Capitolo 31

<<Cosa?>>
Ad Icy Oak era ormai notte, la stanza buia era illuminata solo dalla luce fioca delle candele e le ombre proiettate sui muri e sul pavimento sembravano nuvole di fumo pronte a dissolversi.
Una delle finestre aperte lasciava penetrare l'aria fredda e pungente e l'argentea luce della luna che illuminava il profilo corrucciato di un giovane ragazzo dai capelli del colore della neve.

<<Non so cosa sia stato! E' svenuta, dovete aiutarmi!>> la povera domestica gesticolava nervosa mentre i suoi sottili capelli neri sfuggivano all'acconciatura.
<<Cassandra, potresti dirmi di cosa stai parlando e soprattutto chi è svenuta?>> disse Jake mentre lentamente spingeva la donna verso la porta per poter uscire in corridoio.
<<Alexis! Ha bevuto quella cosa e poi->> la donna guardò sbigottita il ragazzo che veloce come un fulmine saettò da un estremo all'altro del corridoio per raggiungere la camera di Alexis, dopodiché, sollevando la veste per non inciampare, lo seguì.

I loro passi risuonavano come un veloce ticchettio, simile a quello di un orologio, e gli ricordavano che avevano i minuti contati; le ombre, invece, li inseguivano senza mai staccarsi, come spie pronte a rivelare al mondo i loro segreti.
Una volta arrivati, Jake spalancò con forza la porta e la vide: in piedi, al centro della stanza, si era cambiata il vestito indossandone uno stranamente più umile rispetto a quelli che Cassandra le portava: era grigio, fatto di una tela sottile e leggera, così leggera che Jake vide il corpo della ragazza tremare impercettibilmente per il freddo; i capelli erano sciolti, niente  fermagli, niente trecce, solo una massa rossa aggrovigliata che le ricadeva sulle spalle come un cespuglio in autunno, non che Jake sapesse che colore avevano i cespugli in autunno, ma lo aveva letto in alcuni libri.
La sua pelle era pallida come sempre e le labbra rosse come i petali di una rosa e gli occhi... i suoi splendidi occhi verdi erano lì, come sempre, che lo guardavano sorridendo.

Jake tirò un sospiro di sollievo, per un momento aveva pensato di trovarla distesa a terra, con le mani sporche di carbone e gli occhi neri, segno inconfondibile di una perdita del controllo dei poteri.
<<Alexis, stai bene?>>
<<Certo>> la voce della ragazza risuonò come una dolce melodia nel silenzio della stanza; era una melodia bellissima e incantevole, ma diversa dal tono allo stesso tempo dolce e deciso che la ragazza era solita utilizzare.
Jake si avvicinò ad Alexis permettendo così anche a Cassandra di entrare nella stanza.
<<Cassandra mi ha detto che sei svenuta, ti sei fatta male?>>
<<Oh, no... comunque sono pronta per l'allenamento, non dobbiamo interromperlo per una sciocchezza del genere>> disse la ragazza per poi allontanarsi da Jake.
Il ragazzo la guardò confuso mentre, avviandosi verso la porta, lei si voltò verso la domestica sorridendo.
C'era qualcosa in lei, qualcosa di diverso, nel modo in cui parlava e nel modo in cui si muoveva...
<<Ma è notte, non possiamo allenarci>>
<<E chi lo dice?>> la ragazza gli lanciò uno sguardo di sfida con le braccia conserte, sembrava volerlo incenerire con lo sguardo.
<<Lo dico io>> rispose Jake ricambiando lo sguardo.
<<Non ascolto un traditore della sua gente! Io devo fare ciò che mi è stato ordinato>>
Le parole della ragazza fecero sospirare Jake che, sorridendo e scuotendo la testa sconsolato, alzò una mano nella direzione di Alexis per poi ruotare lentamente il polso sussurrando: <<Sopi>>

