Capitolo 35

<<No, no e no!>>

L'aria fredda di Icy Oak entrava da una finestrella leggermente aperta trasportando con sé alcune gocce di acqua e qualche fiocco di neve che, cadendo nel vaso immediatamente sotto, bagnavano una strana pianta con foglie che sembravano essere ormai marcite da tempo.
Guardando quella finestra, Alexis non potè fare a meno di chiedersi perchè, nonostante il freddo, ad Icy Oak ci fosse sempre qualche finestra aperta? 
Adoravano così tanto la sofferenza?

Balder, che non sembrava avere freddo, si fermò di scatto poggiandosi allo schienale della sedia e interrompendo la sua camminata nervosa.
Nella sua mente si ripetevano in un loop continuo le parole pronunciate dalle ragazza: "ucciderò re Bradley", "ucciderò re Bradley"... 
Ad un certo punto gli sembrò addirittura che avessero perso significato e si chiese se non fosse possibile che le avesse solo immaginate; ma no, non le aveva immaginate, Alexis era lì, proprio di fronte a lui, e lo guardava come gli uccellini affamati guardano il cibo sulle bancarelle del mercato: sofferenti, pronti a fare qualcosa di stupido, pronti a lanciarsi sul pane fresco anche a costo di essere uccisi e poi cotti in forno per la cena speciale del re.

Balder sospirò: quella proposta era assolutamente inconcepibile, come poteva, Alexis, pensare che lui le avrebbe lasciato fare una cosa simile?
Uccidere Bradley, per quanto Balder lo odiasse, era fuori discussione.

<<Balder>> Alexis guardò l'uomo con gli occhi sgranati e speranzosi. 
In quel momento, sembrava davvero in crisi, come se si stesse aggrappando con le unghie a un pezzo di stoffa davvero troppo logoro per resistere, e, in effetti, era proprio così: quel piano le sembrava essere il migliore, preceduto solo da quello che aveva elaborato con Jake; se Bradley fosse morto per mano sua, allora lei sarebbe diventata la regina di Icy Oak e non avrebbe più dovuto ubbidire a nessuno: loro avrebbero dovuto ascoltarla.
Eppure, le cose che potevano andare storte sembravano incredibilmente... tante.

<<Non ci pensare neanche, è un piano assurdo>> disse Balder all'improvviso, rompendo il silenzio e facendola sobbalzare.
<<Ascolta... >> cominciò la ragazza con un sospiro << ucciderlo sarà facile, molto facile... tu non hai visto cosa ho fatto oggi con Jake: potrei scagliarlo contro un muro con un semplice gesto della mano, non potrebbe fermarmi>> il suono e il tremolio delle sue parole esplodevano nelle orecchie di Balder facendolo innervosire.
Erano poche le volte in cui si arrabbiava davvero, ma vedere quella ragazza escogitare un piano più pericoloso dell'altro, senza mai fermarsi e preoccuparsi delle conseguenze, lo faceva decisamente infuriare.

<<E poi? Cosa farai dopo che lui sarà morto?>>
<<Avrò ucciso un re di Icy Oak e quindi diventerò la regina, nessuno di loro potrà attaccarmi>>
<<Oh Alexis...>> Balder rise amaramente e si lasciò cadere sulla dura superficie di legno della sedia; le ossa della sua schiena scricchiolarono pericolosamente quando si chinò poggiando i gomiti sul legno rovinato del tavolo.
I polpastrelli corsero fino alle tempie per poi massaggiarle lentamente; a volte, quella ragazza era proprio ingenua.
<<Anche i maghi più forti sono volubili: basta una distrazione, basta un secondo per mandare in fumo tutto... e se succedesse, per te sarebbe la fine>>
<<Ma->> provò a dire la ragazza prima che lui la interrompesse.
<<Per non contare il fatto che nessuno ti considererebbe una vera regina: Icy Oak è una città di persone perfide che non sanno distinguere il male dal bene e, se anche ne fossero capaci,  sceglierebbero comunque il male perchè non sanno com'è vivere senza restrizioni, senza sgobbare e senza stare in case sporche come stalle... si rivolterebbero, Lars starebbe a capo di tutti, pronto a vendicare il suo re e, per quanto tu sia incredibilmente forte, loro riuscirebbero a ucciderti, basterebbe un suono, una freccia, il grido di una persona che ami per distruggere il tuo scudo e attaccarti... >>

