Capitolo 22

Icy Oak

Oggi

<<Alexis>> due improvvisi colpi alla porta fecero sobbalzare Alexis <<Cassandra mi ha detto che non posso entrare nella camera di una ragazza senza prima essere stato annunciato, ma è davvero tardi e dobbiamo allenarci... re Bradley non si farà di sicuro problemi ad abbattere questa porta, annunciato oppure no>>.
La giovane strega rimase sorpresa dal tono allegro e spensierato che Jake aveva usato; il giorno prima, non era forse malinconico e arrabbiato?
Con questo pensiero nella testa, la ragazza finì di intrecciare i suoi lunghi capelli rossi e chiuse i bottoni del vestito blu notte che Cassandra le aveva lasciato.
Quella mattina, stranamente, era di buon umore e non vedeva l'ora di imparare a fare più incantesimi possibili; la notte era stata una buona consigliera e le aveva fatto ritrovare quello spirito battagliero che credeva di avere perso.
Ora, c'erano solo due cose che Alexis doveva fare: ideare un piano e imparare ad utilizzare la sua magia.

<<Alexis!>> la ragazza sbuffò e andò ad aprire la porta; Jake, con i capelli biondi che gli ricadevano sulla fronte, gli occhi rossi accesi e fiammeggianti e le labbra piegate in un sorriso, fissava Alexis come se fosse stato abbagliato dalla luce del Sole.
La giovane strega chiuse la porta alle sue spalle e fece una smorfia:
<<Sbaglio o sei un mago? Credo che aprire una porta rientri nelle tue facoltà>> Jake scoppiò a ridere.
<<Che tu ci creda o no, io rispetto le regole>> Alexis si morse il labbro per non rispondere; da quando era stata portata ad Icy Oak, aveva passato molto tempo con Jake e, anche se, all'inizio, le era sembrato il bravo ragazzo che rispetta sempre gli ordini, aveva capito che non lo era davvero; a confermarlo, le due volte che l'aveva fatta accedere alla prigione.

I due camminavano fianco a fianco lungo il corridoio del castello; quel giorno, dalle finestre penetravano deboli raggi di Sole sul punto di soffocare e, in lontananza, il cielo era colorato di uno scuro grigio antracite, il che significava solo una cosa: pioggia imminente.
Alexis distolse lo sguardo dalle nuvole grigie appena in tempo per vedere aprirsi l'entrata del giardino; questa volta, a differenza delle precedenti, la varcò insieme a Jake, incapace di contenere il suo entusiasmo.
<<Forza, sediamoci>> Jake si sedette accanto al tronco di una quercia, seguito subito dopo dalla ragazza.
<<Jake>> il mago distolse lo sguardo dal libro che era appena comparso tra di loro e sollevò la testa guardando Alexis con espressione curiosa.
<<Ci sarebbe una cosa che voglio fare...  prima di imparare quegli incantesimi>> il ragazzo si lasciò sfuggire una smorfia di preoccupazione.
<<Alexis, dobbiamo davvero cominciare l'allenamento o non ci sarà nemmeno una possibilità che uno di noi due rimanga vivo>> per la prima volta, Alexis assaporò ogni singolo suono della parola "vivo"; non era più convinta che sarebbe morta, avrebbe fatto di tutto per salvare e per salvarsi.

