⟣Capitolo 46 ― Macerie Del Deserto⟣

Alla ricomparsa nel Piano Terreno, Mahdi aveva riabbracciato Yasser, osservando che ogni spirito dei Mansur Najib era tornato nella dimora eterna. Aveva raccontato ogni aneddoto, ogni frammento di quell'incontro divino, mentre si avviavano al villaggio dove avevano lasciato Safiya. Una volta giunti in quel luogo aveva raccomandato a Yasser di condurla nei Monti Alabastro dove sarebbe stata protetta. Odiava lasciarla sola per l'ennesima volta, odiava non presentarla di persona agli Sciamani Dell'Ovest e alla Sacra Baharack, desiderava accompagnarla nel rifugio verde e dalle tinte grigiastre, dove la neve si depositava sulle cime e il profumo dei pini si fondeva nella cultura dei suoi avi.

Il mentore non aveva arginato la scelta sgorgante dell'allievo, il quale aveva promesso all'amata che sarebbe giunto da lei il prima possibile, dopo essere tornato al palazzo del padre e aver discusso delle ultime decisioni amministrative, speranzoso di vedere i suoi cari ancora in vita.

Una volta giunto nella dimora del genitore, Mahdi, aveva subito le urla, i rimproveri per poi, alla fine, bearsi degli abbracci calorosi. Non taceva a ciò che aveva visto, a ciò che il Sacro Nafan e la madre gli avevano detto. Aveva adocchiato lo sguardo imbarazzato del padre riferito sulla "Notte delle Comete", per poi attendere suo fratello insieme ai sopravvissuti. Amava il tepore di Fathi, così vivo e pregno di calore, tanto che gli aveva sussurrato ogni benevolenza. Gli aveva chiesto dei sopravvissuti, risposta che si era posata sul suo cuore non appena aveva visto sbucare dalle porte, collegate ai rifugi, i suoi parenti. Pure Farnaz, insieme agli uomini del padre, sembrava sollevata di vedere il figliastro, tanto che gli chiese come stesse.

Al contrario Firouz, sopravvissuto per un soffio a quel macello di morte, aveva ordinato ai suoi assassini di eliminare gli ultimi Hadi che non si erano pentiti e di redimere le donne che avrebbero ripudiato i mariti di quei briganti, al contrario insieme a loro sarebbero morte. Il rapporto che aveva con Mu'ezz Nadir era diventato sempre più ferreo.

Mu'ezz Nadir conscio di quelle decisioni, aveva ordinato che i resti del fratello traditore, per quanto era stato crudele e colpevole di quelle atrocità, non sarebbe stato gettato nei crepacci appuntiti insieme agli Hadi Dell'Ombra. Aveva disposto di sotterrarlo insieme a suo figlio Namvar per mettere fine a quella diatriba famigliare, lasciando un segno, una pietra sopra a tutto quel male che era nato. Forse avrebbe calmato il suo cuore e restituendo pace al suo spirito.

***

Le ceneri della devastazione si spensero lentamente in quei mesi, tanto da organizzare funerali, cerimonie e decori ai deceduti. Nemmeno la dinastia Della Luce D'Avorio si era sottratta a quell'onere che alleggiava nei loro cuori, soprattutto, dopo la perdita di Shayan, Mahdi era stato invitato molte volte dagli ultimi figli dello Shah.

Una volta giunto nei corridoi, gli spazi del palazzo, il Mansur Najib salutò con garbo il Piccolo Principe, per poi essere condotto da Taher.

― Vostra sorella starà con mio fratello per un po' di tempo. Rahim ha una garza di mutismo per ciò che è successo a Shayan, ― sussurrò Taher posando le mani sui fianchi.

― Comprendo, Principe Taher. A questo proposito, vi è giunta la notizia del matrimonio di una delle Principesse di Dhaki Shah?

I due giovani della stessa età camminarono l'uno di fianco all'altro, solo una breve distanza mostrava la loro classe sociale.

Taher socchiuse gli occhi fissando il pavimento semidistrutto, mentre il mantello gli scivolava sulla spalla destra e copriva l'abito viola, al contrario Mahdi aveva le mani dietro la schiena, coperta da un velo ricamato con uno scorpione a due code.

― Sì, so ogni cosa. Anche se non trovo appropriato far maritare la principessa alla famiglia di vostro padre, l'Ombra Scarlatta non può scomparire nel nulla.