Quelle parole furono decisamente un duro colpo da sopportare per Alexis: sapeva che era un piano pericoloso e difficile da realizzare, ma non pensava che fosse così disastroso... lo aveva davvero pensato lei? Lei che era sempre pronta, che aveva sempre una soluzione ad ogni problema, lei che nel momento in cui prendeva una decisione sapeva già cosa avrebbe dovuto fare dopo... 
Era cambiata così tanto? Icy Oak l'aveva cambiato? O era stata lei a tralasciare quella parte che le era stata accanto per ben dieci anni?

<<Alexis>> 
La ragazza guardò Balder che, mentre riempiva una tazzina di tè, la osservava con lo sguardo dispiaciuto.
<<Io non so cosa fare>> la ragazza sospirò e fece scorrere lo sguardo sulle venature del legno sbiadito del tavolo.
<<Hai già un piano, con Jake, giusto?>> chiese facendo annuire la strega.
<<Non te ne serve un altro oggi>>

<<Balder>>
<<Ok, ok, ho capito... facciamo una cosa: ora leggiamo un po', cominciamo con le piante magiche, che dici? Domani ti aiuterò a trovare una soluzione>>
La ragazza lo guardò sorridendo e si alzò dalla sedia per abbracciarlo; quando le sue braccia si avvolsero attorno alle spalle incurvate del vecchio, Balder sentì il suo cuore sciogliersi e riuscì, per poco, a nascondere una lacrima che era lentamente scivolata lungo la sua guancia rugosa.

<<Grazie Balder>>
<<Non c'è di che, piccola guerriera>>

*****

Alexis era appena tornata al castello; passare il pomeriggio con Balder le aveva quasi fatto dimenticare il posto orribile in cui si trovava.
Sentirlo parlare di piante, del loro potere, vederlo accarezzare le foglie marce di quello strano, piccolo, alberello posto accanto alla finestra, era stato come vedere Mason mostrargli il capanno delle armi per la prima volta e sfiorare delicatamente le lame di ogni singola spada.
E poi, sentirsi chiamare "piccola guerriera" proprio da lui che era un mago, che non l'aveva mai vista combattere, era stata la cosa più bella che potesse succederle, quasi più di trovare un nuovo piano.

Ora, la giovane strega stava percorrendo il corridoio che portava alla sua stanza; troppo intenta a riesaminare gli avvenimenti della giornata, inizialmente non sentì le voci che provenivano da una delle stanze, ma, quando un forte tonfo squarciò  il silenzio, scattò sull'attenti e si avvicinò lentamente alla porta dalla quale era arrivato il rumore.
Accostò l'orecchio alla porta e sperò che nessuno passasse da lì in quel momento.

<<Smettila!>>
<<Tranquillo, non c'è bisogno di urlare e di arrabbiarsi>> la ragazza corrugò la fronte quando riconobbe le due voci.
Di cosa stavano parlando Jake e Bradley per fare tutto quel baccano?

<<Se non avessi avuto queste stupide manette saresti già morto!>> Alexis sobbalzò.
<<Fortunatamente sono un uomo previdente>> riuscì quasi ad immaginarselo Bradley, in piedi di fronte ad un ragazzo innocente, incatenato, con il suo solito sorriso beffardo sulle labbra e magari anche un pugnale in mano per fare scena.

<<Sei solo un'idiot->>  Alexis sentì Jake grugnire arrabbiato e mugolare dal dolore; re Bradley doveva avergli tirato un pugno.
Ma di che diavolo stavano parlando?
Avrebbe davvero voluto entrare là dentro e far vedere a entrambi ciò che aveva imparato, ma se lo avesse fatto, sarebbe successo sicuramente qualcosa di poco piacevole per tutti, tranne per Bradley ovviamente.