Scosse la testa per ritrovare la concentrazione e fissò il suo sguardo in quello del ragazzo.
<<Jake, ti prometto che mi impegnerò e recupereremo tutto il tempo che abbiamo perso, ma ho bisogno di fare una cosa>> il giovane mago si voltò verso le grosse querce dietro di loro, lo sguardo perso in quel verde che gli ricordava incredibilmente gli occhi della ragazza di fronte a lui, poi, con un sospiro, tornò ad osservare Alexis.
<<D'accordo... di cosa si tratta?>> la ragazza sorrise.
<<E' un incantesimo... o almeno credo>> 
<<Non sapevo che avessi fatto delle ricerche>> Alexis fece un sorriso nervoso.
-Non sono proprio delle ricerche- pensò.
<<E allora cosa?>> la giovane strega fulminò con lo sguardo il ragazzo.
<<E' una cosa che hai detto un po' di tempo fa... a proposito della lettura dei pensieri... vorrei che mi insegnassi a nasconderli>> Jake la guardò a metà tra il deluso e il curioso.
<<Vuoi nascondere i tuoi pensieri?>> Alexis annuì <<E perché vorresti farlo?>> lo sguardo del ragazzo si fece sospetto.
<<Beh... so che può sembrare stupido, ma a Primrose mi dicevano che la mia forza in battaglia non era solo l'abilità, ma anche la capacità di elaborare un piano e cambiarlo continuamente a seconda dell'evolversi della situazione... ora non lo posso più fare, non posso avere un piano se i miei pensieri vengono letti da altre persone... è come... come se avessi perso una parte di me, capisci? La parte che mi ricorda Primrose>> la ragazza guardò Jake con lo sguardo colmo di speranza, timorosa di scontrarsi con una negazione, ma, l'unica cosa che vide nei grandi occhi rossi del ragazzo fu un'immensa tristezza mista ad amarezza.
<<Jake>> il ragazzo strinse i pugni ai lati delle gambe e fece un sorriso alla ragazza, un sorriso brusco, quasi come se qualcosa dentro di lui lo stesse distruggendo.
<<Solo io posso leggere i tuoi pensieri>>
<<Cosa?>> Alexis era ancora persa in quel sorriso disperato, troppo confusa per ascoltare le sue parole.
<<Sono io l'unica persona che può leggere i tuoi pensieri, credevo ti fidassi di me>> la bocca della ragazza si schiuse sorpresa: ecco di cosa si trattava.
<<Jake, io mi fido di te, davvero... ti dirò tutto, te lo prometto, sarà come leggermi la mente>> fece un piccolo sorriso nella speranza di essere imitata dal ragazzo, ma non accadde.
<<Se non hai niente da nascondere perché vuoi nascondere i tuoi pensieri?>> Alexis sospirò.
<<Tu non sei l'unico mago che può farlo, giusto?>> Jake annuì <<Se Bradley dovesse chiamare qualche mago in grado di leggere i miei pensieri, sarebbe finita per me, non potrei trovare il modo di salvarmi>> il ragazzo sbuffò, consapevole del fatto che Bradley avrebbe di sicuro chiamato qualcun altro e non lui per un lavoro del genere.
<<E quindi hai un piano? Per salvarti, intendo>>
<<No... non ancora, ma ho riflettuto sulle tue parole... e sulle quelle di Alec>> Jake annuì
<<E ti fidi davvero di me? Davvero mi dirai tutto?>>
<<Certo>> Alexis parlava a testa bassa, non sopportava di averlo ferito, non sopportava di essere la causa del suo dolore.
Ricordava il modo in cui il suo sorriso e la sua risata l'avevano riscaldata, quella mattina; ricordava la sua felicità nel pronunciare le parole di Cassandra, la gioia che brillava ardente nei suoi occhi rossi... e ora... il sorriso era svanito, gli occhi erano diventati scuri come una pozza di sangue e la sua bocca era tirata  in una riga sottile.
Aveva chiesto una cosa talmente orribile?
<<Sì, in un certo senso lo hai fatto>> Alexis non diede peso al fatto che Jake avesse letto i suoi pensieri, non poteva arrabbiarsi dopo avergli detto che sarebbero stati gli ultimi.
<<Jake, ti prego... non volevo f->> il ragazzo la interruppe.
<<Non ti preoccupare... non è un problema, posso vivere anche leggendo i pensieri degli altri, giusto?>> le fece un debole sorriso, questa volta fu un sorriso vero, un sorriso triste che cerca in ogni modo di mostrarsi felice, ma un sorriso vero e questo non fece che aumentare la disperazione di Alexis per essere la causa di quel dolore.
<<G-giusto>>
<<Perfetto>>

Jake era seduto nello spiazzo centrale del giardino, da solo; qualche minuto prima, aveva mandato Alexis a cercare del biancospino e questo gli aveva dato la possibilità di isolarsi.
Odiava l'idea di non poter più leggere i pensieri della ragazza e, al contrario di quello che lei, probabilmente, pensava, non solo perché non sarebbe stato a conoscenza dei suoi piani, ma anche per motivi di sicurezza.
Quando la magia si era impossessata di lei, leggerle la mente lo aveva aiutato a trovare ciò che poteva salvarla, ma, ora, non avrebbe più potuto farlo: una volta che il meccanismo di protezione veniva attivato, non poteva più essere interrotto; se qualcosa fosse andato storto nel corso dell'addestramento, avrebbe rischiato di perderla.

Stare accanto a quella ragazza era decisamente più complicato di quanto pensasse; all'inizio, quando Bradley gli aveva ordinato di occuparsi di lei, pensava che sarebbe stato divertente, ma le cose avevano preso tutt'altra piega; Alexis era generosa, combattiva, determinata, meravigliosa, astuta, pazza e assolutamente fuori di testa... forse era quello che lo aveva fatto innamorare e, per quanto potesse sembrare strano, il fatto che lei lo avesse chiuso fuori dalla sua testa e dai suoi pensieri, non aveva cambiato i suoi sentimenti.
In un certo senso, si sentiva tradito e ingannato, ma sapeva che Alexis aveva ragione: se re Bradley avesse chiesto a lui di leggere i suoi pensieri, avrebbe mentito, ma un altro mago non lo avrebbe fatto. 

