This love is good, this love is bad, this is alive back from the dead
-Adesso mi vuoi raccontare che cosa ti turba?- Daniel dà un morso al panino, ignorando totalmente la mia domanda. E' stato parecchio silenzioso da quando è tornato dall'allenamento, e questo non fa che preoccuparmi ulteriormente.
-C'è un motivo per cui Cassie è venuta a parlarmi la sera del matrimonio-
-Fino a qui c'ero arrivata anche io- il ragazzo poggia l'hamburger sul piatto, torturandosi le mani. –Sta' tranquillo, sono solo io- allungo un braccio verso di lui e ne afferro una, stringendola. –Sai che puoi dirmi tutto-
-Una sera io e mio padre avevamo bevuto decisamente troppo, e lui si era lasciato andare ai sentimentalismi che, come sai, non sono proprio una prerogativa della famiglia Manson-
-Direi di sì, una battaglia che combatto tutt'ora di tanto in tanto-
-Così, dopo avermi raccontato della non-così-tanto-eclatante storia d'amore con Cassie, mi ha rivelato che, in realtà, io avrei dovuto avere un fratello gemello-
-Cosa? Due Daniel? Tremo al solo pensiero- mi guarda di traverso. –Scusa-
-Tuttavia, come penso tu abbia ben capito, alla fine non è nato, e questo perché io l'ho assorbito. Ero uno stronzo anche prima di nascere-
-Fetus in fetu se non sbaglio-
-Non voglio neanche sapere come tu possa...-
-Ho visto un documentario- esclamo. –Un paio di anni fa a dir la verità-
-Ho fatto una radiografia, è nella mia gabbia toracica, vivo con un cadavere dentro!-
-Che visione meravigliosa che mi hai appena dato- sposto leggermente il piatto, sentendo lo stomaco chiudersi in una morsa.
-E non è ancora finita. Il secondo gemello non era figlio di Derek, era figlio di Morsein- Daniel porta lo sguardo verso di me. Le iridi si scuriscono, diventando di un viola acceso.
-Com'è possibile? La guerra è finita nel novantaquattro-
-La magia può tutto Greyson, pensavo che lo avessi imparato ormai-
-Ma perché?-
-Cassie sostiene di non saperlo ma, onestamente, non le credo più- stringo più forte la sua mano, e anche lui ricambia la stretta. –E' per questo che i miei occhi cambiano quando mi arrabbio, è per questo che ho sempre sentito questa sorta di oscurità che ho dentro, ho il mio gemello malvagio vicino al cuore-
-Per quanto questa ultima immagine sia particolarmente poetica, non puoi sapere se sarebbe stato cattivo, magari era persino più buono di te-
-O forse sei tu che vedi sempre il meglio nel sottoscritto, anche quando non c'è-
-O forse dovresti davvero iniziare a vederti con i miei occhi- ridacchia, sospirando. E' l'ennesimo che fa da quando abbiamo iniziato la conversazione. –Perché non mi hai detto niente comunque?-
-Perché sapevo che saresti tornata in quattro e quattr'otto e, per quanto volessi soltanto il tuo ritorno, sapevo che eri felice a Parigi, volevo che finissi come si deve-
-Ti amo-
-Ti amo anch'io, ma è stata difficile tenerti nascosto una cosa del genere, ogni volta ho paura che, beh, che tu possa reagire come l'ultima volta-
-Non ti preoccupare. Cosa pensi di fare?-
-Volevo operarmi in realtà, quando torneremo a casa per il Ringraziamento. Voglio togliere quel coso via dal mio corpo, ormai sono in soggezione-
-Okay, ti appoggerò, e rimarrò accanto a te per tenerti la mano-
-Sapevo che avresti detto così- mi strizza una guancia e, finalmente, sorride.
