Capitolo 9

La Luna era alta nel cielo e, da ormai qualche ora, era l'unica luce che illuminava la notte buia; le stelle erano completamente coperte dalle nuvole, grosse e scure, che erano tornate a coprire il cielo di Icy Oak.
Poco dopo l'incantesimo di Alexis, il Sole era nuovamente scomparso per lasciar posto a nuvole cariche di pioggia e la leggera brezza primaverile si era trasformata in un freddo vento invernale.
Ad Icy Oak, tutto sembrava tornato come prima: i genitori di Alexis erano rinchiusi nella loro cella, sorvegliati da due guardie; Jake era stato convocato dal re per aver portato la ragazza da Anne e Moriel; mentre lei, Alexis, era stata segregata nella sua camera.
Quando l'avevano rinchiusa in camera, si era addormentata, ma, un'ora più tardi, si era svegliata e si era ritrovata in piedi, al centro della stanza, con una candela accesa che fluttuava davanti a lei e le mani sporche di carbone.
Il suo respiro aveva cominciato ad accelerare e le orecchie a fischiare, la ragazza aveva iniziato a tremare da capo a piedi e a sentirsi stanca come non era mai stata.
Allora si era seduta sul letto per cercare di calmarsi ed era lì che ora si trovava: l'orlo del vestito sporco di terra, i capelli spettinati, le labbra dischiuse, le guance pallide e gli occhi neri. Ad Alexis non era venuto in mente di guardarsi allo specchio, ma, se lo avesse fatto, avrebbe visto due occhi completamente neri; il suo verde sembrava sparito, così come la sua tenacia, il suo coraggio e la sua vivacità.
Alexis non aveva detto niente a Jake, non sapeva nemmeno lei perché, ma era sicura che qualcosa fosse andato storto in quell'incantesimo.
Nella sua testa c'era il caos, in certi momenti non riusciva a parlare, in altri si perdeva nei suoi pensieri... le sembrava di non essere lei, di essere guidata dagli spiriti, sentiva i loro sussurri, a volte riusciva persino a sentire parole chiare, frasi complete...

Alexis sapeva che non doveva addormentarsi, ma, quando anche la Luna fu coperta dalle nuvole e il buio avvolse la stanza, le sue palpebre si fecero pesanti e la ragazza cadde in un sonno profondo.

<<Alexis>> una mano si era posata delicatamente sulla guancia della ragazza e la stava accarezzando <<Alexis svegliati>> la giovane strega sentì un debole sussurro, ma i suoi occhi non accennarono ad aprirsi <<Andiamo Alexis, ti devi svegliare>> due calde labbra le lasciarono un bacio sulla fronte e, questa volta, la ragazza aprì gli occhi.
<<Jake>> un sorriso, non uno gioioso, ma uno di sollievo, comparve sul viso di Alexis. Jake, tuttavia, rimase a fissarla con gli occhi spalancati.
<<Che cosa ti è successo?>> la ragazza si mise a sedere e si accorse che era sdraiata sul freddo pavimento di marmo. L'ansia cominciò ad impadronirsi di lei, ma, prima che potesse dire qualcosa, il ragazzo ricominciò a parlare.
<<Cosa è successo ai tuoi occhi?>> Alexis scattò in piedi, tremante all'idea che ci fosse qualcos'altro oltre alla voce degli spiriti nella sua testa, e corse verso lo specchio, ma, quando fu lì davanti, vide due vispi occhi verdi che saettavano lungo la sua figura, come sempre, come al solito.
La ragazza si voltò verso Jake, confusa e preoccupata che lui vedesse qualcosa che lei non poteva vedere, ma, se possibile, il ragazzo aveva un'espressione ancora più confusa della sua.
<<Sono verdi>> il suo sussurro sembrava più una domanda che un'affermazione
<<Come sempre>> rispose la ragazza
<<I-io... prima... scusa, devo aver visto male>> i due si guardarono ancora per qualche secondo: Jake ripensava ai due occhi neri come il carbone che lo avevano guardato qualche minuto prima, Alexis non capiva cosa stesse succedendo.
<<Comunque>> il ragazzo si schiarì la voce <<perché dormivi sul pavimento?>> la ragazza cominciò a mordersi il labbro nervosa.
<<A-avevo caldo>> non capiva perché non gli avesse detto la verità, ma era come se una parte di lei non volesse farlo.
<<Caldo?>>
<<Sì, sì è per questo che mi sono sdraiata sul pavimento, era più freddo>> Jake la fissò un'ultima volta e poi annuì, poco convinto e deciso ad indagare.
<<Ti aspetto fuori allora, così puoi prepararti e fare colazione>> uscì dalla stanza indicando un piccolo vassoietto d'argento su cui si trovavano del pane e della marmellata.
-Pane e marmellata- pensò la ragazza -il mio preferito, deve avermi letto la mente-. Il fatto che lui potesse frugare in quel modo tra i suoi ricordi non le piaceva affatto, soprattutto ora che aveva qualcosa da nascondere, eppure... lui non aveva detto niente, il che poteva significare solo due cose: o sapeva tutto, ma non voleva che lei lo sapesse, oppure ciò che infestava la sua mente era molto più forte di lui e questa possibilità era, di gran lunga, la peggiore.

