Capitolo 46
Quel giorno, ad Icy Oak, il vento soffiava imperturbabile trascinandosi dietro foglie secche, terra e tessuti rubati al mercato; sembrava una giornata come un'altra, ma, in cielo, caldo come non mai, splendeva il Sole: caldi raggi luminosi che inondavano di luce ogni angolo del villaggio.
Tutti gli abitanti del paese guardavano quello spettacolo increduli: niente era cambiato, stesso re senza cuore, stessi soldati velenosi, stessa gente scortese, perfino stessa atmosfera cupa, eppure, illuminato dal Sole, sembrava tutto diverso.
<<Che cosa può essere?>> chiese Alexis a Jake mentre si incamminavano verso l'uscita del castello.
La ragazza aveva seguito le istruzioni di Balder e aveva lasciato passare del tempo, ora che mancavano solo due settimane, aveva chiesto al giovane mago di accompagnarla in prigione; gli aveva detto di voler parlare con Alec perchè, conoscendo Freesia, avrebbe potuto darle qualche consiglio su come compiere l'incantesimo e, nonostante Jake non credesse che lei avrebbe mai fatto del male a Primrose, aveva deciso di accontentarla perchè, in fondo, chi era lui per impedirle di fare ciò che voleva?
L'aveva già penalizzata abbastanza.
<<Non saprei>> disse Jake guardando il cielo azzurro <<E' molto strano, ho letto che cose del genere capitano solo quando sta per avvenire un grande cambiamento>>
<<O-oh>> Alexis voltò il capo nervosa, temendo una domanda del ragazzo; lei, del resto, un'idea se l'era fatta: in una casetta ai confini del paese c'erano due dei simboli di Icy Oak pronti per essere usati per distruggere un intero popolo, e... beh, non era convinta che la colpa non fosse anche loro.
<<Credo sia per la Luna, sai?>>
<<Mh?>> Alexis si voltò verso di lui ancora persa nei suoi pensieri.
<<La finta Luna piena che ci sarà tra un mese>>
<<Ma questa Luna piena non scombussolerà tutto? Nel senso, i contadini che non se l'aspettano...>> la ragazza osservò attentamente la reazione del mago.
Era da tempo che voleva fare quella domanda, o meglio, la cosa che voleva sapere era: gli altri sapevano che questa Luna piena sarebbe arrivata? Klaus lo sapeva?
<<Non tutti i popoli lo sanno, spesso i loro raccolti ne risultano danneggiati, altre volte ne sono favoriti. Comunque, tutti i popoli coinvolti se l'aspettano: Dark Cave, Primrose, Icy Oak...>>
Almeno una cosa era certa: quel giorno a Primrose, quando Klaus aveva parlato di un mese di tempo, si riferiva alla Luna piena e, quindi, alla promessa di Alexis, il che significava che non l'aveva dimentica e che, nonostante una fosse già passata, il ragazzo non aveva perso le speranze.
<<Non può farlo!>>
<<Signore, la prego, mi ascolti>>
<<Ho d->>
Jake e Alexis erano esattamente davanti al portone d'ingresso e stavano per abbandonare il castello, ma la voce di Re Bradley li fece fermare di scatto.
<<Dove state andando?>>
Quando, lentamente, si voltarono verso di lui, i due ragazzi si accorsero che non era solo: accanto a lui c'erano, da un lato, Lars, gli occhi verdi spenti, la tunica blu, una smorfia disgustata sul volto, dall'altro un soldato, l'armatura sporca, la lunga barba nera e una profonda cicatrice sulla guancia magra.
<<Allora?>> re Bradley fece qualche passo avanti; non portava la corona, ma era avvolto in uno dei suoi pesanti mantelli, marrone e ricoperto di pelo, e, nonostante sembrasse patire il caldo di quel giorno, come dimostravano le goccioline sulla sua fronte, non sembrava intenzionato a levarselo.
<<Stavamo uscendo, signore>> Jake fece un debole inchino e sorrise beffardo al padre.
<<E per andare dove? Siete voi i responsabili di questo scempio?>> chiese guardando, questa volta, Alexis e facendo un impercettibile sorriso quando la vide con addosso uno degli ultimi vestiti che le aveva mandato, vestito che lei avrebbe volentieri bruciato se avesse avuto anche solo un sacco di patate da indossare.
<<No, non sappiamo cosa sia stato. Volevamo andare alle prigioni, Alexis vuole salutare i suoi genitori prima del grande giorno>> le parole di Jake fecero spalancare gli occhi alla giovane strega che ringraziò mentalmente il ragazzo per aver trovato una scusa plausibile.
<<Non è necessario, li vedrà terminato l'incantesimo, ora andate ad allenarvi>>
<<Signore->>
<<E chi mi assicura che sono ancora vivi?>> la ragazza si fece avanti interrompendo Jake e lanciando occhiate di fuoco a Bradley.