-Spero, però, che i tuoi occhi continuino a cambiare lo stesso-
-Così puoi capire subito se sto per arrabbiarmi-
-No no, figurati, non è per quello. E' che le tue iridi cangianti sono state la prima cosa che ho notato, il primo indizio che mi ha fatto capire che c'era qualcosa di diverso in te, senza contare che è una caratteristica solo tua, fin ora non ho incontrato nessun altro che possa farlo, e abbiamo avuto a che fare con tantissime persone in questi anni-
-Sono stato davvero fortunato a trovarti, o meglio, sono stato davvero fortunato che tu me le abbia perdonate tutte-
-Penso che, se siamo ancora qui dopo tutto questo tempo, vorrà pur dire qualcosa, no?-
-Direi di sì- sfiora con un polpastrello l'anello che porto all'anulare della mano sinistra, sorridendo. –Grazie comunque, avevo un po' paura-
-Amore mio, dopo tutti questi anni passati insieme, non c'è niente che tu possa dire o fare per spaventarmi-
-Non sfidarmi- ride, le fossette gli incorniciano la bocca. –Comunque sapere questa cosa mi ha scioccato parecchio-
-E' naturale, probabilmente io avrei reagito allo stesso modo. Piuttosto, come avete fatto a sapere che l'altro gemello era figlio di Morsein?-
-Ce l'ha detto tuo padre in realtà-
-Come prego?- riduco le palpebre a due fessure. Il ragazzo assottiglia le labbra. Adesso ho capito, ha tenuto la parte più importante per ultima. –Credo di meritare una spiegazione-
-Quella sera stessa è comparso davanti ai nostri occhi subito dopo che Derek mi aveva detto del gemello. Non ho idea di come potesse saperlo, tuo padre è...non so come descriverlo onestamente-
-Morto- esclamo. –Non è normale che lui compaia così all'improvviso-
-E' quello che ho pensato anch'io, però sta di fatto che aveva ragione-
-Sei sicuro che fosse davvero Ron?-
-E chi altro potrebbe essere stato sennò?- non rispondo, mi limito semplicemente a guardare Daniel. –No, no, assolutamente no, è ancora nel mondo dei morti-
-In realtà, se non ricordo male, c'è una profezia a riguardo che non si è capito se abbia funzionato oppure no- sbuffa. So benissimo che, tra tutte le cose che potevo dire, questa è la peggiore, ma bisogna varare tutte le possibilità.
-Oooo potrebbe essere semplicemente tuo padre. Che motivo avrebbe avuto Mike per dirmi una cosa del genere?-
-Magari ha bisogno proprio di questo per tornare in vita, ci hai mai pensato?-
-No Rose, ti prego, non farlo anche questa volta- assottiglio le labbra. Odio agire alle sue spalle, soprattutto perché so quanto darebbe fastidio a me, ma cos'altro potrei fare? Per quale motivo mi trovo sempre in queste situazioni?
-Va bene hai ragione. In fondo non è la prima volta che mio padre compare a caso e si mette a raccontare aneddoti di cui avremmo volentieri fatto a meno-
-Ti ringrazio- dice. –Adesso posso riprendere a mangiare?-
-Fai pure- mollo la sua mano e lui, contento, riafferra il panino. Alle volte si mostra talmente impaurito, come se persino la sua ombra potesse fargli del male.
–C'è qualcosa che non va?-
-Perché?- indica il mio piatto leggermente spostato. Scuoto la testa e, facendo attenzione a non urtare niente, lo riavvicino. –Mi si era un attimo chiuso lo stomaco con la storia del fratello dentro il petto, ma ora sto meglio-
-Io non ho mangiato per tre quattro giorni quando l'ho saputo, è stato un duro colpo-
-Sono davvero fiera di te comunque, stai affrontando questa cosa nel migliore dei modi-
-Intendi dire che sono stato bravo a non dare di matto?-
-Esatto, nonostante quel piccolo problema con la soluzione argentea, avrei voluto ucciderti quando me lo hai detto-
-Lo so lo so. All'inizio volevo davvero farti tornare però, quando mi si è presentata realmente l'occasione, mi sono reso conto che sarebbe stato egoistico da parte mia, e così mi sono stato zitto. Ho persino evitato di raccontartelo mentre eravamo a New Orleans perché eri appena arrivata-
-Daniel Manson è maturato, sogno o son desta-
-Mmh aspetta a parlare, ho sempre paura di far danno-
-Nessuno di noi è perfetto, e poi ricordati con chi stai parlando-
-Con qualcuno che non riesce a mangiare un panino senza impiastricciarsi o farne cadere metà nel piatto?- mi porge un fazzoletto, sorridendo. –Sei proprio un disastro Greyson-
-Dici sempre che sono diversa dalla ragazzina di quattordici anni che hai incontrato, per la prima volta, quel giorno di fine agosto, però continuo lo stesso a far casini- rido, pulendomi il muso. –E, se devo essere sincera, un po' mi manca quella ragazzina-
-Sogno o son desto?- scoppia a ridere. Dopo tutto questo tempo sento ancora le farfalle quando lo fa.
