Capitolo 34

<<Andiamo! E' il massimo che sai fare?>>

Ad Icy Oak era una giornata incredibilmente fredda; quella mattina, quando Alexis si era svegliata e si era cambiata il vestito per affrontare la nuova giornata, aveva sentito l'aria ghiacciata attaccarsi con gli artigli alla sua pelle calda e perforarla penetrando fino alle ossa,  rivestendole di un sottile strato di ghiaccio.
Era stato un attimo, i pochi secondi necessari a passare da un abito all'altro, e le sue labbra avevano assunto lo stesso aspetto di due delicati petali di Croco dalle tonalità violacee, mentre il naso e le orecchie si erano arrossate e avevano iniziato ad intorpidirsi, tanto che, ad un certo punto, la ragazza aveva dovuto toccarli per assicurarsi che fossero ancora al loro posto.
Inutile dire che, quando Cassandra era entrata nella sua stanza con l'intenzione di raccogliere i suoi capelli in una treccia ordinatamente fissata alla nuca, la giovane strega si era categoricamente rifiutata e aveva lasciato i capelli sciolti, puntandoli solo con due fermagli dorati.

Perfettamente sincronizzato, con il clima freddo, era il paesaggio: il cielo era coperto da grosse nuvole scure che correvano come cavalli infuriati coprendo lo sfondo grigio-bianco; probabilmente, nel pomeriggio avrebbe piovuto o, addirittura, nevicato.
Gli alberi, completamente spogli se non per qualche piccolo abete che resisteva alle rigide temperature, erano coperti di brina e, invece di querce, sembravano betulle.
I sentieri, infine, erano lastre di ghiaccio e, di tanto in tanto, i mercanti indaffarati scivolavano spargendo qua e là le loro cianfrusaglie.

All'interno del castello, regnava uno strano silenzio e Alexis aveva cominciato a temere che si trattasse della quiete prima della tempesta: i servi riordinavano diligentemente le stanze del castello, nessun guardiano sorvegliava le entrate e qualche pigro soldato si era rifugiato nella sala delle armi, troppo intento a lucidare daghe e spade per accorgersi della strana atmosfera.

Solo nel giardino segreto di re Bradley imperversava il caos: Alexis, ormai da qualche ora, era impegnata in uno straziante allenamento in compagnia di Jake; il ragazzo aveva decisamente alzato il livello di difficoltà degli incantesimi e la giovane strega, per quanto fosse esausta, gioiva ogni volta nello scoprire con stupore che, forza fisica a parte, la magia era parte di lei e le formule le scorrevano dentro come il sangue scorre nelle vene: erano la sua linfa vitale.

Quel giorno, Jake le stava insegnando a controllare i quattro elementi: fuoco, acqua, terra e aria.

Scatenare il fuoco era stato semplice: era bastato dire ad Alexis di richiamare la rabbia o la passione e gli alberi intorno a loro si erano incendiati.
Acqua e terra avevano miracolosamente fatto ricrescere quelle stesse piante che aveva bruciato e né Alexis né Jake erano riusciti a capire se ciò fosse stato unicamente merito dei poteri della ragazza o, in parte, anche della magia del giardino.

Il problema vero era l'aria.

Nonostante fosse l'elemento più affine ad Alexis, il leggero venticello che la strega sollevava non poteva essere paragonato nemmeno lontanamente alla bufera che avrebbe potuto scatenare: così forte da piegare un intero villaggio a sé, così maestosa da incantare chiunque e da fargli dimenticare di fuggire, così potente da abbattere qualunque cosa.

<<So che puoi fare di più>> disse Jake guardando Alexis con aria di sfida e mostrandole un sorriso sghembo.
<<Non sta funzionando... dobbiamo trovare qualcosa che sprigioni il potere che c'è in me>> Alexis era totalmente esausta; si era seduta al centro della radura, il vestito, sporco di fango lungo gli orli, era in alcuni punti bruciacchiato e i capelli, più rossi che mai, erano sfuggiti ai fermagli dandole un'aria selvaggia e incredibilmente affascinante.
Anche in quel momento, sporca, stanca e spettinata, Jake la trovava una meraviglia della natura, un capolavoro.

