Capitolo 49

<<Sono così preoccupata, lo sai vero che sei ancora in tempo per cambiare idea?>>
<<Cassandra, non ti lascerò qui>>

Quella mattina, Icy Oak era un fremito unico, ricordava ad Alexis il giorno in cui Primrose si era preparata per affrontare re Bradley e il suo esercito, prima che lei prendesse una decisione incredibilmente sbagliata o, come pensava lei, incredibilmente giusta.
Quel giorno, alle prime luci dell'alba, il suono delle trombe aveva svegliato Alexis che, agitata ed estremamente eccitata, era subito corsa alla finestra per vedere cosa stesse succedendo: i soldati di Icy Oak si erano tutti riuniti davanti al castello per confabulare con re Bradley; da quello che Cassandra aveva riferito alla strega, il posto di guardia a sud-est della regione aveva avvistato un grosso esercito avanzare verso il villaggio: sarebbero arrivati a mezzanotte, così dicevano.
Alexis, non ci avrebbe messo la mano sul fuoco, ma era sicura di aver visto la testa di Bradley voltarsi verso la sua finestra nell'esatto momento in cui i soldati gli avevano riferito la notizia e, anche se non era ancora sicura che sarebbe andato tutto bene,  non era riuscita a trattenersi dall'abbassarsi, così che non la potesse vedere, per poi scoppiare a ridere.

Qualche ora dopo, come ogni mattina, Cassandra aveva fatto la sua comparsa portando le notizie di ciò che stava succedendo: Re Bradley era pronto, aveva schierato l'esercito ovunque e aveva giurato che sarebbe intervenuto in prima persona nello scontro, facendo pentire quei "pazzi suicidi" della loro scelta.
-Oh, Bradley- aveva pensato Alexis -così tanti anni passati a trovare un modo per vendicarsi ed era ancora così ingenuo-
La ragazza non lo aveva mai visto combattere né aveva mai visto il suo esercito all'opera, ma, da come Mason e Klaus parlavano di loro, non dovevano essere troppo forti. 

E quando la strega aveva rivelato a Cassandra del messaggio che aveva inviato a Primrose, la donna aveva ricominciato a preoccuparsi e a pregarla di lasciarla ad Icy Oak perchè, altrimenti, avrebbe avuto troppe cose a cui pensare.
<<E se->>
<<No, non c'è nessun se, Cassandra...>> Alexis si alzò, raggiunse la donna e, dopo averla allontanata dalla finestre, le posò le mani sulle spalle per poi sorriderle <<Dopo l'ora di cena, quando avrai terminato tutti i tuoi compiti, invece di chiuderti nella tua stanza, come fai di solito, raggiungerai il retro del castello dove ci sarà Balder ad aspettarti e scapperai>>
<<Alexis>>
<<Non guardarti indietro, non pensare a me, non pensare a nessuno: questa volta devi pensare solo a te stessa, promettimelo>>
<<Te lo prometto>> rispose sospirando la donna, prima di abbracciarla.

Quando Cassandra se ne andò, la stanza sembrò ad Alexis fredda e vuota; avrebbe voluto uscire, vedere un'ultima volta il giardino di re Bradley che, odiava ammetterlo, ma più volte le aveva fatto pensare che ci fosse ancora speranza; voleva vedere un'ultima volta la Sala Grande e i suoi archi, voleva sentire un'ultima volta il tepore della casa di Balder e dire addio a Gregory, ma non poteva farlo: il re aveva messo due guardie a sorvegliare la porta della sua stanza così che lei non potesse uscire.

La sera prima, Jake, Balder e Alexis avevano parlato con re Bradley convincendolo a fare l'incantesimo sulla cima della torre per il "bene di Icy Oak" e lui, seppur riluttante, aveva dovuto ammettere che, in effetti, avevano ragione: l'incantesimo doveva essere eseguito in un luogo molto alto dato che il legame di Alexis era più forte con l'aria.
Quindi, anche se all'inizio aveva provato a far cambiar loro idea, dato che comunque la ragazza riusciva a gestire anche gli altri elementi, alla fine aveva accettato, ma le aveva vietato di uscire dalla sua stanza così che non potesse fare strane magie nella torre che avrebbero potuto compromettere tutto.
E ancora una volta, il pensiero di Alexis era stato lo stesso: -Così tanti anni eppure ancora talmente ingenuo da non pensare che poteva esserci già stata in quella torre-

E così, Alexis era lì, nella sua stanza, senza niente da fare e intenta a cercare di non lasciarsi trasportare dall'angoscia e dal nervosismo.
Poteva farcela, aveva solo bisogno di pensare ad altro e di dimenticare che mancavano soltanto poche ore.
Solo poche ore.

