Capitolo 29

Era ormai passato più di un mese e mezzo dall'arrivo di Alexis ad Icy Oak ed erano trascorse alcune settimane dal giorno del suo litigio con Jake.
La mattina dopo l'accaduto, il ragazzo si era presentato alla porta della giovane strega sorridente come sempre, ma, nonostante la sua espressione dicesse una cosa, gli occhi erano decisamente in disaccordo; Alexis, con un solo sguardo, era riuscita a vedere dietro a quei rubini una disperazione tale, da farla sentire ancora più in colpa di quanto già non si sentisse.
Quando la ragazza aveva provato a chiedergli se andasse tutto bene, Jake si era limitato a sorridere e ad annuire, ma, ancora una volta, i suoi occhi avevano lampeggiato di una fredda luce rossa e un'ombra era scesa ad oscurare quelle pozze sanguigne tramutandole in inchiostro nero come la pece.
E mentre si incamminavano in direzione del giardino, nel freddo corridoio di pietra e marmo, Alexis aveva notato una cosa che l'aveva fatta raggelare: il braccio di Jake, dal polso fino a metà avambraccio, era ricoperto da una spessa fasciatura, in alcuni punti macchiata da sangue secco.
La ragazza aveva chiesto al mago che cosa si fosse fatto, ma lui aveva abilmente raggirato la domanda parlando di incantesimi e tempistiche; nei giorni seguenti, la fasciatura non era più stata visibile: dopo alcuni sguardi non molto discreti da parte di Lars e Balder, il ragazzo aveva cominciato a nasconderla con bracciali in cuoio e bronzo, tipici degli antichi stregoni, o con mantelli dalle lunghe e spesse maniche.
Per più di una settimana, Jake non era stato altro che una pallida ombra avvolta in lunghi mantelli scuri e dire che aveva attirato l'attenzione era decisamente riduttivo: non c'era stata una sola persona nel castello che avesse ignorato il suo improvviso bisogno di sfuggire alle rigide temperature; poi, consapevole delle voci che avevano iniziato a circolare, era tornato ad essere il ragazzo di sempre, con una sola differenza: una lunga cicatrice bianca qualche centimetro sopra al polso.

Mentre camminavano, Alexis lanciò un'occhiata furtiva al braccio del ragazzo, ma lo trovò abilmente coperto da una giacca a maniche lunghe.
Jake dovette accorgersi di quello sguardo perché si voltò verso la ragazza con l'ombra di un pallido sorriso sulle labbra; la giovane strega tornò a concentrarsi sui suoi passi e non osò alzare lo sguardo per il resto del tragitto.

I due si stavano dirigendo a casa di Balder; il giorno prima, quando ormai Alexis aveva smesso di sperarci, Jake le aveva detto che l'indomani avrebbe accontentato la sua richiesta e, quella mattina, si era presentato alla sua porta e l'aveva condotta al di fuori del castello.
Avevano aggirato la piazza del mercato e si erano addentrati nelle vie secondarie così da non attirare troppi sguardi, ma, di tanto in tanto, incappavano comunque in locandieri affaccendati o in gruppi di donne con grossi secchi che raccoglievano gli ultimi cumuli di neve così da raffreddare le pietanze appena comprate e Alexis, per quanto ci provasse, non riusciva ad ignorare gli sguardi ostili ed adirati che quelle persone le lanciavano.
Ad un certo punto, aveva addirittura alzato il cappuccio del suo mantello per nascondere la massa di capelli rossi che le circondava il viso, consapevole che non sarebbe bastato a nascondere la sua identità, ma che avrebbe di sicuro migliorato la situazione.

Ad un certo punto, Jake si arrestò e Alexis si accorse che erano finalmente arrivati davanti al piccolo viottolo che conduceva a casa di Balder.
<<Eccoci qua... io torno al castello, dì a Balder di mandarmi un messaggio volante quando avete finito>> il ragazzo si voltò senza aspettare una risposta, ma Alexis lo richiamò.
<<Jake... grazie>> il mago voltò appena la testa, la pallida luce bianca gli illuminò il viso e la ragazza riuscì a scorgere il guizzo di un sorriso sul suo volto, poi, tornò a voltarle le spalle e si incamminò in direzione del castello.
Alexis rilasciò un sospiro frustrato che creò una nuvoletta di condensa e, dopo aver abbassato il cappuccio, superò i pochi metri che la distanziavano dalla porta di Balder e bussò.