Doveva andare in prigione a qualsiasi costo, non poteva lasciare che quell'incontro mettesse a repentaglio il suo piano.
<<Sono un uomo d'onore, mia cara, mantengo sempre le promesse che faccio>> rispose lui con sguardo truce.
<<Onore, certo>>
<<Alexis>> Jake provò ad intervenire poggiandole una mano sulla spalla, ma lei non ne volle sapere.
<<Non sai neanche cosa sia l'onore>> sapeva che, così facendo, rischiava di mettersi nei guai, ma se le cose fossero andate male con l'incantesimo, almeno sarebbe potuta morire con la soddisfazione di aver detto a tutti ciò che si meritavano.
E Bradley non si meritava di essere considerato come una persona onorevole.
<<Porta un po' di rispetto, strega>> Bradley la guardò con la fronte corrucciata <<Ti ricordo che sei ancora viva solo perchè ho fatto una promessa>>
<<Lo sono perchè ti servo, se lo sarò anche dopo aver fatto l'incantesimo, solo allora avrai mantenuto una promessa>> ribatté la strega senza farsi intimidire, come suo solito, del resto.
<<Hai la mia parola, cos'altro vuoi?>> re Bradley cominciava ad infastidirsi e, come Jake, Lars e il soldato sapevano bene, non era mai una buona cosa.
<<Il tuo cuore su un piatto d'argento>> sussurrò lei, ma, incredibilmente, quelle parole non fecero arrabbiare Bradley che scoppiò invece in una fragorosa risata.
Il Re decise di sorvolare sulle parole irrispettose di quella piccola sciocca e, anche se aveva sentito i brividi percorrergli la schiena nel sentire le parole decise della ragazza, le si avvicinò con un ghigno stampato sul volto, deciso a non lasciar trapelare nessuna emozione.
<<Sei solo una sciocca se credi di poter vincere questa battaglia, io ho un esercito intero e tu sei sola >> le sussurro quindi all'orecchio per poi continuare ad alta voce <<Ora andate pure! Jake, lascia che la nostra prescelta controlli che i suoi genitori sono ancora vivi>> disse prima di voltar loro le spalle.
E mentre, nel profondo, re Bradley tremava.
-Non sono sola- pensò Alexis sorridendo.
*****
<<Alec>> i due ragazzi si fermarono di fronte alla cella dell'uomo e lo osservarono attentamente in attesa di una risposta: i suoi capelli erano sporchi come sempre, unti e sottili, ma il suo aspetto era migliorato: la pelle erano meno pallida e più colorita e anche le labbra secche avevano ripreso rossore; sembrava più vivo e le ossa erano meno sporgenti ed evidenti rispetto alla prima volta che l'avevano visto.
<<A-Alexis, cosa ci fai qui?>> domandò lui sorpreso avvicinandosi alle sbarre.
<<Volevo vederti, prima della Luna piena>>
<<Già, la Luna piena... spero che tu sia pronta>> disse lui distogliendo lo sguardo e voltandosi verso la grata da cui entrava della luce.
<<Lo sono, ma, dato che dopo aver distrutto Primrose sarò costretta a vivere qua, volevo farti delle domande>>
<<Va bene, se questo è ciò che credi. Chiedi pure>> disse lui sospirando dato che, come Jake, aveva capito che tipo era Alexis ed era sicuro che non sarebbe rimasta a guardare senza fare niente.
<<Qual è il posto che ti piace di più qui ad Icy Oak?>> gli chiese Alexis mentre gli inviava un'immagine mentale del talismano, sperando che lui capisse e le dicesse il nome del luogo in cui si trovava.
<<Oh, beh... non ho passato molto tempo al di fuori di queste mura>> rispose lui con una strana luce negli occhi <<Ma, prima che mi portassero qui, c'è stato un momento in cui sono stato rinchiuso nella torre, così che non potessi scappare... io e tutte le mie cianfrusaglie, le avevo portate con me sperando che mi fossero d'aiuto, ma sapete bene come è andata... là dentro ho trovato una scatola di Gold Feather, una specie di cofanetto in legno che apparteneva a Freesia, valeva molto, credo che l'avessero rubata per rivenderla, ma nessuno l'avrebbe comprata e così l'hanno lasciata lì sopra a marcire>> Alec sospirò e lanciò un'occhiata d'intesa alla ragazza.
<<Quindi, la torre?>> chiese Alexis per esserne certa.
<<Già... restare lì dentro con quel cofanetto, con quell'oggetto a cui lei teneva così tanto, per un momento è stato come averla ritrovata>>
<<Grazie, Alec per avermi raccontato questa storia>> disse lei inviandogli un'altra immagine mentale in cui c'era lui, fuori da quella prigione, che scappava aiutato da Balder.
