >> I ricordi delle elementari erano sempre i più belli, soprattutto quando una normale gita si trasformava in un circo mediatico. Natsu ricordava ancora il sopraccitato pinguino che rientrava nelle acque della propria vasca, così come se stesse prendendo la rincorsa, per poi saltare su, fino a sgusciare fuori. Natsu non aveva mai capito cos'era successo esattamente, perché tutto ciò che ricordava era un sole cocente, delle goccioline d'acqua che gli arrivavano addosso – alcune gli erano finite negli occhi – e quando aveva cercato di mettere a fuoco, aveva visto Gray a terra e il pinguino che scendeva allegramente dalla schiena del suo amico. Natsu doveva ammettere che aveva riso così tanto, che per un attimo aveva temuto di potersela fare sotto.

<< Ma che- Natsu, si chiama acquario >> gli disse lei, il volto ormai una maschera di rassegnazione. Lisanna si era presa la testa tra le mani, la frangetta albina che le andava a coprire i lineamenti delicati del viso.

Natsu fece spallucce, lo sguardo che toccava di poco la sua migliore amica. Non voleva assolutamente chiamarlo acquario. Perché rimanere fissi con parole normale, quando potevi crearne di nuove? << Preferisco zoo liquido. >>

Lisanna lo guardò per un attimo, completamente scettica. La ragazza sollevò un sopracciglio, quasi come a dirgli che voleva dare prova di qualcosa di cui Natsu per il momento non era a conoscenza. << E come chiami un attuale zoo? >>

<< Palcoscenico per animali. >>

Lisanna si sbatté una mano sulla fronte a quella risposta, completamente presa in contropiede. Forse erano amici d'infanzia e tutto, ma c'erano cose l'uno dell'altra che semplicemente ancora non riuscivano a tollerare. << Tu ti sei fumato qualcosa >> commentò lei, la testa che scuoteva da un lato all'altro come se fosse in trans o ubriaca.

Natsu buttò gli occhi al cielo, ragionando però sulla scena che aveva trovato la sera prima quando era tornato in casa. Quella mattina era riuscito per miracolo a scampare alla furia di Zeref, correndo come un forsennato tra i corridoi ed evitando Mavis, che stranamente si era addormentata per terra, i capelli biondi sparsi sul pavimento in mezzo alcuni libri che parlavano di miti. << Sarà stato tutto l'incenso che Zeref ha acceso nel salone >> borbottò di rimando, ricordando come quella notte non avesse quasi chiuso occhio nel tentativo di non respirare la puzza di incenso che era rimasta in casa.

Lisanna sgranò gli occhi, lo sguardo che lasciava intendere quanto fosse sorpresa. Ma di cosa si sorprendeva, se Zeref era stato strano persino da piccolo? << Zeref ha fatto cosa? >>

<< Te l'ho detto, sta impazzendo. Crede di poter tenere Lucy fuori casa nostra accendendo quell'erbetta per capre >> Natsu grugnì al pensiero, ma subito dopo tornò alla carica, la schiena che si raddrizzava come se fosse un cane da guardia al suono di rumori sospetti. << Ma non è questo il punto! Allora, mi aiuti o no? >> Natsu lo sapeva di risultare disperato o persino lagnoso, ma non poteva farci nulla. Si trovava in una situazione critica e aveva bisogno di aiuto, tanto aiuto.

Lisanna sospirò: era quasi come se anche lei fosse arrivata al limite. << Natsu, onestamente parlando, porta Zeref da Lucy e cerca di evitare che la sfiori. Avverti anche qualche inserviente, cameriere, o come diamine si chiamano. >>

Natsu buttò fuori tutta l'aria che non sapeva di star trattenendo. Si era aspettato un consiglio diverso, qualcosa di meno folle o suicida, le sue aspettative che crollavano come castelli di sabbia; ma era vero che se non aveva altre alternative, avrebbe dovuto farlo comunque, volente o nolente che fosse. Forse era meglio togliersi il dente prima di iniziare a soffrire, anche se il quel caso il dolore emotivo era iniziato tempo addietro. E forse, se Lisanna aveva ragione e non aveva alternative, allora avrebbe dovuto certamente farsi degli alleati, e il personale di Lucy capitava al caso. Natsu si mise nuovamente in ginocchio, questa volta con entrambe le rotule poggiate sul pavimento: se avesse potuto ottenere entrambe le cose – cercare di conoscere Lucy e viverci per sempre insieme sotto lo sguardo fiero di suo fratello – allora ci avrebbe provato.