-Te l'ho detto. Sono stata così carica di rabbia negli ultimi anni, a volte a momenti alterni, ed ora sono stanca. Vedere la vita in rosa, in fin dei conti, non può nuocermi così tanto, se ho una visione delle cose più nitida rispetto a prima-
-I tuoi discorsi filosofici, però, non sono mai cambiati, anzi, col tempo sono andati a peggiorare-
-Tu sei sempre lo stesso stronzo-
-Ancora non me lo avevi detto questa sera, stavo per preoccuparmi-
-We never go out of style, we never go out of style-
-Mi ricordo di quando, per ogni cosa che dicessi, ci fosse una canzone degli One Direction, ho imparato tutta la loro discografia in modo passivo, dovrebbero darmi un premio-
-Questa era Taylor Swift in realtà-
-Lo so lo so, è una fortuna che i tuoi orizzonti musicali si siano ampliati- allunga una mano verso di me, sfiorandomi una guancia. –Ti sei graffiata-
-Oggi pomeriggio mi sono addormentata sul divano, con entrambe le mani sotto il volto, è stato l'anello. Può essere usato come arma impropria-
-Devi stare attenta, hai la pelle delicata-
-Dice che passerà dottore?-
-Non fare quella vocina ti prego, o dovremo correre a casa di corsa-
-No dai, ancora devo finire il mio adorato panino-
💕💕💕
-Lascia quel mantello- biascico. Mi sono svegliata da cinque minuti e la prima cosa che ho visto è stata Daniel che giocherella col mantello dell'invisibilità.
-Buongiorno dormigliona, era ora che decidessi di abbandonare il mondo dei sogni-
-Ammettilo che l'unico motivo per cui sei tanto impaziente è perché sei l'unico che, ancora, non lo ha usato-
-E' un reato per caso? E' una cosa fighissima, e quello che ne ha usufruito di più è Albus, credo che sia ingiusto, senza contare che lo ha tenuto lui durante gli anni, chissà quante volte lo ha usato-
-Perché devi pensare sempre male?-
-E tu perché devi pensare sempre il contrario? Pensavo che, dopo tutto quello che è successo negli anni, avessi imparato che non ti puoi fidare di tutti-
-Grazie per la lezione di vita Manson, adesso ritorno a dormire-
-Sono già le nove, quando vuoi iniziare a seguire Luke?-
-Per pranzo andava più che bene. Ah e mi sono dimenticata di dirti che ho chiesto a Diana di venire con noi, è un po' giù-
-Riusciamo ad entrarci tutti?-
-Sì, rilassati- scendo giù dal letto e mi stiracchio. –Mi fa male la schiena-
-Questo perché dormi completamente storta, hai rischiato di farmi cadere dal letto sta notte-
-Non sono più abituata a dormire con te-
-L'ho notato- posa il mantello, si guarda allo specchio e si passa una mano tra i capelli biondi. –Ti aspetto sotto okay? Magari Diana sta già facendo colazione, non mi va di lasciarla sola-
-E gli altri?-
-Chris, Albus ed Audrey non hanno dormito a casa, e Daisy è volata momentaneamente a casa per stare un altro po' con Seth prima che parta per la Brown-
-Me lo aveva accennato qualche giorno fa, non pensavo che lo facesse sul serio-
-Che posso dirti, al cuor non si comanda. Però datti una mossa- mi strizza l'occhio ed esce dalla camera.
Mi stropiccio le palpebre, avrei voluto dormire di più, ho molto sonno represso.
Cammino scalza sul pavimento, dirigendomi verso il bagno. Osservo il riflesso nello specchio, sono pallida come al solito, sembro quasi un cadavere.
Storco la bocca e inizio a prepararmi. E' assurdo che tutti i ragazzi siano fuori questa mattina, sembra una coincidenza fin troppo forzata, ma è meglio non preoccuparsene per ora.
Sta notte ci ho messo un bel po' a prendere sonno perché stavo pensando a Daniel, a ciò che mi ha detto ieri riguardo al gemello che ha inglobato, e a come questo, per qualche assurdo motivo, sia figlio di Morsein. Ma non ho potuto mostrarmi preoccupata, consapevole che, se avessi ceduto io, lo avrebbe fatto anche lui. Perché queste cose continuano a capitare sempre e solo a noi? Perché siamo tanto sfortunati?
Mi vesto, mi trucco e scendo giù. Daniel e Diana sono seduti l'uno di fronte all'altra che chiacchierano tranquillamente, credo che sia la prima volta che li vedo in questo stato. Ai tempi del liceo, quando lei ancora minacciava di uccidermi pur di ottenere un briciolo di attenzione da lui, non parlavano mai o, almeno, non lo avevano mai fatto davanti a noi.
