This love came back to me

-Non ci credo- dico, ridacchiando. –Il ristorante del nostro disastroso doppio appuntamento- Daniel, dopo avermi riempito la casa di rose come di consueto, mi ha trascinato verso il posto in cui, sei anni fa, abbiamo cenato per la prima volta insieme, anche se con due persone di troppo.
-Il nostro primo vero appuntamento da soli è stato soltanto al terzo anno, quando ti ho portato a pranzo dopo che eri uscita dalla psicologa, e non era di certo il migliore dei nostri periodi-
-Mi hai raccontato la verità quella sera- mormoro. –Albus mi aveva cancellato la memoria di nuovo e tu...-
-Eravamo qui con le persone sbagliate- Daniel mette una scatolina di Tiffany sul tavolo, sorridendo sornione.
-Che cosa ti avevo detto?-
-Non ho speso tanto, e poi sono pur sempre tre anni Greyson, tre, ti rendi conto?-
-Effettivamente è un bel traguardo- esclamo, mostrandogli un pacchetto dello stesso colore. –Sta volta ho giocato d'anticipo, sapevo che non avresti mantenuto la promessa di non farci regali-
-Grazie a te sono riuscito a saltare un pranzo di famiglia-
-C'è il matrimonio sta sera Daniel-
-Lo so, ma ci sarete tu ed i ragazzi, e Zio Eric mi ha messo al tavolo con voi, anche perché tu non sei proprio la persona preferita dei Manson dopo la storia del Consiglio-
-Beh tanto tua zia Kate già mi odiava dal Ringraziamento, quindi- mi stringo nelle spalle. –E poi io devo piacere a te, e a Derek che è tuo padre, e lui mi adora. Non m'importa nemmeno di Cassie-
-Cassie ha perso di credibilità dopo la storia di Morsein-
-A proposito...-
-No, non ho chiesto, non ho indagato e non voglio saperne niente. Adesso vuoi aprire quel regalo?- mi limito ad alzare le mani, e a togliere il coperchio dalla scatolina. Dentro vi trovo una collanina, con un ciondolo rotondo, su cui è incisa una D. –Ti prego, non farmi qualche battuta tipo che sembra la medaglietta di un cane, volevo semplicemente realizzare il tuo sogno alla Troy e Gabriella-
-Quando ero più piccola ero fissata con la storia della collana con l'iniziale, e non pensavo che potesse piacermi ancora-
-Non ho nemmeno bisogno di leggerti nel pensiero tanto sono bravo-
-Mamma mia, sei sempre il solito pallone gonfiato-
-Adesso tocca a me- esclama, prendendo il pacchetto che ha davanti. Io, nel frattempo, attacco il laccio intorno al collo.
-Ieri sera eri così cupo e tormentato, oggi un raggio di sole-
-Ero arrabbiato perché non avevo ricevuto abbastanza attenzioni dalla mia ragazza- stacco una mollichina dal pane e gliela tiro, colpendolo dritto nell'occhio.
-Amore, dovresti lavorare su questo, lo sai vero?-
-Lo psicologo dice che soffro della sindrome dell'abbandono per colpa di mia madre, per questo mi aggrappo a te come meglio posso, ho paura che te ne possa andare anche tu- dice tutto questo senza guardarmi nemmeno un secondo, troppo intento a giocherellare con la scatola di Tiffany. Finalmente, però, la apre. –Non vale così, praticamente hai fatto un regalo anche a te stessa- fa girare entrambi i bracciali sull'indice, ridacchiando. Sono molto semplici in realtà, composti da una catenella e una placca squadrata e rialzata.
-Disse quello che mi ha regalato una collana con la sua iniziale...e comunque c'è la data del nostro anniversario incisa-
-Lo so, l'avevo vista, volevo soltanto darti un po' di fastidio, tutto qui-