**

Quella sera, Natsu aveva trascinato Zeref e Mavis fuori casa e in direzione villa maledetta. C'era stata un'accesa discussione perché, ovviamente, Natsu non aveva alcuna intenzione di portare quei due in casa di Lucy. Zeref aveva insistito nonostante da un lato stesse morendo dentro all'idea di entrare in un luogo maledetto, mentre Mavis era sembrata quella più entusiasta. La ragazza aveva saltato di gioia alla notizia, andando in camera e chiudendocisi dentro fino a quando non ne era uscita con quello che aveva chiamato "l'abito perfetto".

Quando Natsu l'aveva vista indossare un vestito bianco dai ricami dorati, l'aveva spinta nuovamente dentro la stanza con il monito di cambiarsi all'instante. Per quanto l'abito scelto da Mavis fosse bello e completamente intonato ai colori della carnagione e dei capelli, era totalmente fuori luogo: Lucy avrebbe potuto pensare che la stessero prendendo in giro, e Natsu non voleva assolutamente dare quell'impressione.

Mentre suo fratello e la fidanzata si stavano cambiando, Natsu aveva usato il numero delle emergenze che gli era stato dato da Virgo, chiamando a casa di Lucy. Per quanto andare lì fosse già diventata un'abitudine, il ragazzo non aveva alcuna intenzione di presentarsi a sorpresa con degli ospiti. Ovviamente, al telefono aveva immediatamente risposto Virgo, e Natsu, prima di poter processare ogni singolo pensiero, aveva detto: "Puoi passarmi Lucy?" frase che aveva portato la cameriera a scoppiare in una grassa risata, prima di riferirgli che Lucy non poteva – di fatto – toccare il telefono o l'avrebbe trasformato in un mattone dorato. Natsu si era dato un colpo in testa per l'idiozia – perché diamine non pensava prima di parlare? - prima di chiedere a Virgo se potesse mettere il vivavoce.

Lucy si era presentata al telefono l'attimo dopo, la voce che sembrava totalmente allegra di sentirlo. Natsu le aveva spiegato la situazione con calma, sperando vivamente di non creare disturbo e scusandosi almeno una miriade di volte. Lucy non sembrava averla presa male, perché rise di gusto al nervosismo della sua anima gemella, rassicurandolo che se la sua famiglia voleva conoscerla, allora non ci sarebbe stato alcun problema. E fu così che quasi mezz'ora dopo, Natsu aveva trascinato in strada suo fratello e Mavis, il nervosismo alle stelle e la paura ad accendergli il petto nel timore che Zeref potesse fargli fare brutta figura.

Non era per male, ma a volte suo fratello poteva risultare veramente pesante. C'erano volte in cui Zeref si batteva per i diritti degli animali con così tanto accanimento, che Natsu aveva voglia di sbatterlo in strada, oppure lasciarlo direttamente in una radura. Natsu ricordava perfettamente un'avventura che ebbero anni fa, quando Zeref aveva deciso che avrebbero passato il fine settimana in campeggio tra le radure. La "gita" era iniziata con Zeref che per poco non causava un incidente stradale per via di una coccinella che, a detta del ragazzo, gli aveva tagliato la strada; per poi concludersi con un orso che aveva rubato tutte le loro provviste, appostandosi nelle vicinanze delle loro tende la stessa notte, alla ricerca di ulteriore cibo. Natsu definiva quell'esperienza come una di quelle che lo avevano portato vicino alla morte, ma ripensando all'assurdità degli eventi, a distanza di anni, poteva sembrare la trama di un film comico.