-Buongiorno raggio di sole- esclama Diana, non appena mi vede. –Siediti dai-
-Non ho molta fame a dir la verità, ho una leggera nausea- porto la mano allo stomaco. Non posso dirgli che, in realtà, la colpa è della notizia che ho ricevuto ieri sera.
-Va tutto bene?-
-Sì, non ti preoccupare- mi siedo accanto a Daniel che, dal canto suo, sta continuando tranquillamente a mangiare. –Hai già sceso il mantello?-
-Avevo paura che te lo scordassi- esclama, con la bocca piena.
-Manson vedi che non è un giocattolo-
-Lo so lo so, ma fammi divertire un pochino- gli passo le mani tra i capelli biondi, li tiro un pochino e gli stampo un bacio sulla guancia. –Se, adesso, senti l'esigenza di essere più dolce con me, sappi che io non ti fermerò-
-Vedremo, stiamo ancora ponderando la sua richiesta-
-Siete davvero carini, ve lo dico col cuore, ma sto mangiando, vi prego, non fatemi vomitare-
-Scusa- mi affretto a dire. –Quindi ci siamo solo noi a casa?-
-Tutti hanno fatto conquiste e tutti si sono fatti una sana scopata...tutti tranne me ovviamente-
-Compatisco la ragazza che è stata con Albus, dopo tutto quel...-
-Daniel- lo riprendo. –Non è che uno deve per forza andare a letto con tantissime persone-
-Difenderai sempre Albus a spada tratta, vero?-
-Davvero Manson? Siamo ancora a questo punto?-
-Non fare il bambino, ha un anello da sei punto cinque carati al dito che le hai dato tu, come puoi ancora dubitare?-
-Beh c'è stato qualche bacio quando...-
-Non ho sentito niente, non ho mai aperto il discorso perché pensavo che fosse ovvio, senza contare che non vorrei proprio ricordarti quante volte Ellen ti ha ficcato la lingua in gola-
-Ed io vorrei continuare a farvi notare che sto ancora facendo colazione-
-Scusa- esclamiamo entrambi. –E comunque te l'ho già detto, basta rivangare il passato, è totalmente inutile-
-Sei diventata più saggia mentre eri a Parigi, oltre che più bella, alle volte mi viene quasi voglia di odiarti di nuovo-
-Ma dai, non è assolutamente vero-
-Beh almeno ha fatto qualcos'altro a parte ballare sui tavoli del Moulin Rouge-
-Perché sei così geloso?-
-Non sono geloso- dice, pulendo le mani sul tovagliolo. –Era semplicemente una constatazione, tutto qui-
-Ah ah-
-Vado a lavarmi i denti- si teletrasporta, sta iniziando ad usare decisamente troppo la magia.
-Non cambierà mai-
-E' totalmente un'altra persona rispetta a quella di qualche anno fa, lasciaglielo qualche suo vecchio difetto-
-Tipo non fare niente senza l'uso dei suoi poteri?-
-Conosco Daniel da tutta la vita, e ti posso assicurare che ha sempre fatto così. L'unico periodo...-
-Lo scorso anno lo so, dopo la mia morte-
-Tu fai il suo buono e cattivo tempo, sin dal primo momento in cui vi siete incontrati. Anche quando litigavate, tu eri sì quella che lo facevi arrabbiare, ma eri anche quella che lo faceva ragionare-
-Alle volte ancora mi chiedo come sia stato possibile passare da un estremo all'alto, dall'odiarci a...-
-...allo sposarvi?- la guardo con un sopracciglio alzato, e lei ride. –Sarà il matrimonio del secolo-
-Ma non sarà in un imminente futuro-
-Purtroppo. Comunque vado a lavarmi anche io i denti- mi sorride, scendo dallo sgabello e si dirige in camera. Almeno lei non si teletrasporta, questo è già un gran passo avanti.
Rimasta sola, mi dirigo in salone e mi getto sul divano, osservando il soffitto bianco. Devo trovare un modo per gestire la storia di Daniel, e per capire se è stato davvero mio padre a parlare con lui oppure qualcun altro. D'altronde la profezia è stata abbastanza vaga, e se sette libri di Harry Potter mi hanno insegnato qualcosa, è che è tutta una questione di scelte, delle nostre scelte.