-Ti odio- il cameriere raggiunge il nostro tavolo e ci porge due menù. –Non rischio di essere morsa questa volta, vero?-
-E neanche che ti venga cancellata la memoria-
-Come sta a proposito?-
-Mi stai davvero chiedendo...-
-Sì Daniel, passiamo oltre la tua indignazione- rotea gli occhia al cielo, scocciato.
-Si è ripreso e non ci minaccia più di morte. Non chiedermi che sentimenti prova per te perché sai come è fatto, un giorno ti odia e l'altro di ama, sotto questo punto di vista siete molti simili-
-Si può sapere che succede? Sei fin troppo sarcastico- il ragazzo sospira, passandosi una mano tra i capelli biondi.
-Ti ricordi la mia ultima sera a Parigi?-
-Certo che sì, abbiamo litigato perché volevi che tornassi il mese successivo- per la seconda volta uno dei due è partito senza salutare l'altro, e mentirei se dicessi che non ho sofferto per quella situazione. Ma dovevo rimanere.
-Quando sono ritornato a New York, ho fatto qualcosa di cui non vado molto fiero, nella vana speranza che tu, sapendolo, decidessi di tornare-
-Ti prego Daniel, dimmi che non mi hai tradito-
-Cosa? No, ho solo, beh, ho semplicemente fatto il Daniel di sempre: ho preso a pugni qualcuno, litigato col mondo...e fatto uso della soluzione argentea-
-Daniel Christopher Manson!- mi fa cenno di abbassare la voce. In quel momento il cameriere di prima ritorna e prende le nostre ordinazioni. –Sei una testa di cazzo- sibilo.
-Pensavo che Daisy ti mettesse al corrente di tutto e tu, di conseguenza, decidessi di tornare-
-Ti sembra il comportamento di una persona matura di vent'anni?-
-No, proprio no-
-Senza contare che...Daniel alle volte sembri ossessionato da me, e mi soffochi-
-Ti ho promesso che ci lavorerò su, e lo sto già facendo. Non ti ho chiamato alla fine, o sbaglio?-
-Hai comunque fatto qualcosa di grave-
-E' successo solo un paio di volte, te l'ho detto soltanto perché non voglio che tra noi ci siano segreti, visto poi come va a finire-
-Effettivamente, visto i precedenti, mi sarei aspettata che me lo nascondessi ancora per un paio d'anni-
-Hai visto? Sto crescendo- mi massaggio il ponte del naso. Daniel, a quel punto, prende il mio polso e vi aggancia il bracciale. –Ti sta enorme-
-Non mi stanno mai bene, come gli anelli, ho le braccia e le dita piccole-
-Hai anche i piedi piccoli-
-Compenso con le gambe e i fianchi-
-Ecco, mi sembrava strano che non ti fossi ancora sminuita-
-Sei preoccupato anche per sta sera, vero?-
-Ormai non ho più segreti per te- esclama, con un mezzo sorriso.
-Non ti preoccupare, tanto, di solito, tutti si ubriacano ai matrimoni, ed è quello che faremo anche noi-
-Isebelle...-
-Isebelle è dovuta partire per New York per una causa, borbottando leggermente sul fatto che il tempismo non sia dei migliori, visto che ha rivisto la sua figlia preferita per la prima volta dopo otto mesi-
-Beh tanto non torneremo al college prima di tre settimane, ha tutto il tempo-
-E' quello che le ho detto io, ha solo paura che passerò ogni singolo giorno con voi, o meglio, con te-
-Possiamo fare dei turni-
-Dai non essere ridicolo, sono sempre io-
-Ma sei mancata per tanto tempo-
-Ma ora sono qui-
-Con te non si può vincere-
-E lo hai capito solo adesso?-
-No, ho sempre sperato in un miracolo però-
-Che sei stronzo-
-Hai idea di quante volte tu lo abbia ripetuto nelle ultime ventiquattro ore?-
-Io, fossi in te, mi farei due domande-
-Ti amo-
-Ti amo anch'io-