Natsu sbuffò, trattenendo il fiato quando avvistò in lontananza la villa. Ora che sapeva la storia di Lucy, pensare a quel luogo come un posto maledetto, gli metteva un certo disagio addosso. Era strano, ma girando attorno la villa per accedere alla porta secondaria, Natsu notò come Mavis sembrasse totalmente affascinata. La ragazza aveva un taccuino tra le piccole mani, la matita che scorreva leggera lasciando segni di grafite sui fogli. D'altro canto, Zeref sembrava decisamente più pallido del previsto, tenendosi lo stomaco come se fosse in procinto di vomitare. Natsu si sbatté una mano sulla fronte, pregando in tutte le lingue del mondo che suo fratello non rilasciasse il contenuto del suo stomaco sui cespugli di rose di Lucy.

Era sera ormai, il sole era tramontato da un pezzo e l'aria era attraversata da una leggera brezza fresca che scompigliava i capelli. Natsu aveva impiegato quasi un'ora a farli stare perfettamente dritti con l'aiuto del gel, e ora uno stupido colpo di vento rischiava di mandarglierli giù come tanti birilli. Mavis si fece largo davanti a lui, la statura bassa che le permetteva di sgusciare ovunque senza troppi complimenti, andando a stringere il pomello per farsi largo nel giardino della villa.

Entrare in quell'angolo di paradiso era sempre una sorpresa, e anche questa volta non fu da meno, soprattutto quando Natsu era circondato dai sospiri meravigliati di Mavis e Zeref. Camminarono lentamente, a volte calpestando per errore un po' d'erba, altre producendo del rumore quando le scarpe venivano a contatto con il terreno avente delle pietre leggermente friabili. Zeref gli si affiancò dopo poco, il gomito che si andava a conficcare nelle costole del più giovane per attirare la sua attenzione. Natsu schiaffeggiò il braccio del fratello, un'espressione infastidita a nascere sul viso del primo. << Che vuoi? >>

<< Natsu, non vedo statue d'oro >> mormorò il corvino, gli occhi che vagavano da un lato all'altro del giardino in preda all'ansia. Lo sguardo di Zeref corse numerose volte su Mavis, osservando come la ragazza si stesse piegando su un vaso di rose per osservarlo da più vicino.

Natsu sbuffò per l'ennesima volta nell'arco di quella giornata. << Non esiste niente del genere >> borbottò, accelerando il passo subito dopo. In un attimo, arrivò all'entrata della villa, Zeref e Mavis che si apprestavano a raggiungerlo sbattendo frettolosamente i piedi sul terreno. Natsu notò come suo fratello avesse sfiorato di poco un vaso, il rischio di buttarlo giù per sbaglio chiaramente più alto del previsto. Natsu prese un respiro profondo, pregando mentalmente che Zeref non si facesse trasformare in una statua d'oro per sbaglio. Proprio non aveva voglia di portarsi appresso una statua a forma di suo fratello.

Natsu sospirò e subito dopo bussò alla porta. Dietro di sé, sentì Zeref emettere un gridolino poco virile, mentre Mavis, perdendo ogni grammo di audacia e coraggio che aveva quando erano partiti da casa, si rifugiò alle spalle del corvino. Natsu buttò gli occhi al cielo e quasi non scoppiò in una risata, perché era chiaro come l'aria che se avesse potuto, Zeref si sarebbe volentieri nascosto dietro la fidanzata. Cercando di fingersi duro, il ragazzo più grande cercò di mettersi più dritto, quasi come se volesse dare l'impressione di voler proteggere Mavis, ma Natsu riusciva a vedere chiaramente come le mani di suo fratello stessero tremando.

Quando la porta iniziò a spalancarsi con un cigolio, Natsu si appuntò di dire a Virgo di mettere un po' d'olio sui cardini, mentre dietro di lui, Zeref e Mavis sembravano sul punto di avere un infarto. Natsu rise mentalmente, perché diamine, il detto "Dio li fa e poi li accoppia" era stramaledettamente veritiero. Quando il rosato notò dei fili dorati appena dietro la porta, sorrise, le aspettative che volavano oltre la luna in un istante. La figura di Lucy sbucò timidamente da dietro la porta, i capelli biondi che scendevano sulle spalle in morbide curve. Si era truccata un po' e le labbra erano colorate di un rosa poco più scuro del colore naturale, dandole un tocco più angelico del previsto. Natsu adorava il fatto che Lucy non si truccasse, ma se doveva essere sincero, apprezzava anche quando lo faceva. In poche parole, la ragazza era adorabile in qualsiasi modo.

