Capter 9

E mi ricordo che
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La mia guardia del corpo scosse il capo e si voltò. "Sarai anche suo amico, ma non impicciarti negli affari che non ti riguardano. È meglio che torniamo a casa, Josefin."

Mi alzai con un'occhiata dispiaciuta per James. "Ci vediamo in giro, ok?"

"Ricorda che puoi contare su di me se... sei nei guai. Okay?"

Mentre ci allontanavamo, sentivo i suoi occhi addosso per tutto il tempo. Continuavo a pensare alla promessa che aveva fatto di salvarmi. Ma nonostante tutto, non potevo voltare le spalle a Michele, visto che era un boss mafioso. Non volevo giocare al gatto col topo perché sapevo per filo e per segno che avrebbe vinto lui. E poi mio zio... lo avrebbero ucciso se avessi combinato qualche casino.

Ahh e Michele? Che cosa avrebbe pensato adesso? Aveva detto che potevo vedere i miei amici, ma James lo avrebbe messo sul piede di guerra... E se Mikhail gli avesse visto il distintivo?! Si sarebbe arrabbiato, accidenti...

"Scusa se prima ho perso la pazienza. Quel tuo amico mi ha fatto innervosire."

"Ah, ecco perché mi hai trascinata via subito. Non ne capivo la ragione."

"Ahh... Non era per quello. Semplicemente Michele mi ha ordinato di riportarti subito alla villa."

Mmm, che fretta c'è? Chissà cosa sarà successo.

Non appena varcammo la soglia della casa, ricevemmo una ramanzina da Michele. Aveva capelli neri, occhi di un azzurro glaciale e un portamento autoritario che non lasciava spazio a dubbi sul suo ruolo.

"Te lo ripeto: farle da guardia del corpo non significa lasciarla in giro da sola per lunghi periodi di tempo, Mikhail."

Ero contenta che nessuno dei due stesse accennando al fatto che fossi amica di un poliziotto, almeno...

Abbassai lo sguardo a terra, ma con mia sorpresa Mikhail se la prese. "È già tanto che è stata costretta a entrare nel tuo fottuto mondo, Michele... merita almeno una parvenza della sua vecchia vita, senza un mafioso ad alitarle sul collo tutto il tempo."

Mikhail... alto e robusto, con occhi neri che sembravano trapassarti l'anima, non batteva ciglio nonostante lo sguardo gelido di Michele.

"E se la pagherà con un proiettile in testa?! Eh?!" intervenne Michele, furioso.

Deglutii a fatica mentre Michele fece un passo in avanti, verso di noi. Nonostante lo sguardo gelido, Mikhail non si mosse di un millimetro. Sembrava sapere bene dove fermarsi.

"Ok, ok! Ho capito." Disse a bassa voce una parolaccia e poi borbottò altro. "Odio però quando mescoli i civili alla nostra vita..."

Negli occhi di Michele passò una lieve e inusuale dolcezza, prima che congedasse Mikhail. "Per il resto del pomeriggio non mi servi, Mikhail. Josefin, vieni con me."

"Dove?" gli chiesi con voce pacata.

"Mi sono preso del tempo per il tuo guardaroba, come promesso. Andiamo dai." Mi sorrise, gentilmente.

Forse non era poi così male...

Mi portò in un centro commerciale d'alta classe, dove non avevo mai messo piede. Perfetto, qui c'erano vestiti che non avrei mai potuto permettermi...

Non appena entrammo in un negozio, una commessa accolse Michele. Era elegante, con capelli biondi raccolti in uno chignon perfetto e un sorriso professionale stampato sul volto. Li seguii a bocca aperta, come una bambina che entra per la prima volta in un negozio di giocattoli.

"Chiudi la bocca, cara principessa, che ci entrano le mosche. Cerca di comportarti in maniera sofisticata, come si addice alla mia fidanzata. Non fare la contadina."

"E quindi? Anche se fossi una contadina?"

"Ti rendi conto che è un insulto, vero?" mi disse, voltandosi nella mia direzione con uno sguardo severo.

"Per come mi sento adesso, potrei davvero essere una che non aveva mai messo piede in città."

"Non c'è comunque bisogno di farlo sapere a tutti. Non sono fidanzato con una appena uscita dai campi, io."

"Guarda che sei stato tu a darmi quel nomignolo, mica io. E poi non sarebbe male... sarebbe una storia d'amore molto dolce."

Iniziai a prenderlo un po' in giro. Certo che per essere un mafioso era molto bipolare, eh.

A giudicare dall'occhiataccia che mi aveva appena lanciato, non pensavo gli fosse piaciuta la mia battutina. Guastafeste...

Osservai meglio gli abiti, ma non vidi cartellini del prezzo.

"Ma dove li segnano i prezzi?" chiesi a Michele più confusa che mai.

"Da nessuna parte." mi disse con uno sguardo strano in volto.

Scusami eh, non ero mica abituata a te e alla tua famiglia ricca. Tze... ricchi sfondati.

"E come si fa a sapere il prezzo?" gli chiesi nuovamente.

"C'è un detto, sai: se devi chiedere il prezzo, non puoi permettertelo."

Minchia, che detto! Solo per perculare le persone. "Cosa?!"

"Tieni. Questo dovrebbe andarti bene." Mi porse un abito elegante di colore blu e dal tessuto scintillante. Poi ne selezionò uno di colore nero dall'aria comunque costosissima e me lo porse.

"Ne sei sicuro? Non sono il tipo di ragazza che indossa vestiti di questo genere."

"Sì. Ho occhio per gli abiti, anche se non sei una persona del genere, d'ora in poi dovrai vestirti così."

"Ok..." Mi diressi all'interno del camerino con quei due vestiti. Non riuscivo a fare a meno di pensare a quanto dovessero valere. Tanto che avevo paura a toccarli e rovinarli.

Ma se aveva deciso di pagare tutto lui, tanto valeva approfittarne, no? Anche se mi sentivo un po' in colpa. Ma dopotutto era lui che mi aveva scelta come sua fidanzata.

Provai tutti e due i vestiti. Mi stavano entrambi meravigliosamente, e il tessuto sulla pelle era morbidissimo! Passai delicatamente la mano sull'abito che mi abbracciava le curve. Non riuscivo a credere di indossare un capo tanto elegante... che bello!

Con un bel respiro, uscii dal camerino. Vidi Michele che si girò e posò lo sguardo sulla mia figura. E lo vidi sgranare gli occhi.

Chissà cosa stava pensando... Gli piacevo vestita così? O probabilmente mi avrebbe ritenuta ridicola davanti a lui...

Mi preparai a un commento sarcastico che però non arrivò. Continuò solo a fissarmi.

"Mmm... c'è qualcosa che non va?"

Si schiarì la voce. "No. Anzi, stai molto bene."

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Noi eravamo fuoco

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