Capitolo 14
Alexis si svegliò di soprassalto, completamente sudata dalla testa ai piedi; piccole goccioline di sudore partivano dalla fronte, raggiungevano la base del collo e poi scendevano lungo la schiena facendola rabbrividire; il suo respiro era accelerato e il cuore sembrava voler balzare fuori dalla cassa toracica, ma... no, non aveva avuto un incubo; aveva fatto un sogno, un sogno bellissimo, così bello, che avrebbe voluto fosse vero.
La ragazza si guardò attorno: non era nella sua stanza, doveva essere la camera di quel mago che aveva aiutato Jake a salvarla, chissà come si chiamava... ricordava ben poco della sera precedente; ricordava di essersi svegliata da un lungo riposo, terrorizzata, debole, distrutta... ricordava Jake, che l'aveva stretta in un abbraccio e l'aveva riportata con i piedi per terra... ricordava di essersi addormentata e poi svegliata in un letto, Jake accanto a lei... e poi basta, niente di più. Incredibile come la mente umana andasse continuamente incontro ad un inevitabile oblio, eppure era così: tutto ciò che aveva vissuto il giorno prima non c'era più.
Fece scorrere lo sguardo lungo le pareti della stanza, fino alla piccola finestra da cui filtravano deboli raggi di Sole, oscurati dalle nuvole, poi, abbassò lo sguardo e vide, sdraiato vicino a lei, Jake; per un momento, la ragazza rimase a fissarlo: le lunghe ciglia bionde sfioravano lo zigomo, i capelli, quasi bianchi, erano scompigliati e gli ricadevano sul viso, le mani erano infilate sotto la testa come a voler ricreare un guanciale; il suo respiro era lento e regolare e, quando Alexis alzò una mano per scostare alcune ciocche dei suoi capelli biondi, lo sentì accarezzarle la pelle.
Vederlo così, mentre dormiva, lontano dal mondo, lontano dai problemi, era come guardare un ragazzo indifeso che si era trovato nel posto sbagliato, eppure, lui era, dopo di lei, il più potente mago del suo tempo, forte, coraggioso, deciso...
La ragazza fece scorrere la sua mano lungo la guancia di Jake e, poi, con un sospiro, si alzò: doveva assolutamente capire una cosa.
Raggiunse il salotto e, dopo aver sistemato velocemente il groviglio di capelli rosso fuoco, spalancò la porta.
Il freddo pungente, tipico di Icy Oak, la travolse facendola rabbrividire, ma la ragazza non si lasciò scoraggiare e uscì.
Seguì il sentiero che partiva dalla casa del mago, ma, poi, abbandonò la strada per raggiungere un campo erboso; quando raggiunse il limite del campo, si sfilò gli stivaletti di cuoio, noncurante del fatto che qualcuno potesse prenderli, e avanzò nell'erba alta fino a raggiungere il centro del podere.
Alexis chiuse gli occhi e fece un profondo respiro; ricordava benissimo il sogno che aveva fatto, doveva solo concentrarsi.
Cercò di svuotare la mente, di non pensare a niente e, anche se con riluttanza, cercò di dimenticare perfino il sogno. Cercò di concentrarsi sul vento che sferzava il suo viso e colpiva ogni centimetro di pelle scoperto, cercò di concentrarsi sui rumori circostanti...
Ad un certo punto, un forte gracchiare raggiunse le sue orecchie e la ragazza provò, con tutta sé stessa, ad isolare quel suono: il raschiare della gola, lo stridere acuto e il rauco "cra"... tutto le sembrò più intenso.
Poco dopo, un verso breve e cupo colpì l'altro orecchio: era un gufo.
Alexis sorrise, la sua mente, ora, era un insieme di suoni e rumori di cui riusciva a cogliere le più inudibili sfumature; non si trattava di super-udito, no... era solo una questione di concentrazione, non poteva sentire suoni lontani, ma sentiva ogni singolo rumore nelle vicinanze: dai corvi ai gufi, dal fruscio delle foglie mosse dal vento al suono scrosciante di un ruscello...
Aprì gli occhi e fece un profondo respiro: c'era odore di neve. Alexis non sapeva che odore avesse la neve, benché fosse stata lunga la sua corsa in mezzo ad essa, ma era sicura che, quello che sentiva, fosse odore di neve.