Lucy indossava un vestito completamente dorato, il raso che scendeva leggiadro fino le ginocchia, abbracciandole le gambe con cura. Ai piedi aveva dei sandali, anch'essi del medesimo colore dell'abito. << Natsu? >> chiese lei, quasi come se fosse sorpresa di vederlo.

Natsu le sorrise. Si fece un attimo da parte, lasciando che la sua anima gemella potesse scorgere Zeref e Mavis, entrambi impegnati a nascondersi dietro di lui. << Lucy, questi sono Zeref e Mavis >> disse, gesticolando prima verso uno e poi verso l'altra. I due sembrarono irrigidirsi all'istante, ma l'attimo dopo Mavis stava prendendo un respiro profondo, facendo qualche passo e stendendo una mano in avanti. Natsu sgranò gli occhi, pronto a darsi un pugno in faccia, perché diamine, quella era la peggior figura di merda mai esistente.

Aveva passato l'intero pomeriggio a raccomandare ad entrambi di non toccare Lucy – la minaccia di essere tramutati in statue d'oro era ormai velata – ma ora che vedeva Mavis sporgersi in avanti, pensò che i suoi consigli si fossero buttati tutti dalla finestra. E Natsu gelò sul posto per qualche istante, prima di lanciarsi in avanti nel momento esatto in cui Lucy si ritraeva. Il rosato afferrò Mavis per un braccio, riportandola immediatamente dietro di sé. La ragazza sembrò frastornata per un istante, ma subito dopo sgranò gli occhi, l'inchino che le veniva automatico. << Mi dispiace! >> esclamò di fretta, le mani giunte in avanti e il viso rosso. Zeref fece qualche passo verso la fidanzata, anche lui con uno sguardo imbarazzato e mormorando un saluto.

Natsu osservò la scena come uno spettatore completamente estraneo alla vicenda, quasi come se si trovasse dal lato esterno di un oblò. Era strano vedere come due mondi si stessero incontrando sotto ai suoi occhi, come stesse cercando di introdurre la sua famiglia a quella che era la sua anima gemella. Volente o nolente, tutte le persone presenti sarebbero rimasti nella sua vita fino la fine dei suoi giorni: non si poteva tranciare un legame di sangue, e non voleva recidere una connessione creata dal destino.

Lucy era ancora nascosta dietro l'orlo della porta, la mano che toccava la superficie già tramutata in oro. La ragazza fece un sorriso timido, lanciò un'occhiata a Natsu e poi si fece da parte, aprendo ulteriormente l'entrata per far entrare i nuovi ospiti. Natsu prese un respiro profondo, ormai conscio che le sue paure erano a un passo dal poter essere realizzate: doveva solo evitare che suo fratello inciampasse nell'aria. Il ragazzo batté le mani con enfasi, prima di farsi largo nella villa maledetta e cogliendo di sfuggita lo sguardo un po' preoccupato di Lucy. Erano entrambi visibilmente nervosi e il tremore aumentò ulteriormente quando Mavis e Zeref fecero il loro ingresso in casa, i volti preoccupati e dubbiosi. Natsu sospirò: quella sarebbe stata una lunga serata.

**

L'entrata in scena dei due, non era stata delle migliori. Mavis si era immediatamente fiondata su ogni fornitura d'oro presente nella casa, analizzandola da vicino quasi come se fosse un reperto archeologico. Zeref, invece, cercava di stare il più vicino possibile a Natsu e non lo mollava un secondo, gli occhi che vagavano da un lato all'altro alla ricerca di una statua d'oro. Ovviamente non c'era nessun essere vivente al mondo che era stato tramutato in una statua di valore, ma a Zeref piaceva esagerare con le storielle e quella ne era la prova più certa che Natsu potesse mai ottenere.