<<Oh, andate al diavolo! Se volessi potrei schiantarvi contro un muro con uno schiocco di dita!>> 
Alexis non potè fare a meno di scoppiare a ridere quando la porta si spalancò rivelando la figura di Balder intento a litigare con le guardie che, indecise se farlo passare o meno, tenevano le lame incrociate davanti alla porta.
<<Non sappiamo se puoi entrare>> disse uno dei due uomini guardando dubbioso l'altro.
<<Informatevi prima, la prossima volta>> ribatté Balder scostando le loro spade con un incantesimo e chiudendosi la porta alle spalle dopo essere entrato.

<<Balder>>
<<Alexis>> l'uomo le andò in contro e la strinse in un abbraccio che, per un attimo, le permise di sentire di nuovo il profumo di tè e di muffa che aveva ormai associato alla parola "casa".
<<Speravo che saresti venuto>>
<<Oh, beh...>> l'uomo alzò le spalle <<Non potevo non farlo, potrebbe essere l'ultima... beh, sai: l'ultima volta che ci vediamo>>
Alexis sospirò sconsolata e, anche se sapeva che quella era la verità, maledisse il povero Balder per aver pronunciato quelle parole che non fecero altro che aumentare la sua tensione.
Avrebbe voluto sentire, almeno da parte sua, qualche parola di conforto, ma del resto capiva il vecchio mago: aveva provato più volte a fuggire con Anne e Moriel e non ci era mai riuscito, questo piano doveva essere qualcosa di assurdo per lui.

<<Cerca di non farti uccidere, va bene?>> chiese infine Alexis scuotendo la testa e cercando di sorridere.
<<Ci proverò, e tu...>> disse poi puntandole un dito contro mentre si sedeva sul letto massaggiandosi la schiena dolorante che, quel giorno, non sembrava proprio volerlo aiutare <<Tu non ti azzardare a fare stupidaggini o giuro che rischierò la vita solo per tornare indietro e ucciderti con le mie mani>>
<<Ci proverò>> ribatté lei a tono ripetendo la sua risposta e facendogli l'occhiolino.

Guardando quell'uomo, i capelli bianchi arruffati, gli occhioni scuri infossati, le guance scavate e segnate dal tempo, le macchie scure sulle mani secche, sentiva il naso pizzicare e gli occhi le si appannavano a pensare che, almeno una cosa buona, Icy Oak gliel'aveva data.
Le aveva ridato suo nonno, le aveva fatto incontrare quella persona incredibilmente buona, tenace e altruista che l'aveva controllata, assicurandosi che stesse bene, fin da quando lei non sapeva ancora né di essere una strega né chi fosse lui.

Ma ora, ora dopo così poco tempo, rischiava di perderlo e questa volta per sempre.
Sarebbe bastato un secondo: un pugnale volante, una freccia magari, un attacco da parte di Lars... un secondo per perdere tutto.
<<A cosa stai pensando?>> le chiese Balder guardandola con un piccolo sorriso fiero: fiero di essere suo nonno, fiero di lei, del suo coraggio e della sua forza d'animo, fiero del suo aspetto così incredibilmente simile a quello della sua amata Myra.
<<Niente di che...>> Alexis gli sorrise <<Pensavo solo che il tempo è così strano, bastano pochi secondi e può cambiare tutto>>
Balder sospirò e lanciò un'occhiata alla toletta di legno vuota: Alexis aveva usato un incantesimo per riportare la scatola sulla torre e nasconderla tra le travi, nessuno avrebbe potuto trovarla se non lei, nemmeno un mago potente quanto Jake.
Già Jake... 
<<Il tempo cambia tutto Alexis, sempre... non c'è modo di fermarlo e tu? Tu come credi di fermare il tempo per far uscire Alec, tua madre e tuo padre da quella prigione?>>
<<Non... non fermerò il tempo>> rispose lei confusa.
<<Ah, no? Eppure non mi sembra che tu abbia detto a Jake ciò che deve fare, sai cosa intendo>>