Quando Alexis ebbe indossato un vestito pulito, sistemato la sua chioma rosso fuoco e mangiato qualcosa, la porta si spalancò e Jake entrò sorridendo.
Quella mattina, prima di vedere Alexis, non vedeva l'ora di fare qualche incantesimo con lei per testare la sua forza, ma, ora, voleva solo che stesse tranquilla e che gli raccontasse cosa stesse succedendo. 
<<Possiamo andare?>> la ragazza si voltò verso di lui e, dopo averlo scrutato attentamente con i suoi occhioni verdi, annuì decisa.
Di sicuro, si trattava solo di un momento di debolezza, tutto sarebbe tornato alla normalità...

I due ragazzi lasciarono la stanza e si incamminarono lungo il corridoio; camminavano uno accanto all'altro, le loro braccia si sfioravano e i loro passi sembravano quasi sincronizzati.
Il passo del ragazzo era deciso e il suo sguardo era fisso lungo il corridoio, mentre la sua mente vagava in quella della ragazza, stranamente silenziosa.
Alexis, invece, aveva un passo incerto, ogni tanto era scossa da brividi di freddo e la sua pelle sembrava ancora più pallida del solito.
Non sembrava lei, non sembrava la guerriera che era arrivata ad Icy Oak giorni prima.
Jake allungò la sua mano verso quella della ragazza e la strinse; Alexis si voltò verso di lui cercando di sorridere, ma la smorfia che comparve sul suo viso la tradì.
<<Alexis, cosa ti sta succedendo?>> la ragazza si voltò per non incontrare lo sguardo di Jake, ma il ragazzo fu più veloce di lei: prese delicatamente il suo mento e, facendola girare, puntò i suoi occhi rossi come il fuoco in quelli verdi di lei.
<<Non devi mentirmi, io ti voglio aiutare, ma non posso farlo se non mi dici la verità>> Alexis si sentiva strana, la testa le girava, le gambe la sorreggevano a malapena, ma la sua mente... la sua mente era il caos più totale.
-Non dirgli la verità- gridava -non lasciarti convincere, hai tutto il potere che serve-. C'era qualcuno o qualcosa nella sua testa, questo era chiaro.
<<V-va tutto bene>> il ragazzo, però, non sentì le sue parole; stava guardando gli occhi della ragazza con la bocca spalancata.
<<Alexis... i t-tuoi occhi sono neri>> il cuore della ragazza cominciò a battere sempre più forte, sempre più veloce, mentre iniziava a mancarle l'aria.
Uno specchio comparve davanti ai due ragazzi e, quando Alexis vide il proprio riflesso, non ebbe il tempo di sussultare dalla paura che lo specchio cadde a terra frantumandosi in mille pezzi e un urlo sovrumano uscì dalla sua bocca scaraventando Jake contro il muro del corridoio.