Guardò il cielo: le grosse nuvole nere correvano su uno sfondo bianco abbagliante, l'aria era fredda e le dita di Alexis iniziavano ad intorpidirsi, ma aveva bisogno di sentire.
Mosse i piedi: l'erba, fresca e bagnata, le solleticò le dita e un brivido le corse lungo la spina dorsale; la terra era morbida e i suoi piedi, man mano che avanzava, affondavano bagnandosi e sporcandosi.
Alexis osservò il prato e si accorse che non era semplice erba, erano fiori, più precisamente erano bucaneve, ma erano tutti morti, secchi.
La ragazza si abbassò e sfiorò con le dita i petali avvizziti di uno dei fiori; bastò un tocco, un leggero sfioramento tra il polpastrello della ragazza e il petalo del fiore e, poi, sbocciò, così come sbocciarono tutti i bucaneve dello stesso ceppo.
Alexis scattò in piedi, gli occhi spalancati, le labbra curvate in un sorriso: era proprio come nel suo sogno.
Si abbassò di nuovo e cominciò a camminare, china sui fiori, fino a quando tutti i bucaneve attorno a lei sbocciarono.
Era uno spettacolo magnifico: il verde dei gambi e dei germogli brillava bagnato dalla rugiada, i morbidi petali bianchi ondeggiavano mossi dal vento, il seme giallo risplendeva come una pietra preziosa; il Sole mandava timidi raggi chiari da dietro una nuvola che, insieme a centinaia di altre nuvole nere, correva su uno sfondo bianco perla.
Nell'aria, riecheggiavano i versi di corvi e gufi che cantavano, ora allegri ora malinconici, creando un'incredibile sinfonia di suoni.
Alexis sorrise, non si era mai sentita così viva; le sembrava di aver trascorso la sua vita sott'acqua, sul fondo del mare, dove i raggi del Sole non la raggiungevano, dove non riusciva a respirare liberamente, dove l'armonia di suoni non esisteva e sembrava solo un eco lontana... poi, all'improvviso, si era svegliata e riusciva a cogliere tutti i suoni, i colori, i raggi del Sole che le pizzicavano la pelle...
Riusciva a cogliere l'essenza del mondo, un mondo che, per quanto triste e cattivo potesse sembrare, sarebbe sempre stato la meraviglia più grande.
<<Alexis>> la ragazza si voltò e vide che Jake la osservava; era a qualche passo da lei, fuori dal cerchio di bucaneve e gli occhi rossi brillavano come rubini.
Alexis sorrise facendo allargare le lentiggini sul suo viso e i suoi occhi si illuminarono.
Il ragazzo si avvicinò e superò con un passo i fiori sbocciati.
<<Devo dedurre che la colpa non fosse della povera Cassandra, sei tu che sei una ribelle>>
<<Cosa?>> la ragazza corrugò la fronte confusa
<<Le scarpe... avevo chiesto a Cassandra di procurartene un paio e lo ha fatto, ma tu...>> indicò gli stivali abbandonati al bordo del campo e Alexis sorrise divertita.
<<Avevo bisogno di sentire... di sentirmi viva>>
<<E la magia ti rende viva?>>
<<Sì, l'ho scoperto solo oggi, ma è così: la magia mi rende viva>> Jake sorrise e fece un passo verso di lei; catturò una ciocca ribelle e la mise dietro l'orecchio della ragazza, poi, con estrema lentezza, fece scorrere la mano lungo la sua guancia pallida, fino a raggiungere il bordo delle labbra.
Gli occhi di Alexis erano incatenati a quelli del ragazzo, sembravano voler cogliere i suoi pensieri, mentre gli occhi di Jake seguivano il percorso della sua mano, fino alle labbra della ragazza.
<<Jake>> il ragazzo sorrise e puntò i suoi occhi in quelli della ragazza
<<Dimmi>>
<<Come avete fatto a salvarmi?>>
<<Con un incantesimo>>
<<Lo so, ma come?>> Jake abbassò la mano, ancora posata sulla guancia di lei
<<Con l'essenza di ciò che più desideri>> la ragazza sembrò tentennare
<<E c-cos'era?>> il ragazzo inclinò la testa e si passò la lingua tra le labbra per poi socchiudere gli occhi
<<Tu cosa pensi che fosse?>> Alexis distolse lo sguardo, guardò le montagne lontane, avvolte dalla nebbia.
