Capitolo 24

Era ormai arrivata la sera ad Icy Oak e il paese era immerso nel buio; le case di pietra, illuminate dalla Luna, emanavano uno strano pallore e davano l'idea di trovarsi in un villaggio fantasma.
Non vi era anima viva che si azzardasse a girare per i viottoli acciottolati in una notte come quella e, anche se solo da qualche ora, perfino la locanda Bydruwi, di solito affollata e ravvivata dalla presenza di decine di soldati ubriachi, aveva chiuso i battenti lasciando così uno spoglio locale di legno con i vetri rotti e la porta leggermente dischiusa.
Poco lontano dalle strade principali del villaggio, leggeri fasci di luce uscivano dalle finestre di una piccola casetta: la casa di Balder.

Nel salotto del vecchio mago, per il momento, regnava il silenzio; l'uomo aveva appena terminato di raccontare la storia dei loro antenati e, dalle tazzine di porcellana poggiate sul tavolo, salivano nuvolette bianche di vapore.
Alexis era seduta di fronte a Balder e sembrava essere stata trasportata in un altro mondo: i suoi occhi si muovevano veloci guardando un punto in lontananza, quasi come se stesse rincorrendo i vari passaggi di un ragionamento; il suo cervello, del resto, stava cercando di elaborare tutte le informazioni che aveva raccolto, cosa che risultava alquanto difficile data la mole di parole che erano uscite dalla bocca dell'anziano stregone.

Jake si alzò dal suo posto accanto alla ragazza e si avvicinò ad una piccola finestrella socchiusa: aveva smesso di piovere, ma il vento soffiava ancora forte e, oltre a trascinare per il paese le foglie secche, penetrava dalla stretta fessura tra il vetro e la parete scompigliando i capelli ormai asciutti del giovane mago.
Quel movimento risvegliò Alexis dal suo stato di trance.
<<Perché non mi avete raccontato prima questa storia?>> il ragazzo rimase voltato verso la finestra e non rispose, ma Balder guardò timoroso la ragazza: era stato lui a decidere di dirle la verità, ma questo non significava che non avesse pensato alla strada che avrebbero potuto percorrere i pensieri di Alexis dopo quel racconto.
<<Ci preoccupava la tua reazione, ci sono cose, cose che hai sentito oggi, che potrebbero farti venire strane idee... e poi... Bradley ce lo aveva proibito>> la ragazza aprì la bocca per parlare, ma la richiuse subito dopo.
Sapeva bene di che idee stesse parlando Balder, quel racconto le aveva chiarito molte cose, eppure ce n'erano ancora molte che non capiva.
<<Questa storia mi ha fatto capire che c'è ancora qualcosa che possiamo fare, qualc->>
<<No>> Jake la interruppe ridendo amaramente e si voltò verso di lei <<Non dire che c'è qualcosa che possiamo fare, non dirlo>> la giovane strega lo guardò confusa.
<<Sei stato tu a dirmi di non rinunciare>>
<<Ma non in questo modo! Non così Alexis... qualsiasi idea ti sia venuta è una pessima idea>> la ragazza fissò Balder per incitarlo a dire qualcosa a riguardo e l'uomo, prima di scuotere la testa esasperato, fece un piccolo sorriso: quei due sapevano essere peggio di due bambini.
<<Ragioniamo passo per passo... Jake, non sai ancora quale idea le sia venuta>> il ragazzo alzò le braccia al cielo per poi farle ricadere sui fianchi, consapevole che nemmeno Balder fosse convinto delle sue stesse parole.
<<Lo sappiamo benissimo invece>> il vecchio mago sospirò e si rivolse ad Alexis.
<<Cosa hai capito di questo racconto?>>
 "Non molto" avrebbe voluto dire Alexis "ma quanto basta per elaborare un piano".