In quel momento, i ragazzi erano seduti al tavolo della cucina, i piatti con il cibo davanti agli occhi e la colina in bocca che rischiava di farli sbavare. Per tutti c'erano posate e piatti di porcellana, mentre quelli di Lucy, ovviamente, erano completamente dorati. La stanza era immacolata: muri e mobili bianchi e nessuna traccia d'oro, fatta eccezione per qualche piatto, posata o bicchiere che Natsu aveva intravisto nello sportello e nella lavastoviglie rimasta leggermente aperta. Il cuoco di casa aveva dato sfogo alla fantasia, servendo un manicaretto gustoso a base di pesce che Natsu non aveva esitato a divorare, causando le risate di Lucy e il pronto rimprovero da parte di Zeref.

In qualche strano modo, Mavis era riuscita a intavolare una discussione con Lucy a cui presto si era aggiunto anche Zeref. Il ragazzo all'inizio era imbarazzato, ma una volta visto un animale morto nel proprio piatto, aveva dato sfogo al suo animo animalista e vegano. Vero, le altre stranezze di suo fratello erano concentrate sul cibo. Natsu aveva rivolto uno sguardo disperato verso Lucy, chiedendole scusa con il pensiero. Lei sembrava aver capito, perché gli sorrise, sussurrandogli che non c'era problema, che il loro cuoco era abituato a repentini cambi di programma. Natsu si chiese in che modo fosse stato abituato l'uomo, perché da quel che sapeva, Lucy non aveva mai ospiti.

Forse poteva sembrare una vita triste dall'esterno – persino Natsu lo pensava ogni tanto – ma Lucy non sembrava esserne disturbata. Ma il divieto di incontrare estranei, le aveva fatto sviluppare una certa agitazione di fronte agli sconosciuti, cosa che ogni tanto sfoggiava davanti le raffiche di domande di Mavis. Natsu cercava di intervenire al meglio che poteva, ma a volte era semplicemente troppo e faceva segno a Zeref di zittire la fidanzata.

Erano finiti a bere e chiacchierare insieme – acqua o coca cola, accompagnati da dolci stuzzichini – mentre attorno a loro l'aria sembrava essersi fatta decisamente più leggera e rilassata. Lucy sembrava l'unica a non essersi tranquillizzata, i sensi in allerta per evitare con tutta se stessa di non toccare qualcuno per sbaglio. Natsu riusciva a capire le buone intenzioni, ma avrebbe tanto voluto che la ragazza si lasciasse andare. Ovviamente, il ragazzo sapeva che lei non poteva, ma desiderava solo una vita normale per Lucy, una senza sofferenze e difficili mete da raggiungere.

Il tavolo dove si erano seduti era decisamente enorme e lungo, capace di ospitare facilmente più di dieci persone per volta. Dietro, c'era un'enorme vetrata che dava direttamente sul giardino. A un lato, si poteva vedere un gigantesco albero, i cui rami tendevano a toccare i vetri con ogni sospiro del vento, creando l'effetto di qualcuno che bussava. Più dietro non c'era nulla e Natsu poteva facilmente vedere i cancelli che circondavano la villa, il buio che ormai penetrava in ogni dove, lasciando ombrosa la zona dell'uscita. Natsu si stupì un attimo quando, lanciando un'occhiata fuori, vide qualcosa scintillare al di sopra dei cancelli. Quell'affare che si muoveva c'era prima? Natsu credeva seriamente che la vista gli stesse giocando un brutto tiro.