La porta di legno si aprì lentamente mostrando un viso segnato dal tempo, incorniciato da un groviglio di capelli bianchi.
<<Oh, Alexis... che sorpresa!>> l'anziano mago sorrise alla ragazza e, qualche secondo dopo, il suo sguardo si spostò a sinistra, convinto di trovare un paio di occhi rossi, ma, quando incontrò la fredda aria di Icy Oak, la sua bocca si spalancò.
<<Non sarai scappata, vero?>>
Alexis si lasciò scappare un sorriso e scosse la testa <<Jake mi ha accompagnato, è tornato al castello>>
<<Meno male>>
<<Non che sarebbe facile passare inosservata con questi capelli>> la ragazzo si passò tra le dita una ciocca del colore del fuoco suscitando una risata da parte di Balder.
<<Esistono incantesimi per cambiarne il colore, lo sai?>> di fronte all'espressione confusa della strega, Balder capì che: no, non lo sapeva.
<<Beh, ovviamente Jake non te l'avrà detto... non è che tu sia qui per tingere i capelli degli abitanti, non che non si possa fare, ma il tuo compito è decisamente un altro... che dici, vuoi entrare?>> la ragazza si perse in quel fiume di parole, ma, alla fine, decise di farsi avanti e si accomodò nel piccolo salotto.

Balder la seguì agitato: la ragazza non era mai stata lì senza essere accompagnata da Jake e vederla curiosare tranquilla, come mai aveva fatto, lo faceva sentire allo stesso tempo nervoso ed emozionato.
Alexis stava guardando con interesse i grossi libri impolverati sparsi sul tavolo e, quando lo vide entrare, lo guardò dispiaciuta.
<<Ho disturbato?>> 
<<Non dire sciocchezze>> il mago sventolò una mano e i grossi volumi rilegati si richiusero con un tonfo per poi volare verso gli scaffali <<Stavo solo studiando... noi vecchi dobbiamo mantenere attiva la nostra mente o rischiamo di dimenticare tutto... per caso vuoi del tè?>>
<<O-ok>> la ragazza si sedette e Balder la imitò.
Poco dopo, due tazzine volanti accompagnate da una grossa teiera spuntarono da dietro l'angolo e si poggiarono delicatamente sul tavolo.
Alexis inspirò il profumo di tè che, accompagnato dall'odore del legno vecchio, solleticò le sue narici facendola sentire a casa; la ragazza non ricordava il momento preciso in cui aveva cominciato ad associare quel profumo a casa, ma, chissà come, quando lo sentiva, la sua mente gli inviava di rimando altri odori: quello del muschio, della terra bagnata e della marmellata alla fragola.
Gold Feather era la sua casa, a Primrose aveva trovato una dimora e delle persone che erano presto diventate la sua famiglia ed ora... c'erano Balder, Cassandra e Jake, c'era l'aroma dolce del tè, la sensazione del legno grezzo sotto i polpastrelli, l'immagine di una tazzina sbeccata che fluttuava nell'aria... 

<<Alexis>> la ragazza scosse la testa e fissò il suo sguardo in quello di Balder.
<<Sì?>> 
<<Tutto bene?>> 
<<Certo>> il tono della ragazza, per quanto volesse risultare convinto, suonò alle orecchie di Balder come quello di un ragazzino appena picchiato dal padre che voleva negare l'evidenza a sé stesso; un ragazzino tremendamente cocciuto e con due occhi da paura.
<<Farò finta di crederci... allora, perché sei qui?>>
Alexis sospirò <<Volevo chiederti una cosa... una cosa che ho letto>> 
Dopo quelle parole, Balder si illuminò come mai la ragazza si sarebbe aspettata: una scintilla vibrò nei suoi occhi spenti e scuri e le sue labbra si piegarono verso l'alto.
<<Di cosa si tratta?>>
<<Vorrei che mi spiegassi cosa sono le fonti della magia e in che modo si collegano all'incantesimo di Kwaranqa e Muluq>>

Nella casa scese il silenzio; una strana meridiana magica ruotava ininterrottamente senza un senso logico e quello che dava l'idea di essere un uccellino impagliato sbatté freneticamente le ali.
Alexis corrugò la fronte e tornò a guardare Balder, decisa ad ignorare gli strani oggetti che affollavano la casa dell'uomo.
L'anziano mago, d'altro canto, la guardò severo per poi annuire.
<<Se ti senti pronta a conoscere un altro pezzo della storia, possiamo cominciare>>
<<Sono pronta>>
-Lo sono sempre stata- pensò Alexis; aveva agognato il momento in cui le avessero detto la verità con tutta sé stessa e, anche ora, l'unica cosa a cui riusciva a pensare era che, forse, dopo aver scoperto le vera storia una volta per tutte, avrebbe potuto far qualcosa, farlo davvero.

