Capitolo 16
Era mattina, la Luna aveva da poco lasciato spazio al Sole o, meglio, a quello che doveva essere il Sole, ma, in realtà, non era altro che una stella che brillava fioca nascosta dietro a strati e strati di nuvole vaporose.
Quella mattina, il vento soffiava senza sosta, ma non era un vento gelido e pungente, bensì una serie di ventate calde provenienti dalle coste a sud.
Quando Balder aveva parlato ad Alexis delle grandi spiagge che si estendevano a sud di Icy Oak, la ragazza era rimasta a bocca aperta: non aveva mai visto il mare, aveva letto su alcuni libri di viaggiatori che solcavano l'oceano, ma, tra leggende e realtà, c'era una grande differenza... Balder le aveva fatto capire che, forse, non tutte le leggende erano realtà, ma la realtà era tutta una leggenda; tutto ciò che esisteva ed era esistito poteva essere trovato sui libri: il male, le guerre, gli accordi di pace... tutto era racchiuso nelle pagine ingiallite di qualche grosso libro polveroso.
Anche il mare, con le sue onde che inghiottono, con i pesci colorati e i grandi predatori, con profondità irraggiungibili e tesori persi, era una di quelle leggende, ma, a differenza di molte altre, era vera.
Ora, Alexis, Balder e Jake erano seduti intorno ad un piccolo tavolo di legno e stavano facendo colazione con un po' di pane e latte.
Il silenzio regnava sovrano, gli unici suoni che si sentivano erano quelli dei cucchiai di legno che sbattevano contro le ciotole piene di latte; Alexis stava ancora pensando al mare e a quanto le sarebbe piaciuto andarci, sentire l'acqua scorrere sulla pelle, il sale pizzicare sui capelli, la sabbia sotto i piedi... Jake, invece, cercava di pensare all'allenamento, ma l'unica cosa che gli passava per la testa era l'immagine di Alexis stretta a lui durante la notte.
I ragazzi, infatti, erano rimasti a dormire a casa di Balder e, quando Jake aveva sentito Alexis urlare a causa di un incubo, non aveva esitato nemmeno un secondo ed era andato da lei per rassicurarla.
Da quando era stata posseduta, la ragazza, la forte guerriera, l'invincibile strega, sembrava molto più debole e Jake non riusciva a non darsi la colpa dell'accaduto.
Un insistente bussare interruppe i pensieri dei ragazzi che fissarono incuriositi Balder mentre si dirigeva alla porta.
Quando il vecchio mago spalancò la piccola porta di legno, comparve sull'uscio la figura di re Bradley: indossava un lungo mantello di velluto verde e un paio di stivali di pelle nera, non portava la corona, cosa che evidenziò la fretta con cui aveva abbandonato il castello, e la sua espressione era un misto di collera e odio.
<<Buongiorno, re Bradley>> Balder gli sorrise, ma l'uomo lo fulminò con lo sguardo per poi spingerlo di lato.
<<Spostati, vecchio... non sono dell'umore>> l'anziano mago lo guardò infastidito
<<Si da il caso che questa sia casa mia>> altrettanto infastidito, Bradley si girò verso di lui
<<Si da il caso che io sia il tuo re>> Balder rise
<<Non è mai stato un ostacolo ai miei tentativi di cacciarvi e non lo è neanche ora>> il re lo guardò un ultima volta per poi voltarsi contrariato verso i due ragazzi seduti a tavola.
<<Jake!>> il ragazzo sobbalzò, ma continuò a fissare Bradley indifferente <<Che diavolo ci fate ancora qua?>>
<<Mio signore, immagino abbia saputo dei probl->> l'uomo lo interruppe borbottando
<<So tutto dei vostri "problemi", Lars mi ha riferito l'accaduto...>> Jake strinse il pugno sotto il tavolo maledicendo il padre <<Ma, se non mi sbaglio, ora la strega sta bene, eppure non mi sembra che vi stiate allenando... a meno che abbiate intenzione di far volare quel pezzo di pane, certo>> Jake si alzò lentamente e si mise di fronte a re Bradley
<<Riprenderemo l'allenamento questo pomeriggio, mio signore>> il re lo osservò per poi voltarsi.
