Capitolo 8

<<Si può sapere dove stiamo andando?>> 
Jake stava trascinando Alexis per il castello, ma la ragazza non aveva la più pallida idea di dove stessero andando.
Il ragazzo continuava a cambiare strada e, in alcuni casi, ripercorrevano lo stesso corridoio per una decina di volte.
Era ormai pomeriggio, di questo Alexis era certa, il vento sembrava essersi stancato di soffiare, ma la pioggia continuava a cadere e non dava segno di volersi fermare.
Ora, i due ragazzi erano appostati dietro una grande statua, posta in una rientranza del corridoio, e Alexis stava guardando infastidita il ragazzo dagli occhi rossi.
<<Sbaglio o dobbiamo trovare il modo di farti recuperare il controllo della magia?>>
<<Sì, ma cosa ci facciamo qui?>> il ragazzo sporse la testa per osservare il corridoio e, in seguito, si voltò nuovamente verso la ragazza.
<<Andiamo in prigione>> le lanciò una rapida occhiata, ma la ragazza capì che, in realtà, quello che stava dicendo era: -Andiamo dai tuoi genitori-.
I suoi occhi si illuminarono e il sorriso che comparve sul suo volto valse più di mille parole per Jake. Sapeva che era la cosa giusta da fare, non gli importava che re Bradley glielo avesse proibito, Alexis doveva vedere Anne e Moriel per recuperare la sua magia o non avrebbe mai potuto aiutarli.
<<Ora seguimi e stai attenta a non fare rumore>>
<<Aspetta>> il ragazzo stava per allontanarsi, ma Alexis afferrò la sua giacca e lo fece voltare
<<Cosa c'è?>>
<<Re Bradley non lo sa, vero? Non sa che mi stai portando da loro>> il ragazzo si guardò intorno nervoso
<<No, non lo sa>> Alexis sorrise; quel ragazzo stava rischiando per portarla dai suoi genitori, sapeva che lo faceva solo per la magia, ma le fece comunque piacere.
<<Ora possiamo andare?>>
<<Andiamo, andiamo... basta che ti dai una calmata>> Jake la fulminò con lo sguardo e Alexis si limitò ad alzare le spalle.
Jake sembrava preoccupato, continuava a guardarsi in giro e sembrava avere paura della possibile reazione del re, se li avesse scoperti. Alexis capì che, il ragazzo, per quanto potesse sembrare forte e coraggioso, non aveva mai usato queste doti a suo favore, ma solo per servire il re.
La ragazza, del resto, era molto tranquilla; lei adorava nascondersi, correre e fuggire... 
Strano, vero? Una ragazza che aveva passato la sua vita in fuga, a nascondersi da un esercito che la voleva per sé, continuava a preferire i sotterfugi e i nascondigli alla tranquillità.
Forse, a furia di convivere con qualcosa, quel qualcosa diventa parte di te...

