Capitolo 7

Icy Oak era nel bel mezzo di una tempesta, ma Alexis non ne era per niente stupita, sapeva benissimo che avrebbe dovuto abituarsi al buio e al freddo. Le foglie secche venivano strappate violentemente dagli scuri rami degli alberi e trascinate chissà dove. La ragazza osservò la foglia di una quercia mentre volteggiava nell'aria e ebbe l'impressione di vedere la sua vita: in balia del vento, senza controllo. 
Il cielo era coperto da nuvole scure e Alexis immaginò che non avrebbe mai più rivisto il Sole, non finché fosse stata rinchiusa lì dentro.
Gran parte degli abitanti aveva la faccia scura e triste e le guardie si divertivano a rubare dalle bancarelle del mercato facendo inferocire i poveri proprietari.
Icy Oak era proprio un posto orribile.

Alexis si era svegliata presto, a causa dei fischi del vento e degli spifferi di aria che entravano dalla finestre, ed era rimasta a guardare fuori per tutto il tempo.
Non sapeva nemmeno che ore fossero e questo la faceva impazzire ancora di più. Ormai non aveva più il controllo di niente: non poteva decidere dove andare, cosa fare, come vestirsi, non poteva parlare con nessuno che non fosse strettamente approvato dal re, non poteva nemmeno controllare la magia, la sua magia, che era parte di lei da quando era nata.

Il controllo le stava velocemente scivolando dalle mani e non sapeva come impedirlo.

<<Sei già sveglia?>> Cassandra era appena entrata dal grande portone di legno; reggeva un grande cestino pieno di abiti, in una mano, e un bauletto, in un'altra.
Alexis si alzò dal letto e corse verso di lei per aiutarla, ma la donna la scostò sorridendo e raggiunse l'armadio senza alcuna difficoltà.
<<E' il mio lavoro, Alexis. Lo faccio da anni, non occorre che tu ti preoccupi per me>> Alexis avrebbe voluto ribadire, ma si sciolse all'ennesimo dolce sorriso della donna.
Cassandra aprì le ante del grande armadio di legno scuro e cominciò a riporre gli abiti che si trovavano nella cesta.
<<Sono per me?>>
<<Esatto, il re me li ha fatti comprare questa mattina al mercato>> Alexis osservò un bellissimo abito di seta con i ricami dorati e scosse la testa incredula.
<<Perché fa questo per me? Mi tiene rinchiusa qua dentro, mi vuole usare come arma... perché non mi chiude in una cella?>> Cassandra appoggiò sul letto il vestito che teneva tra le mani e si sedette accanto alla ragazza. 
Le accarezzò affettuosamente i capelli come se fosse sua madre e la guardò con un triste sorriso dipinto sulle labbra.
<<Lui ha bisogno di te, Alexis... gli servi per il suo piano assurdo e malato...>> la donna si lasciò scappare un sospiro <<Vuole che ti trovi a tuo agio, vuole che tu ti senta bene qui come non sei mai stata né a Gold Feather, né a Primrose. Lui vuole che questa diventi la tua casa e che tu la difenda>>.
Alexis cominciò a unire, nella sua mente, tutti i tasselli del discorso di Cassandra e capì qual era il piano di re Bradley: se lei avesse visto Icy Oak come una casa, se si fosse trovata bene lì, se si fosse affezionata a qualcuno, come per esempio quella donna che la guardava con gli occhi di una madre, non avrebbe più voluto lasciare quel posto; avrebbe voluto distruggere Primrose e salvare Icy Oak, avrebbe lottato per quello che non sarebbe più stato il nemico.
Sarebbe stata come una bussola guasta, il nord sarebbe diventato il suo sud e il sud, il nord; il bene sarebbe diventato il male e il male, il bene.

<<Non può credere che questo piano funzioni! Mi ha tolto la mia famiglia, come potrei voler restare?>> Cassandra si alzò dal letto e cominciò a frugare tra i vestiti.
<<Re Bradley non conosce l'amore, Alexis. Non capisce quanto quello che ti ha tolto possa essere importante per te. Credimi, io sono qui da anni ormai: la sua debolezza è sempre stata non avere sentimenti, perché non può comprendere quelli degli altri>> fece scorrere la mano su di un lungo vestito verde smeraldo e lo porse alla ragazza.
<<Ti devi preparare, Jake arriverà a momenti>> e con queste parole uscì dalla stanza e lasciò sola la giovane strega.