<<Ho capito che Icy Oak è il mio nemico naturale, sono nata per combattere... ho capito che posso distruggerlo e che c'è un incantesimo fatto apposta per questo... ora che ricordo...>> Alexis ripensò alla riunione in Sala Grande il suo primo giorno ad Icy Oak e, in aggiunta alle sensazioni di nervosismo e rabbia, ricordò anche le parole di re Bradley che, con decisamente poco tatto, aveva detto che gli ci era voluto molto tempo per creare l'incantesimo per distruggere Primrose.
<<Re Bradley aveva parlato di un incantesimo per distruggere Primrose...  se lui è riuscito a crearlo, significa che aveva qualcosa da cui partire e, se avesse copiato quello per Icy Oak, vuol dire che possiede quell'incantesimo>> Jake sbuffò e lanciò un'occhiataccia a Balder.
<<Ora prova a dire che non sappiamo dove vuole arrivare>> il mago lo ignorò e incitò Alexis a continuare.
<<Se noi troviamo quell'incantesimo, potrei farcela! Potrei davvero distruggere Icy Oak!>>
<<Ecco>> il giovane mago tornò alla finestra scuotendo la testa sconsolato, era stato contrario fin dall'inizio all'idea di raccontare tutto alla ragazza e le deduzioni della strega non potevano che confermare la sua disapprovazione.
<<Alexis>> Balder la guardò dispiaciuto, sul suo viso si leggeva un dolore non ancora guarito dal tempo, un senso di colpa ancora bruciante <<purtroppo quell'incantesimo non c'è più>>
<<Cosa?>> Alexis lo guardò come si guarda qualcuno che ha appena ucciso una persona: dispiaciuta, furiosa, senza speranze... 
<<L'incantesimo veniva tramandato da prescelto in prescelto... io ero di Gold Feather>> Alexis non fu sorpresa di questa cosa, Cassandra aveva accennato a Balder, alcune volte, e sembrava avere una certa confidenza con l'uomo; inoltre, Balder erano una brava persona, non poteva essere di Icy Oak; non che Jake non fosse una brava persona, ma lui... beh, lui era un'evidente eccezione.
<<Conoscevo il prescelto e sapevo l'incantesimo, ma, purtroppo, venni catturato... Bradley chiamò un mago per leggere l'incantesimo nella mia mente e lo usò come guida per elaborare quello per Primrose, poi, chiese a Lars di cancellarlo dai miei ricordi e da quelli di tutti i maghi che ci avevano lavorato>> Alexis strinse i pugni e si guardò attorno in cerca di una soluzione.
<<Deve esserci qualcosa che possiamo fare... se loro hanno usato quello di Icy Oak come modello, noi possiamo fare il contrario>> Jake tornò a sedersi al tavolo e si passò le mani tra i capelli arruffati.
<<Non possiamo... servono dei simboli... l'incantesimo di base è molto semplice, Balder lo ricorda ancora, fortunatamente, mio padre non è molto bravo con gli incantesimi di memoria, ma ogni villaggio ha dei simboli che vanno inseriti nel modo giusto e al momento giusto>>
<<Che tipo di simboli?>> il ragazzo alzò le spalle.
<<Non ne ho idea, è questo il problema>> Alexis sospirò e si appoggiò allo schienale della sedia.

Erano in un vicolo cieco, non c'era niente che potessero fare per trovare una soluzione. Sapevano l'incantesimo, ma c'erano dei simboli che, a quanto pare, erano fondamentali e non avevano idea di quali fossero.
Alexis credeva di aver finalmente trovato una soluzione ai suoi problemi, già si vedeva intenta a pronunciare un complesso incantesimo mentre i sogni di re Bradley andavano in frantumi uno dopo l'altro, proprio come i rami calpestati da un cacciatore nel bosco, proprio come lance in battaglia, quando le vedi volare in direzione del tuo avversario e pregusti già il sapore della vittoria, ma, poi, qualcosa va storto e le vedi spezzarsi a metà.
Ora, però, le lance a spezzarsi erano state le sue e non aveva altre armi a disposizione.

La giovane strega scosse la testa per allontanare quei pensieri e osservò i due maghi con un piccolo sorriso.
<<E quindi...  non mi avete detto niente perché avevate paura che facessi qualcosa di stupido?>> Balder sorrise, felice che Alexis non avesse dato troppo peso a quella sconfitta.
<<Ricorda che re Bradley ce lo aveva impedito>> la ragazza lo guardò con un sopracciglio alzato e Balder scoppiò a ridere <<Oh, dannazione! Hai ragione, non mi importa niente di re Bradley, eravamo solo preoccupati per te... ti vogliamo bene>> la strega sorrise e allungò la mano per stringere quella dell'uomo, posata sulla superficie del tavolo; la sua pelle era rugosa, ma, per un uomo della sua età, era ancora abbastanza liscia.
<<Più di quanto tu creda>> aggiunse Jake guardando la Luna che splendeva alta nel cielo.
Per un momento, Alexis rimase ad assaporare quelle parole, quella silenziosa dichiarazione, poi, seguì lo sguardo di Jake e lo spicchio lunare di fronte a loro le ricordò una cosa.
<<E' per la Luna, vero?>> fino a quel momento non ci aveva mai pensato, ma doveva per forza essere la Luna quella che Bradley aspettava per l'incantesimo, cos'altro altrimenti? Eppure i tempi non erano quelli giusti, la Luna piena non sarebbe dovuta essere cinque mesi dopo e nemmeno tre.
<<Già>>
<<Ma tra cinque mesi non ci sarà la Luna piena>> Balder annuì.
<<E' magia, non è la vera Luna quella che vedrai quel giorno, ma una proiezione di quella che ci fu mille anni fa, il giorno della nascita dell'incantesimo... è molto potente e compare più volte all'anno per dare al prescelto più possibilità>> Alexis guardò i due confusa, nella sua testa vorticavano centinaia di pensieri.