I ragazzi percorsero tutto il corridoio in punta di piedi per non farsi sentire. Jake conosceva molti incantesimi di occultamento, ma non li poteva usare; re Bradley, infatti, aveva incaricato Lars di localizzare ogni incantesimo che veniva fatto nel castello senza il suo consenso. Era per questo motivo che i due ragazzi dovevano allenarsi nel cortile del re e non in una qualsiasi delle stanze.
Quando arrivarono in fondo al corridoio, Jake e Alexis videro la porta che da tanto tempo stavano cercando di raggiungere: era spalancata ed era solo a qualche metro da loro, ma due grosse guardie stavano appostate ai suoi lati.
<<Come facciamo a uscire?>> il ragazzo rifletteva ad alta voce per trovare una soluzione mentre Alexis si guardava in giro con gli occhi socchiusi, come a voler imprimere nella sua testa ogni singolo dettaglio di quella scena.
Ad un certo punto, la ragazza spalancò gli occhi:
<<Puoi far comparire oggetti o animali al di fuori del castello?>> Jake aggrottò le sopracciglia confuso
<<Cosa?>> la ragazza indicò il portone
<<Intendo con la magia, puoi far comparire un animale fuori da quella porta?>> il ragazzo alzò le spalle
<<Certo che posso>>
<<E viene considerata come magia effettuata all'interno o all'esterno?>> Jake assunse un'espressione ancora più confusa, ma, qualche secondo dopo, si illuminò
<<All'esterno! Mio padre non potrebbe localizzarla...>> cominciò a mordicchiarsi il labbro pensieroso <<Cosa potrebbe attirare la loro attenzione?>>
<<Che ne dici di un cervo?>> il ragazzo rise
<<Un cervo? Ma li hai visti quei due? Credi davvero che gli importerebbe un cervo?>> Alexis non rispose; a Primrose, tutti si sarebbero messi a cacciare quel cervo per poter avere qualcosa da mangiare la sera, nessuno sarebbe rimasto fermo a guardarlo; in un posto come Primrose sarebbe stato oro, ma Alexis si rese conto che ad Icy Oak, probabilmente, nessuno avrebbe fatto una cosa del genere: i ricchi non ne avevano bisogno, i poveri erano i servi dei ricchi e non potevano farlo.
Lì era tutto diverso...
<<Ci sono!>> Jake rivolse un largo sorriso alla ragazza accanto a lui e si sporse leggermente per poter vedere meglio il portone. 
Il ragazzo cominciò a sussurrare le parole di un incantesimo, i suoi occhi si illuminarono di un rosso brillante e, qualche secondo dopo, una luce azzurra comparve oltre la porta e una voce si propagò da essa, attirando così l'attenzione dei due uomini.
<<Cambio della guardia con i soldati dell'ala est!>> la luce si spense e i due uomini si incamminarono nel corridoio opposto a quello dove si trovavano i due ragazzi.
<<Vieni!>> Jake e Alexis uscirono dal portone e si ritrovarono a correre sotto la pioggia, verso la prigione, verso i genitori di Alexis.

Quei minuti sotto la pioggia furono per Alexis come la luce del Sole dopo mesi passati al buio. Era rinchiusa nel castello solo da un paio di giorni, ma per una ragazza come lei, che stava sempre fuori casa, nei prati, nei boschi, al lago... era una sensazione meravigliosa correre sotto la pioggia. 
Sentiva il vento che entrava dalle maniche e dal collo del suo vestito  e le dava l'impressione di poter spiccare il volo.
Sentiva i tuoni che rimbombavano sopra alla sua testa, come una triste melodia, come il più malinconico e rumoroso dei pensieri.
Infine, sentiva l'acqua ghiacciata che entrava dal vestito, che scorreva lungo il suo collo, per tutta la spina dorsale; le faceva venire i brividi, ma allo stesso tempo la stava risvegliando e la stava facendo sentire di nuovo viva.
Quella era la libertà: correre sotto la pioggia, urlare a squarciagola parole coperte dal rombo dei tuoni, farsi mancare il respiro a furia di andare controvento.

