Capitolo 33

E' incredibile come a dare i baci più caldi fossero le labbra più fredde.

Le labbra di Alexis, di solito incredibilmente fredde, quasi viola, e screpolate, lasciarono un ultimo bacio su quelle di Jake, calde e rosse, poi, la ragazza allontanò il viso da quello del mago e, dopo avergli lanciato uno strano sguardo, disperato e ardente, i suoi occhi si chiusero.

<<Alexis>> Jake la chiamò, ma il suo sussurro gli rimase intrappolato in gola quando si accorse che la ragazza era di nuovo priva di sensi.
Il ragazzo le appoggiò delicatamente la testa al cuscino e le spostò i capelli dal viso per poi rimettersi seduto accanto a lei, il capo poggiato al muro dietro al letto, le gambe distese e le mani strette a pugno poggiate sulle ginocchia.
Un sospiro frustrato abbandonò le sue labbra, ancora tremanti per ciò che era appena successo.

<<Non dovevi baciarla>>
Jake si voltò verso la porta e vide Balder appoggiato allo stipite con una bacinella piena di un liquido rosa in mano.
<<Ci hai guardati?>>
<<Ho visto solo la fine, abbastanza per capire che non è andata come speravi>> disse l'uomo scuotendo la testa ed entrando nella stanza.
<<Non puoi giudicare una storia dal finale>> le parole del ragazzo non erano nemmeno lontanamente convincenti; la verità era che quel bacio era stata la cosa più bella della sua vita, l'aveva bramata, l'aveva sognata ed era successo, ma... non era così che sarebbe dovuta andare, Balder aveva ragione.

<<Jake>>
<<Ti prego>> lo interruppe il ragazzo <<non farmi la predica, non dirmi che ho sbagliato. Lei mi ha baciato e io... io...>> Jake si passò le mani nei capelli.
Che diavolo aveva fatto?
<<Tu lo volevi da tanto, lo so, ma lei non lo ricorderà Jake>> a quelle parole, il ragazzo alzò di scatto la testa verso di lui e lo guardò supplicante, come se, volendo, Balder avrebbe potuto cambiare il futuro.
<<Questo incantesimo è distruttivo per la mente di una persona, te l'ho detto... probabilmente lei avrà vissuto momenti terribili in queste ore e, probabilmente, avrà visto cose che l'hanno portata a fare ciò che ha fatto. Lei non era veramente cosciente>> 
<<Lo so...>> rispose il ragazzo sospirando e prendendosi la testa tra le mani.
Quando aveva baciato Alexis aveva sentito una parte di lui sobbalzare dalla gioia e dall'euforia e aveva riposto tutto in quel bacio, in quelle labbra morbide, ma screpolate; in quegli occhi verdi come la speranza; tutte le volte che le loro labbra si erano sfiorate, si era sentito come un marinaio durante una tempesta, sospeso sulla coffa e incapace di scendere: le scariche dei fulmini lo colpivano, confondendolo e facendolo tremare, e le emozioni, le sensazioni, gli piombavano addosso e lo travolgevano avvolgendolo in un vortice che non intendeva lasciarlo fuggire.
Alla fine, però, le onde si erano alzate al di sopra della sua nave, proiettando scure ombre e travolgendo ogni cosa: le vele si erano squarciate e lui, in bilico, aggrappato con le unghie a un pezzo di legno già marcio da tempo, aveva sentito un terribile rumore, segno di un'irreparabile spaccatura, ed era caduto, sempre più in fondo, sempre più veloce, fino ad essere avvolto dalle scure e fredde braccia dell'oceano.
Un ultimo respiro, il gelo... la morte.

<<Jake>> Balder fece un altro passo avanti e alzò una mano quasi come se volesse arruffare i capelli del ragazzo, proprio come faceva quando era ancora un bambino, ma la riabbassò immediatamente.
<<Dovremmo darle questo>> mostrò a Jake l'antidoto.
<<Sì... sì hai ragione; fai pure>> 
Balder lo guardò allontanarsi verso la piccola finestrella che illuminava la stanza e, dopo aver scosso la testa esasperato, fece ingerire una piccola quantità dell'antidoto alla ragazza.