<<Grazie a te, per tutto>> rispose quindi lui con gli occhi lucidi per la commozione.
<<Per cosa?>> chiese a quel punto Jake che non aveva fatto altro che ascoltare confuso tutta la conversazione.
Era da un po' che gli sembrava di non capire le cose e aveva paura che stesse diventando come il padre.
<<Perchè lei è un simbolo, ragazzo: la libertà, la speranza... e io sono certo che, anche se sembra che si sia arresa, può ancora farcela, deve solo capire come>>
<<Mi dispiace, Alec, ma non te lo posso promettere>> disse Alexis.
Avrebbe tanto voluto poterlo promettere, ma non poteva ed era giusto che Alec sapesse che il suo piano avrebbe anche potuto fallire.
<<Un fallimento non può cambiare le cose, si può solo salire, non si può scendere... ricordatelo>> e queste furono le ultime parole che rivolse loro prima di tornare a far parte delle tenebre di quella prigione.
*****
Alexis, quel pomeriggio, non sarebbe dovuta andare da Balder e, dato che Jake era impegnato in alcune faccende, poteva andare a cercare il talismano.
Da quello che aveva capito in quei mesi, la torre del castello si trovava nella stessa ala della sua stanza, le sarebbe bastato salire di un piano, raggiungere la fine del corridoio e percorrere tutte le scale fino in cima alla torre.
La ragazza, dopo aver controllato che il corridoio fosse vuoto, abbandonò la sua stanza cercando di camminare il più velocemente possibile, senza però far rumore, e raggiunse i gradini in pietra che la separavano dal piano superiore.
Rimase qualche secondo immobile sul primo gradino, cercando di capire se qualcuno stava scendendo, ma, poiché sentì solo silenzio, li salì tutti di corsa.
Quando si sporse nel corridoio, rimase colpita dalla differenza che c'era tra quel piano e quello inferiore: le pareti erano di pietra grezza, nessun dipinto, nessun colore ad ornarle; dei lunghi bracci di bronzo appesi ai muri sostenevano centinaia di candela, ma, ciononostante, il soffitto e il pavimento scuro facevano sembrare quel luogo incredibilmente stretto e buio.
Alexis svoltò a destra e per poco non svenne quando sentì re Bradley gridare.
<<Basta! Non voglio più sentirti! Ti ho dato un preciso compito>>
<<Ma signore, la prego>>
La ragazza, dispiaciuta per il poveretto che doveva sorbirsi i rimproveri del re, ma anche contenta del fatto che lo stesse tenendo impegnato, proseguì lungo il corridoio.
Avanzò a passo felpato fino a metà e si nascose in una nicchia nel muro quando un soldato comparve all'improvviso dalle scale per poi sparire nella stanza da cui aveva sentito provenire la voce di Bradley.
Era quasi arrivata in fondo quando dei rumori la costrinsero a fermarsi: erano dei colpi secchi, ad Alexis sembrò quasi che qualcuno stesse lanciando qualcosa contro i muri.
Poi, di colpo, il rumore cessò e la porta si aprì lentamente cigolando; Alexis, con il cuore in gola e senza un posto dove rifugiarsi, si appiattì contro il muro, proprio dietro la porta, sperando che questa l'avrebbe nascosta.
La porta si spalancò con forza tanto che Alexis, pur rischiando, fu costretta ad allontanarsi e ad uscire allo scoperto.
Un lieve gridolino ruppe il silenzio e la strega, riconoscendo una voce femminile, pur non vedendo il viso della donna, coperto dai capelli, dalla cenere e da uno strano copricapo, la trascino con forza dentro la stanza richiudendosi la porta alle spalle.
<<Alexis?>>
La strega si voltò sorpresa riconoscendo quella voce e guardò ad occhi spalancati la donna che aveva davanti.
<<Cassandra! Grazie a Dio>> la ragazza tirò un sospiro di sollievo e lanciò un'occhiata alla donna e al tessuto verde che portava avvolto attorno al capo.
<<Lo indosso per coprirmi il più possibile dalla cenere, stavo pulendo il camino>> disse Cassandra notando lo sguardo curioso della ragazza che, solo in quel momento, si rese conto del secchio e della scopa poggiati accanto ad un grande camino.
<<Cosa ci fai qui sopra?>> chiese poi la donna guardandola arrabbiata <<Potresti metterti nei guai>>
<<Devo raggiungere la torre, mi serve per quella cosa di cui ti avevo parlato>>
<<E così vieni sul piano delle stanze di re Bradley? Vuoi farti uccidere per caso?>>
Alexis fu percorse dai brividi nel sentire quelle parole, ma non c'era altro modo: doveva riuscire a raggiungere la torre e a tornare nella sua stanza.