-Il carillon- mormoro. Dove lo abbiamo lasciato? E' ancora da Holden? –Perché ci perdiamo sempre nei dettagli?- tiro un pugno al cuscino, arrabbiata. Devo riuscire a riascoltarla, e dovrei farlo prima del Ringraziamento. Non vorrei trovarmi in qualche situazione spiacevole e, soprattutto, non vorrei che Daniel fosse in pericolo. –Dammi un segno papà per l'amor di dio- ho sperato di sognarlo sta notte, sperato che mi desse delucidazioni, ma non è successo, ed io continuo a tremare al solo pensiero che possa succedergli qualcosa.
-Rose- piego leggermente la testa indietro, adocchiando la figura di Daniel. –Che è successo?-
-Che intendi?-
-Sei...ansiosa-
-Sono sempre ansiosa-
-Sta volta è diverso, è quasi soffocante. Che cosa ti preoccupa?-
-Il fatto che siamo soltanto io, tu e Diana. E' una coincidenza abbastanza strana-
-Anche stesso Rose non è un problema mio o tuo. Non vogliono stare più con noi? Problema loro, anche perché ho perdonato fin troppe cose a quello stronzo-
-Perché stai parlando di Albus nello specifico?- mi metto seduta con le gambe incrociate. Il ragazzo si accomoda accanto a me, scrollando le spalle. –Non mi stai nascondendo niente, vero?-
-Riguardo a me no quindi, in teoria, non sto venendo meno alla promessa che ti ho fatto un anno e mezzo fa-
-Sei diventato bravo a rigirare la frittata-
-Beh sto con te, devo pur difendermi in qualche modo-
-Albus sta di nuovo facendo uso della soluzione argentea, non è così?-
-Come hai fatto a capirlo?-
-Lo sfogo che ha avuto quando eravamo a New Orleans mi ha ricordato gli sbalzi d'umore del secondo anno, poi tu mi hai raccontato della cazzata che hai fatto...-
-Sono stato immaturo, lo ammetto, però ero convinto che anche la situazione di Albus fosse sotto controllo-
-Che hai intenzione di fare?-
-Rose...-
-L'ultima volta ha dovuto fingere la sua volta Daniel, e questo ci ha distrutto tutti, ha lasciato delle cicatrici che, ancora, non si sono rimarginate-
-Mmm Greyson, quanto sei melodrammatica a volte- prendo il cucino e gli do un colpo, mentre lui continua a ridere. –Vuoi che lo tenga d'occhio vero?-
-Sì-
-Che palle però-
-E' il tuo migliore amico, senza contare che abbiamo affrontato prove più difficili negli anni, questo dovrebbe essere un gioco da ragazzi per te-
-Lo è, solo vorrei che si decidesse a crescere una volta per tutte, non posso fargli costantemente da balia-
-Daniel, si è dovuto nascondere per un anno, in un Paese straniero, in Europa, senza conoscere nessuno, lontano da tutto e da tutti-
-E ancora continuiamo ad elevarlo a martire della situazione, quando ci sono persone che, pur rimanendo qui, hanno sofferto molto di più-
-Tipo?-
-Tipo te Greyson- le iridi di Daniel cambiano colore, iniziando a colorarsi di un viola acceso. Ormai mi sono rassegnata all'idea che, parlare del suicidio, non sarà mai facile per lui; ciononostante spero che smetta di vivere con questo senso di colpa perenna, perché so che non gli fa bene.
-Penso solo che debba parlare con qualcuno, tutto qui, sono convinta che quell'anno di latitanza abbia scatenato qualcosa in lui, qualcosa che continua a tenersi dentro e che gli sta causando non pochi problemi-
-La mia psicologa dice che ho il complesso dell'antieroe-
-Non credo che esista onestamente-
-Lo so, lo ha coniato a posta per me- alzo gli occhi al cielo, può essere più pallone gonfiato di così? –Comunque cercherò di parlarci, non ti preoccupare-
-No lascia stare, ci proverò io, ascolta più me che qualsiasi altra persona-
-Perché spera ancora che tu cambi idea-
-Daniel-
-E' la verità...tra l'altro tu non dovresti nemmeno sapere niente-
-Non andrò mica a dirgli che sei stato tu a raccontarmelo, non l'ho fatto nemmeno quando mi hai informato del tradimento-
-Dei, erano più di uno-
-Ti piace girare il coltello nella piaga eh?-
-E' un dato di fatto- esclama, scrollando le spalle.