✨✨✨✨

-Ah eccola qui, colei che ha sovvertito il Consiglio- esclama Richard, il nonno di Daniel, non appena mi vede.
-Capisco che possa essere arrabbiato per quel che è successo, ma è cosciente che non eravate dalla parte del giusto? Mettere un freno ai poteri di tutti noi è stato come privarci della nostra libertà, non era un governo democratico- il ragazzo accanto a me ride sotto i baffi.
-Non è il momento di parlarne, sedetevi voi due- Derek ci fa cenno di accomodarci in seconda fila. Mi volto, notando il resto del gruppo molto lontano rispetto a noi.
-'Non era un governo democratico', stai iniziando a parlare con un vero politico-
-Beh, in fin dei conti, è quello che studio, no? Quando quell'onda mi ha travolto in Nuova Zelanda e ho sbattuto la testa, mi hai elencato tutte le conseguenze che avrei potuto avere-
-E non ti ho portato immediatamente all'ospedale, che stupido che sono stato-
-Non essere troppo duro con te stesso, mi hai svegliato circa cinque volte quella notte per vedere se fossi ancora cosciente-
-E cinque volte mi hai mandato a quel paese-
-Erano tre in realtà-
-Comunque hai deciso di fare concorrenza alla sposa per caso?- Daniel picchietta con i polpastrelli sulla mia schiena scoperta, ridendo.
-Macché, mi piaceva soltanto il vestito-
-Chanel?-
-Givenchy- correggo.
-Sei molto bella- lo guardo e sorrido. E' la prima volta che lo vedo con i capelli perfettamente pettinati all'indietro, immagino che abbia consumato una gran quantità di cera.
-Anche tu fai la tua bella figura col tuo smoking- dico, tirandogli appena il papillon.
-Sarei un sogno anche con un sacco di patate-
-Pallone gonfiato-
-Ammettilo, siamo una coppia splendida, esteticamente parlando- mi limito a scrollare le spalle, senza rispondere. –Non mi dire che credi ancora di non essere alla mia altezza-
-Non ho voglia di affrontare questa discussione-
-Rosebelle- lo guardo, e lui sorride. –A volte vorrei che ti vedessi con i miei occhi-
-Ma io sono abbastanza in pace con me stessa a dir la verità-
-Vorrei...-
-Sta arrivando Sabrina- esclamo, alzandomi in piedi. Salvata in calcio d'angolo dalla sposa.
-Non posso crederci che siamo qui per il matrimonio di Eric, pensavo che nessuno fosse capace di incastrarlo- la ragazza avanza impaurita verso la navata. Indossa un abito molto semplice, con la scolatura a barca e la linea dritta che cade morbida lungo la sua figura. La gonna non è vaporosa, ma ha qualche cristallo qui e lì attaccato sul tessuto. Il velo, invece, è qualcosa di maestoso, lungo per quasi tutta la navata e ricoperto di splendidi ricami a forma di fiori.
-E' bellissima, ti fa quasi venire voglia di sposarti-
-Dovevo sedermi con i ragazzi, tu sei ancora in modalità cinica-
-Ho qualche pensiero per la testa-
-Ti ho pregato di parlarmene per tutto il pranzo, ma tu continui a nasconderti dietro la storia di tuo nonno-
-Non hai mai pensato che, forse, non c'è davvero niente sotto?-
-Allora vuol dire che non ti conosco più- ci sediamo nuovamente. E' ingiusto che i ragazzi non siano qui accanto a noi, ma io non sono nella posizione di poter parlare.
-Possiamo affrontare questa discussione in un secondo momento?-
-E' quello che stavo per dirti anch'io-
-Bene-
-Ti amo comunque-
-Ti amo anch'io- afferra la mia mano. Vorrei davvero sapere che cosa gli stia passando per la testa, che cosa lo stia affliggendo, per quale motivo sia così irrequieto. Era talmente calmo quando era ancora a Parigi.
-Voglio sposarmi all'aperto comunque-
-Eravamo d'accordo di parlarne tra una decina d'anni, se non di più-
-Lo so, volevo semplicemente metterti al corrente- mi dà un bacio sulla guancia. –Perché i tuoi cugini sono seduti in prima fila e tu qui in seconda?-
-Prova ad indovinare-
-Daniel potevi...-
-No- mi dice. –Tu mi sei stata accanto sempre, era una questione di principio-
-Ed io che pensavo di averti cresciuto senza valori, sono colpito- Derek si siede accanto a noi, proprio un minuto prima che il prete inizi a parlare. –Probabilmente dovrei ringraziare Rose-
-Dovresti ringraziarmi di tante cose in realtà- gli dico, sorridendo. –Tipo per la bocciatura scampata il primo anno-
-Cerca di non scappare più però, che lui diventa insopportabile- borbotta.
La cerimonia inizia e noi tacciamo. Non ricordo l'ultima volta che sono entrata in una chiesa, se si escludono quelle che ho visitato negli anni per gite ed escursioni varie.
-Greyson, perché stai tremando?-
-Cosa?- fa un cenno verso la mia mano, che sta appoggiata sulla sua gamba e che si muove leggermente. –Non...Ne parliamo dopo-
-Ho fatto qualcosa?-
-Prendimi la mano e basta- fa come dico, poi mi dà un bacio sulla tempia.
-Tra quanto vi vedrò al loro posto?-
-Papà- esclama Daniel, mentre Derek se la ride sotto i baffi.
-Non dirlo mai più-
-Guarda che sei tu quella che ha un anello da sei punto cinque carati al dito, non io- Eric guarda Sabrina con quel sorriso sghembo che, ormai, ho capito essere caratteristica di tutti i Manson.
Sono davvero bellissimi, si guardano proprio con gli occhi a forma di cuore.
-Speriamo che almeno questo matrimonio vada a finire bene, due su tre si sono conclusi con un divorzio-
-Chiama tua madre comunque, sono settimane che mi perseguita-
-Non ho niente da dirle, blocca il suo numero sul cellulare-
-Si può fare?-
-Manson uno e Manson due, vi pare il momento?- si guardano e ridacchiano.
-Ci mette sempre in riga- dice Daniel, continuando a sorridere sotto i baffi.
-Due anni fa avete fatto pace grazie a me, ricordatevelo-