La ragazza scivolò lungo la porta e cadde a terra addormentata, facendo spalancare gli occhi a Cassandra.
<<Che cosa ha fatto?>>
<<E' un incantesimo, dobbiamo portarla da Balder prima che mio padre si accorga del mio incantesimo>> disse Jake scuotendo la testa tranquillamente ed avvicinandosi alla ragazza per poi sollevarla mettendole un braccio sotto la testa, tra la massa di capelli roventi, e uno sotto le gambe.
<<Cassandra, potresti coprirla con quel mantello, per favore?>> per un momento, la donna guardò adorante quel ragazzo che era sempre tanto gentile con lei, poi, raccolse il mantello nero che Jake le aveva indicato e lo avvolse attorno al corpo di Alexis.
<<Ecco fatto, stia attento alle guardie>> disse la domestica con un leggero sorriso.
<<Non c'è problema, ormai è notte, se esco dal retro non mi vedrà nessuno... ti farò sapere come sta>> dopo un ultimo cenno di saluto alla donna, Jake si incamminò per il buio corridoio illuminato solo dalla pallida luce delle candele e, invece di svoltare verso destra ovvero verso l'uscita principale, proseguì dritto fino a quando non incontrò una stretta porta di ferro che lasciava passare, da una spessa grata, l'aria fredda di quella notte frizzante.
Con una mano strinse a sé il corpo inerme della ragazza, mentre con l'altra spalancò la porta per poi richiuderla alle sue spalle.

L'aria pungente colpì subito la sua pelle come le punte di mille frecce e il vento si infilò nei suoi abiti facendolo rabbrividire; Jake sistemò meglio il mantello che copriva Alexis e si incamminò nella notte illuminata solo dall'argentea luce della Luna.
Il suo cervello elaborava mille possibili teorie su chi potesse aver fatto una cosa del genere alla ragazza e un nome in particolare ricompariva più volte con l'insistenza di un gatto randagio a cui si da del cibo per due volte di seguito; ciononostante, c'era una parte del suo cuore che gli diceva che non poteva essere stata quella persona, anche se, l'altra parte non faceva che urlare il suo nome con una decisione tale da far evaporare ogni speranza.

Percorsa la breve strada che separava il castello dalla casa di Balder, Jake superò, leggermente affaticato, il vialetto acciottolato, maledicendosi per non aver utilizzato un incantesimo di trasporto una volta fuori dal raggio percettivo di Lars.
Una nuvoletta bianca di condensa sfuggì alle sue labbra e gli appannò la vista proprio mentre il toc toc  delle nocche contro il legno della porta gli rimbombava nelle orecchie.
<<Oh, Lars... sei proprio una palla al piede... che vuoi a quest'or->> Balder si interruppe vedendo i due ragazzi e la sua bocca si schiuse sorpresa; indossava una tunica blu come la notte e sopra le spalle leggermente ricurve era poggiato un mantello dello stesso colore del ghiaccio.
<<Che cosa ci fate qui?>> guardò meglio Jake e, quando vide Alexis dormire beata tra le sue braccia, ruotò gli occhi rassegnato all'idea di quella che si prospettava essere una notte insonne e aprì meglio la porta per lasciar passare il ragazzo.

<<Che cosa è successo?>> chiese l'uomo accarezzando la mano fredda della ragazza che ciondolava da sotto il mantello.
<<L'ho addormentata, qualcuno le ha fatto un incantesimo, o meglio, un infuso di erbe con effetti magici... improvvisamente le è venuta voglia di lavorare per re Bradley... puoi dirmi di che si tratta?>>
<<Dovrei lavorarci su per qualche ora, ma penso di sì>> l'uomo si grattò il mento pensieroso e poi annuì.
<<Perfetto, dove la metto?>>
<<Portala a letto, non ho bisogno di lei per capire di cosa si tratta...  da ciò che mi hai raccontato, mi sono già fatto un idea di cosa cercare>> il vecchio si sedette su una grossa sedia rovinata accanto al tavolo graffiato e iniziò a scrutare attentamente l'aria davanti a sé.
Jake, invece, portò Alexis nella camera di Balder, la poggiò sul letto e la avvolse nelle coperte per poi tornare dal vecchio mago, il quale, nella stessa posizione di prima, continuava ad osservare davanti a sé, in direzione degli scaffali polverosi.