<<Alexis>> Jake sospirò sedendosi di fronte a lei e, con una mano, le sollevò il mento così da far incontrare i loro sguardi.
<<L'aria è uno strano elemento, difficile da capire. È il più puro, perfino più dell'acqua: può essere invisibile, insinuarsi nelle crepe più sottili, distruggere il lavoro di anni... ma è anche il più devastante, il più complicato da controllare: non può essere spento come il fuoco, non può essere assorbito come l'acqua, non può morire come la natura creata dalla terra: è indomabile, incontrollabile, inarrestabile. E' totalmente e disgraziatamente prevalente>>
Le parole del ragazzo, per quanto fossero poco incoraggianti, fecero sorridere Alexis.
<<Certo... non c'è mai nulla di facile quando ci sono di mezzo io>>
<<Ed è questo che mi piace>> sussurrò Jake voltando il capo in modo da non vedere l'espressione della strega.
<<C-cosa?>>
<<Niente... allora, come pensi di fare?>> Jake cambiò discorso, ma quelle parole rimasero nella testa di Alexis per alcuni secondi, il lontano ricordo di un bacio ritornò vivido e scacciò la nebbia che stava cominciando ad avvolgerlo.

Poco dopo, riconcentrandosi sul vero obiettivo, la strega si alzò con un sorriso diabolico dipinto sul viso e, nel punto in cui era seduta, comparvero tre pugnali lucenti.
<<Come hai fatto?>> le chiese Jake guardando le armi stupefatto.
<<Me lo hai insegnato tu>>
<<Non è vero, ti ho insegnato a richiamare oggetti all'interno della stanza, ma questo è... hai appena riprodotto dei pugnali... non ologrammi, ma veri pugnali: hai creato nuova materia secondo un'immagine che già possedevi>> le sue parole erano piene di incredulità, ma nascondevano tutto l'orgoglio che provava nei confronti di quella ragazza.
<<Io volevo dei pugnali e nella mia testa è comparso un incantesimo e, anche se non lo avevo mai letto, sapevo benissimo che era quello che mi serviva, sapevo già cosa sarebbe successo>>

Jake rise e, alzandosi a sua volta, le sfiorò una mano.
<<Ti avvicini sempre di più al momento in cui sarai imbattibile... ma ora, cosa vuoi fare con quelli?>> la guardò curioso di capire a cosa stesse pensando, odiava non poter più leggere i suoi pensieri.
<<Voglio che me li lanci, io cercherò di deviarli con il vento... una semplice brezza non basterà, sono pugnali belli pesanti>>
<<Non se ne parla neanche>> forse, avrebbe preferito non essere a conoscenza di quella parte diabolica e folle del suo piano; se credeva che le avrebbe lanciato addosso dei pugnali, si sbagliava.
<<Ti prego, almeno all'inizio... se non li devierò morirò, giusto? Mi sembra una buona motivazione per tirare fuori il mio potere>> doveva convincerlo, sapeva che quella era la strada giusta.
<<Non posso lanciarli contro altro?>> le rispose speranzoso il ragazzo.
<<Non sarebbe una buona motivazione>>
<<Nemmeno un coniglietto?>>
<<Sono cresciuta cacciando conigli>> disse la ragazza divertita.
<<Oh...>>
-Dannazione- pensò Jake, non poteva farlo, se lei avesse fallito, l'avrebbe uccisa e poi Bradley avrebbe ucciso lui, sempre che non lo avrebbe fatto da solo.
<<Andiamo Jake, ce la posso fare... ti prometto che appena avrò capito come fare, i coltelli non serviranno più>>
<<O-ok>> il ragazzo sospirò, raccolse i coltelli e si allontanò dalla ragazza.

Quando lei gli fece un cenno con il capo, prese un profondo respiro, ruotò leggermente il polso e poi scagliò con forza il più piccolo dei pugnali.
<<Hai una mira pessima>> l'arma si era conficcata qualche metro più a sinistra del punto in cui si trovava Alexis.
<<Alexis... >> Jake brontolò e la ragazza non potè trattenersi dallo scoppiare a ridere; nonostante il suo commento, sapeva benissimo che il mago l'aveva mancata volontariamente, ma così non avrebbe funzionato, non c'era nessun rischio, non era abbastanza motivata per scatenare la più potente e nascosta parte di sé.

<<Jake, ti prego! Hai detto che sono imbattibile, hai visto cosa ho fatto... hai sempre detto che credevi in me!>>
<<Io credo in te>> rispose lui velocemente temendo che la ragazza potesse pensare il contrario.
<<E allora tirami quel maledetto pugnale dritto al cuore!>>

Ciò che successe dopo fu lo spettacolo più incredibile a cui Jake avesse mai assistito.