<<Jake>> Alexis emerse dal fondo del giardino e il ragazzo non potè fare a meno di rimanere incantato: i suoi occhi verdi brillavano come smeraldi e riflettevano la vegetazione che la circondava, la lunga treccia si era spettinata e alcune ciocche ramate cadevano delicatamente attorno al suo viso pallido, le guance si erano leggermente arrossate e sembravano due petali di rosa poggiati su di una distesa di candida neve; i fiori la avvolgevano completamente, arrampicandosi su di lei come se fosse stata una fata e, per quanto Alexis cercasse di non calpestarli, questi rimanevano impigliati nella sua gonna blu notte decorandola con un motivo floreale.
<<Jake>>
<<Sì?>>  il ragazzo abbassò lo sguardo, improvvisamente pentito di averla guardata; come poteva restare arrabbiato con lei?
<<Non sono un'esperta, ma credo che questo sia biancospino giusto?>> Alexis gli mostrò i piccoli e delicati fiorellini bianchi che teneva in mano e lo vide sorridere. 
<<Sì, hai indovinato>> la ragazza si sedette davanti a lui, l'erba fresca le accarezzava le gambe passando da sotto il vestito e la rugiada le faceva venire i brividi a fior di pelle.
Il mazzolino di biancospino era posato in mezzo a loro.
<<A cosa servono?>> Jake scosse la testa pensieroso e guardò i petali ondeggiare mossi da una leggere brezza primaverile. 
Quando l'anima di Icy Oak era stata rinchiusa lì dentro, un anno prima, era già abbastanza grande da ricordare le sensazioni, le cose, il mondo, eppure... ogni volta che entrava lì dentro, vedeva quei colori, sentiva la brezza leggera accarezzargli la pelle... ogni cosa gli sembrava nuova.
<<Jake>>
<<Mh... scusa>> Alexis lo guardò dispiaciuta: non sapeva a cosa stesse pensando, ma si sentiva incredibilmente in colpa per aver cancellato il suo buon umore.
<<A... a cosa serve il biancospino?>> ogni volta che faceva una domanda, le sembrava di costringerlo a proseguire lungo una strada che non aveva intenzione di percorrere.
<<Serve per proteggere la mente... la prima volta devi essere tu a controllare i tuoi pensieri, ma, successivamente, non sarà più necessario nasconderli... basta che tu porti il biancospino con te... ci sono... ci sono delle streghe che creano gioielli e amuleti, se vuoi, posso fartene uno... così sarà più facile averlo sempre con te>> in quel momento, Jake si sentì incredibilmente stupido: stava decisamente andando contro i suoi stessi interessi.
Alexis sorrise, quella era la parte di Jake che preferiva, quella pronta a perdonare e ad aiutarti anche quando vai contro di lui.
<<Sarebbe fantastico>> il ragazzo sospirò.
<<Ok, cominciamo allora>>

<<Io cercherò di leggere i tuoi pensieri... devi fare il possibile per non farmici arrivare, non c'è un incantesimo e non c'è neanche un vero e proprio regolamento da seguire... le cose cambiano da persona a persona>>
<<E quindi cosa dovrei fare?>> Jake alzò le spalle.
<<Non ne ho idea, non ho mai voluto nascondere i miei pensieri>> Alexis lo guardò stralunata: aveva davvero chiesto aiuto a lui?
<<Questo è molto d'aiuto>> una risata abbandonò le labbra di Jake e, per qualche secondo, la giovane strega mise da parte la tensione e sentì il battito del suo cuore accelerare.
<<Concentrati, cerca di non pensare a niente, pensa a me come a... come a qualcuno che vuole farti del male e nascondi i tuoi segreti>> ed ecco che il sorriso svanì dalle labbra dei due.
Jake era disperato all'idea di dover fare il cattivo e Alexis aveva preso quelle parole come l'interpretazione che Jake aveva dato alla sua decisione di nascondergli i suoi pensieri.
Per un istante, i loro cuori batterono in sintonia, le stesse note di dolore a dare il ritmo, la stessa sofferenza ad animarli.
<<Ok...>> Jake si schiarì la voce <<Proviamo>>

Alexis, non sapendo come comportarsi, provò a svuotare la mente, cercò di far scivolare via ogni pensiero.
La notte precedente, il ritrovato spirito battagliero, il sorriso di Jake, la sua delusione, il dolore... si fece scorrere tutto addosso e fece un profondo respiro.
-Non pensare a niente, non pensare a niente- si disse.
Il silenzio creatosi venne interrotto dalla voce di Jake:
<<Scusa il gioco di parole, ma pensare di non pensare a niente non significa non pensare>> Alexis si passò le mani sul viso e cercò di ignorare il commento del ragazzo.