✨✨✨✨✨✨

-Seth, Daisy, sta sera c'è la luna piena, che cosa ci fate qui?- chiede Daniel una volta raggiunto il tavolo.
-Pozione antilupo, non ti preoccupare, ci ho già pensato io- gli rispondo.
-Vorrei ricordarti...-
-Sono comunque più pratica di te sotto questo punto di vista, non puoi negarlo-
-Okay va bene, mi fido te- mi dà un bacio sulla fronte, sospirando. –Vado un attimo dai Manson, mi faccio criticare e torno, non lasciatemi senza posto-
-Mi dispiace, so che è per colpa mia-
-Mi odierebbero comunque, non ti preoccupare, ci vediamo tra poco-
-Okay- dico, osservandolo mentre si allontana. C'è qualcosa che non va, me lo sento.
-Comunque non ci hai ancora fatto vedere di presenza questo meraviglioso e fantastico anello- esclama Diana, così mi limito ad alzare la mano sinistra verso la sua direzione. –Però, non si può dire che Daniel Manson non abbia gusto-
-E' successo qualcosa?- chiedo, senza troppi giri di parole.
-Da quando siamo ritornati a New Orleans per l'estate non lo ha più visto nessuno a dir la verità- mi risponde la ragazza.
-Sai del...-
-Sì- dico a Daisy. –Me lo ha raccontato oggi al ristorante-
-E' Daniel, sicuramente era depresso per la tua mancanza, lo conosci meglio di noi, non penso che ci sia motivo di preoccuparsi...mio dio è davvero enorme comunque-
-Com'è la situazione a New York a proposito?- ci sediamo al tavolo, ed io faccio in modo di lasciare un posto libero accanto a me.
-Abbastanza tranquillo a dir la verità- dice Albus. –Anche perché, con Carter dentro, i suoi seguaci erano abbastanza innocui-
-Perché non mi chiedi direttamente quel che vuoi sapere?- Luke è arrivato questa mattina con un aereo da San Francisco, e anche lui sembra leggermente di cattivo umore.
-Non so a cosa tu ti stia riferendo-
-Ellen-
-Ingenuo da te credere che non ne abbia già parlato con Daniel-
-Perché, lo avete fatto?-
-Sono stata più con lui che con mia madre nelle ultime ventiquattro ore-
-Non fatico a crederlo- si intromette, a quel punto, Chris. –E' strano che vi siate staccati, quanto è passato, cinque minuti?-
-Non dargli addosso va bene? La famiglia Manson non è così tanto tranquilla per ora-
-Rose, neanche mia madre è tanto contenta della tua lotta contro il Consiglio-
-Oh piantala Chris. Hanno messo un limite ai poteri di tutti coloro che sono nati dal novantacinque in poi soltanto per un loro errore di valutazione, ti pare normale come cosa?- sbotta Audrey.
-Sì e guarda come siamo ridotti adesso!-
-Daniel mi ha detto che c'è Derek al comando adesso-
-E si è più volte dimostrato più umorale del figlio- dice Albus, ridendo. –La famiglia Manson diventa sempre più incasinata ogni giorno che passa-
-E' davvero necessario parlare così al matrimonio di uno di loro? E ti prego, non appellarti al fatto che io sono di parte solo perché sto con Daniel-
-Rilassati Greyson, sei tornata più stressata da Parigi, non credevo fosse possibile-
-Ma va tutto bene? Sei strano anche tu- mi fa un cenno con la maro. E' mai possibile che non possa mancare un paio di mesi che trovo tutto sottosopra?
-Eccomi- Daniel si toglie la giacca dello smoking, la poggia sulla sedia e si lascia ricadere su di esso. –Fa' davvero caldo oggi- si sbottona i polsini della camicia ed inizia ad arrotolarle.
-Siamo ad un matrimonio Daniel-
-Di mio zio Albus, non credo che sia necessario che me lo ricordi tu-
-E' assurdo che tu non abbia ancora imparato a comportarti in pubblico-
-Vuoi insegnarmelo per caso?-
-Woah che vi prende? Sembra di essere tornati ai vecchi tempi- Seth si intromette nella discussione. Lui, a differenza dei due, sembra stranamente calmo.
-A cuccia Lessie, non ti intromettere-
-E voi non date spettacolo- dico io. –Per l'amor di dio, avete vent'anni, non più quindici, cercate di comportarvi in modo maturo-