Un profondo respiro, un gesto del polso, un luccicante pugnale che roteando in aria illuminò anche gli angoli più scuri del giardino riflettendo la luce del Sole e poi:

il pugnale si fermò a qualche centimetro da Alexis vibrando pericolosamente, il vento lo comprimeva da destra, da sinistra, dall'alto e dal basso creando una sorta di contenitore invisibile.
Alexis, gli occhi chiusi e le mani tese in avanti, quasi a sfiorare la punta del pugnale, fece un debole sorriso: sentiva l'aria scorrerle sulla pelle e accarezzarla, la sentiva muoverle i capelli, insinuarsi nel vestito, vibrare all'interno delle sue vene... 
Fece un passo indietro e, spostando lentamente la mano versa destra, scagliò il pugnale nella parte più fitta del giardino; quando sentì un rumore sordo, capì di aver fatto conficcare la lama nella corteccia di un albero.

A quel punto, aprì gli occhi: il verde era più accesso che mai e brillava illuminato dal Sole di quel giardino incantato, l'energia scorreva in lei e la faceva sentire più potente che mai.
La ragazza si concentrò, cercò di immaginare uno scudo fatto d'aria avvolgerla completamente, ascoltò il battito irregolare, ma potente del suo cuore...
Sentiva l'aria crescere sempre di più: non era più un semplice venticello, ora la colpiva facendola traballare e togliendole il respiro, ma lei resisteva indenne in mezzo a quello spettacolo come una polena che, durante una tempesta, rimane ferma aggrappata alla prua sfidando fiera le onde che la travolgono.

Quando Alexis chiuse di nuovo gli occhi e abbassò le mani, il vento cessò e per poco i due non caddero, rendendosi conto che, fino a quel momento, era stata l'aria a sostenerli.
<<E'- è stato... hai visto cosa hai fatto?>> Jake era senza parole e la guardava con gli occhi rossi carichi di ammirazione.
<<Direi un bel po' di casino>> sotto il tono scherzoso della ragazza si nascondevano tutta la sua eccitazione, l'incredulità e soprattutto la paura di fronte alla scoperta di un potere così grande e così distruttivo.

Gli alberi si erano piegati al suo volere, l'erba volteggiava ancora in aria dopo essere stata strappata dal terreno e i fiori, i cui petali erano stati staccati ad uno ad uno dallo stelo, stavano iniziando a ricrescere, ancora oscillanti a causa del vento.

Quello era lo spettacolo più incredibile che avesse mai visto.

La natura che si inchina alla natura.

La magia che domina sugli elementi.

*****

Il pomeriggio era ormai arrivato e, come Alexis aveva previsto, stava piovendo: grosse gocce di acqua fredda miste a piccoli fiocchi di neve che, sciogliendosi sul cappuccio del suo mantello, la facevano rabbrividire.
La ragazza era quasi arrivata a casa di Balder per le lezioni pomeridiane e non vedeva l'ora di mettere piede in quella piccola e calda casetta dal profumo di tè, polvere e legno vecchio.

Quando si ritrovò davanti all'abitazione di Balder, bussò energicamente e subito l'anziano mago aprì la porta per farla entrare.
<<Entra pure, cara>> quando voltò le spalle all'ingresso, si sfregò le mani per poi soffiarvici sopra nel tentativo di riscaldarle.
<<Fa freddo fuori, vero? Non è una novità per Icy Oak, ma un vecchio come me, con tutta questa pioggia e questo umido...  la mia schiena inizia a fare i capricci>>
Alexis scoppiò a ridere e si sedette al piccolo tavolino di legno graffiato che, come al solito, era ricoperto di grossi libri di ogni genere e strani oggetti di ferro.

Balder, che era sparito in cucina, ricomparve con la sua amata teiera e con alcune tazzine fumanti che, con uno schiocco di dita del mago, si appoggiarono delicatamente sopra ad un'enorme librone già macchiato in alcuni punti.
<<Questo ti riscalderà...>> le porse una tazzina e prese la sua <<Sono contento che Bradley abbia pensato a questo... potremmo passare più tempo insieme>>
Per un attimo, Alexis sentì il suo cuore riscaldarsi e non fu in grado di capire se fosse stata colpa del tè bollente che aveva ingerito o delle dolci parole di Balder.
<<Posso chiederti, cosa di preciso, oltre al fatto che sono di Gold Feather, ti spinge ad amare così tanto una persona che potrebbe portarti alla morte?>>
Di fronte a quella domanda, Alexis vide il vecchio mago arrossire e poi impallidire di colpo quasi come se si fosse lasciato scappare un segreto; poi, Balder bevve un sorso di tè caldo e le sorrise senza però guardarla negli occhi.
<<Oh, niente di che... mi sembri una brava persona, coraggiosa determinata... e poi a quest'età ci si affeziona a tutto, sai?>>
Alexis annuì non del tutto convinta e prese un profondo respiro.