<<Oh andiamo, Jake... hai fatto bene a dirmi tutto, lo sai anche tu>>
<<Volevi uccidere delle persone innocenti>> ribatté lui furioso.
<<Oh sì, ma la tua generosità mi ha fatto cambiare idea... ma ricorda: se Alexis proverà a mettere in atto questo piano, sarà lei a morire quindi ti consiglio di convincerla a fare il contrario>> la ragazza in questione spalancò gli occhi con il cuore in gola; doveva aver capito male, in fondo, c'era una porta tra lei e loro, forse non aveva sentito bene.
Non... non poteva essere vero.

<<Sei solo un->>
<<Non ti conviene finire la frase! Ora ti lascerò andare, avverti la tua cara amica strega che se proverà a rubare la pergamena con l'incantesimo potrà dire addio a tutto>>

-No- pensò Alexis -non è vero-
Come? Come aveva potuto rivelare a Bradley il suo piano, la sua unica via di fuga? 
Lei si era fidata, aveva concentrato lì dentro ogni speranza, ogni possibilità di fuggire, di salvare i suoi genitori, di rivedere Amelia, Klaus... 
Ma così... così, cosa le era rimasto?

Incapace di allontanarsi da lì, la ragazza si nascose dietro a una colonna proprio un minuto prima che Bradley lasciasse la stanza.

Per la prima volta, sentì le lacrime pizzicare ai lati dei suoi occhi e, frustrata, tirò un pugno alla colonna a cui era poggiata: non avrebbe pianto, non valeva la pena di farlo... 
In fondo, lo sapeva... lo aveva sempre saputo: aveva fatto in modo che Jake non potesse più leggere i suoi pensieri così da escogitare un piano e poi, come una stupida, si era fidata e glielo aveva rivelato.
Non riusciva a crederci.

E la visione? Quella maledetta visione che aveva avuto a causa dell'incantesimo di Lars?
La ragazza che aveva visto le aveva detto che Jake era la dimostrazione dell'esistenza del bene nel male, della luce nel buio, ma ora, ora che cos'era?
Era il vento, la bufera che spalanca le finestre, si infiltra negli angoli più protetti, distrugge tutto ciò che trova; era il vento che spegne le candele, una fiamma dopo l'altra, rallentando sempre di più, lasciandoti con il fiato sospeso fino alla fine, fino a quando non ti resta altro che... buio; solo buio, una trappola senza via d'uscita e un disastro da sistemare.

Avrebbe dovuto capirlo, avrebbe dovuto capire che quelle visioni erano false ed erano tutte la proiezione di qualcosa che lei non era e non sarebbe mai stata.
Avrebbe dovuto immaginarlo.

Più veloce che potè, abbandonò il suo nascondiglio incamminandosi a passo svelto verso la sua camera: non le importava che Jake potesse vederla, doveva sapere ciò che aveva fatto, doveva capire dove aveva sbagliato.
E fu proprio così, quando il ragazzo uscì dalla stanza, con il mantello sul braccio e l'espressione stanca, i suoi occhi colsero una massa di capelli incredibilmente rossi dirigersi a grandi falcate verso il fondo del corridoio e capì di essere nei guai.
Senza perdere tempo, corse verso la ragazza lasciando cadere il mantello nero che rimase lì, inerte, l'ombra di ciò che era stato e che, forse, non sarebbe stato più.

<<Alexis!>>
La ragazza, ignorando quel richiamo, si rifugiò nella sua stanza, ma non riuscì a evitare che Jake la seguisse per poi richiudersi la porta alle spalle.
<<Stammi lontano>>
<<Ascoltami>>
<<Ti giuro Jake che se ti avvicini di un solo passo, userò per la prima volta la mia magia per uccidere qualcuno>> i lampi verdi che scintillavano negli occhi della ragazza spaventarono il giovane mago: se una volta quella sarebbe stata solo una minaccia, ora poteva davvero farlo e sarebbe bastato farla arrabbiare per ritrovarsi senza testa.

<<Mi dispiace>> disse lui abbassando lo sguardo; le sue due parole furono un sussurro, un soffio leggero, ma quando Alexis le sentì, sembrarono trasformarsi nell'errore più grande di sempre.
<<E' tutto quello che hai da dire?>> gli gridò infuriata.
<<Alexis...>>
<<Lo sapevo, ho sempre saputo che non dovevo fidarmi e invece... sono stata una stupida! Come hai potuto raccontargli tutto?>> una parte di lei non voleva sentire ragioni, l'altra desiderava solo capire dove aveva sbagliato nel fidarsi di una persona che era sempre stata dalla sua parte, sostenendola e proteggendola.