E' vero: Alexis non aveva detto niente a Jake, non gli aveva detto che era la sua unica possibilità di salvare tutti quanti, non gli aveva spiegato che il destino aveva deciso che doveva essere lui ad aiutarla, a mettere un punto a quella storia, non aveva fatto niente di tutto questo.
Ma, con Jake...
<<Con Jake è diverso>> sussurrò la ragazza senza nemmeno accorgersene.
<<Perchè? Qualcosa è cambiato tra di voi e lui lo ha accettato, eppure siete così legati>> 
La ragazza ignorò quel nodo che le stringeva lo stomaco e prese un respiro profondo; lo sapeva benissimo, sapeva che Jake aveva capito che tra di loro le cose erano cambiate, ma erano comunque così vicini che, a volte, se lui non c'era, si dimenticava perfino come si facesse a respirare.
Ma, con Jake... 
Con Jake era tutto diverso.
E lei se lo sentiva dentro, sentiva che non erano fatti per stare insieme, non in quel senso almeno: lui c'era per lei e lei per lui, punto.
<<Jake è, in un certo senso, il mondo da cui sono sempre scappata, da cui mi hanno fatto sempre scappare, è un mondo che non riesco a capire fino in fondo e io ne ho bisogno: ho bisogno di capire>>
<<Però sono felice, sai?>> rispose Balder sorridendo <<Sono felice perchè, nonostante tutto, tu hai deciso di non lasciarlo, gli hai fatto capire che ci tieni e che non gli volterai mai le spalle come ha fatto suo padre... e quella sera, quando è venuto da me disperato, dicendomi che tu gli avevi confessato di amarlo, ma di amare Klaus ancora di più...>> continuò lui facendo innervosire Alexis che non sapeva che Jake avesse raccontato all'uomo tutte quelle cose.
<<Lui sorrideva, non gli importava nient'altro, gli bastava sapere che tu lo amavi>>
<<Non so quanto questo possa rendermi onore>> affermò la ragazza con una risata nervosa e distogliendo lo sguardo per osservare il cielo azzurro fuori dalla finestra.
<<Tanto, credimi>> Balder le prese delicatamente il mento facendola voltare verso di lui <<Non bisogna rinunciare mai ai propri desideri e se ciò che vuoi è quel ragazzo di Primrose, allora non devi far altro che lottare per lui. Jake capirà, anzi, lo ha già fatto>>
<<Grazie, Balder>>
<<Di nulla, hai comunque fatto un'ottima scelta>> ribatté l'uomo sollevando le sopracciglia e scoppiando a ridere seguito, subito dopo, da Alexis.

*****

Il tempo era passato più velocemente con Balder.
Avevano passato tutto il pomeriggio a parlare e il vecchio mago aveva voluto sapere da Alexis tutto ciò che aveva fatto nei dieci anni trascorsi a Primrose anche se, in un certo senso, già lo sapeva.
Alexis aveva adorato ogni singolo secondo di quel pomeriggio anche quello in cui, spada in mano e facce arrabbiate, le guardie avevano spalancato le porte per costringere Balder ad andarsene e lui gliele aveva chiuse in faccia con un incantesimo.
Quel giorno, probabilmente, perfino Lars doveva essere impegnato in altre faccende perchè altrimenti, al secondo incantesimo da parte di Balder, sarebbe già intervenuto.

Alla fine, con un finto sorriso sul volto che nascondeva paura e angoscia, Balder aveva abbracciato Alexis e le aveva augurato buona fortuna, dopodiché, dopo aver lanciato un'ultima frecciatina alle guardie, se n'era andato.
Probabilmente se ne sarebbe stato in disparte fino a mezzanotte, così che nessuno avrebbe potuto coinvolgerlo in qualche assurdo compito datogli da re Bradley e sarebbe stato in grado di raggiungere Cassandra senza problemi.
Così almeno sperava Alexis.
Doveva andare tutto bene.

Tutto bene.

<<Alexis?>>
<<Tutto bene>> gridò lei, senza nemmeno rendersene conto, quando qualcuno la richiamò.
<<Ok... ne sono contento>> Jake avanzò lentamente passandosi una mano nei capelli biondi, arruffandoli ancora più di quanto già non fossero, e le sorrise dolcemente.
<<Tutto bene, davvero?>> chiese infine sedendosi accanto a lei.
<<Sì, scusa... cosa ci fai qui?>>
Il ragazzo alzò le sopracciglia come a voler sottolineare che fosse ovvio il motivo della sua presenza, ma, poiché Alexis continuava a guardarlo spaesata, scosse la testa esasperato e socchiuse gli occhi.
<<Prima di tutto, credevi davvero che non sarei passato a salutarti come hanno fatto Balder e Cassandra?>> domandò leggermente offeso facendo spalancare gli occhi alla ragazza.
<<No, scusa... io non intendevo questo, mi fa piacere che tu sia venuto, ero solo...>>
-Non mi ero resa conto che fosse già sera- avrebbe voluto dire la ragazza, ma si bloccò per evitare di sembrare una povera sciocca. 
<<E poi...>> continuò lui un po' più tranquillo <<Dovrò venire con te sulla torre, quindi->>
<<Cosa?>> ad Alexis sembrò di sentire il cuore balzarle fuori dalla cassa toracica e si portò una mano al petto per assicurarsi che battesse ancora.
Non era possibile, Jake non doveva essere con lei, Jake doveva portare in salvo Anne e Moriel e Alec!