Il ragazzo si alzò a fatica mentre Alexis,  confusa, spaventata e priva di forze, era rannicchiata al centro del corridoio.
<<Non toccarla!>> Jake stava per avvicinarsi a lei, ma fu bloccato da suo padre che, insieme ad alcune guardie, stava correndo verso di loro.
<<Ho localizzato il suo incantesimo, cosa ti ha fatto?>> Jake guardò suo padre e poi la ragazza che, seduta sul pavimento freddo, si stringeva le ginocchia al petto. Scosse la testa arrabbiato e poi si sedette accanto a lei abbracciandola e accarezzandole la schiena.
<<Non è stata lei...>> Lars si guardò attorno come per accertarsi che fossero soli <<credo che qualcosa sia andato male con l'incantesimo di ieri, lei è... non è più lei, è debole e i suoi occhi sono diventati completamente neri>> Lars sussultò nel sentire le ultime parole del figlio e cominciò a camminare avanti e indietro, sempre più agitato.
<<Dobbiamo portarla da Balder, penso di sapere di cosa si tratta...>> sollevò con un incantesimo la ragazza allontanandola da Jake <<Forza, sbrighiamoci>>.

Il cielo, quel giorno, era più scuro del solito, era completamente nero, senza neanche una sfumatura di grigio o blu scuro, solo nero.
Muovendosi per il villaggio, sembrava di camminare nella notte, tutti i lampioni erano accesi, ma le loro luci tremolanti illuminavano ben poco.
Il vento faceva dondolare furiosamente le insegne dei negozi e ne aveva perfino strappate alcune che, ora, erano abbandonate negli angoli alla fine dei sentieri acciottolati.
Era chiaro che qualcosa non andasse, non solo in Alexis, ma ad Icy Oak.

Quando Lars bussò alla porta di Balder, Jake strinse la mano di Alexis per confortarla, anche se, non capiva se lei si rendesse conto, oppure no, di quello che stava succedendo.
<<Che vuoi, Lars?>> un anziano signore, con lunghi capelli bianchi, il viso segnato da profonde rughe e un pesante mantello arancione, guardò infastidito l'uomo di fronte a lui.
<<Abbiamo un problema>>
<<Non sono affari miei>> l'uomo stava per chiudere la porta, ma Lars la bloccò con un piede
<<Abbiamo un problema con la ragazza>> Balder riaprì lentamente la porta e il suo sguardo sembrò addolcirsi quando vide il corpo della ragazza fluttuare accanto a Jake.
<<Entrate>> i soldati si appostarono ai lati della porta mentre Lars, Jake e Alexis entrarono in casa. Quando la ragazza passò accanto a Balder, voltò la testa verso di lui e lo scrutò attentamente, ma non era abbastanza in sé per ricordare che, quell'uomo, era lo stesso che l'aveva guardata dispiaciuto nella Sala Grande. 