<<Non l'ho fatto di mia spontanea volontà>>
<<Ah no?>>
<<Voleva uccidere delle persone innocenti, Alexis... voleva... ha minacciato i tuoi genitori>> disse Jake alzando lo sguardo e scuotendo la testa dispiaciuto.
<<Sul serio, Jake? Credi che li avrebbe davvero uccisi?>> 
<<Sì!>> rispose il mago come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
<<E allora dopo come avrebbe potuto obbligarmi a fare quell'incantesimo, eh?>>
<<Ci sono tante altre persone che potresti perdere>>
Alexis si abbandonò ad una risata e scostò infastidita i capelli che continuavano a ricaderle sul viso, mettendo così in mostra l'orecchino con la piuma d'oro.
<< E chi? Chi potrei perdere?>> chiese << Tutte le persone di Primrose morirebbero in un modo o nell'altro. Cassandra e Balder, per Bradley, sono solo due miei conoscenti, che hanno già vissuto centinaia di anni per questa stupida maledizione... e... tu ...  beh, per quel che mi riguarda, potrei ucciderti con le mie stesse mani in questo momento... o forse sarebbe meglio essere una spettatrice, forse sarebbe più soddisfacente>>

Sentendo quelle parole, Jake sentì il suo cuore stringersi in una morsa dolorosa, cominciò a mancargli l'aria e sul suo stomaco si depositò un peso che sembrava un macigno.
Pensare che lei lo avrebbe ucciso, che si sarebbe divertita a vederlo soffrire... 

<<Tu non capisci!>> gridò arrabbiato, non poteva sopportare che lei pensasse che l'avesse tradita per puro divertimento.
<<E cosa dovrei capire?>> rispose esasperata.
<<Ho visto centinaia di persone innocenti morire davanti ai miei occhi. Fin da quando sono bambino non vedo altro che sangue, polvere, morte e cenere. Credi che sia facile? Forse, nel momento in cui Bradley mi ha detto che li avrebbe uccisi, non ho pensato che non l'avrebbe fatto, non ho pensato che tu, tu che sei sempre un passo avanti, non ti saresti lasciata ingannare>>
<<Forse avresti dovuto pensarci invece>> ribatté la ragazza arrabbiata.
<<Non l'ho fatto, va bene? Ero nel panico, ho rivissuto i momenti più brutti della mia vita, e vedevo quel pugnale a una distanza incredibilmente piccola dal cuore di tuo padre e vedevo le lacrime sul viso di tua madre, e, per un momento,  ho visto te, accanto a loro, accanto ai corpi riversi e macchiati di sangue dei tuoi genitori e perdonami se in quel momento non sono riuscito a pensare lucidamente, come la grande Alexis avrebbe fatto>> 
Jake aveva il respiro affannato, la sua pelle diafana era macchiata da chiazze rosse sugli zigomi, e, per la prima volta da quando lo conosceva, Alexis vide i suoi occhi lucidi bagnati dalle lacrime, una delle quali, delicatamente poggiata nell'angolo dell'occhio, su una ciglia chiara, aspettava solo di scappare e scivolare fino a quelle labbra tremanti.

<<Jake>> provò a dire la ragazza, improvvisamente dispiaciuta per le parole che gli aveva rivolto.
<<No, non lascerò che tu mi incolpi di questo, perchè lo sto già facendo da solo, perchè non ho fatto altro da quando la prima parola ha abbandonato le mie labbra. Perchè quell'immagine di te mi ha distrutto e, per quanto queste manette facessero incredibilmente male>> si interruppe mostrandogli i polsi lividi con spessi cerchi viola e segni di bruciature che si confondevano al sangue rappreso <<niente era paragonabile all'averti tradito, all'aver rivelato il tuo piano e niente sarebbe stato paragonabile all'aver ucciso i tuoi genitori>>
<<Tu non li avresti uccisi>> disse la ragazza avvicinandosi al mago.
<<Sì invece, sarebbe stata colpa mia e non potevo sopportarlo perchè io ti->> il ragazzo voltò il capo prendendosi la testa tra le mani, le dita si infilarono tra le ciocche chiare alla ricerca di un sostegno a cui aggrapparsi; sembrava sul punto di crollare.