Purtroppo, quella sensazione finì quando mise piede nelle segrete.
Guardò il ragazzo accanto a lei e si trattenne dal ridere: i suoi capelli biondi erano appiccicati al viso e sembravano più scuri, la giacca era completamente bagnata, così come i pantaloni che stavano gocciolando sulla fredda pietra della prigione.
<<Non ridere, tu non sei messa meglio di me>> il ragazzo scostò le ciocche rosse dal viso della ragazza e le accarezzò le guance bagnate per poi far scorrere il suo sguardo sul vestito verde di Alexis che si era completamente attaccato al suo corpo.
La ragazza sorrise e scosse la testa facendo arrivare qualche goccia sul viso di Jake.
<<Mi si congelano i piedi>> alzò leggermente la gonna mettendo in mostra i suoi piedi nudi
<<Cos- perché sei a piedi nudi?>> la ragazza arrossì e si morse il labbro prima di parlare
<<Credo che Cassandra si sia dimenticata di portarmi qualcosa da mettere oltre ai vestiti... ma... ma lei è così gentile, non ho avuto il coraggio di chiedere>> il ragazzo la guardò con un piccolo sorriso e scosse lentamente la testa; si avvicinò a lei e la strinse in un abbraccio per poi mormorare una parola che, questa volta, la ragazza capì:
<<Calefacio>> la ragazza sentì un improvviso tepore e, quando Jake si staccò, si accorse di essere completamente asciutta e di non avere più i piedi congelati.
Alexis guardò Jake stupita e gli sorrise
<<Grazie>> il ragazzo le prese la mano e, senza dire più niente, la condusse verso l'interno della prigione.

<<Sopio>> il ragazzo battè le mani due volte e, dopo qualche minuto, alcuni tonfi riecheggiarono interrompendo il silenzio: tutte le guardie si erano addormentate.
<<Vieni, so dove sono i tuoi genitori>> mentre correvano verso la cella di Anne e Moriel, il cuore dei due batteva sempre più forte: Jake non vedeva l'ora che Alexis recuperasse il controllo della magia per vedere cos'era in grado di fare; la ragazza, invece, aveva un bisogno assurdo di vedere i suoi genitori, di controllare che fossero ancora vivi, ancora lì con lei, ancora lì per lei.
<<Anne, Moriel>> i due sovrani di Gold Feather erano rinchiusi nella stessa cella e, anche se stanchi e malconci, osservavano con un debole sorriso la loro unica figlia.
<<Alexis>> i due cercarono di avvicinarsi, ma Jake fece loro segno di restare fermi e sbloccò la serratura delle sbarre così che Alexis potesse andare da loro.
La ragazza si precipitò subito all'interno della cella e strinse in un abbraccio i suoi genitori.
Era incredibile che fossero ancora vivi. Alexis temeva che re Bradley li avesse uccisi ora che lei era lì, ma erano ancora vivi e la stavano abbracciando.
Alexis trattenne a stento le lacrime e li lasciò andare.
<<Alexis, non abbiamo molto tempo>> Jake sfiorò la mano della ragazza e gli fece un sorriso dispiaciuto, ma la ragazza non sembrò essere arrabbiata o delusa, se lo aspettava in fondo.
<<Mamma, papà, mi serve il vostro aiuto per recuperare il controllo della mia magia, altrimenti ci uccideranno>> 
Alexis guardava i suoi genitori, dispiaciuta di non poter passare del tempo con loro, arrabbiata perché non poteva fare niente per aiutarli e, infine, felice del fatto che fossero lì.
Anne e Moriel la osservavano, invece, orgogliosi e impauriti; erano orgogliosi di avere una figlia coraggiosa, che non si lasciava abbattere da niente, forte e bella, ma avevano anche paura che, alla fine di quella storia, lei non sarebbe più servita a niente. 
Loro erano vecchi, potevano anche morire, ma Alexis... Alexis no, lei doveva vivere, avere una famiglia tutta sua e l'idea che, dopo aver distrutto Primrose, potesse essere uccisa era orribile, non volevano credere che sarebbe successo, anche se, conoscendo re Bradley, era impossibile evitarlo.
<<Dicci cosa dobbiamo fare>> Alexis sorrise e poi si rivolse a Jake
<<Qual è il piano?>>