<<C'è una storia, che non ti serve conoscere, secondo la quale, un giorno, le piume di due angeli caddero sulla Terra e diedero origine alle fonti della magia.
Queste fonti sono elementi naturali come rocce, ruscelli, alberi... sparsi in tutto il mondo e sono le risorse da cui deriva la nostra magia.
Quando noi compiamo un incantesimo, possiamo decidere se usare la nostra forza o quella di una fonte magica, ma, in ogni caso, le fonti della magia sono fondamentali per l'esistenza stessa di maghi e streghe: se dovessero essere distrutte, nessuno sarebbe più in grado di fare incantesimi.
E succederà un giorno... conoscevo un mago, un tempo, che riusciva a vedere nell'intricata rete del futuro e lui mi disse che sarebbe arrivato un momento in cui l'uomo avrebbe cominciato a crescere e a costruire e, senza accorgersene, avrebbe distrutto le fonti della magia.
Non possiamo fare niente per impedirlo poiché nessuno sa dove sono queste risorse magiche... semplicemente, un giorno, maghi e streghe di tutto il mondo si sveglieranno e non avranno più i loro poteri>>

Alexis guardò con attenzione il modo in cui Balder faceva scorrere i polpastrelli lungo le venature del legno, quasi come se vedesse la storia scritta in quei nodi ellittici.
<<E in che modo tutto questo si ricollega all'incantesimo? Come può a->>
<<Una domanda alla volta, mia cara>> Balder, con uno schiocco delle dita, vuotò altro tè nella sua tazzina e, prima di riprendere il racconto, ne bevve un lungo sorso.

<<Quando Kwaranqa e Muluq lanciarono quell'incantesimo, lo stregone della tribù di Suqta lo venne a sapere e cercò un contro incantesimo; passò settimane alla ricerca di un incantesimo abbastanza forte da contrastare quello dei due maghi, ma non ci riuscì.
Alla fine, obbligato dal suo capo, decise di utilizzare un'oscura magia che proteggesse il suo clan: grazie allo stregone di Suqta, dopo che un prescelto compiva l'incantesimo di distruzione, tutte le persone del villaggio e persino il villaggio non venivano distrutte, bensì scomparivano; rimanevano isolate in una dimensione a parte in cui nulla cambiava, in cui il tempo non scorreva; gli abitanti rimanevano ghiacciati, congelati per anni nell'ultimo istante della loro vita.
Poi, anni dopo, tornavano all'improvviso e ricominciavano a vivere da quell'ultimo momento, decisi a vendicarsi.
Ovviamente, Kwaranqa e Muluq non accettarono questa seppur parziale sconfitta... elaborarono un potentissimo incantesimo per raggirare la magia nera del perfido stregone.
I due, di comune accordo, decisero di sacrificare la loro vita e di dare tutta la loro energia per salvare i loro popoli; una sera, quando la Luna piena splendeva alta nel cielo, si pugnalarono e il loro sangue si mescolò, cullato dalle parole di un potentissimo incantesimo: da quel momento, l'erede comune a Gold Feather e Primrose, figlio del prescelto e di un guerriero del clan Uchbenlool, sarebbe stato in grado di distruggere una volta per tutte la tribù Nukuch.
Ma all'epoca, ahimè, gli stregoni non avevano di meglio da fare che lanciarsi fatture a vicenda... fu così che lo stregone di Suqta creò un ultimo sortilegio: impedì agli abitanti del clan della Piuma dorata di innamorarsi e di avere figli con quelli del clan della Primula rara.
Fortunatamente, però, egli era estremamente egoista e vile e, a differenza di Kwaranqa e Muluq, non sacrificò la propria vita per compiere quell'incantesimo, bensì utilizzo l'energia proveniente da una fonte magica.
Anni dopo, quando egli era ormai morto, la fonte venne distrutta: non si sa da chi e come, ma successe e il sortilegio lanciato dallo stregone cominciò a svanire.
Prima, gli abitanti dei due popoli ricominciarono ad innamorarsi, ma non riuscivano ad avere figli perché questi morivano prima del parto, poi, i bambini cominciarono a nascere, ma morivano dopo pochi giorni di vita e, infine, Gold Feather venne distrutta, dieci anni fa... da allora il sortilegio si è completamente estinto e Icy Oak può essere realmente sconfitta>>