Ora era un passo avanti rispetto a re Bradley, sapeva qualcosa che lui non credeva sapesse; sapeva che c'era un incantesimo, una formula che Balder ricordava, ma a cui erano stati rimossi dei punti chiave, dei simboli.
Se solo avesse trovato un modo per scoprire i simboli di Icy Oak, allora sarebbe stato sufficiente inserirli nella formula che Balder ricordava e aspettare il giorno della Luna magica.
Non sarebbe stato per niente facile trovare i pezzi mancanti e inserirli al posto giusto, ma, da qualche parte nel castello, doveva per forza esserci una biblioteca, tutti i castelli ne avevano una e, anche se Bradley era un uomo senza cuore, non si poteva dire lo stesso della sua cultura.

Quando viveva ancora a Gold Feather, Alexis aveva imparato da Anne, sua madre, che vi erano uomini che copiavano a mano centinaia di libri e li rivendevano nei mercati; una volta, quando era molto piccola, la ragazza era stata portata dal padre al mercato del suo villaggio e aveva visto una coperta stesa a terra su cui erano state posizionate decine di libri ingialliti con spesse pagine di pergamena.
Alexis non sapeva ancora leggere all'epoca, ma, ora, aveva chiaro di che cosa trattassero quei libri: magia, erboristeria, storia antica e gioielli magici.
Se fosse riuscita a mettere le mani su uno in particolare di quei grossi volumi, avrebbe potuto scoprire qualcosa in più su quel triste e freddo villaggio, ne era certa.

Balder strisciò la sedia sul pavimento di legno, distruggendo il filo dei suoi pensieri, e posizionò su un vassoio le tazzine ormai vuote e la teiera, poi, sussurrando un incantesimo, le fece volare in cucina.
<<E' molto tardi, dovreste tornare al castello, re Bradley potrebbe insospettirsi>> Jake abbandonò il suo posto e si mise il mantello nero che, qualche ora dopo il suo arrivo a casa di Balder, era stato abbandonato sullo schienale di una sedia.
Alexis, che aveva già addosso il suo, si avvicinò a Balder per abbracciarlo e lo ringraziò per averle raccontato la storia dei suoi antenati, o meglio, dei loro antenati.
Quell' uomo era incredibilmente sincero e gentile e, il fatto che fosse di Gold Feather e conoscesse uno dei prescelti, non faceva altro che aumentare la sua stima per lui.
<<Non fare stupidaggini, va bene?>> Alexis sorrise.
<<Te lo prometto>> Balder la lasciò andare e, per un breve istante, comparve sul suo volto un triste sorriso, un sorriso che celava un desiderio represso di stare con quella ragazza dai capelli rossi.
<<Bene, noi andiamo>> Jake salutò Balder con un cenno del capo, ma questo lo fermò prendendolo per un braccio.
<<Non fare stupidaggini nemmeno tu, intesi?>>
<<Quando mai ne ho fatte?>> l'anziano mago scosse la testa divertito e salutò i ragazzi, questa volta con un vero sorriso.

*****

L'aria era gelida e il vento soffiava più forte che mai, da qualche minuto, aveva ricominciato a piovigginare; a causa della nebbia, che avvolgeva gli edifici dalla base fino ai tetti, e del buio pesto, poiché la Luna era stata coperta da spesse nuvole scure, Jake e Alexis camminavano uno accanto all'altro senza sapere dove stessero andando.
Il ragazzo, che conosceva il villaggio meglio della strega, stava di un passo più avanti e si faceva strada tra i banchi di nebbia illuminando con una lanterna l'oscurità.
Alexis, dietro di lui, batteva i denti per il freddo, ma cercava di non farsi sentire per non mostrarsi troppo debole; era una guerriera, una potentissima strega, poteva sopportare un po' di freddo.
Quel pensiero, le fece venire un'idea:
<<Jake, perché non usiamo un incantesimo per riscaldarci?>> scostò i capelli bagnati dal viso e alcune goccioline entrarono dal collo del vestito facendola rabbrividire.
<<Io sono troppo occupato a farne uno per tenere accesa questa lanterna, la pioggia entra dalle fessure e continua a spegnerla... inoltre devo fare un incantesimo di localizzazione o non arriveremo mai al castello... una cosa è conoscere la strada, un'altra è farla ad occhi chiusi>> la ragazza sospirò.
<<E se lo facessi io?>> Jake si fermò e Alexis andò a sbattere contro la sua schiena.
<<Ne sei capace? E' di un livello superiore rispetto a ciò che hai fatto finora, non ci hai mai provato>> la ragazza scacciò i brividi che avevano appena percorso la sua spina dorsale e rispose.
<<Cosa potrebbe andare storto?>> una risata nervosa abbandonò le labbra di Jake.
<<Potremmo andare a fuoco>> la ragazza immaginò i loro corpi avvolti dalle fiamme e ridotti in cenere e sentì la pelle d'oca crescere sulle sue braccia.
<<Meglio lasciare perdere, forza andiamo avanti>>