La casetta di Balder era molto semplice: aveva una camera da letto, un salotto e una cucina, ma ogni singola parete di quella casa era ricoperta da pesanti scaffali di legno pieni di libri e cianfrusaglie varie.
<<Mettetela su quel tavolo>> il corpo della ragazza venne poggiato su un tavolo di legno e la sua testa fu adagiata su un piccolo cuscino.
Balder la scrutò attentamente, dalla punta dei piedi, fino ai grandi occhi verdi.
<<Che cos'ha?>> Jake si avvicinò al tavolo
<<L'altro giorno le ho fatto pronunciare l'incantesimo per recuperare il controllo della magia e tutto sembrava essere andato bene, lei mi ha sorriso e poi ha fatto un incantesimo... Questa mattina però, l'ho trovata distesa sul pavimento della sua stanza, aveva le mani sporche e quando ha aperto gli occhi erano completamente neri>> l'uomo alzò di scatto lo sguardo e lo fissò in quello del ragazzo
<<Neri, hai detto?>>
<<Sì, completamente neri. E' tutto il giorno che è debole e, prima che la portassimo qua, gli occhi sono diventati di nuovo neri e, senza che se ne accorgesse, mi ha scaraventato contro una parete>> l'uomo cominciò a camminare attorno al tavolo
<<Occhi neri...>> sussurrava <<magia senza controllo...>>
<<Non riesco nemmeno a leggere i suoi pensieri>> Balder lanciò un'occhiata a Jake e scosse la testa continuando a sussurrare.
<<Potrebbe essere...>> intervenne Lars <<che abbia perso di nuovo il controllo, questa volta in modo più grave>>
<<Non è così...>> disse Balder <<c'è qualcosa di più...>> l'uomo si avvicinò ad uno degli scaffali di legno e ne estrasse un libro; posizionò l'oggetto accanto alla ragazza e cominciò a sfogliarlo fino a quando non trovò ciò che cercava: un'incantesimo di separazione.
Si trattava di un incantesimo che separava vita e anima: la vera essenza della vita si concentrava nel cuore mentre l'anima, i pensieri più profondi, tutto ciò che era nascosto nella mente, restava nel cervello e poteva essere visto da chi faceva l'incantesimo.
Era molto complesso e solo un mago esperto poteva farlo senza rischiare di uccidere la ragazza; fortunatamente, Balder lo era, era un mago eccezionale, proprio come Jake, ma aveva, in più, sessant'anni di esperienza.

<<Tua secreta ostendo...>> l'uomo fece passare le sue mani a qualche centimetro dal corpo della ragazza per una decina di volte; ogni volta che le sue mani tornavano al livello della testa rosso fuoco di Alexis, una barriera, simile ad una leggera nebbiolina, sembrava addensarsi sempre di più attorno a lei.
<<Tua secreta ostendo...>> il mago continuava a ripetere le parole dell'incantesimo senza mai fermarsi.
Ad un certo punto, le sue mani cominciarono a tremare e Alexis sembrò perdere il poco colorito che le era rimasto.
Lars guardava la scena compiaciuto, che la ragazza stesse soffrendo, ma allo stesso tempo preoccupato che non potesse più aiutarli a distruggere Primrose.
Jake, invece, lanciava, di tanto in tanto, occhiate di disprezzo al padre, ma il suo sguardo restava concentrato, per la maggior parte del tempo, sul corpo della ragazza.

Balder posizionò una delle sue mani sulla fronte di Alexis e chiuse gli occhi. Per qualche minuto, dentro quella casa, regnò il silenzio più assoluto, ma, poi, un lampo squarciò il cielo buio seguito da un tuono.
La pioggia cominciò a cadere sempre più forte, come se volesse bucare il tetto e Balder fu scaraventato contro uno dei suoi scaffali provocando, così, la caduta di alcuni dei suoi libri.
Jake si avvicinò a lui e lo aiutò a rialzarsi mentre Lars lo guardava arrabbiato.
<<Che significa questo? Che non hai scoperto niente?>> Balder guardò la ragazza, il terrore si leggeva nei suoi occhi e il suo viso si contrasse in una smorfia.
<<Ho capito qual è il problema...>> Jake lo guardò, speranzoso che non fosse nulla di troppo grave.
Balder osservò un quadro appeso alla parete che raffigurava un angelo e un demone che si guardavano e allungavano le mani come a volersi toccare.
<<La magia si è impossessata di lei>> il ragazzo dagli occhi rossi lo guardò terrorizzato per poi voltarsi verso il quadro.
<<Come alle origini?>> Balder sospirò
<<Come alle origini>>

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