La ragazza si alzò di scatto e, proprio com'era solita fare quando era nervosa, cominciò a camminare avanti e indietro davanti al letto.
-Pensa in fretta- continuava a ripetersi -Pensa in fretta, ci dev'essere una soluzione-
Non poteva crederci che i suoi piani erano stati stravolti di nuovo a qualche ora dalla fine; doveva trovare il modo di far uscire Jake da quella torre senza però parlargli in anticipo del piano, quella era una cosa che non avrebbe cambiato rispetto all'idea originale: Jake dava il meglio di sé quando era arrabbiato o sotto pressione e lei voleva che fosse arrabbiato, così da poter scatenare tutta la sua rabbia su eventuali soldati che avrebbero impedito loro di uscire.

<<Alexis, c'è qualche problema?>>
<<No, certo che no>> disse lei sorridendo e allungando eccessivamente le "o" dei suoi "no".
Poi, improvvisamente, il calamaio poggiato su un piccolo tavolino le fece venire un'idea geniale, o almeno lei pensava che lo fosse, geniale.
Senza preoccuparsi del fatto che Jake la stava guardando come se fosse impazzita, corse fino al letto, si piegò ed estrasse dal fondo il suo libro di incantesimi per poi strappare la pagina di un incantesimo basilare che avrebbe potuto riscrivere facilmente in futuro; del resto, se non fosse sopravvissuta, quel libro sarebbe servito a ben poco.
Sempre corricchiando, la  ragazza ritornò accanto al tavolino con il calamaio e, stando attenta a non lasciare macchie d'inchiostro, scrisse velocemente qualcosa sul retro del foglio, dopodiché, non appena l'inchiostro si fu asciugato, piegò il foglio e lo strinse tra le mani.
Chiuse gli occhi.
-Speriamo che vada bene- pensò.
Quando riaprì gli occhi, il foglietto era sparito.

<<Cos'hai appena fatto?>> chiese Jake pur sapendo benissimo ciò che la strega aveva fatto davanti ai suoi occhi.
<<Io... ho solo...>> Alexis alzò le spalle preoccupata che lui potesse arrabbiarsi, ma, incredibilmente, il mago si mise a sorridere.
<<Hai mandato un messaggio volante, vero? Lo hai fatto anche con loro?>> chiese poi sussurrando e facendo un cenno verso la finestra riferendosi probabilmente all'esercito di Primrose.
<<Jake>>
<<Non sono arrabbiato, non potrei mai esserlo: stai facendo ciò che hai sempre voluto fare, è giusto così>>
<<Sì, ma questo...>> 
<<Non voglio sapere a chi tu abbia mandato questo messaggio, voglio solo essere sicuro che tu starai bene, che staremo tutti bene>> disse lui abbassando poi la testa nel pronunciare quel "tutti" di cui, nonostante tutto, non era ancora sicuro di fare parte.
<<Lo spero, spero che staremo davvero tutti  bene, ma non posso prometterlo>>
<<Non mi importa>> disse lui prima di abbracciarla <<Dillo solo un'ultima volta>>

E Alexis capì subito a cosa si riferiva, lo capì dal modo in cui le sue braccia la stringevano, come se fosse l'ultima volta; lo capì dal modo in cui le sue mani accarezzavano la sua schiena ricoprendola di brividi; lo capì dal battito del suo cuore.
E, per un'ultima volta, le loro menti tornarono a quel giorno, a quel giorno in cui Alexis aveva pronunciato le parole:

<<Non ti lascio>> ripeté.

Poi, la porta si spalancò e i due si allontanarono di scatto esattamente un secondo prima che re Bradley facesse la sua comparsa, stranamente senza mantello, ma vestito da vero combattente.

<<E' arrivato il momento!>> disse.

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