<<Bene! Ma che sia pronta entro la data che abbiamo stabilito>> Balder lanciò un'occhiata a Jake che richiamò re Bradley tossendo
<<Veramente...>> l'uomo si girò con la mascella tesa e gli occhi socchiusi <<ci serve più tempo, so ben->>
<<Più tempo?! Avete perso solo qualche giorno, non c'è motivo per avere bisogno di più tempo>>
<<Mio signore, il fatto è che i tre mesi che mi ha dato sono pochissimi, lo erano già all'inizio... Alexis non ha imparato la magia poco alla volta come tutti gli altri stregoni, deve partire dalle basi, deve ancora imparare tutto... avevamo bisogno di ogni singolo secondo di questi tre mesi, ma ora... non ce la faremo mai, rischierebbe di perdere il controllo un'altra volta>> nella casa calò il silenzio.
Balder osservava la scena sorseggiando la sua tazza di latte e sorridendo tutte le volte che Bradley sembrava sul punto di scoppiare; Alexis era ancora seduta a tavola e faceva passare lo sguardo dal re a Jake, in attesa di una risposta.
Qualche minuto più tardi, Bradley si voltò verso Jake sospirando <<Quanto ti serve?>>
<<Almeno un mese in più>> gli occhi dell'uomo si spalancarono
<<Lo sai che non posso darti un mese! Avevamo scelto quella data perché ci serve l->> si interruppe, consapevole di aver detto troppo, e lanciò un'occhiata ad Alexis, dopodiché, riprese <<Avevamo scelto quella data per un motivo, se ti do un altro mese, dovremo fare l'incantesimo tra cinque mesi>> Jake si sedette di nuovo sospirando: ora era nei guai, re Bradley gli avrebbe dato tutto il tempo che voleva, lo sapeva benissimo; Bradley non era il tipo di persona che si affidava al caso, se progettava un piano, ogni cosa, ogni minimo particolare doveva essere perfetto, ma era anche quel tipo di persona che non accetta essere contrariato... di sicuro, avrebbe fatto controllare Jake dai suoi seguaci più fidati, di giorno, di notte, ovunque... non poteva permettersi di sbagliare di nuovo o, per lui, sarebbe stata la fine.
<<Mi serve più tempo, è l'unica possibilità che abbiamo per non fallire>> quella parola: "fallire", sembrò pungerlo nel vivo e riscuoterlo da profonde riflessioni.
<<D'accordo, lo faremo tra cinque mesi, ma...>> puntò il dito verso i due ragazzi <<se per quel giorno non sarà tutto perfetto, non rivedrete mai più la luce>> re Bradley si voltò arrabbiato facendo ruotare il mantello e uscì, dalla modesta casetta di Balder, sbattendosi la porta alle spalle.
Jake e Alexis avevano appena salutato Balder e si stavano incamminando verso il castello; camminavano fianco a fianco, con le spalle che si toccavano e le mani che si sfioravano.
Più volte, Jake aveva alzato leggermente le dita, quasi come a voler prendere la mano della ragazza, ma, poi, consapevole che i suoi sentimenti fossero assurdi e non ricambiati, le aveva riabbassate di scatto.
Non aveva ancora detto ad Alexis ciò che provava e, ovviamente, non lo avrebbe mai fatto... non in modo diretto perlomeno.
Erano quasi arrivati quando Jake vide Alexis ridere; per qualche secondo, il ragazzo rimase incantato a fissare i suoi occhi verdi, le labbra piegate in un sorriso e i capelli rossi intrecciati, poi, si decise a parlare:
<<Perché stai ridendo?>> la ragazza lo osservò, l'ombra di un sorriso sulle labbra
<<Ripensavo alle parole di re Bradley: "non rivedrete mai più la luce"... come se fosse una minaccia>> Jake aggrottò la fronte confuso
<<Non credi sia una minaccia?>> Alexis alzò le spalle
<<Forse per te, io morirò comunque>> Jake sussultò di fronte alla leggerezza con cui la ragazza aveva pronunciato quelle parole; se non avesse conosciuto il suo animo guerriero, Jake avrebbe detto che Alexis si era ormai arresa, ma, sapendo che la parola "arrendersi" non rientrava nel suo vocabolario, interpretò quella frase come la presa di consapevolezza di un qualcosa che non poteva essere evitato... in fondo, era lì che stava la salvezza, nella consapevolezza: solo se sei consapevole del tuo destino e delle tue debolezze, puoi evitare l'inevitabile.
<<Tu non morirai>> un sospiro lasciò le labbra di Alexis
<<Come fai a dirlo?>> Jake voltò la testa verso le montagne, su per le cime innevate e giù lungo i pendii.
<<Lo so e basta>>
<<A volte sapere le cose non è sufficiente... Bradley non esiterà un secondo... appena avrà vinto, mi ucciderà>> Alexis scosse la testa sconsolata.
<<Non lo farà!>> Jake si era fermato di scatto e si era voltato verso di lei facendola bloccare, confusa ed esasperata.