Qualche minuto più tardi, i due ragazzi videro il sentiero illuminato che portava all'entrata del castello e tirarono un sospiro di sollievo.
Prima di varcare il portone d'ingresso, Alexis lanciò un ultimo sguardo all'esterno e alle due guardie che osservano con sguardo torvo lei e il suo accompagnatore.
<<Vieni, ti accompagno>> Jake passò una mano tra i capelli bagnati, più scuri del suo solito biondo platino poiché pregni d'acqua, e fece un cenno ad Alexis che, assicurandosi di lasciare lunghe tracce di fango sul tappeto, grazie all'orlo sporco del suo vestito, lo seguì stanca, ma sorridente.
Mentre camminavano lungo i corridoi, le numerose porte di legno di quercia fecero ricordare ad Alexis ciò che aveva pensato a casa di Balder.
<<Jake, c'è una biblioteca in questo castello?>> il ragazzo alzò le spalle.
<<Sì, certo... perché?>> la giovane strega si morse il labbro nervosa.
<<Beh... ecco... pensavo che avrei potuto trovare qualche informazione riguardante Icy Oak e i suoi simboli>> Jake la guardò arrabbiato.
<<Hai promesso a Balder che avresti lasciato perdere questa strada>> la ragazza corrugò la fronte.
<<Non è vero, ho promesso a Balder che non avrei fatto stupidaggini e leggere dei libri non è una stupidaggine>> si fermarono davanti alla porta della stanza di Alexis: Jake osservava la ragazza come chi è appena stato colto con le mani in pasta mentre Alexis lo guardava vittoriosa.
<<Alexis>>
<<Jake>>
<<Non farlo, non metterti in pericolo... credi davvero che una volta scoperto quali sono, sarà così facile trovare quei simboli?>> la strega sospirò e poggiò una mano sulla spalla del ragazzo.
<<Mi aiuterete tu e Balder, sarò al sicuro... non c'è niente di cui tu debba preoccuparti>>
<<Ci sei tu>> Alexis cercò di ignorare la tristezza dipinta negli occhi di Jake e gli fece un piccolo sorriso.
<<Te l'ho detto: starò con voi, davvero... non potrei mai essere più al sicuro che con te e Balder>> il mago sospirò e tirò Alexis in un abbraccio; poteva sembrare un gesto avventato e fuori luogo, ma, fin dal midollo, sentiva di doverlo fare, era pervaso da quell'assoluto bisogno di sentirla sua, vicina e al sicuro e travolto dalla sua essenza e dalla sua anima. Alexis era inspiegabilmente viva e non solo nel vero senso della parola, ma anche coraggiosamente e furiosamente viva: lei era un uragano, una forza della natura e non potevi abbattere qualcosa di così vivo, nemmeno spaventandolo con la morte.

Jake si allontanò leggermente e le sorrise, o meglio, provò a sorridere mostrandole una smorfia triste.
<<Ti porterò in biblioteca, domani...  farei di tutto per te, Balder ha ragione... ti->> si fermò prima che la sua parte istintiva e desiderosa di lei lasciasse scappare le parole "ti amo" e, con l'amaro in bocca, si limitò a sussurrare <<ti voglio bene>>.
Alexis sorrise e, dopo averlo ringraziato, si richiuse velocemente la porta alle spalle e scivolò lungo la superficie di legno fino a toccare il pavimento.

Quell'abbraccio era stato una pessima idea, avrebbe dovuto allontanarsi, allontanarlo, ma non lo aveva fatto e ora ne avrebbe pagato le conseguenze; conseguenze, sì... perché non poteva ignorare i brividi che le avevano percorso la schiena, né poteva cancellare quella sensazione di bisogno che aveva provato: bisogno di stringerlo più forte, di non lasciarlo più andare, bisogno di averlo accanto... 
Non sapeva nemmeno che cosa provasse nei suoi confronti, ma come poteva provare qualcosa che non conosceva?
Di certo non era amore, non poteva esserlo; quando pensava all'amore, nella sua mente comparivano due occhi argentati e dei capelli neri come la pece e quello non era Jake, non poteva esserlo, non doveva esserlo, non era giusto.

Alexis si alzò da terra e, dopo aver appoggiato il suo mantello sporco e il suo abito bagnato su una grossa sedia di legno, si avvicinò al letto e si avvolse nelle coperte.

Jake non esisteva, Klaus non esisteva.

Al momento, c'erano solo lei e la sua lotta contro Icy Oak.

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