Alexis indossò il vestito che la donna aveva scelto per lei e, non riuscì a trattenersi dal sorridere,  quando vide il suo riflesso allo specchio: i capelli rossi sembravano splendere e gli occhi verdi erano ancora più accesi e luminosi grazie al vestito che si intonava perfettamente.
Pettinò i capelli legandoli in una lunga treccia che arrivava fino al bacino e rimase per qualche secondo davanti allo specchio, immobile, con le braccia lungo i fianchi e gli occhi che guardavano la piuma dorata che pendeva dal suo lobo.
-Non dovrai mai togliertelo-
-Perché?-
-Non te lo posso dire, ma capirai quando sarà il momento-
Alexis chiuse gli occhi di scatto, quasi come se la retina si fosse bruciata a furia di osservare dentro quello specchio.
Quando li riaprì, il suo riflesso le sembrava distorto, confuso e, per un momento, le fece perfino paura.
Doveva trovare il modo di rivedere i suoi genitori.

<<Alexis!>> due colpi secchi risuonarono sulla porta e la ragazza riconobbe subito la voce di Jake. Si allontanò dallo specchio e, a passi decisi, raggiunse il portone.
<<Buongiorno, Alexis>> il ragazzo se ne stava appoggiato al muro di fronte alla porta. I capelli biondi, quasi bianchi, erano spettinati come al solito, ma gli stavano bene; gli occhi erano un po' più scuri del giorno prima e sembravano più tendenti al marrone che al rosso acceso.
<<Buongiorno>> quando il portone si chiuse alle spalle della ragazza, questa sobbalzò. Jake aveva usato la magia.
<<Forza, seguimi, ti farò vedere dove ci alleneremo per i prossimi mesi>> il ragazzo si incamminò lungo il corridoio e Alexis lo seguì prima di perderlo di vista.
Stavano andando nella direzione opposta rispetto alla sera prima, tutto quello che incontravano era nuovo agli occhi della ragazza.
Percorsero un corridoio pieno di quadri di tutti i tipi e mezzi busti scolpiti nel marmo; passarono sotto ad un arco dorato sorretto da colonne in marmo scuro e, nel muro davanti a loro, si aprì un varco che permise di accedere al giardino.
Alexis rimase bloccata proprio nel punto in cui le mattonelle del muro si erano ritirate per lasciar spazio ad un passaggio.
Era una strega, è vero, ma non aveva mai saputo usare la magia e quella vista l'aveva semplicemente incantata. Anche lei poteva fare tutto quello? 
<<Alexis, non ho intenzione di mantenere quella porta aperta per tutto il giorno, ti consiglio di spostarti>> la voce del ragazzo risuonò lontana e, solo quando Alexis si decise a fare un passo avanti, capì il perché.
Il giardino era enorme, piante di ogni tipo crescevano ai lati di uno spiazzo centrale, gli uccellini cantavano ininterrottamente e delle farfalle colorate volavano di fiore in fiore.
Sembrava di essere entrati in un altro mondo: quel posto era completamente diverso dal resto di Icy Oak.
Il paese era scuro, cupo e triste, ma questo posto era bellissimo, trasmetteva pace e serenità. Alexis sentì qualcosa risvegliarsi dentro di sé e le mani incominciarono a pizzicarle; la sua situazione, il fatto che fosse una prigioniera, che i suoi genitori si trovassero in prigione... tutto sembrò sbiadirsi per lasciare posto solo a una sensazione di gioia e tranquillità.