Rivolse lo sguardo sul tavolo, mordendosi l'interno guancia nel vedere che il suo bicchiere era pieno di coca cola, e a meno che Virgo non ci avesse buttato dentro della droga, non credeva di potersi ubriacare con quella. Ma Natsu la vedeva chiaramente quella roba scintillante che vagava sopra i cancelli. << Natsu? >> Era la voce di Lucy, e il ragazzo si voltò velocemente verso la fonte del richiamo, incontrando il volto un po' triste di lei. C'era altro però: se la guardava dritto negli occhi, poteva vedere il velo di preoccupazione e agitazione che la scuoteva dal profondo. Era successo qualcosa e lui non se n'era accorto? Eppure quando rivolse gli sguardi su Zeref e Mavis, notò che i due erano tranquilli, e che al contrario, stavano fissando lui. Tutti lo stavano guardando, persino Virgo si era fermata dal suo andirivieni tra la cucina e la sala. << C'è qualcosa che non va? >> insistette Lucy, la voce che le usciva leggera, quasi come se avesse paura di spaventarlo.

La ragazza si stava mordendo il labbro inferiore e la mano, quella vicino a lui, era stretta a pugno: era come se si stesse trattenendo dal toccarlo. Natsu riusciva a capire lo sconforto di lei, ma le lanciò un sorriso rassicurante. << Non è nulla, credevo solo di aver visto un bagliore sui cancelli >> ammise.

Lucy si irrigidì all'istante, lanciando un'occhiata a Virgo, che si inchinò velocemente e si avviò, i passi che ticchettavano sul pavimento lucido. Ma nell'attimo in cui la cameriera fece per uscire dalla cucina, si sentì un'esplosione di vetri e la luce di offuscò, lasciando la cucina al buio. Si sentirono delle urla – quelle di Mavis – e Natsu cercò invano il corpo di Lucy accanto al suo, ma non ce n'era traccia. Era sparita? Subito dopo la realtà lo colpì come una secchiata d'acqua gelida: non poteva toccarla. << Lucy! >> chiamò, cercando invano di vedere attraverso il buio della stanza. Natsu inciampò un attimo, il piede che colpiva il tavolo e lo faceva piegare in avanti per un breve istante prima di ristabilire l'equilibrio.

A un tratto, venne accesa una piccola luce e una puzza di bruciato invase la cucina. C'erano movimenti frenetici attorno a lui, ma Natsu riuscì a distinguere la luce flebile di una candela stretta tra le flessuose dita di Virgo. La piccola luce gli diede l'opportunità necessaria di vedere che Lucy era finita sul fondo della cucina, le braccia strette attorno a se stessa come per proteggersi da qualcosa. Natsu avrebbe tanto voluto raggiungerla e stringerla tra le proprie braccia, ma sapeva che se lo avesse fatto, sarebbe diventato una statua d'oro. Era assurdo dover combattere contro se stessi, ma a volte c'erano sfide che la vita proponeva e che si doveva essere in grado di superare. Poco più in là, Zeref stava abbracciando Mavis, cercando invano di calmare la ragazza che sembrava essere stata colta da una crisi di pianto. Natsu riuscì a vedere le lacrime che continuavano a scorrere imperterrite lungo il viso della ragazza, il viso affondato nel petto del fidanzato alla ricerca costante di conforto.

Natsu venne colpito da una punta di fastidio, l'invidia che prendeva spazio nel suo corpo. Perché lui non poteva fare lo stesso con Lucy? Perché il destino era stato tanto crudele con lei? Si sentirono dei passi frenetici e poi il volto di una delle guardie del corpo, Loki, fece capolino in cucina. << Qualcuno si è arrampicato sui cancelli e ha sparato. Ci sono feriti? >> li informò, mentre tranquillamente gesticolava in modo da seguirlo verso il salone. Ci fu un coro di negazione, stabilendo che la pioggia di vetri fortunatamente non aveva colpito nessuno di loro.

Seguirono Loki nella sala dove l'aria climatizzata era accesa, così come la luce. Si sedettero sul divano – Lucy si accomodò da sola sulla poltrona – cercando di calmare i loro cuori frenetici. Natsu non si era reso conto di avere il cuore in gola, fino a quando la sua schiena non colpì pesantemente il divano, l'agitazione che continuava a mandargli scariche di adrenalina. Portò lo sguardo su Lucy, osservando come la ragazza sembrasse profondamente scossa. << Lucy, stai bene? >> chiese.