― Vostra Eccellenza, lo so bene. Mio padre non ha intenzione di togliere il titolo della casata reale, sarebbe un colpo di stato e recherebbe disonore alla Sacra Arooj, ma la "purezza", se sapete ciò che intendo tra gli scorpioni, per quanto mi disgusti, non può essere ignorata.

― Comprendo, dite solo a vostro padre e ai vostri parenti che è importante mescolare i legami. Capite?

― Capisco, Principe Taher.

Giunti in una delle tante aree aperte, dove alcuni architetti stavano progettando la costruzione, Taher si fermò vicino a delle colonne ornate da alcune figure geometriche. La confusione della rinascita di quei luoghi ricchi di storia aveva ricominciato ad alimentare la speranza e, come tutte le guerre, sarebbe stata scritta nei papiri delle biblioteche e nel Tempio Sole D'Acqua.

Molti Esploratori dei vari Regni, a detta dei nobili sopravvissuti, si erano messi all'opera, aiutando commercianti, architetti e tutori. La frenesia di porre le pietre del rinnovamento erano solide, anche se il divario tra la povertà e la ricchezza su Eblis era ancora presente.

― Fra pochi mesi saranno rieletti i nuovi Sacerdoti dell'Occhio di Nyioosha e con lo sterminio degli ultimi Hadi Dell'Ombra, mio padre ha perso le forze, quasi è irriconoscibile. Per questo, Mahdi, io e mio fratello ti abbiamo fatto chiamare in questi giorni.

― Ditemi ogni cosa, Principe Taher, vi ascolto, ― mormorò Mahdi.

Taher osservò le rifiniture sugli affreschi che raffiguravano piccole divinità: ― Vogliamo rimediare alle decisioni di nostro padre, vogliamo un ambasciatore tra questo Regno e quello dell'Ombra Scarlatta, vogliamo che sia tu a portare le veci di ciò.

― Principe Taher, io...

― Rifletti, Mahdi. Le creature di quel Daeve sono ancora presenti in alcune città e ci vorranno anni prima che spariscano. Inoltre..., ― Taher passeggiò su e giù di fronte al ragazzo, ― una delle due sovrane del Regno Talib Zeyd è morta, trafitta da una pioggia di frecce durante la guerra. Sua sorella sarà disposta a tutto pur di vendicarsi e pensavamo di unire un'alleanza politica grazie a te, per debellare quelle creature.

Il giovane rimase interdetto, quasi come se non sapesse cosa fare, deglutì un po' di saliva. Taher si fermò, mettendosi di fronte a lui.

― Non giudicatemi male, Principe Taher, ma... ho bisogno di riflettere. Ho dei piani di vita, ho una possibilità di ricostruirmi ciò che gli Hadi Dell'Ombra mi hanno tolto. Sto collaborando con il mio Tutore e la maggior parte degli Esploratori delle zone a Ovest.

― Non ne dubito, Mahdi, ma ti chiedo solo di riflettere.

― Lo farò, ma vi chiedo del tempo.

― Come preferisci. Posso chiedertelo?

Il Mansur Najib posò le mani callose sui fianchi coperti dall'abito giallo ocra, uno sguardo curioso colpì il Principe.

― So che sei spesso via nei Monti Alabastro e ho saputo che stai progettando qualcosa.

Come poteva immaginare, Fathi non era stato zitto con la sorella, confessandole che il fratellastro voleva organizzare uno sposalizio, senza dir il nome della futura sposa, poiché tutti credevano che Safiya fosse morta da tempo.

A Mu'ezz Nadir non piaceva questa situazione. Avrebbe desiderato onorare il primogenito con feste, banchetti e cerimonie, ma il giovane si era rifiutato, tanto di ribadire alla famiglia paterna che sarebbe stato uno Sciamano Dell'Ovest a organizzare l'unione, poiché aveva la stessa valenza sacra dei sacerdoti.

Sospirò Mahdi, ormai la pazienza si era esaurita.

― Sì. Non posso rivelarvi nulla di tutto e vi chiedo di non pormi delle domande. Devo ristabilire l'ordine a ciò che il Sacro Nafan mi ha posto nei confronti dei miei avi.

― Comprendo. A questo proposito, mio fratello Rahim ti ha detto qualcosa?

― Qualcosa? ― Mahdi alzò un sopracciglio.

― Quindi non sai nulla?

Un sorriso ironico decorò le labbra dell'arciere e, solo dopo che i due si spostarono da quell'area in via di costruzione, confessò il segreto del Piccolo Principe al guerriero. 

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