Passarono alcuni minuti e, finalmente, la ragazza cominciò a svegliarsi: dapprima le sue mani si strinsero a pugno lungo i fianchi, poi, le sue labbra iniziarono a tremare, infine, con un grido disperato che perforò le orecchie di Jake e Balder, spalancò gli occhi e si mise a sedere.
<<No!>> la giovane strega tremava e si guardava freneticamente intorno in preda al panico.
<<Alexis, calma... calmati, siamo qui... io e Jake>> Balder lanciò un'occhiata al ragazzo, che se ne stava in disparte in un angolo della stanza, per poi tornare ad osservare Alexis.

<<J-jake>> la ragazza si alzò dal letto e, in tutta fretta, si avvicinò a lui stringendolo in un abbraccio che lo lasciò senza parole.
Quando sentì il corpo freddo della ragazza tremare come una foglia contro al suo, ricambiò il gesto avvolgendo le braccia attorno alle sue spalle; qualche secondo dopo, Alexis smise di battere i denti.
<<Ehi, va tutto... bene>> le disse il ragazzo allontanandola leggermente per guardarla negli occhi.
<<Cosa mi è successo?>>
<<Lars ti ha fatto un incantesimo>> di fronte allo sguardo arrabbiato e confuso della giovane strega, Balder e Jake non poterono fare a meno di spiegarle ogni cosa, così, dopo averla fatta sedere, le raccontarono per filo e per segno tutto ciò che era successo: dall'infuso di erbe fino al suo risveglio.

Alexis non poteva crederci, o meglio, riusciva benissimo a credere che Lars avesse fatto una cosa del genere, ma non sopportava l'idea che quell'uomo stesse ancora cercando un modo per fargliela pagare; per cosa poi?
Era innocente, una prigioniera che doveva obbedire agli ordini di un re dispotico per mantenere in vita i suoi genitori... 
Non poteva lasciare che le cose continuassero così, il tempo stringeva e le possibilità di salvarsi diminuivano.

*****

<<Come ti senti?>> le chiese Balder dopo averle vuotato una tazza di tè.
Erano seduti al solito tavolo di legno, vecchio e graffiato, ormai da un po' di tempo e il vecchio mago aveva dato tutto se stesso per preparare un'ottima zuppa di cavolo, qualche patata e infine il suo immancabile tè.
Alexis aveva ripreso colore e, più che spaventata, ora sembrava solo arrabbiata; Jake aveva paura che potesse usare i suoi poteri per uccidere Lars.
Ovviamente lui non si sarebbe opposto alla cosa, ma non era un'ottima soluzione se voleva che Bradley non uccidesse i suoi genitori.

<<Come se fossi stata investita da una mandria di cavalli>> rispose la ragazza assaporando la zuppa come se fosse il piatto più pregiato che avesse mai mangiato.
<<Lo immagino>>
<<E' stato orribile, mi sentivo come divisa in tre parti: quello che ero, quello che sono e quello che sarò>> la ragazza poggiò il cucchiaio sul tavolo e cominciò a passarsi tra le dita una ciocca di capelli che sembrava avere una bruciatura alla fine.
<<Mi hanno dato fuoco e, anche se non era vero , sentivo le fiamme bruciarmi la pelle e penetrare fino alle ossa...>> sentendo quelle parole, Jake si voltò verso Balder come per chiedergli se fosse possibile che la ragazza si fosse procurata la bruciatura in quel modo, ma il vecchio si limitò ad alzare le spalle, troppo impegnato ad ascoltare il racconto di Alexis.
<<E poi il gelo, faceva tanto freddo... ma alla fine mi sentivo... in pace e non ero sola, io... >> la ragazza si bloccò e guardò Jake con gli occhi spalancati.
<<Ti ho baciato? Io... è successo davvero?>> vedendo l'espressione di puro terrore dipinta sul volto della ragazza, Jake non potè fare a meno di trattenere un'amara risata e, nonostante sentisse ancora il rumore del legno che si spezzava travolto dalla tempesta, scosse la testa.
<<No, non l'hai fatto>>
<<Eppure era diverso dal resto>> replicò lei passandosi un dito sulle labbra: fredde.
<<Dev'essere stato un effetto dell'antidoto, può provocare allucinazioni>> a quella risposta di Jake, Balder per poco non scoppiò a ridere, ma, nonostante il sorriso sul suo volto, l'espressione del mago divenne presto triste vedendo quella del ragazzo.