-Disse quella che è scappata a Parigi per sei mesi perché il suo ragazzo doveva fingere di stare con un'altra e si era convinta che, in realtà, era lei che volesse-
-Ma è posseduto da un malus per caso?- che cosa sta succedendo a Daniel ed Albus? Non riesco a capire.
-Cerca di non partire più, che questi due iniziano ad uscire fuori di testa e a scannarsi l'uno con l'altro-
-Non posso essere legata a loro Audrey- mi volto verso Daniel, che già sta sbuffando. –Sono seria-
-Una volta, una sola volta in cui non ho detto niente-
-Ho bisogno di bere- mi alzo, mi avvicino al tavolo del buffet e prendo un flûte di spumante.
-Hai idea della confusione che hai causato?- Richard Manson mi affianca, non ha alcuna intenzione di darmi tregua questa sera.
-Un casino che non sarebbe mai successo, se voi non aveste deciso di limitare la nostra generazione, alcuni di noi non erano nemmeno nati ai tempi di Morsein-
-Sai meglio di me che cosa potrebbe comportare per Daniel una cosa del genere- afferra il mio braccio, digrignando i denti come un cane selvaggio. –Quel ragazzo è totalmente fuori controllo, gli hai dato un potere che non avrebbe mai dovuto avere-
-Daniel è meglio di quel che pensate- dico. Lo guardo negli occhi e gli do la scossa, in modo che lui molli la presa. –Non è cattivo, non lo è mai stato-
-Lo vedrai- borbotta lui. –Mia moglie ha avuto una visione, e non promette nulla di buono-
-Noi ci rifacciamo a Daisy sotto questo punto di vista, fino a quando non la vedo svolazzare a mezz'aria con gli occhi rivolti al contrario so che va tutto bene-
-Hai scherzato col fuoco-
-C'è qualche altra cosa che dovremmo sapere? Perché le assicuro che, continuare a nascondere notizie importanti, non porta mai nulla di buono-
-Cassidy- mormora lui, rosso in volto.
-Che ha fatto sta volta?-
-E' qui-
-Cosa?- mi volto. Effettivamente la donna sta al centro della sala, in un lungo vestito bianco, per niente spaesata o a disagio. –Non smetterà mai di stupirmi- mi sorride e si dirige verso di me. Il mio primo istinto è quello di guardare Daniel, che sta conversando con gli altri. Non se ne è ancora accorto. –Ti prego, non diamo spettacolo, non voglio rovinare la serata ad Eric e nemmeno a tuo figlio, che non mi sembra molto tranquillo per ora-
-Che cosa ci fai qui?- Richard sbotta, col volto completamente rubbio. –Vattene immediatamente!-
-Signor Manson, si calmi, ho paura che possa sentirsi male- poggio una mano sulla sua spalla, beccandomi un'occhiataccia da parte sua. –Lo so che non mi sopporta, e neanche lei mi sta molto simpatico quando se la prende con Daniel e lo sminuisce davanti a tutti, ma non ha una bella cera, quindi la prego, prenda un respiro profondo, non vale la pena farsi venire un infarto per queste cose-
-Hai soltanto un anello al dito, non significa che tu sia già parte della famiglia, e te lo dico per esperienza, non è una critica-
-Cassie ti scongiuro, c'è qualcosa che non va, qualcosa che non ha detto nemmeno a me, non peggiorare la situazione-
-Voglio solo vederlo-
-Che vuoi ancora?- sia Derek che Daniel ci raggiungono, non troppo contenti di vederla. –E' il matrimonio di mio fratello, te ne devi andare-
-Voglio parlare con mio figlio-
-Buffo che ti ricordi che lo sia dopo tutto questo tempo-
-E' da due anni che cerco di creare un rapporto con lui, ma continua a respingermi-
-Fatti due domande Cassie-
-E' okay papà, non ti preoccupare- Daniel poggia la mano sul braccio dell'uomo. Immediatamente la prima cosa che guardo sono i suoi occhi, che hanno mantenuto la loro colorazione naturale. –Non qui comunque, vieni con me dai- i due si allontanano in silenzio. Sospiro, spero che non ne esca distrutto come l'ultima volta.