Doveva chiedere a Balder una cosa, una cosa molto importante: ne sarebbe dipesa la sua vita.
Eppure, in un certo senso, non voleva farlo, le sembrava quasi di tradire una persona, una persona che per lei avrebbe fatto di tutto.

<<Va tutto bene?>> quando il mago poggiò la tazzina sbeccata sul vassoio, il leggero tintinnio causato dal cucchiaino che vi si  trovava all'interno fece sobbalzare Alexis.
La ragazza giocherellò con i ciondoli del suo braccialetto per qualche secondo, dopodiché si convinse che quello che stava per fare fosse la scelta giusta.

<<Balder, prima di iniziare, dovrei parlarti di una cosa>> iniziò, evitando il suo sguardo.
<<Certo, dimmi pure>> rispose lui sorpreso, ma anche compiaciuto del fatto che la ragazza volesse parlargli.
<<Voglio che mi aiuti a creare un piano, un piano per salvarci tutti>>
<<Cosa? Io? >> si sarebbe aspettato di tutto, ma mai quelle parole.
In realtà, un paio di volte ci aveva pensato: aveva avuto modo di conoscere Alexis e aveva capito che non si sarebbe mai arresa, eppure non l'aveva sentita parlare di un piano nemmeno una volta e si era ormai convinto che avesse chiesto aiuto a Jake o che stesse progettando qualcosa di tremendamente pericoloso senza parlarne con nessuno.
Ma questo? Lei voleva che un vecchio mago con un uccellino impagliato che si trasformava in un gufo, un bastone magico che non funzionava più e un terribile mal di schiena, la aiutasse?

<<Sì, tu>> rispose lei decisa.
<<Perchè ti fidi tanto di me?>> la sua domanda, per quanto fosse piena di curiosità, nascondeva una grande quantità di entusiasmo.
<<Io...  >>
<<E perchè non ne parli con Jake?>>
<<In realtà... >> questa volta, Alexis fu obbligata a dire la verità << ho già elaborato un piano e lo metterò in atto con l'aiuto di Jake>>
<<Non capisco>> 
<<Io sono una guerriera, Balder... prima di essere una strega sono stata un soldato e lo sarò sempre... ogni guerriero che si rispetti ha un piano di sicurezza nel caso il primo non vada a buon fine>>
<<A Jake non piacerà per niente>> la avvertì il mago scuotendo la testa e alzandosi per poi cominciare a camminare avanti e indietro; nonostante la sua vecchiaia, lo faceva sempre quando era nervoso e, chissà perchè, quando c'era Alexis lui era incredibilmente nervoso.
<<Io mi voglio fidare di lui, davvero... ma è una cosa troppo grande per essere presa così alla leggera... è una guerra che va avanti da secoli>> 

Ed era vero: Alexis aveva giurato a sé stessa che si sarebbe fidata di Jake, che si sarebbe lasciata aiutare. Gli aveva promesso che non avrebbe mentito e che non avrebbe fatto niente di stupido, ma Icy Oak, Primrose e Gold Feather erano impegnati in quella lotta da secoli, secoli di morti innocenti, paesi distrutti, re malvagi, stregoni straordinariamente potenti...
Loro erano solo pedine troppo piccole in una scacchiera troppo grande, la più forte delle alleanze poteva essere spazzata via in un secondo... non poteva mettere in piccolo tutte quelle persone solo per il desiderio di dimostrare a se stessa che, in fondo, anche lei era in grado di fidarsi di persone nuove.

<<Ok>> Balder sospirò, consapevole che la ragazza avesse ragione, in fondo, lui lo sapeva meglio di lei <<Allora? Cosa intendi fare?>>
<<Beh, speravo che tu mi potessi aiutare a scoprire l'incantesimo>> rispose lei speranzosa.
<<Alexis, non sai quanto vorrei poter essere d'aiuto, ma la verità è che pur sapendo l'incantesimo, non si può fare niente senza i simboli>>
<<Ci sarà pure un modo per scoprirli>>
<<C'era una sorta di indovinello, una formula... tutti i prescelti possono risolverlo, ma l'ho dimenticato a causa dell'incantesimo che mi hanno fatto, nessuno lo conosce>>

Poco dopo, nel silenzio di quello strano pomeriggio, le parole di Alexis rimbombarono nella tesa atmosfera di quella piccola casetta.

<<E allora non mi resta altra scelta>>

<<Quale?>>

<<Ucciderò Bradley>>

Un tuono a ciel sereno.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top