<<Ora vi lascio, ho delle faccende da sbrigare per re Bradley>>
<<Di che si tratta?>>
<<Il solito "svuota la mente del prigioniero">> rispose Jake sbuffando e, dopo aver bevuto un ultimo sorso caldo di tè che lo avrebbe aiutato ad affrontare il freddo gelido di Icy Oak, si avviò verso la porta, il mantello già annodato e lo sguardo puntato verso il piatto vuoto di Alexis.
<<Passerò a prenderti appena avrò finito, adesso puoi stare con Balder>> non aspettò nemmeno che la ragazza gli rispondesse e se ne andò chiudendosi la porta alle spalle.

<<Maledizione!>> Alexis sbatté una mano sul tavolo facendo sobbalzare ciò che vi era poggiato e un'improvvisa folata di vento entrò nella stanza.
<<Oh, giusto!>> di fronte all'espressione stupita della ragazza, Balder cominciò a parlare con un sorriso sulle labbra <<ho scoperto che l'elemento con cui hai un legame maggiore è l'aria>>.
<<Ma non erano->>
<<Tutti e quattro gli elementi certo, ma ce né sempre uno che prevale. Per preparare l'antidoto serviva l'elemento della strega colpita e li ho dovuti provare tutti e quattro; quando ho usato fuoco, acqua e terra non è successo nulla, ma appena ho aperto le finestre e ho alzato un lieve venticello, l'antidoto stava per esplodere>>
<<Oh... bene, allora>> 
Balder sospirò, sapeva benissimo che in quel momento ad Alexis non interessava quale fosse l'elemento con cui aveva un legame maggiore.

<<Cosa succede?>>
<<In un modo o nell'altro, lo faccio sempre arrabbiare! Anche senza rendermene conto>> Alexis guardò stralunata Balder che, dopo la sua affermazione, era scoppiato a ridere.

Se c'era una cosa che il vecchio mago aveva imparato, crescendo Jake, era che certe cose non potevano essere controllate e lui era proprio una di quelle: un momento era felice e quello dopo piangeva, era sempre stato così da piccolo, poi, ovviamente, era cambiato; dopo la morte di sua madre, era cresciuto in fretta: aveva sostituito i suoi caldi sorrisi con brevi risate, belle e ammalianti come le eclissi e, purtroppo, con la loro stessa frequenza: rare, rarissime; i pianti, invece, avevano lasciato il posto alla rabbia, una rabbia cieca che spesso lo aveva portato a casa di Balder, nel cuore della notte, con tagli sulle braccia e sul viso.
Più volte, Balder gli aveva chiesto come se li procurasse, ma alla fine era stato costretto a spiarlo per scoprirlo: ogni notte, quando era arrabbiato, raggiungeva la sala delle armi e provava ogni tipo di spada o pugnale, lottando contro soldati invisibili e ferendosi da solo.
-Non devi farlo- gli aveva detto Balder.
-Se posso avere un motivo valido per essere arrabbiato lo voglio. Non posso sprecare tempo a lottare contro qualcuno che si rifiuta di combattere, che si nasconde dietro a scudi invisibili e ti fa sentire un perdente anche quando in realtà sei un vincitore.
Qui vinco io e, quando sarò abbastanza bravo, niente potrà convincermi che la vittoria non sarà mai mia- ecco cosa gli aveva risposto il ragazzo.
E Balder l'aveva vista, aveva visto una luce accendersi nei suoi occhi e non era stato in grado di ribattere; con il tempo, quello era diventato un rituale: Jake lottava, andava da Balder, l'uomo gli fasciava le ferite e lo rimproverava... un circolo continuo, una salita che lo portava dall'Inferno al Paradiso.

Alexis lo aveva cambiato, indubbiamente, ma certe cose non potevano essere cancellate del tutto e Balder sapeva benissimo che, essere innamorato di una ragazza che non avrebbe mai potuto avere, era per Jake la più grande delle sfide.
Una lotta che lo avrebbe portato ad autodistruggersi, in un circolo continuo, una discesa che lo avrebbe portato dal Paradiso all'Inferno.