<<Ti piace?>> il ragazzo era a qualche centimetro da lei e la stava guardando dritto negli occhi
<<E' stupendo! Come può essere così bello quando...>> la ragazza non seppe come continuare, in fondo quel ragazzo non le aveva fatto niente e forse, proprio come Cassandra, lui nemmeno voleva stare in quel villaggio; non avrebbe offeso la sua città, non davanti a lui.
<<Quando là fuori è così triste e cupo, vuoi dire? E' un incantesimo, l'hanno fatto alcuni maghi circa un anno fa. In teoria è il giardino privato del re>> il ragazzo raggiunse il centro della radura e si sedette.
<<Vieni qua, dobbiamo cominciare>> Alexis lo guardò sorridere e gli si avvicinò.
I due erano seduti uno di fronte all'altro, a separarli solo qualche ciuffo d'erba.
<<Beh, come avrai capito dobbiamo cominciare dalle cose più semplici>> tra di loro comparve un libro.
Le pagine erano ingiallite e l'anonima copertina era scura e ruvida. Alexis lo riconobbe subito e un moto di rabbia interruppe la calma creata da quel posto.
<<Hai rubato il mio libro?>> il ragazzo scosse la testa deciso
<<Re Bradley ha saputo dai tuoi genitori che avevi questo libro e ha pensato che fosse utile per iniziare. Non l'ho rubato, lo useremo insieme>> Alexis non era per niente convinta delle sue parole, soprattutto non capiva come avesse fatto a prenderlo.
<<E' un incantesimo di richiamo, l'ho fatto prima di chiudere la porta>> la ragazza aggrottò la fronte infastidita.
<<Smettila di leggere i miei pensieri>>
<<D'accordo>> il ragazzo alzò le spalle e aprì il libro alla prima pagina per poi mostrarle delle parole che erano state scritte a mano.
<<Questo primo incantesimo è molto facile, credo potremmo partire da qui. Al->> Alexis lo interruppe
<<Io non so controllare la magia, Jake...>> era la prima volta che lo chiamava per nome e il ragazzo fece un piccolo sorriso <<Ho già provato a fare incantesimi, ma se non controllo la magia non funzionano>> il ragazzo distolse lo sguardo per qualche secondo e Alexis rimase a guardarlo mentre si mordicchiava il labbro, indeciso sul da farsi.
<<Facciamo così...>> tornò a guardarla <<ora ti spiego questo incantesimo e te lo mostro, poi lo farai tu, io ho bisogno di vedere fino a che punto la magia ti domina>>
<<Che cosa?>> la ragazza lo guardò confusa
<<Non sei la prima persona al mondo a cui succede, ci sono stati altri casi di maghi che non controllano la magia, ma ne sono controllati... sai... la rabbia, una gioia eccessiva... e può succedere qualsiasi cosa la magia voglia>> Alexis annuì, ancora leggermente confusa, e osservò il ragazzo mentre leggeva con gli occhi socchiusi l'incantesimo.

<<Bene... questo serve per far spostare le cose, ma tu potr->> la ragazza lo aveva nuovamente interrotto.
Le sembrava di essere una piccola bambina curiosa, ma non riusciva a trattenersi dal fare domande, era tutto nuovo per lei.
<<A cosa mi serve un incantesimo del genere per distruggere Primrose?>> la voce della ragazza aveva tremato nell'ultimo pezzo della frase e Jake la guardò con sguardo interrogativo, lei non aveva altri piani? Voleva davvero distruggere Primrose?
<<Supponendo che tu voglia davvero distruggere Primrose...>> Jake alzò le sopracciglia e questa volta fu Alexis a guardarlo confusa <<questi incantesimi ti servono come preparazione, vedi... come dire?... noi maghi abbiamo una memoria particolare che ci consente di ricordare tutti gli incantesimi, ricorderai sempre l'incantesimo che ti serve quando ti serve e potrai combinare vari incantesimi, per esempio, per far volare e contemporaneamente bruciare qualcosa... hai... hai capito?>> Jake le lanciò uno sguardo furtivo e Alexis annuì sorridendo. Le piaceva quel ragazzo, non sembrava cattivo e il fatto che si preoccupasse che lo stesse ascoltando la divertiva.
-E' come tutti gli altri- le diceva la sua coscienza -lo fa perché deve, tradirà la tua fiducia, non devi fidarti- eppure lei non riusciva a vederlo come il cattivo della situazione, ci provava, ma proprio non riusciva.
<<Però, esistono incantesimi più complessi che devono essere letti dai libri magici e hanno formule completamente diverse>>
<<E l'incantesimo per... beh, quello che dobbiamo preparare...>> Alexis non voleva ripeterlo ad alta voce, faceva troppo male <<quello è scritto in questo libro?>>
<<No, quell'incantesimo è troppo crudele e antico, non è scritto da nessuna parte... Icy Oak ha impiegato secoli per scoprire come distruggere Gold Feather e, quando re Bradley ha scoperto che ti trovavi a Primrose, c'è voluto molto tempo per modificarlo>> Alexis non capiva, se il loro obbiettivo era Gold Feather, perché distruggere Primrose? Perché ci abitava lei? Ma non aveva senso, ormai lei era una prigioniera ad Icy Oak, perché distruggere Primrose? Cosa ci avrebbe guadagnato?

<<Possiamo cominciare?>>
<<Oh, ok>>
<<Osserva attentamente>> Jake fece comparire davanti a loro tre sassi e cominciò a sussurrare parole che Alexis non riusciva a sentire.

Le pietre cominciarono a spostarsi: quella a sinistra rotolò verso il centro, quella che si trovava in mezzo si sollevò e passò sopra a quella di destra per mettersi al suo posto mentre quest'ultima descriveva un arco rotolando verso sinistra.