Jake rimase a osservarla: il profilo sottile, i capelli che, mossi dal vento, le nascondevano il viso, lo sguardo smarrito...
Poi, la ragazza si voltò <<I miei genitori>> disse.
Jake la guardò, confuso; non capiva: aveva mentito o davvero pensava fosse quello il suo più grande desiderio?
Alexis interruppe i suoi pensieri <<Non è così? N-non sono loro?>>
Jake riportò la mano sulla sua guancia, la fece scorrere sulla sua pelle liscia e la avvicinò a sé per lasciarle un bacio sulla guancia, poi la strinse in un abbraccio: aveva bisogno di sentirla vicina, di sentirla sua.
<<Sì, erano loro il tuo più grande desiderio>> sentì che una crepa incideva il suo cuore, ma non lasciò mai andare Alexis: non sapeva di desiderare Klaus più di ogni altra cosa, più della libertà, più dei suoi genitori... non sapeva la verità, non sapeva cosa voleva, ma lo voleva con tutta sé stessa.
Quando i ragazzi tornarono a casa di Balder, era ormai passato mezzogiorno e l'anziano mago era tornato a casa.
<<Ragazzi, pensavo ve ne foste andati senza salutarmi>> Balder sorrise e, quando guardò Alexis, le guance arrossate, le labbra distese in un sorriso e i capelli scompigliati, il suo sorriso si allargò ancora di più.
Fu allora che Alexis lo riconobbe: l'uomo che all'assemblea l'aveva guardata triste, con un sorriso quasi malinconico e dispiaciuto...
La ragazza lo guardò confusa, incapace di capire che cosa potesse avere quell'uomo di diverso dagli altri, incapace di capire il perché del suo dispiacere; non era forse uno degli uomini che volevano distruggere Primrose?
Poi, però, come un flash, alla ragazza tornarono in mente le facce dispiaciute di alcuni abitanti di Icy Oak quando l'avevano vista arrivare su quel carro per animali, la triste storia di Cassandra e, allora, Alexis capì che, forse, quell'uomo nascondeva qualcosa, ma cosa?
Balder dovette interpretare diversamente la sua faccia confusa perché le sue parole furono: <<Oh, scusa... forse non ti ricordi di me, ieri sera eri molto stanca... mi chiamo Balder>> l'uomo le sorrise e la ragazza non potè fare a meno di ricambiare quel sorriso contagioso.
<<Grazie per aver aiutato Jake>> l'uomo alzò le spalle
<<Ho fatto solo il mio dovere di anziano mago del paese>> Jake si avvicinò a Balder ridendo e gli diede una pacca sulla spalla
<<Dì pure "mago preistorico del paese", sarai stato anziano più di cento anni fa>>
<<Che ragazzo ingrato... è così che ti rivolgi a chi ti aiuta?>> i due risero e Alexis si unì a loro.
Colse più volte lo sguardo di Jake su di sé e, vederlo ridere, la fece sentire sollevata: il viaggio dal campo a casa di Balder era stato piuttosto silenzioso e Jake sembrava perso nei suoi pensieri.
Non sapeva cosa fosse stato a farlo preoccupare, ma sapeva benissimo che non era con l'essenza dei suoi genitori che Jake l'aveva salvata... se c'era una cosa che Alexis aveva imparato a fare, vivendo con due ragazzi e una bambina, era riconoscere le bugie e quella di Jake era stata un'enorme bugia, ma, del resto, non sapeva quale fosse la verità e aveva paura di saperla... indagare, accusare Jake di aver mentito, avrebbe solo scatenato un inferno di cui non voleva sapere niente... forse, ogni tanto, una bugia è ciò di cui abbiamo bisogno...
<<Comunque...>> Jake prese una sedia e si sedette, dopodiché, invitò gli altri a fare lo stesso <<ho scoperto qual è l'affinità di Alexis>> la ragazza lo guardò curiosa; a lei non aveva detto nulla, non sapeva nemmeno cosa volesse dire...