Alexis aveva lo sguardo perso nel vuoto e rielaborava, una dopo l'altra, tutte le informazioni che Balder le aveva dato.
Un'idea, un'unica idea, le svolazzava in testa da ormai qualche minuto: non avrebbe potuto distruggere davvero Icy Oak; qualsiasi cosa avrebbe fatto non sarebbe stata sufficiente, non per mettere a tacere quel villaggio maledetto una volta per tutte.
Ma allora...
<<E se io usassi l'incantesimo contro Primrose? Non verrebbero distrutti davvero... avrei anni a disposizione per capire come salvarli>>
Balder guardò la ragazza, il suo sorriso speranzoso, quei capelli rossi così familiari, quegli occhi così tristi e disperati... per un momento, fu sull'orlo di una crisi: sentiva gli occhi pizzicare, le mani contorcersi per trattenersi dall'abbracciarla... poi, con un grosso sospiro, allontanò i suoi pensieri e fece un sorriso incoraggiante alla strega.
<<Purtroppo non funziona così... Primrose non ha un incantesimo difensivo, Kwaranqa e Muluq erano più uomini d'attacco>> Alexis pestò una mano sul tavolo e il tintinnio delle tazzine coprì quello dei ciondoli del suo braccialetto.
<<Perché non hanno difeso i loro popoli invece di attaccare gli altri?>>
<<"Errare humanum est", anche i migliori sbagliano... dobbiamo loro molto e questo è solo un piccolo prezzo da pagare rispetto a ciò che poteva essere>>

Alexis sospirò, almeno adesso aveva degli indizi in più... sapeva che, se anche avesse sconfitto Icy Oak, avrebbe perso comunque; sapeva che avrebbe potuto vincere la battaglia, ma non la guerra.
Eppure, una parte di lei, quella guerriera, decisa, con un piano di scorta sempre nascosto, voleva ad ogni costo vedere svanire nel nulla quel posto orribile, voleva vedere la faccia di re Bradley diventare sempre più pallida e poi scomparire.
Le nuove informazioni non erano sufficienti per farle cambiare idea: avrebbe vinto quella battaglia, anche a costo di non vedere il resto della guerra.

<<Grazie, Balder>> il vecchio sorrise. 
<<Sono qui apposta>> la ragazza annuì e, con un po' di imbarazzo, chiese al mago di inviare a Jake un messaggio volante per avvertirlo di tornare a prenderla.
Dopo aver scritto qualcosa su di una pergamena, Balder la accartocciò, la strinse tra le mani callose e la trasformò in un corvo che, gracchiando, uscì dalla finestra socchiusa.

<<Posso domandarti perché non hai chiesto a Jake?>>
<<Io...>> quella questione era già stata abbastanza delicata e Alexis non voleva passare una seconda volta per la perfida combattente che non mostra pietà a nessuno.
<<Io credevo che non mi avrebbe raccontato la storia o comunque non tutta... è stato contrario fin dall'inizio riguardo a questo... non voleva che mi raccontassi dell'incantesimo>>
Balder abbandonò la sua sedia e si avvicinò alla finestra proprio nel momento in cui un gufo si trasformò in un foglietto svolazzante e si infiltrò nella piccola casetta.
<<Jake è qui vicino, sta arrivando... lasciati dire una cosa, Alexis...>> l'uomo camminò verso la porta e si voltò poi per osservare la ragazza <<Jake era contrario, ma ha lasciato che io ti raccontassi la storia, dall'inizio alla fine... so che a volte può essere testardo, ma la mia domanda è: hai provato a fargli le stesse domande che hai fatto me? Forse ti avrebbe risposto>>

L'uomo aprì la porta e Alexis riuscì a scorgere la figura di Jake con il braccio sollevato, pronto a bussare.
Scossa dalle parole di Balder e consapevole di aver sbagliato, la ragazza si avviò verso l'uscita e, quando superò lo stregone, lo vide guardarla con una punta di orgoglio e soddisfazione, cosa che non fece altro se non confonderla ancora di più: di cosa era felice? Del fatto che avesse capito il suo errore? 
Avrebbe davvero voluto chiederglielo, ma le uniche parole che uscirono dalle sua bocca furono: <<Ciao, Balder... grazie di tutto>>

*****

Jake e Alexis erano quasi arrivati al castello, il cielo, quel giorno, sembrava essere impazzito e il Sole stava tramontando.
Era appena mezzogiorno, ma quella sfera luminosa che avrebbe dovuto trovarsi alta nel cielo era già all'orizzonte; la grande volta era colorata di blu e arancione, lunghi nastri dai colori vivaci che si annodavano e scorrevano veloci seguendo le nuvole.
I passanti guardavano curiosi lo strano fenomeno e Alexis riuscì a scorgere qualcuno dietro le tende della camera di re Bradley, probabilmente il re stesso, intento ad osservare preoccupato quello spettacolo senza precedenti.