<<Ascolta Cassandra, è tutto sotto controllo, sono quasi arrivata. Ora io vado e tu fai finta di non avermi incontrato, va bene?>> chiese avvicinandosi alla porta.
<<Sta attenta, ti prego>>
<<Lo sono sempre>> e, detto questo, si richiuse la porta alle spalle.
Dopo essersi assicurata che non ci fosse nessuno, la ragazza raggiunse le scale della torre, prese un profondo respiro e, poi, macinò i gradini tutti d'un fiato.
Quando si ritrovò in cima, con il respiro affannato e la vista annebbiata, ma ancora in grado di reggersi in piedi, ringraziò Mason per tutte le ore di allenamento a cui l'aveva sottoposta e, per un momento, le si strinse il cuore nel ricordare Primrose.
Ancora poco e avrebbe potuto farvi ritorno.
La parte più alta della torre era vuota: era una stanza triste e buia, illuminata solo dalla luce che entrava da una piccola finestrella; il pavimento era ricoperto da assi di legno rovinate e dalle travi del soffitto pendevano scure ragnatele.
Davanti alla finestra c'era solo un piccolo tavolino impolverato con un vassoietto macchiato di cera e nel resto della stanza: niente.
Alexis si guardò in giro in cerca della scatola, la cercò in ogni angolo, dietro ogni spigolo, ma la stanza era vuota; sospirando, la ragazza si sedette a terra, incurante della polvere, ripetendosi che non poteva aver sbagliato: quello era il luogo che Alec le aveva indicato.
Alzò la testa e guardò in alto disperata, ma, all'improvviso, scorse un debole bagliore; riabbassò la testa di qualche centimetro, poi la rialzò e la riabbassò di nuovo: c'era qualcosa là sopra, il bagliore danzava seguendo i movimenti della sua testa e, molto probabilmente, non era altro che il riflesso del Sole.
Con un incantesimo, la ragazza estrasse quell'oggetto dall'intricata ragnatela di travi e lo fece atterrare sul tavolino; con una mano tolse la polvere che lo ricopriva e sorrise: era un cofanetto di legno con le iniziali G. F., Gold Feather, e decorato lungo i bordi con delle piume che, una volta, erano state smaltate d'oro; sotto alle due lettere era invece inciso il nome Freesia.
Alexis aprì con mani tremanti la chiusura di metallo, sollevò il coperchio e... vuoto, il cofanetto era vuoto.
-Non è possibile- pensò Alexis disperata -e se li avessero rubati?-
Se qualcuno era arrivato davvero prima di lei, e aveva scoperto quei talismani, allora era troppo tardi per ritrovarli, il suo intero piano stava per andare in fumo.
<<No, no, no... maledizione!>> la strega si passò le mani tra i capelli stringendone con forza le ciocche incendiate.
Doveva esserci una soluzione, doveva esserci per forza.
<<E' un cofanetto magico>>
Alexis si voltò di scatto portandosi una mano al petto, ma si tranquillizzò quando vide Cassandra.
<<Cosa ci fai qui sopra?>>
<<Ero preoccupata, sono venuta a controllare che stessi bene>> disse la donna avvicinandosi a lei e poggiandole una mano sulla spalla, poi, indicando il cofanetto continuò: <<Tutti possono metterci dentro qualcosa, ma solo un mago può vedere ciò che c'è dentro con un incantesimo di rivelazione>>
<<Come lo sai?>> le chiese Alexis stupita.
<<Me lo ha detto Alec>> rispose lei tranquilla e sorridendo.
<<C-come?>>
<<Mi ha chiesto di sorvegliare questa scatola, per anni e anni, ho controllato questo pezzo di legno chiedendomi per chi lo avesse lasciato... ora tu sei qui, quindi direi che era per il prescelto>> terminò la donna accarezzando i bordi rovinati e scheggiati del tavolino su cui era poggiato l'oggetto in questione.
Alexis annuì e, dopo essersi riconcentrata sul suo obiettivo, decise di provare un incantesimo di rivelazione.
Sussurrò piano le parole, con gli occhi chiuse e le mani poggiate sulla scatola e, quando li riaprì, una decina di talismani la riempivano.
La ragazza rivolse un sorriso a Cassandra e le mimò un grazie con le labbra, poi, estrasse dalla scatola il talismano che aveva visto sul libro di Balder: era una pietra rotonda di un grigio molto scura e talmente lucida da sembrare bagnata, al centro, c'era invece una gemma che, secondo le istruzioni del vecchio mago, avrebbe dovuto illuminarsi di verde nel momento dell'incantesimo.
Infine, lungo i bordi, vi erano incise delle scritte che celebravano il prescelto.
La giovane strega guardò Cassandra e sorrise.
Ce l'aveva fatta: aveva tutti e tre gli elementi che le servivano, era pronta per porre fine a quella battaglia durata secoli
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