<<Davvero? Qual è?>> Balder lo osservò, ancora divertito dalla sua battuta.
<<La natura>>
<<Scherzi?>> Balder aveva spalancato gli occhi e guardava Jake senza parole
<<Scusate, qualcuno mi può spiegare?>> Jake le sorrise
<<Ogni strega o ogni mago può sviluppare una certa affinità con un elemento della natura: fuoco, acqua, terra o aria.
Un mago che sviluppa un'affinità con l'acqua, per esempio, può controllare questo elemento a suo piacimento, inoltre, se fa un incantesimo in un posto dove c'è molta acqua, questo sarà ancora più potente.
Non tutti i maghi, però, sviluppano un'affinità con un elemento, nelle ultime centinaia di anni è successo solo ai prescelti di Gold Feather>> Alexis lo guardò confusa
<<I prescelti? Come me? Da quanto ci sono? Quanti sono?>>
<<Sì, prescelti come te, ma questa è un'altra storia e non è ancora il momento che tu ne venga a conoscenza>>
<<Ma->> Balder la interruppe
<<Credo che Jake abbia ragione, non è il momento>> Alexis sospirò
<<D'accordo... ma, se come hai detto tu l'affinità si crea con uno dei quattro elementi, che significa che la mia è la natura?>> Balder sorrise e Jake fece lo stesso
<<Chi sviluppa un'affinità con la natura, controlla tutti e quattro gli elementi>>
<<E come hai fatto a capire che io s->> Jake la interruppe
<<Che sei affine alla natura?>> la ragazza annuì << Quando ho fatto l'incantesimo per risvegliarti, il fuoco stava per bruciare il tavolo dal tanto che si è alzato e ha completamente incenerito le piante che si erano arrampicate lungo le gambe di legno... questa mattina, prima di venire da te, ho fatto qualche ricerca e ho scoperto che non è una reazione normale, succede solo con chi ha affinità con il fuoco... per quanto riguarda la terra, l'aver fatto crescere quelle piante è la dimostrazione che puoi controllarla... aria e acqua, invece, l'ho capito quando ti ho portato in prigione dai tuoi genitori, tu eri troppo impegnata nell'incantesimo e non te ne sei accorta, ma hai trasformato la pioggia in tempesta e, poco dopo, hai spazzato via tutte le nuvole e fatto tornare il Sole>> Alexis era senza parole, non si sarebbe mai aspettata una cosa del genere.
<<Ed è una cosa positiva?>> Balder rise
<<E' una cosa fenomenale! L'unica prescelta che, prima di te, ha sviluppato un'affinità con tutti gli elementi è morta quando aveva tredici anni e non ha potuto dist->>
<<Balder>> Jake lo interruppe prima che potesse andare troppo oltre
<<Oh, sì giusto... beh, in poche parole... è morta quando era molto piccola e non ha potuto usare i suoi poteri, diciamo così... comunque è stato circa duecento anni fa>> Alexis li guardò sempre più sconvolta
<<Non c'è più stato nessuno?>>
<<Nessuno... è un potere incredibile e non va trascurato>> Alexis rimuginò sulle parole dei due e, nella sua mente, si formò l'immagine di una ragazza dai capelli dorati e gli occhi blu come due zaffiri, poi, una voce chiamò la ragazza.
Alexis sussultò e attirò su di sé gli sguardi dei due maghi.
<<Alexis, tutto bene?>> la ragazza guardò Jake
<<Quella bambina... si chiamava...>>
<<Freesia>> dissero Jake e Alexis insieme; il ragazzo la guardò senza capire
<<Come fai a saperlo?>>
<<I-io... non lo so... l'ho vista, l'ho sentita>> Balder e Jake si guardarono, ma non dissero niente e Alexis ne approfittò per continuare
<<Cosa le è successo? Come è morta?>> Jake alzò le spalle e guardò Balder
<<Vuoi sapere la sua storia? E' una lunga storia>>
<<Aveva solo tredici anni>> Balder scosse la testa pensieroso
<<Tredici anni, per una prescelta di Gold Feather, non sono mai solo tredici anni>> e, detto questo, cominciò a raccontare.
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