<<E quindi...>> la voce di Jake risuonò chiara nel caos delle voci dei mercanti <<Balder ti ha raccontato la storia?>>
<<La storia?>> Alexis lo guardò confusa, ancora presa dai colori del cielo.
<<La storia che raccontavano ai prescelti di Gold Feather... la storia>>
<<Oh, s-sì certo>> la strega si morse la lingua e si maledisse per la sua dimenticanza.
<<Ed era bella?>>
<<Sì, molto... è valsa la pena di tutti quegli sguardi durante il tragitto>> Jake sorrise, ma il suo era un sorriso strano: era come se il suo viso fosse diviso in due metà: una parte cercava disperatamente di non scoppiare a ridere, l'altra era amareggiata e infastidita.
<<Di cosa parlava?>> Alexis ruotò gli occhi annoiata e preoccupata da quell'insistenza.
<<Del primo prescelto, del... del modo in cui ha scoperto di avere dei poteri... di... >>
<<Di fonti magiche?>> la ragazza si arrestò di colpo e Jake, che era rimasto qualche passo più indietro, rischiò di andarle addosso; in quel momento, Alexis ebbe l'assoluta certezza che, in qualche modo, il mago avesse scoperto la verità.

<<Cosa?>> giocò la sua ultima carta: finse di non aver capito, di essere confusa da quell'affermazione, ma non funzionò.
<<Lo so, Alexis... so che hai chiesto a Balder informazioni sulle fonti magiche  e sul continuo della storia di Gold Feather e Icy Oak>>
<<C-come?>>
<<Sono andato in biblioteca, ho usato una magia... ho ritrovato tutti i libri che avevamo sfogliato, ma, in mezzo alla pigna, ne ho visto uno che non avevamo letto... non poteva essere un errore, l'incantesimo non poteva aver sbagliato... allora ho cercato tracce del tuo tocco e della tua essenza tra le pagine di quel grosso volume... le ho trovate>> Alexis fece un passo indietro, le mancava il respiro.
Essere scoperta da re Bradley era una cosa, ma da Jake... da una persona che si era fidata di lei... 
<<Sono tornato indietro a quel giorno e mi sono ricordato che, per qualche minuto, sei rimasta sola... mentre io cercavo nuovo volumi da sfogliare... e quando sono tornato, prima di sorridermi, il tuo sguardo era perso nel vuoto, pensavi a qualcosa... allora ho capito: non avevamo letto quel libro, tu lo avevi fatto>>

<<Jake>>
<<Cosa? Vuoi dirmi che ti dispiace? Vuoi dirlo ancora una volta?>> il tono pacato del ragazzo stava svanendo e si stava velocemente trasformando in rabbia.
<<Sì, perché è la verità... mi dispiace, ok? Ma pensavo che non mi avresti mai raccontato quella storia!>> Jake fece un passo verso di lei, furioso.
<<Non ti fidi di me, ma ti fidi di Balder?>>
<<Non era lui quello che non voleva dirmi la verità!>> 
<<Ma ho lasciato che lo facesse, ho lasciato che ti raccontasse la storia e che tu inventassi assurdi piani che non avrebbero fatto altro che metterti in pericolo!>> 
La ragazza sospirò frustrata e allontanò dal viso i lunghi capelli rossi.
<<Ho sbagliato, va bene? Sbagliare è->>
<<Umano, lo so>> la interruppe Jake <<Balder lo ha detto anche a me>> 

<<Cosa vuoi che faccia? Dimmelo perché non so più come scusarmi>> Jake fece un altro passo verso di lei e le portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, gli occhi fissi nei suoi: ancora una volta, bosco e fuoco.
<<Vorrei solo avere la certezza di essere una persona di cui ti fidi e non qualcuno da cui devi scappare e da cui ti devi nascondere>>
Per un attimo, Alexis interruppe il loro contatto visivo chiudendo gli occhi e si godette i brividi provocati dalla lentezza con cui Jake stava accarezzando la sua guancia, poi, li riaprì di scatto e il suo sussurro si infranse sulle labbra del ragazzo.

<<Allora aiutami, elaboriamo un piano, io e te, da soli>>

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