<<Jake è sempre stato così, Alexis... non puoi sforzarti di capirlo, non ci riuscirai mai: nemmeno io ci riesco>>
<<E' solo che...>> la ragazza sospirò <<mi sembra sempre di sbagliare e lo vedo come mi guarda, come se io fossi una cosa preziosa, ma incredibilmente forte... la verità è che non stanno così le cose>>
<<Tu sei forte, Alexis>> Balder le sorrise e sfiorò con le sue mani secche e raggrinzite quelle pallide e lisce della ragazza.
<<Dalle un arco e delle frecce e sterminerà il villaggio... questo dicevano di me a Primrose e forse è vero... forse potrei farlo anche con la magia, ora, ma Jake mi fa sentire debole come non mai. Ogni scelta che prendo ferisce sempre qualcuno>>
<<Le scelte hanno delle conseguenze, Alexis. Sempre>> il vecchio mago si diresse verso la piccola cucina e, passando accanto alla ragazza, le fece una leggera carezza tra i capelli, il viso distorto da una smorfia di malinconia.

*****

Jake e Alexis camminavano fianco a fianco, in silenzio. Quante volte si era ripetuta quella stessa scena?
Ogni volta era sempre la stessa storia: uno accanto all'altro, camminavano verso il castello dopo aver lasciato la casa di Balder, il silenzio riempito dai pensieri.

Quella volta, però, Jake interruppe presto il silenzio.
<<Sono stato convocato da Bradley, ha saputo cosa è successo. D'ora in poi, dopo esserti allenata con me, andrai da Balder per studiare cose come gli amuleti e le erbe. Vuole evitare che si verifichino altri imprevisti come questo>> il suo sguardo rimase, per tutto il tempo, fisso all'orizzonte; in lontananza, incastrato tra le montagne, si vedeva il posto di guardia, illuminato nella notte, e la nebbia aveva già iniziato ad avvolgere le cime innevate.

<<A questo proposito, dovrei dirti una cosa... >> il tono incerto della ragazza si trasformò alla fine in un'affermazione decisa: aveva scelto, non poteva più tirarsi indietro.
<<Va bene, dimmi>> rispose lui dubbioso.
<<Dobbiamo iniziare>>
<<Iniziare cosa?>> chiese distogliendo lo sguardo dal paesaggio e fissando la ragazza che ora lo stava guardando infastidita.
<<Il piano, il mio piano per salvarmi. Ormai mancano pochi giorni alla prima luna piena, dopodiché ci rimarranno solo due mesi prima della prossima. So cosa voglio fare e voglio che tu mi aiuti>>

Gli occhi del ragazzo si spalancarono sentendo quelle parole. Lei voleva essere aiutata, voleva che lui l'aiutasse!
Quando glielo aveva proposto la prima volta, credeva che fosse solo per mettere fine alla loro discussione, ma ora, ora lo stava dicendo davvero: niente "forse", niente "ma"... 
<<Ne sei sicura?>>
<<Sì>> rispose lei certa.
<<Sai che c'è un rischio?>>
<<Sì>> Alexis lo guardò e sorrise: era pronta ad affrontare le conseguenze della sua scelta, era pronta a tutto.

<<Beh, allora dimmi di cosa si tratta>> disse Jake non  riuscendo a trattenere un sorriso; la tempesta si stava placando.
<<Su quel libro che ho letto in biblioteca, quella volta che... beh, quella volta che ti ho mentito... ho letto che se una persona di un altro paese vive qua a lungo, diventa una di qui e quindi scompare insieme al resto della città. E' vero?>>
<<Beh, si... ma se una persona si trova fuori dai confini del paese allora non le accadrà nulla>>
<<Ed è qui che entriamo in gioco noi. Faremo scappare i miei genitori, Balder e Cassandra oltre ai confini così che potranno salvarsi. Io ruberò la pergamena con l'incantesimo e, con la mia magia, sfuggirò alle guardie e li raggiungerò nel bosco.
Poi, con l'aiuto della mia potenza, in quanto prescelta, mi recherò con tutti loro a Primrose e userò la mia magia per difendere il villaggio fino a quando non avrò trovato  i simboli di Icy Oak così da poter usare l'incantesimo contro di loro.
Che ne dici?>>
<<E'... assurdo!>> il ragazzo si fermò di colpo e Alexis, che era rimasta qualche passo più indietro, le andò addosso.
Jake le prese le mani così da allontanarla di qualche passo e non farla cadere e, per un attimo, i due furono distratti da quel contatto, dai brividi che percorsero la loro schiena e dal calore emanato dai loro corpi nonostante il freddo.
Poi, Alexis scosse la testa e si riconcentrò sull'argomento di partenza allontanando ogni altro pensiero.