Il giovane mago guardò attento nello stesso punto in cui era fisso lo sguardo di Balder credendo di essersi perso qualcosa di importante, ma i suoi occhi rossi incontrarono solo un gomitolo di polvere e un aggeggio molto simile ad una pipa ormai inutilizzabile da anni.
<<Non ho ben capito una cosa: hai intenzione di iniziare domattina oppure stai fissando quel muro perchè pensi sia il colpevole?>> disse poi facendo sbuffare Balder.
<<Si chiama pensare, ragazzo mio. Ora vai a dormire, domattina uno di noi dovrà essere in forze per poter curare Alexis>> e, detto questo, richiamò a sé un grosso librone con la copertina di pelle verde rovinata dal tempo e dall'umidità.
Ora che ci faceva caso, Jake si accorse che, lì dentro, tutto sapeva di muffa, tè e tabacco... strani odori da associare alla parola "casa", meno strani se associati al nome "Balder".
<<Beh, buonanotte allora>>
Balder fece scintillare le sue dita sprigionando una miriade di sfavillanti stelline dorate facendo sorridere il ragazzo che, ricordandosi di quando era bambino, gli rispose con un'unica grande scintilla rossa.

*****

Jake sospirò nervoso e spostò di lato le coperte di lana grezza di Balder quando un fioco raggio di Sole gli illuminò il viso; aveva passato tutta la notte a rigirarsi nel letto e a compiere continui incantesimi per tenere Alexis addormentata e, ora, mentre la ragazza dormiva beata con i capelli sparsi a ventaglio sopra alla coperta e le mani chiuse a pugno, il giovane mago non riuscì a trattenere un sospiro frustrato.
Un altro intoppo nel loro allenamento, un altro problema che a re Bradley non sarebbe piaciuto per niente... erano passati quasi due mesi dall'arrivo della ragazza ad Icy Oak ed erano successi così tanti casini che Jake riusciva ad immaginarsi Bradley sbraitare contro chiunque incontrasse per il nervosismo.
Dopo aver lanciato un ultimo sguardo ad Alexis, il ragazzo si alzò e raggiunse il piccolo salotto.

<<Buongiorno, Balder>> il suo borbottio non fu udito dal vecchio mago che era intento a ridere tra sé e sé, un libro in una mano e una tazzina di tè nell'altra.
<<E' successo qualcosa di divertente?>> la domanda del ragazzo fece finalmente sollevare la testa all'uomo che, scuotendo le spalle, fece un piccolo sorriso.
<<Forse per te no, ma per me davvero molto>>
<<Di cosa si tratta?>> chiese il giovane mago incuriosito prendendo posto di fronte a Balder che, con libri e piccole fiale, occupava tutto lo spazio sul piccolo tavolino.
<<Ho scoperto cos'ha Alexis: è vittima di un incantesimo che viene fatto con un infuso di erbezia sinuosa>>
<<Cosa?>> disse Jake confuso.
<<Flexuosurarum>> il sussurro del vecchio non bastò a chiarire le idee del ragazzo che continuò a fissarlo senza capire per poi sbuffare infastidito.
<<Mi spieghi che diavolo sarebbe?>>
<<Ma insomma, non hai imparato proprio niente di ciò che ti ho insegnato?>> dopo una spaventosa occhiataccia lanciatagli da Jake, Balder alzò gli occhi al cielo e ruotò verso di lui il grosso libro che teneva in mano.
La copertina di pelle nera era rovinata e graffiata e le pagine ingiallite, ricoperte di polvere, erano spesse e curvate dall'umidità; le parole scritte a mano con un'elegante calligrafia erano accompagnate da miniature riguardanti piante e fiori; si trattava di un libro relativo alle erbe magiche, ai loro poteri e ai loro antidoti.