I sussurri del ragazzo terminarono e i suoi occhi rossi si  puntarono in quelli verdi di Alexis.
<<Hai visto? Non è niente di complesso. Devi solo continuare a ripetere le parole scritte su quella pagina>>.
-Come se per me fosse così semplice- pensò Alexis
<<E' semplice! Ti devi solo concentrare>> la ragazza lo fulminò con lo sguardo
<<Ti ho detto di non leggere i miei pensieri>> Jake le lanciò uno sguardo di sfida
<<E tu non renderli così evidenti>> 
-Come se potessi controllarli- si disse Alexis
<<Tu puoi control->>
<<Non ti azzardare a finire quella frase! Ti ho detto di non farlo>> il ragazzo sorrise divertito e scosse la testa per poi girare il libro verso di lei.
<<Forza, leggilo e poi ripeti quelle parole fino a quando succede qualcosa e non ti fermare prima che ogni pietra si sia spostata>>

Alexis era determinata a non fallire, ma sapeva che qualcosa sarebbe andato male.
Osservò l'inchiostro nero, steso in linee eleganti sulle pagine ingiallite, osservò la copertina sgualcita, il segnalibro sfilacciato e poi le parole nel loro complesso...
La ragazza non sapeva dire che lingua fosse, ma capiva il significato di ogni singola parola.
Lesse e rilesse le parole, nella sua mente, quasi come se avesse paura di dimenticarle, e poi si concentrò sulle pietre, guardò la loro forma, accarezzò la loro superficie ruvida e, infine, chiuse gli occhi per poi riaprirli: una scintilla brillava nel suo verde.
Alexis era talmente concentrata che non si accorse del sobbalzo del ragazzo di fronte a lei.

<<Ego locum lapidum commuto, ego locum lapidum inverto...>> la solita sensazione si espanse nel petto della ragazza, il suo battito accelerò e le sue mani cominciarono a pizzicare.
Una pietra, quella più a destra, si alzò in aria con uno scatto e cominciò a volteggiare in circolo sopra alle altre.
Alexis la guardò con rabbia, come se fosse colpa di quella pietra che l'incantesimo non stesse funzionando, e iniziò a pronunciare le parole con maggiore intensità.
Nel frattempo, anche le altre pietre si alzarono, ma, contro la volontà della ragazza, presero anch'esse a ruotare ed esplosero, sparando piccoli pezzetti ovunque.
La ragazza guardò quei frammenti sconsolata. Ormai non aveva più nulla se non la sua magia e, il non riuscire a controllarla, la faceva stare male; non sarebbe mai riuscita a controllarla... non le sarebbe rimasta nemmeno quella e re Bradley l'avrebbe uccisa.
-Andiamo, Alexis... sei una guerriera- le disse la sua coscienza -alzati e combatti, non lasciarti abbattere così-. 
Alexis alzò lo sguardo e vide che Jake la stava osservando a metà tra il preoccupato e l'impaurito.

<<Io... mi dispiace, ti avevo avvertito>> il ragazzo si alzò da terra e le porse una mano.
La ragazza fece scivolare le sue dita tra quelle di Jake e si alzò; erano uno davanti all'altro, lei pensava alla sua magia, a cosa sarebbe successo... lui pensava solo a un paio di occhi verdi.
<<Non devi preoccuparti, Alexis>> la ragazza cercò di sorridere, ma non ci riuscì.
<<Come potrei non preoccuparmi? Hai visto anche tu cosa è successo?>> il ragazzo osservò le loro mani, ancora intrecciate, e sorrise
<<Certo che ho visto, ma ho visto anche un lampo nei tuoi occhi, ho visto la tua vera forza... è nascosta nel profondo del tuo cuore, è nascosta in una gelida giornata d'inverno...>> la ragazza aggrottò le sopracciglia; cosa stava dicendo? <<è nascosta in una bambina con il viso spruzzato di lentiggini e gli occhi verdi, è nascosta in una camera insieme a due persone... pensaci Alexis, quando hai fatto una magia per la prima volta?>> il ragazzo aveva rovistato tra i ricordi della ragazza e aveva capito quando la sua magia aveva cominciato a ribellarsi.
La ragazza continuava a non capire, ma provò a riflettere e ricordò la prima volta che una piccola fiammella aveva iniziato a bruciare nel camino, senza che se ne accorgesse, per poi spegnersi.
I suoi occhi si spalancarono <<La sera che sono scappata da Gold Feather>>
<<Quella sera, la magia ha eseguito i tuoi ordini: il fuoco si è acceso e si è spento quando glielo hai ordinato. La tua magia è rimasta ferma a quella sera e noi la faremo ripartire>>

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