<<Lo so>>
<<Come pensi di scappare a tutte le guardie?>>
<<Sono la prescelta e posso scaraventarli da qualche parte senza alcun problema>> rispose lei con un mezzo sorriso che fece sbuffare Jake.
<<Tu sei pazza>>
<<Allora? Cosa ne pensi davvero?>> Alexis aveva bisogno di sapere se quel piano avrebbe potuto funzionare; non conosceva bene il paese, né il suo esercito, non poteva prevedere tutto senza alcune importanti informazioni.

<<Sono sicuro che ce la farai, una volta terminato l'allenamento, non potranno sfiorarti nemmeno con un dito. Le nostre guardie non sono molto sveglie, credono di essere forti solo perchè sono ancora vive, nonostante tutto... può funzionare, ma non puoi fare tutto questo da sola, è comunque rischioso>>
Le sue parole, incredibilmente, fecero sorridere la ragazza: un sorriso che illuminò il buio.

<<Perchè sorridi?>>
<<Perchè c'è un'altra cosa che dovrei dirti>>
<<Cosa?>> chiese lui impaziente.
<<Tu mi aiuterai, sarai al mio fianco e scapperai con noi>> gli occhi del ragazzo si spalancarono.
<<C-come? Perchè?>>
<<Io... pensavo che odiassi questo posto, credevo che tu volessi andartene... stare->> la ragazza non finì la frase, terrorizzata da quello che stava per dire.
L'espressione dipinta sul volto del ragazzo era una cosa che Alexis non avrebbe saputo spiegare: terrore, rabbia, paura?
Come aveva potuto anche solo pensare che Jake avrebbe accettato di andarsene?
Eppure non era stato lui a dirle che l'avrebbe aiutata, che le sarebbe stato accanto?

Scuotendo la testa, la strega si allontanò rapidamente da quel ragazzo che si era improvvisamente trasformato in un blocco di ghiaccio.
I suoi passi veloci risuonavano nel silenzio della notte, le piccole lanterne tremolanti illuminavano il sentiero buio e Alexis, con le mani avvolte nelle maniche del mantello, affrontava il vento gelido.
Era stata una stupida! 
Proporgli di lasciare quel posto! Come aveva potuto? 
Non pensava che le avrebbe fatto così male, eppure non riusciva a darsi pace: sognava Klaus, ricordava la promessa che gli aveva fatto, vedeva i suoi occhi argentati ogni notte; ma non poteva sopportare l'idea di dover abbandonare Jake.

Dei passi pesanti, veloci come fulmini, rimbombarono dietro di lei e la ragazza si voltò di scatto temendo che qualcuno potesse attaccarla.
<<Ferma!>> Jake alzò le mani per proteggersi da un attacco che comunque non arrivò  e prese un profondo respiro, le guance erano arrossate nonostante il freddo.
<<E' meglio se parliamo domani, oggi non è il caso di->>
<<No! Ascoltami, ti prego. Io voglio venire con te, voglio davvero lasciare questo posto, sarebbe come essere veramente libero dopo una vita trascorsa dentro una prigione fatta di sangue e bugie>>
<<E allora...>> Alexis era confusa.
<<Non ho detto niente perchè non riuscivo a credere all'incredibile opportunità che mi stavi offrendo, ero sorpreso e in un certo senso arrabbiato perchè tu... mi vuoi con te!>>
<<Io non capisco>>
<<Non importa>> Jake rise, rise davvero, per la prima volta, di fronte a quella che al momento era solo una battaglia persa.
<<Non importa che tu capisca, verrò con te, verrei con te sempre>>

<<Grazie, Jake>>
<<Grazie a te, guerriera>>



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