<<Riproviamo>> questa volta, Alexis chiuse gli occhi e si concentrò sui battiti del suo cuore, sul suo respiro ritmato, senza pensare ad altro.
La testa le faceva male, la sentiva pulsare come se qualcuno stesse cercando di sfondare a martellate il suo cranio; il dolore, per poco, non le mozzò il respiro e la ragazza aprì gli occhi di scatto, portandosi le mani alla testa.
Jake fu subito accanto a lei: le sue dita le sfiorarono delicatamente le tempie e il suo respiro si scontrò con le guance pallide della ragazza.
<<Ti ho fatto male?>> 
<<E' solo... solo la testa, ma non è grave>> il ragazzo, ignorando quella parte del suo cervello che gli urlava di stare lontano da Alexis, le lasciò un caldo bacio sulla fronte e tornò al suo posto.
<<Stavi andando bene... la prima volta può essere doloroso, ma i tuoi pensieri erano già sfocati, lontani>> Alexis sospirò cercando di ignorare l'amarezza nelle ultime parole di Jake.

<<Ok, sono pronta... riproviamo>> il ragazzo annuì e si concentrò.
Alexis seguì gli stessi procedimenti di prima e si concentrò ancora di più per cercare di scacciare il dolore alla testa; sentiva il suo cuore pulsare e riusciva quasi ad immaginare il sangue che veniva pompato nelle vene.
Il suo respiro cominciò ad accelerare e la testa fu colpita dallo stesso dolore acuto della volta precedente; Alexis strinse i denti ignorando quei colpi che cercavano di distruggere le sue barriere.
All'improvviso, la pressione cessò e con essa anche il dolore che, pur non scomparendo del tutto, diminuì d'intensità.
<<Ce l'hai fatta>> la ragazza aprì gli occhi.
Questa volta il suo successo non era riuscito a far esplodere di gioia Jake, di sicuro, il giovane mago avrebbe preferito un suo fallimento.
<<Davvero?>> Jake annuì.
<<Sono stato respinto, non ho visto nulla>> Alexis lo osservò dubbiosa.
<<Come faccio ad esserne sicura?>> il ragazzo scosse la testa frustrato e staccò un fiore di biancospino dal mazzolino che giaceva tra di loro.
<<Ti sembro una persona felice? Perché se potessi ancora leggere i tuoi pensieri lo sarei>> Jake non aspettò nemmeno una risposta, chinò la testa verso il fiore poggiato sul suo palmo e iniziò a sussurrare le parole di un incantesimo.

Poco dopo, le sue mani furono circondate da un alone splendente di luce gialla e, quando questa scomparve, Alexis si accorse che il biancospino si era trasformato in un piccolo anellino dorato con in cima un fiorellino bianco e dei piccoli fili d'oro che si avvolgevano lungo tutto l'anello.
<<E' bellissimo>> la ragazza non riusciva a distogliere gli occhi dal quel piccolo gioiello; non ne aveva mai avuti, fatta eccezione per il braccialetto e il pendente di Gold Feather, e quasi non riusciva a credere che quell'anello bellissimo fosse per lei.
<<Ha conservato tutte le proprietà del biancospino e, al tempo stesso, non può seccarsi e quindi non dovrai sostituirlo tutti i giorni>> Jake prese la mano di Alexis e fece scorrere l'anello sul suo dito sottile: ovviamente era della misura giusta!
<<Tutte le volte che qualcuno proverà a leggerti la mente, sarà respinto... non è necessario che tu ti concentri come è successo oggi>> Alexis distolse lo sguardo dal suo anello e sorrise a Jake.
<<Grazie, so che non sei d'accordo con questa mia scelta, ma ti ringrazio>> anche il ragazzo sorrise e alzò le spalle come se non gli importasse.
<<So che posso fidarmi di te, mi basta sapere questo, giusto?>> la giovane strega annuì.
<<Giusto>>

In quel momento, sentì qualcosa dentro di lei creparsi,  qualcosa dalle parti del cuore, perché, in fondo, sapeva che, una parte di lei, voleva nascondere i propri pensieri anche a Jake, anche a una delle uniche persone di cui poteva fidarsi.

Essere guerrieri, a volte, voleva dire essere spietati.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top