Cinque minuti dopo, erano disposti in riga: Alexis si trovava tra i suoi genitori e stringeva le loro mani secche e sporche, Jake si trovava esattamente di fronte a lei.
Il ragazzo aveva fatto comparire una pergamena con un incantesimo e, ora, questa stava fluttuando davanti ad Alexis così che potesse leggerla.
<<Ok, ci siamo. Devi recitare le parole su quella pergamena, non si tratta di un semplice incantesimo, è qualcosa di diverso... vedila come una lettera>>
<<E la mia magia funzionerà?>> il ragazzo sorrise incoraggiante
<<In teoria sì... i ricordi, tuoi e dei tuoi genitori, risveglieranno la tua forza, il tuo autocontrollo... a quel punto non dovrai far altro che incanalare l'energia presente in quei ricordi>>
<<Non sembra molto facile>> la ragazza, pur non volendo mostrare il suo nervosismo, aveva le mani che tremavano e continuava a mordicchiarsi le labbra facendole sanguinare.
Jake si avvicino a lei e poggiò le sue mani calde sulle guance fredde e pallide della ragazza, cominciò a muovere i suoi pollici seguendo disegni astratti e fece alzare la testa ad Alexis.
<<Guardami, ti prego>> una morsa strinse lo stomaco della ragazza quando sentì le stesse parole che, pochi giorni prima, aveva pronunciato di fronte a Klaus.
La ragazza si sentì ancora più male e cominciò a tremare più forte; aveva abbandonato il ragazzo che amava e la sua famiglia, li aveva lasciati tutti e stava imparando ad usare la magia per distruggerli... sentiva di essere una persona orribile e faticava a convivere con quella consapevolezza.
<<Alexis, ehi...>> il ragazzo alzò dolcemente la sua testa e puntò i suoi occhi rossi in quelli della ragazza <<tu sei la strega più potente del mondo, non può succederti nulla, ci sono io qui con te...>> le lasciò un caldo bacio sulla fronte e si allontanò <<non permetterò che qualcosa vada storto>>
La ragazza allontanò dalla mente tutti i ricordi di Primrose e cominciò a ripetere le parole di Jake.
-non permetterò che qualcosa vada storto-
-non può succederti nulla-
-ci sono io qui con te-

<<Sono pronta!>> il ragazzo sorrise e tornò nella sua posizione iniziale.
<<Quando te la senti, comincia a leggere e non ti fermare per nessuna ragione fino a quando non hai pronunciato l'ultima lettera scritta su quel foglio, ok?>>
<<Ok>>