Jake prese il libro e lesse ad alta voce le parole indicategli da Balder: <<L'erbezia sinuosa, o Flexuosurarum, è una pianta che serve per indurre un soggetto ad obbedire ad ordini impartiti da chi ha realizzato l'incantesimo o a un semplice volere direttamente trasmesso attraverso un incanto compiuto sulla bevanda stessa>> il mago rifletté alcuni secondi prima di parlare.
<<Quindi qualcuno voleva che Alexis obbedisse ai suoi ordini?>> chiese poi facendo annuire Balder.
<<Qualcuno, dotato di magia e di un'adeguata riserva di erbe, voleva che Alexis aiutasse re Bradley nel suo progetto, senza che ci fossero ulteriori intoppi... ora, direi che è chiaro chi sia questa persona... >> rispose l'uomo intrecciando le mani in grembo e facendo un sorriso divertito.

<<Lars!>> il ruggito di Jake fu talmente rabbioso che fece sobbalzare persino Balder, il quale smise di sorridere e si versò un'altra tazza di tè;
<<Era questo ciò che aveva in mente contro Alexis, ma perchè fare una cosa così evidente?>>
<<E' questo che ha suscitato le mie risate: c'è una barriera con cui si può mascherare l'incantesimo, ma quella creata da tuo padre era debole e fabbricata in fretta, non gli importava più di tanto o forse credeva che non fosse necessaria... è bastata una semplice boccetta di inchiostro rovesciata perchè venisse attirata dall'alone maligno dell'infuso e->> Balder si interruppe <<Dove stai andando?>> chiese vedendo che Jake era balzato in piedi e si era incamminato verso la porta a passo deciso.

<<Da mio padre, a fare due chiacchiere>> il sorriso maligno del ragazzo non sfuggì allo sguardo attento dell'uomo il quale, dopo che la porta si fu chiusa con un tonfo, si portò una mano alla fronte e sospirò esasperato.
<<Oh no>> contrariato, Balder si voltò verso uno dei suoi scaffali polverosi dove giaceva una gabbietta di metallo con quello che aveva tutta l'aria di essere un uccellino impagliato.
<<E' arrivato il tuo momento Gregory, seguilo e assicurati che non combini guai... prima che ritorni qua, consegnagli un messaggio da parte mia: ricordagli di prendere dei fiori di ciliegio, servono per l'antidoto>>

Il piccolo uccellino impagliato emise un debole e rauco cinguettio, dopodiché, aprì lo sportellino già semiaperto della gabbietta e volò fuori, si avvicinò alla finestra aperta e, prima di uscire, si trasformò in un enorme gufo dallo splendido piumaggio del colore della terra bagnata e con riflessi dorati lungo la coda.
Balder sorrise e si riaccomodò a tavola.

*****

-E' assurdo! Assurdo!- disse Jake tra sé e sé, maledicendosi per non averci pensato prima.
Era chiaro che la colpa fosse di suo padre: la sera in cui Balder aveva preso il suo braccialetto, Jake era riuscito a vedere spruzzi confusi dei suoi pensieri, ma, tra questi, uno era risultato più che chiaro: Lars voleva compromettere Alexis.
E pensare che Jake lo aveva persino avvertito di non fare nulla, ma lui non gli aveva dato ascolto ed era stato così sciocco e superficiale da farsi scoprire immediatamente; certe volte Jake non riusciva a non chiedersi perchè, tra tanti maghi, re Bradley avesse scelto proprio suo padre: un tempo forse era stato un mago potente, ma ora non lo era più, non abbastanza... 