-E' un dato di fatto che sei uno stronzo- puntualizza Diana, raggiungendoci. –Non capisco perché, a mesi alterni, tiri fuori questa vecchia storia. Per caso pensi che, se lei non lo avessi mai scoperto, voi due non vi sareste mai messi insieme? Perché sono anni che mi chiedo per quale motivo tu abbia dovuto dirglielo-
-Perché stava per andarci a letto, e non era pronta-
-In realtà era un'ipotesi la mia, non avevo ancora deciso niente-
-E tu sapevi meglio di lei che non era pronta?-
-Certo che sì!-
-Perché stiamo ancora discutendo di una cosa del genere? Continuiamo a rigirarci dentro storie vecchie come il mondo, è arrivato il momento di andare avanti per l'amor di dio- borbotto. –E ora andiamo a seguire Luke, è lui che ha più bisogno di noi in questo momento- prendo il mantello, lo apro e faccio cenno ai due di raggiungermi. Ci stringiamo lì sotto e ci teletrasportiamo. Spero che non sia niente di grave, e che la brutta sensazione che ho provato ieri sia solo paranoia.
Compariamo nella camera di Luke che, a giudicare dai rumori che sentiamo, è sotto la doccia.
-L'ultima cosa che volevo era vederlo nudo- borbotta Daniel. –Non avevi pensato a questa possibilità, non è così?-
-No, giriamoci- ci muoviamo in sincrono ma, per qualche assurdo motivo, perdiamo l'equilibrio e cadiamo per terra. –Muoviamoci presto! I nostri piedi non sono coperti dal mantello!-
-Greyson mi sta facendo venire l'ansia-
-Abbassate la voce voi due- cerchiamo di rialzarci, ma il mantello ci scivola di dosso, lasciandoci scoperti e visibili.
-Dannazione- lo riafferro e ci ricopro. Mantieni la calma Rose, mantieni la calma.
-Mi spieghi per quale motivo sei tanto nervosa?-
-Ne abbiamo già parlato prima, non ti preoccupare-
-Non cominciate vi prego- Luke chiude l'acqua. Io ed i ragazzi ci guardiamo ed indietreggiamo lentamente.
-Okay io e Diana, adesso, chiudiamo gli occhi, mentre tu Daniel rimani di guardia a controllare-
-Non voglio vedere Luke nudo-
-Ma non fate le docce tutti insieme?-
-Sì ma evitiamo di fissarci-
-E' la stessa cosa che mi ha detto lui lo scorso anno-
-Perché stavate parlando...?-
-Mi ha chiesto dei tuoi tatuaggi, ed ero un po' basita da quella domanda, visto che passi più pomeriggi con lui che con me-
-I maschi e la loro mascolinità tossica- esclama Diana. A quel punto sia io che lei chiudiamo le palpebre, sentendo i passi di Luke avvicinarsi di più verso di noi.
-Ha le mutande addosso, rilassatevi-
-Oh- apriamo gli occhi. Il ragazzo si trascina fino alla cassettiera e indossa una tuta e una felpa. Tira su col naso, tossendo poco dopo. Il volto è ancora pallido e le membra sembrano pesargli più del dovuto.
Strizza un paio di volte gli occhi, come se non riuscisse a vedere.
Ad un tratto, però, qualcuno bussa alla porta. Io, Daniel e Diana rimaniamo fermi, mentre lo osserviamo strisciare i piedi per andare ad aprire.
-Ti ho cercato tutto il giorno ieri!- Albus fa il suo ingresso in camera. –Per quale motivo non mi hai risposto?-
-Perché ne ho abbastanza Al, voglio smettere- afferro la mano di Daniel, mentre osservo l'altro ragazzo ravvivarsi i capelli. –Abbiamo sbagliato, ed io ne sto pagando le conseguenze-
-Non sprecherò un altro anno della mia vita ad essere inferiore a Daniel Manson, ne ho fin sopra i capelli di vivere nella sua ombra- il diretto interessato sbuffa. E' sul punto di dire qualcosa, ma io gli faccio cenno di rimanere in silenzio. –Pensavo che fossimo d'accordo su questo-
-Volevo dimostrare a Daisy cosa si fosse persa per avermi lasciato, ma così non va bene Albus, ho una vera e propria dipendenza-
Sbaaaam!
mi sono presa un mese di vacanza da wattpad, continuando a scrivere e a correggere libri precedenti. questa storia non stava andando molto bene, quindi avevo pensato di darci un taglio per un po', ma non pensavo che fosse passato così tanto tempo ahahaha.
anyway, voi come state? che mi raccontate?
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