La ragazza chiuse gli occhi per un secondo e prese un profondo respiro. Quando li riaprì, guardò il foglio ingiallito che fluttuava davanti a lei e lesse a mente le parole scritte in caratteri eleganti che si susseguivano come se si stessero rincorrendo.
Sentì che il cuore aveva cominciato a battere più forte e, questa volta, riconobbe subito l'effetto che la magia aveva su di lei.
Strinse forte le mani dei suoi genitori e, come Jake le aveva spiegato, cercò di ricordare quella sera fredda d'inverno in cui tutto era andato storto.
Poi, iniziò a leggere: << Ego ab antiqua memoria, ab pulchra memoria, fortitudinem recipio...>>. Il vento cominciò a soffiare fuori dalla prigione e a intrufolarsi dagli spiragli presenti tra la pietra e le sbarre di ferro; Alexis era concentrata sulle parole della lettera e non se ne accorse, ma Anne, Moriel e Jake la stavano fissando come ipnotizzati: i suoi genitori erano semplicemente incantati dal fatto che Alexis fosse l'artefice di ciò che stava accadendo, ma Jake era proprio sconvolto;
Lui, era il mago più potente di Icy Oak e di tutti i villaggi nelle vicinanze, era il capostipite di una nuova discendenza: la più forte di sempre, era il mago più abile e forte che il mondo avesse mai conosciuto, ma, in confronto a quella ragazza, lui non era niente.
Alexis stava letteralmente sconvolgendo il tempo ad Icy Oak senza nemmeno accorgersene e Jake sapeva benissimo che re Bradley sarebbe venuto a conoscenza di quello che stavano facendo.
Il volto della ragazza era completamente rilassato e, a guardarla, era impossibile dire che fosse lei la causa di quello che stava succedendo. 
Le sue mani erano strette in quelle dei genitori e avevano smesso di tremare, le sue labbra rosse si muovevano velocemente per pronunciare le parole scritte sulla pergamena, i capelli, che erano usciti dalla sua treccia, svolazzavano mossi dal vento e, a tratti, coprivano la sua pelle pallida, ma la cosa più stupefacente di tutti erano i suoi occhi: erano di un verde acceso, sembravano attraversati dall'elettricità e Jake era sicuro che, se la luce si fosse spenta, nel buio più totale, sarebbero stati i suoi occhi l'unica cosa visibile; erano completamente spalancati e fissavano il foglio davanti a loro, ma sembrava che, in realtà, non vedessero niente di quello che succedeva attorno, sembravano appannati, lontani...
<<Origo magiae...>> il vento divenne ancora più forte, sembrava quasi voler distruggere tutto ciò che incontrava, ma Jake non poteva fermare Alexis, quello che stava succedendo era necessario e, in un modo o in un altro, prima o poi sarebbe dovuto accadere.
La pioggia si trasformò in una tempesta sempre più forte, le gocce divennero grandi come more e i lampi cominciarono a rischiarare il cielo in una frequenza assurda.
<<Striga, tua fortitudine...>> un tuono risuonò potente nel cielo facendo tremare la terra sotto i loro piedi, ma, qualche secondo dopo, la tempesta cessò.
Dalle sbarre della prigione, arrivarono alcuni raggi di Sole e Alexis sembrò risvegliarsi: i suoi occhi erano ancora illuminati e concentrati sulla pergamena, ma, ora, vedevano davvero ed erano meravigliati.
Non era quella luce biancastra che compariva sempre dopo le tempeste, no... era vero Sole, era una luce forte ed accecante, come non la si vedeva da anni ad Icy Oak.
Di colpo, i genitori di Alexis caddero a terra privi di forze e la ragazza staccò gli occhi dal foglio.
<<Sono solo svenuti, va avanti>> la ragazza non aveva mai smesso di pronunciare le parole di quel foglio e non lo fece nemmeno mentre alzò lo sguardo per fissarlo in quello di Jake.
Il ragazzo rimase stupito dal fatto che ricordasse ogni singola parola scritta su quella pergamena, ma poi si ricordò che era la prescelta, era la più potente di tutte le streghe.

Quando la ragazza ebbe pronunciato l'ultima parola, una luce rossa si sprigionò dal suo petto accecando il ragazzo.
La luce si affievolì sempre di più fino a quando divenne un leggero bagliore che si staccò da lei e si divise in due per poi andare verso i suoi genitori.
Anne e Moriel si svegliarono di soprassalto e si guardarono intorno con gli occhi spaventati.
Mentre i due sovrani di Gold Feather si tenevano stretti l'uno all'altro, Jake fece un passo avanti e strinse le mani di Alexis.
La ragazza alzò lo sguardò e lo guardò con un piccolo sorriso stampato sul volto, si girò e, quando vide i suoi genitori sorriderle, si voltò di nuovo verso il ragazzo.
<<Come ti senti?>> la ragazza allungò le labbra, le dischiuse e soffiò verso Jake. Una nuvoletta bianca si staccò dalle sue labbra, si sollevò e raggiunse il soffitto da dove, qualche secondo dopo, cominciarono a cadere grossi fiocchi di neve.
<<Non mi sono mai sentita così bene>> il ragazzo la strinse a sé in un abbraccio e non potè vedere il sorriso della ragazza trasformarsi in una smorfia.

Lui non aveva riconosciuto il suo finto sorriso, lui non la conosceva davvero e non sapeva niente dell'inferno che c'era nella sua mente.
Era un inferno vero e orribile da cui Alexis sarebbe voluta scappare, ma non sembrava esserci alcuna via d'uscita.

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