-Ho paura delle conseguenze che potrà avere su di lui-
-Anche io- dice Derek. –Tutto a posto papà?-
-Quella donna!- sbotta. –Quella donna ci porterà alla rovina!-
-Signor Manson, è di nuovo rosso come un peperone- decido di utilizzare il controllo dell'umore, e premo leggermente il palmo sulla sua schiena. –Deve tranquillizzarsi-
-Che-che cosa mi hai fatto?-
-Ti ha dato una mano papà, o ci avresti davvero lasciato le penne questa volta-
-Però deve promettermi che tratterà meglio Daniel, soffre per la considerazione che tutti voi avete di lui- probabilmente il diretto interessato mi ucciderebbe se sapesse che ho rivelato una cosa del genere, visto che io per prima l'ho saputo poco meno di un anno fa.
-V-vado a sedermi- l'uomo mi guarda come se avesse appena visto un'aliena, per poi dileguarsi il più velocemente possibile.
-Sai quanto mi avrebbe aiutato con Daniel il controllo dell'umore? Mi avrebbe risparmiato molte grane-
-I miei poteri sono venuti fuori soltanto al terzo anno, e non li ho utilizzati molto-
-No certo, tranne quando hai fatto un barbecue di Psuché per salvare il culo di mio figlio dopo che vi avevo esplicitamente detto di rimanere a casa- incrocia le braccia al petto. Ogni volta mi stupisco di quanto loro due possano essere simili. –Sei diventata brava, è impossibile capire se stai utilizzando i tuoi poteri oppure no-
-E' merito di Daniel. Prima si scatenavano principalmente quando ero arrabbiata ma, grazie a lui, ho imparato a controllarli e a vederli non soltanto come qualcosa che mi riportava alla mente il periodo più brutto di tutta la mia vita-
-Sei l'unica persona che ne ha sempre parlato bene, in qualsiasi circostanza-
-Sai meglio di me che ha rischiato di farsi uccidere dalla sottoscritta un bel po' di volte, ma davanti agli altri lo difenderò sempre. Tutti non fanno che criticarlo, guardarlo con sospetto, e solo io sa quanto soffre per questa cosa. Non riesco davvero a capire per quale motivo siano convinti che lui sia cattivo, insomma Albus ha ucciso il suo protetto quando aveva quattordici anni e nessuno ha battuto ciglio-
-Cassie non mi ha mai difeso alla stregua di come tu difendi Daniel-
-Derek ti prego, un Manson già mi basta e mi avanza-
-Intendevo che sono contento che abbia te, lo sono sempre stato, non te l'ho mai nascosto, l'unica cosa cercate di essere più stabili ed equilibrati, che diventa insopportabile quando vai via-
-Lo so lo so- guardo verso la direzione che ha percorso con Cassie, aspettando di rivederlo comparire da un momento all'altro. –Non voglio che stia ancora male per colpa sua-
-E' stato male per colpa sua?-
-Lo scorso anno quando ha scoperto di Mike. E' fermamente convinto di avere qualche legame con lui e che, in un modo o nell'altro, finirà per far del male a qualcuno- Derek mi guarda confuso, gli occhi ridotti a due fessure. –Tuo figlio è meno forte di quel che dà a vedere, è molto sensibile-
-Stiamo parlando dello steso Daniel che ti diceva che non contavi niente?-
-Il solo ed unico- 


Sbaaaaam!

eccomi qui col secondo capitolo della nuova storia! come potete vedere, c'è una pace apparente che regna sovrana nel nostro gruppo preferito, i ragazzi non sono tanto traquilli come sembrano e, mano a mano che la storia andrà avanti, ve ne renderete conto. 

anyway, che state facendo in questi giorni? io è due settimane che aspetto che il mio relatore controlli l'indice della mia tesi #chevitadimerda. 

inoltre, vorrei chiedervi di passare nella nuova storia che sto scrivendo. si chiama 'dark heaven', è un mistery/thriller, mi farebbe piacere se mi deste un vostro parere. 

adesso sparisco, 

un bacio e a presto

rose xx

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