Lei sollevò lo sguardo e gli sorrise, annuendo, ma non proferì parola. Natsu riuscì a cogliere lo sguardo della ragazza, notando come gli occhi le vagassero da un punto all'altro, incapaci di stare fermi. Nelle pupille di lei non c'era solo paura: Natsu vi lesse senso di colpa e apprensione, uno strano mix che gli diede da pensare. E per qualche strano motivo, il rosato poté venirne a capo con una sola risposta: quella non era la prima volta che accadeva una cosa del genere.

**

Uscirono dalla villa un'ora dopo, quando il capo delle guardie del corpo di Lucy li avvisò che non c'era pericolo e che li avrebbero personalmente accompagnati a casa. Natsu aveva salutato Lucy con una punta di tristezza ed era immediatamente salito in macchina prima che i suoi istinti gli suggerissero di rimanere a dormire da lei. Lungo la strada si era pentito molteplici volte di non essere rimasto con Lucy, ma non poteva presentarsi di nuovo, non dopo quello che era successo. Natsu era conscio del fatto che non fosse colpa sua, ma era comunque in ansia.

Il tragitto era stato stranamente silenzioso, ma non durò a lungo: non appena entrati dentro casa, Zeref gli disse di sedersi sul divano. Ci volle un po' prima che Natsu cominciasse a prenderlo sul serio, ma quando si sedette, notò che suo fratello aveva uno sguardo impenetrabile, uno di quelli che non lasciavano scampo e che facevano correre dei brividi di nervosismo sulla schiena del rosato. << Voglio che smetti di vederla >> annunciò Zeref all'improvviso.

Natsu passò lo sguardo su suo fratello, cercando di capire se stesse scherzando, ma non c'era traccia di divertimento sul volto dell'altro, solo della rabbia malcelata. << Stai scherzando, spero. >>

<< Affatto >> disse Zeref perentorio. << Hanno sparato dentro casa, Natsu. Se non smetti subito di vederla, potresti rimanerne coinvolto. >> Natsu fece per protestare, ma Zeref non glielo permise. Il ragazzo sollevò un braccio, come per dire al rosato di fare silenzio. << Non mi interessa se sai cavartela o meno, questa è una situazione pericolosa, e io non voglio perdere anche te, non quando sei l'unica famiglia che mi rimane. >> La voce di Zeref si spezzò verso la fine della frase, e Natsu sgranò gli occhi. Per l'ennesima volta quella sera, fece per dire qualcosa, ma suo fratello non glielo permise: si era semplicemente alzato, lasciandolo solo con i suoi pensieri. E se prima Natsu si era sentito tradito per un breve attimo, ora pensava solo che suo fratello fosse solo troppo preoccupato. Ma se c'era una cosa che l'aveva decisamente colpito, era stato il tono quasi gentile ma al tempo stesso triste che l'altro aveva usato, ricordando a Natsu suo fratello non piangeva facilmente e soprattutto, che erano passati anni dall'ultima volta che lo aveva visto in quello stato.

Combattuto tra i suoi sentimenti per Zeref e Lucy, Natsu rimase seduto sul divano, un vortice di pensieri che si preparava a fargli compagnia per tutta la notte.







*ANGOLINOOOOOO

Perdonate il ritardo nell'aggiornamento – ultimamente mi prende spesso – ma ho dovuto regolare alcuni documenti con l'università che mi hanno preso parecchio tempo e ancora non ho risolto del tutto. Che pazienza e.e

Ho cercato di rendere l'inizio del capitolo un po' comico per non lasciar trasparire cosa stava per succedere dopo: l'angst ha fatto la sua entrata in scena! (Come se non ce ne fosse abbastanza)

Da qui in poi sarà tutto in salita, perché si entra sin da subito nel vivo della storia (per chi segue HT, ho già annunciato che questa storia sarà molto più corta e leggera di quella)

Cosa farà ora Natsu, visto che Zeref gli ha vietato di vedere Lucy?

Angolino un po' corto, ma eccoci qui tutti insieme eheh Fatemi sapere cosa ne pensate e se la storia vi sta piacendo!

Un bacio,

Gaia*

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