The fast times, the bright lights, the merry-go
Rose
-L'ultima volta che ti ho visto tanto triste il giorno del tuo compleanno era il duemilaquattordici- Daniel mi guarda e sospira, continuando a scuotere la testa. –Vuoi dirmi che cosa ti è successo o...-
-Ti arrabbieresti-
-Mettimi alla prova-
-Non è necessario perché ti conosco-
-Eravamo d'accordo sul dirci tutto no? Che cosa è cambiato adesso?-
-Sei davvero estenuante a volte-
-Vorrei soltanto capire perché hai quello sguardo triste da quando sei tornato dalla tua visita ad Albus- solo a quel punto si gira verso di me, con gli occhi sbarrati.
-Come fai a saperlo?-
-Non ne ero sicura in realtà, però, quando ho finito l'allenamento, non sono riuscita a trovarti da nessuna parte, e Luke ha fatto di tutto pur di depistarmi, perciò...-
-Devi seriamente smetterla di fare la stalker-
-Oh ti prego, ricordami chi era, tra i due, quello che aveva gli orari dell'altro lo scorso anno-
-Per quanto tempo hai intenzione di rinfacciarmelo?-
-Ogniqualvolta tu dica che sono io che ti stalkerizza o che ti soffoco-
-Non te l'ho detto perché sapevo che saresti voluta venire con me ad ogni costo-
-In effetti non hai tutti i torti, perché a noi è stato vietato e a te no?-
-Perché Albus non è ancora nelle condizioni di ricevere visite, fidati, oggi ne ho avuto la prova-
-Che ti ha detto?-
-Niente di eclatante, te lo posso assicurare, ha semplicemente detto che gli manca la sua vita da angelo perfetto. Continua a vivere nel duemiladodici e non c'è verso di farlo tornare con i piedi per terra- mi avvicino di più a lui, che ha ripreso a non guardarmi. –Afferma che non gli piace più, ma non ne sono tanto sicuro-
-Perché?-
-Perché non mi fido, semplice, sai meglio di me che ha provato più di una volta a farci lasciare in passato-
-Questa non è una buona giustificazione-
-Perché devi sempre trovare una scusa per lui?-
-Non ti azzardare nemmeno a pensare di cominciare una discussione del genere Daniel, o giuro che ti faccio colpire da un fulmine, e sai benissimo che posso farlo-
-Sono andato a trovarlo semplicemente perché l'ultima volta in cui siamo stati divisi al nostro compleanno, pensavamo che fosse morto-
-Non devi giustificarti con me, tra l'altro non riesco a capire per quale motivo tu sia tanto arrabbiato-
-E' che pensavo che, a quest'ora, Cassidy avrebbe detto qualcosa-
-No no no no- lo interrompo. –Non voglio sentire parlare di questa storia, è il tuo compleanno ancora per quale ora, e penso che tu ti sia già stressato abbastanza-
-Un bel po' a dir la verità, è sempre la stessa storia. E' come se ci fosse una maledizione che mi impedisce di essere contento l'undici di gennaio di ogni anno- si massaggia il ponte del naso, sospirando. A quel punto mi avvicino a lui e lo abbraccio. Daniel mi avvolge e poggia il mento sul mio capo. –Beh questo sta migliorando decisamente tutto-
-E' il tuo compleanno, stacca il cervello per una volta-
-Non è possibile che sia tu a dirmi una cosa del genere, sono finito in qualche universo parallelo per caso?-
-No, ti posso assicurare che, di tanto in tanto, succede anche a me-
-Pensavo di fare qualcosa di buono e invece ho finito per incasinare tutto, praticamente la storia della mia vita-
-Oooh finiscila- gli pizzico il braccio, e lui si stacca. –E' stato un bel pensiero, dopo tutto quello che ti ha fatto passare, non eri tenuto ad andare a trovarlo-
-Ho minacciato di ucciderlo quasi più di Seth, eppure non riesco a separarmi completamente da lui. E' come se fosse una parte di me capisci?-
-Sì, benissimo a dir la verità- mormoro. I capelli biondi ormai sono arrivati quasi fino alle spalle, perciò ha pensato bene di legarli in uno chignon sul capo. Dire che è ancora più bello è un eufemismo. –Gli hai raccontato di Mike?-
-Già lo sapeva in realtà-
-Come ha fatto?-
-Non lo so, forse Derek, anche se afferma che non si veda tanto in giro per ora-
-Non pensi sia strano?-
-Non mi hai detto solo un paio di minuti fa che devo staccare il cervello?-
-...verissimo, ci pensiamo domani- mi guarda di traverso, non troppo convinto di ciò ho appena detto. –Voglio solo che passi un bel compleanno. Tu lo fai sempre con me, credo che sia arrivato il momento di restituirti il favore una volta per tutte-
-Greyson stiamo insieme da tre lunghi anni ormai, non devi farmi favori di alcun tipo-
-Mio dio è un modo di dire, ne hai mai sentito parlare?-
-Sei...-
-Non è carino imboscarsi alla propria festa- Chris poggia le braccia sulle nostre spalle, sorridendo. –Ti stavo cercando da dieci minuti buoni-
-Avevo un paio di cose su cui ragionare-
-Il giorno del tuo compleanno? Stai proprio diventando come Rose-
-Grazie-
-Oh su non ti offendere, sei conosciuta perché sei quella che si fa più problemi di tutti-
-Hai finito?-
-Sì- dice, visibilmente contento.