<<Jake... cosa?...>> il ragazzo non la fece finire, si avvicinò a lei e strinse le sue mani.
Erano uno di fronte all'altro: Jake aveva appoggiato la sua fronte a quella della ragazza e faceva scorrere i suoi pollici sulle sue mani pallide e fredde; i loro respiri lasciavano le labbra condensandosi in nuvolette bianche che si mischiavano e salivano verso il cielo danzando; i capelli della ragazza sfioravano le guance di Jake mossi dal vento caldo, mentre i capelli biondi di lui solleticavano la fronte di Alexis.
I loro corpi sembravano percorsi da una strana elettricità e Alexis pensava che, se le loro labbra si fossero sfiorate, avrebbe sentito una scossa.
<<Jake>> il sussurro della ragazza colpì le sue labbra facendolo sussultare.
Jake incatenò i loro occhi: verde e rosso, rosso e verde, fuoco e terra... per un attimo, ebbe la visione di un bosco bruciato dalle fiamme e, per quanto fosse spaventoso, in quel momento, gli sembrò la cosa più bella del mondo.
<<Non gli permetterò di ucciderti... io...>> abbassò lo sguardo, ma lo rialzò subito e Alexis vide una luce brillare in quegli occhi color rubino <<non lascerò che ti faccia del male, mai>>
*****
<<Provaci di nuovo>> Jake e Alexis si trovavano nel giardino segreto del re. Erano tornati al castello senza più rivolgersi la parola ed avevano cominciato l'allenamento nel silenzio più assoluto.
Jake parlava solo di incantesimi e, ogni volta che Alexis provava ad incontare il suo sguardo, lui si girava in modo da non vederla.
Alexis era confusa e non capiva cosa fosse successo al ragazzo; aveva sempre pensato che Jake non fosse una cattiva persona e, per questo motivo, non era sorpresa del fatto che lui non volesse che Bradley la uccidesse, ma, da come lui si comportava, forse c'era qualcosa di cui non si era accorta...
Ora, Alexis era intenta a far volare una serie di oggetti; la prima volta, la piuma, poggiata sull'erba davanti a lei, non si era alzata nemmeno di un millimetro, la seconda volta, era scattata in aria piegandosi per il vento ed era ricaduta pesantemente, quasi come se fosse stata fatta di ferro; tutti i successivi tentativi erano stati un susseguirsi di fallimenti.
Jake continuava a ripeterle di riprovare e di concentrarsi, ma il suo scappare agli sguardi e il suo silenzio, che sembrava trasformarsi in rabbia quando doveva spiegarle gli incantesimi, iniziavano a farla innervosire.
Riprovò a fare l'incantesimo: guardò la piuma, tese le mani e pronunciò la parola "vola".
La piuma si alzò da terra tremando e raggiunse la vita di Jake che, in piedi accanto ad Alexis, aspettava che gli si posasse sulla mano; il ragazzo sentì che gli sfiorava le dita, ma, proprio quando stava per raggiungere il suo palmo, fu trasportata lontano, quasi come se una corrente di vento l'avesse trascinata via.
<<Non ci stai provando abbastanza!>> Alexis si alzò di scatto e guardò Jake più furiosa che mai.
<<Smettila di gridare! Ci sto provando... io... ci sto provando, davvero>> non voleva far vedere a Jake la sua delusione, ma, nel profondo, il fatto che non riuscisse ancora a fare incantesimi la distruggeva; era nata per usare la magia, ma non sapeva farlo... che razza di strega era?
<<Se stessi provando davvero, ora avrei una piuma in mano>> il ragazzo si avvicinò di un passo, ma Alexis lo imitò facendo un passo indietro
<<Tu non capisci! Io sto cercando di far volare quella maledetta piuma con tutta me stessa, non->>
<<"Non", cosa?>> la interruppe Jake <<Non ci riesci? Non senti la tua magia davvero tua? Cosa, Alexis? Spiegami, perché io non capisco>> Alexis aggrottò la fronte e lo guardò confusa
<<Mi spieghi cos'hai?>> Jake sbuffò e distolse lo sguardo
<<Non ho niente, sono solo stanco>>
<<Beh, lo sono anche io e, forse, più di te, ma non per questo me la prendo con te>> Jake tornò a guardarla e sospirò frustrato
<<Hai ragione, è colpa mia... sono solo... dimentica ciò che ho detto... mentre tornavamo, intendo>> Alexis lo guardò sempre più confusa; aveva detto una cosa bellissima, aveva detto che l'avrebbe protetta e aiutata... perché avrebbe dovuto dimenticare un gesto così bello?