<<Padre!>> Jake vide Lars camminare per il corridoio e lo richiamò facendolo voltare spaventato.
<<Jake, qualcosa non va?>>
<<No, tutto bene... è una giornata fantastica>> il giovane mago indicò il debole bagliore del Sole fuori dalla finestra e si stupì nel vedere un grosso gufo appollaiato sul davanzale di pietra in pieno giorno.
<<Bene allora, dovrei andare>> l'uomo fece per girarsi, ma il ragazzo lo fermò subito con un sorriso beffardo dipinto sulle labbra.
<<E dove? A preparare magici infusi?>> l'uomo si girò verso il figlio con gli occhi spalancati e Jake prese la palla al balzo per continuare:
<<Non male come idea, anche se l'incantesimo di protezione era un po' debole, ce ne siamo accorti subito>>
<<E quindi immagino che ora la curerete>> disse Lars con il solito tono aspro che riservava ad Alexis e agli abitanti di Gold Feather o Primrose.
<<Certo, cos->> 
<<Perchè non potete lasciare che le cose vadano come devono andare? >> esplose non riuscendo a trattenere la rabbia che provava nel vedere suo figlio correre dietro a quella ragazza come un cagnolino.
<<Perchè non è così che devono andare>> un lampo illuminò gli occhi rossi di Jake che, per un attimo, sembrarono prendere fuoco.

<<Oh, sì invece! Sono secoli che questa lotta aspetta di finire: Gold Feather è andata, Dark cave è l'ultimo dei nostri problemi, ci basta sconfiggere Primrose per vincere questa guerra>>
<<Dark Cave non cederà mai, Primrose è un popolo nato per combattere, Gold Feather non sarà morta finchè anche solo uno dei suoi abitanti continuerà a vivere e Alexis non farà mai niente per voi... tu hai forzato le cose, perchè credi che Alexis dovrebbe voler aiutare Bradley?>>
<<Perchè potrebbe uccidere i suoi genitori>> disse l'uomo orgoglioso di aver trovato un valido argomento che venne però immediatamente smontato dal figlio.
<<No, non lo farà... loro resteranno vivi fino a quando non arriverà il giorno dell'incantesimo, re Bradley non può ucciderli prima se vuole che Alexis gli ubbidisca e questo lei lo sa, e anche dopo continueranno a vivere perchè Alexis troverà il modo di salvarli e di salvarsi>>
<<Tu sei così testardo>> Lars fece un passo verso di lui e puntò i suoi occhi verde muschio in quelli ardenti del figlio; la sua sicurezza cominciava a vacillare e si stava rendendo conto che potenziare maggiormente la difesa di quell'incantesimo sarebbe stato incredibilmente utile.

<<Non osare farle del male un'altra volta>> sputò Jake come un serpente velenoso che attacca la sua preda.
<<E va bene! Va bene... >> Lars mascherò la rabbia che aveva in viso con un finto compiacimento <<Fantastico! Non toccherò più la tua principessa, vuoi schierarti con lei? Fai pure, ma sappi una cosa: arriverà il giorno del combattimento e quel giorno io sarò contro di lei e, se tu sarai con lei, allora sarò anche contro di te... non esiterò un attimo a fare ciò che è necessario, non ci penserò un solo secondo>>
<<Allora non c'è alcun problema... non mi hai mai amato, da quando mamma è morta tu non hai fatto altro che odiarmi ed usarmi e  non cambierai mai, lo so che non lo farai... non avevo alcun dubbio sul fatto che prima o poi avresti minacciato di uccidermi... allora è giusto che anche tu sappia una cosa: se Alexis mi chiederà di ucciderti o se si rivelerà necessario alla fine di questa storia io lo farò e sarò felice di farlo, padre>> rispose il ragazzo e con leggerò inchino si incamminò verso l'uscita seguito dal grosso gufo e lasciando il padre senza parole, nel bel mezzo del corridoio, con l'amaro sapore della sconfitta in bocca.

Lars ne era certo: ci sarebbe stata una battaglia e solo uno dei due sarebbe sopravvissuto, non era più sicuro di essere lui.

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