<<Tu cosa?>>

<<Perchè io sono incredibilmente stupido e perchè ho lasciato che una ragazza spuntata dal nulla mi facesse innamorare! Perchè ho lasciato che tu ti infiltrassi nelle parti più profonde del mio cuore come fa l'acqua quando cerca delle fessure in cui infilarsi e non ho nemmeno mai avuto il coraggio di... >> prese un respiro e abbassò le mani.
<<D-di c-cosa?>> chiese Alexis con voce tremante e sempre più sconvolta.

Jake, dopo averle lanciato uno sguardo di fuoco, strinse delicatamente la mano attorno al polso della ragazza e la tirò verso di sé per poi unire le loro labbra.
Il suo cuore prese a battere velocemente nel sentire quelle screpolate e fredde di lei, le sue mani la strinsero a sé, quasi come se avesse paura che scappasse; poi, una risalì lungo la schiena della ragazza infilandosi tra i suoi capelli rossi e pieni di nodi.
Le loro labbra si scontrarono più e più volte e il ragazzo si sorprese nel sentire che Alexis ricambiava il bacio; i loro nasi si sfiorarono e quella piccola lacrima, ancora sospesa tra le ciglia del ragazzo, cominciò la sua lenta discesa fino a bagnare quelle labbra rosse che ora non tremavano più, ma erano decise.

Per la prima volta si stavano baciando davvero: niente magia, niente inganno, forse un po' di rabbia, ma erano lì ed erano loro.
Jake sentiva le labbra morbide della ragazza e gli sembrava di essere in Paradiso.

Quando i due si allontanarono, sentì di nuovo il freddo di Icy Oak e, per un attimo, i suoi occhi si chiusero, la mente impegnata a ricordare ogni singolo momento di quel bacio.

<<J-Jake>> ora erano le labbra della ragazza a tremare.
<<Lo so... so di Klaus>> Alexis lo guardò con gli occhi spalancati, chiedendosi come conoscesse Klaus, ma non disse niente.
<<Ma avevo bisogno di farlo... è stata una giornata orribile e, quando ho capito che d'ora in poi tu mi avresti odiato, non ce l'ho più fatta... dovevo farlo, non... non potevo lasciarti scivolare via e guardarti correre sempre più lontano>> la guardò e ad Alexis sembrò di vedere delle fiamme divorarlo dall'interno.
<<Jake io n->>
<<Non voglio ascoltarti... ho come l'impressione che qualsiasi cosa dirai sarà quella sbagliata...>>
<<Ti prego, dannazione! Ascoltami>>
<<No>> il ragazzo si mise le mani nei capelli <<Non posso, n-non potrei sopportarlo... me lo dirai un altro giorno... so che hai già fatto la tua scelta da tempo, ma sentirselo dire è una cosa completamente diversa, non oggi, solo questo, va bene?>>
<<D'accordo>> rispose lei sospirando e facendo un passo indietro.

<<Bene, ti aspetto domani, nel giardino per l'allenamento, non fare tardi>>
<<Non sono mai in ritardo>> ribatté la ragazza, cercando di non pensare a ciò che era appena successo e provando a strappargli un sorriso.
<<Non è vero, lo sei sempre>> rispose lui piegando leggermente un angolo delle labbra.

Quando il ragazzo si allontanò e lasciò la stanza, Alexis corse alla porta e lo richiamò, sentendo l'improvviso bisogno di chiedergli una cosa.

<<Jake>>
<<Cosa c'è?>> domandò il mago voltandosi.
<<Lo so che l'infuso di ciliegio che mi ha dato Balder non ha effetti collaterali, lo so che quel bacio era vero... perchè mi hai mentito?>>
<<Come fai a saperlo?>>
<<Balder mi ha fatto studiare le piante oggi... capitolo terzo: la magia del ciliegio. Perchè non me lo hai detto?>>

<<Alexis...>>
<<Non oggi, giusto?>>
<<Giusto>>

Forse, un giorno.

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