<<Jake...>> la ragazza gli si avvicinò e posò una mano sulla sua spalla facendolo voltare; quando i loro occhi si incontrarono, per la prima volta da ore, il rosso rubino del ragazzo era quasi sparito lasciando il posto a due normalissimi occhi marroni.
<<Jake, che cosa ti sta succedendo?>> il giovane mago prese la mano della ragazza e intrecciò le loro dita per poi guardare le loro mani unite.
<<Io... Alexis...>> la ragazza lo incitò a continuare, ma, quando Jake sospirò, capì che avrebbe cambiato discorso.
Il ragazzo, infatti, lasciò la sua mano e fece un passo indietro, dopodiché, incrociò le braccia al petto e distolse lo sguardo.
<<Credo che dovresti riprovare l'incantesimo... concentrati di più sulle sensazioni, sulla piuma... non pensare a quello che vuoi, pensa a quello che hai>> Alexis scosse la testa delusa e tornò a sedersi davanti alla piuma; doveva assolutamente riuscire a farla volare o non sarebbe mai uscita da quella stanza.
Alexis allungò le mani verso la piuma e chiuse gli occhi; cercò di isolarsi da tutto ciò che la circondava, provò a non pensare a niente, poi, con decisione, spalancò gli occhi e fissò la piuma: le sue striature nere che macchiavano il bianco, le piccole e delicate diramazioni, i bordi irregolari...
All'improvviso, un formicolio corse lungo la sua spina dorsale per poi diffondersi in tutto il corpo; le mani le pizzicavano e il respiro era accelerato; Alexis la sentiva, sentiva la magia scorrerle nelle vene come se fosse sangue, la sentiva correre in tutto il corpo, era come se fosse la sua linfa vitale...
Sorrise, sentiva le dita tremare, ma riuscì a controllare... poi, ad alta voce, pronunciò la parola che serviva per far alzare quella piuma: "vola!"
Aprì leggermente le dita e guardò la piuma alzarsi sempre di più; quando fu arrivata all'altezza della mano di Jake, mosse la mano verso di lui, come a volerla spostare con il vento.
Quando il ragazzo strinse tra le mani la piuma, Alexis si alzò sorridente: <<Ce l'ho fatta!>> Jake si lasciò sfuggire un sorriso, si chinò a raccogliere il libro di incantesimi e poi, con sguardo triste, posò un bacio delicato sulla guancia di Alexis.
<<Non ho mai dubitato di te>> e, con quelle parole, se ne andò lasciando la strega sola e confusa.
*****
La notte era da poco calata su Icy Oak, le stelle si erano disperse nel cielo scuro e la Luna brillava in cima al campanile bianco; la nebbia era scesa lieve a baciare i tetti delle case e, ormai, toccava anche i campi più pianeggianti.
Alexis si trovava nel suo letto, se ne stava distesa supina a guardare le ombre create dalla luce delle candele; il suo sguardo vagava sul soffitto bianco e, ogni volta che un ombra compariva nel suo campo visivo, la inseguiva come a volerla catturare.
Cassandra le aveva portato la cena tre ore prima ed era poi tornata per assicurarsi che stesse bene; era ormai a letto da un'ora, ma non riusciva a dormire: i suoi pensieri continuavano a ronzarle in testa come fastidiosi insetti e non c'era modo di allontanarli.
Ma quello che più la tormentava era il soggetto di quei pensieri: Jake; quel ragazzo bello e misterioso, strano e affettuoso, dolce e irascibile, obbediente ed impulsivo... quel ragazzo che, fin dal primo momento, l'aveva guardata in modo diverso da tutti gli altri; quel ragazzo che l'aveva aiutata, salvata e protetta; quello che era andato contro re Bradley per portarla dai suoi genitori, quello che aveva rischiato di essere cacciato o, peggio, ucciso solo per non rischiare che, con un allenamento troppo intenso, lei venisse nuovamente posseduta e controllata...
Quando Jake l'aveva guardata, quel pomeriggio sulla strada del ritorno, aveva sentito una strana carica crearsi tra di loro ed aumentare d'intensità ogni secondo; le sue parole, inoltre, il suo comportamento l'avevano lasciata spiazzata: non riusciva a capire, non riusciva a spiegarsi il suo cambiamento di umore, la sua dolcezza, la sua rabbia, la sua debolezza ed, infine, il suo credere in lei.
Jake era una tale confusione...
Per la prima volta da quando era arrivata al castello, Alexis si addormentò pensando a lui.
Scusate di nuovo per l'immenso ritardo, spero che il capitolo ne sia valsa la pena.
Baci 2GAIA2
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