-Non era Seth che parlava, l'ho sempre detto io-
-Ancora con quella storia? Certo che te le leghi tutte al dito-
-Io non...-
-Su questo ha ragione- s'intromette Daniel. –Mi rinfacci ancora cose accadute prima ancora che ci mettessimo insieme!-
-Vado a raggiungere le ragazze- borbotto. Una volta rientrata dentro il locale, le mie braccia sembrano sciogliersi come ghiaccioli. Il problema è che, fino a qualche minuto fa, non mi ero nemmeno accorta di avere freddo.
-Hai finito di imboscarti con Daniel?- domanda Diana.
-Non ero imboscata con lui, mi sono semplicemente accorta di quanto fosse strano, per questo ho deciso di indagare-
-Ah ah-
-Dico sul serio, non siamo i tipi lo sai-
-Mmmh-
-Okay adesso basta...dov'è Daisy?-
-Penso stia piangendo in bagno perché Luke ha portato la sua ragazza-
-E perché non me lo hai detto prima?!-
-Perché ti eri imboscata con Daniel, non volevo vedere cose che non avrei voluto vedere-
-Non ero imboscata con Daniel, te l'ho già detto!-
-L'ho scoperto solo adesso!-
-E allora perché non me lo hai detto subito non appena mi hai vista?-
-A questo non so rispondere in realtà...e tu smettila di guardarmi in questo modo-
-Andiamo da Daisy su- insieme ci dirigiamo verso il bagno, mentre io adocchio Ellen che si è avvicinata a Daniel. Spero che non ricominci ad attaccarlo di nuovo con la storia di noi due, è fin troppo nervoso questa sera, è l'ultima cosa che voglio è che dia di matto.
-Vuoi farle prendere fuoco per caso?-
-No, è solo che non è per niente tranquillo, quindi non vorrei che lei lo facesse arrabbiare ulteriormente-
-Mi risulta che sia stato sempre calmo nonostante lei fosse insistente-
-Sì ma questa sera è nervoso-
-Sei gelosa per caso?-
-Ma no figurati-
-Ah ah-
-Concentriamoci su Daisy, è lei la nostra priorità in questo momento-
-Non vuoi affrontare la discussione-
-Non c'è nessuna discussione da affrontare, specialmente se si parla di Ellen-
-Come vuoi tu capo-
-Ti ringrazio- entriamo nel bagno. Appoggiata ad un muro, con la testa china ed i lunghi capelli biondi che le nascondono il volto c'è Daisy. –Daisy Elizabeth Green, sono molto delusa da te. Sbaglio o eri tu ad essere l'anima della festa?-
-Wow, stai iniziando ad avere lo stesso tatto di Daniel-
-Non ora Diana- l'altra ragazza non risponde, così decido di raggiungerla e di sedermi accanto a lei. –Uuh, Daniel aveva ragione, è più corto di quel che pensassi, ho praticamente il sedere a contatto diretto col pavimento- rabbrividisco sentendo il marmo freddo premere contro la pelle, mentre mi rassereno notando come il bagno si abbastanza pulito da impedirmi di contrarre qualcosa. O almeno spero.
-Però ti sta bene, il rosso fa un bel contrasto con la tua carnagione cadaverica- Diana mi sorride e si accomoda anche lei accanto a Daisy. –E le Louboutin con quel fiocco dietro sono troppo carine-
-Mi stavo proprio chiedendo quando sarebbe arrivata la squadra di soccorso-
-Ci abbiamo messo più del previsto perché Diana era convinta che mi fossi imboscata con Daniel-
-Erano spariti te lo assicuro-
-Mi state facendo venire il mal di testa- si sposta i capelli dal volto, sospirando. –Su coraggio, blaterate su come io non possa dire niente su Luke e la sua nuova ragazza perché sono stata io a lasciarlo-
-Beh in effetti non è sbagliata come cosa. Lo hai torturato affinché definisse la vostra relazione e, quando stava per farlo, lo hai scaricato per quel...-
-Non è necessario essere tanto dura Diana-
-E tu sei fin troppo morbida Rose, sai che ho ragione. Che differenza fa dirle queste cose adesso o più tardi?-
-Posso rimanere da sola? Sto meglio-
-Oh ti prego, non ci muoveremo da qui- esclamo, e lei rotea gli occhi. –Anche se ammetto che non stiamo facendo proprio un bel lavoro-
-No, per niente- borbotta. –So benissimo quale sono le mie colpe, non è necessario che me lo ripetiate, per questo sto così tanto male-
-Beh almeno ne è consapevole-
-Diana-
-Che c'è? Sto solo dicendo la verità-
-Ho capito ma...-
-Diana, Rose ha ragione, non mi stai per niente aiutando-
-Solo perché sono più dura-
-Ve lo ripeto: potete lasciami sola?-
-E' una festa e tu stai in bagno a piangere, non se ne parla minimamente- la ragazza si volta verso di me e fa per parlare ma, in quel momento, le luci iniziano a lampeggiare. –Calo di corrente- le porte dei bagni iniziano a sbattere violentemente, ed i rubinetti si aprono di colpo, spruzzando acqua da tutte le parti. –O forse no- mi alzo di scatto. Da dove viene tutta questa energia? –Che cavolo sta succedendo?-
-Di solito sei tu quella che capisce queste cose-
-Di solito è Daisy quella che ha le visioni su eventi catastrofici-
-O forse, più semplicemente, dovremmo uscire dal bagno e cercare di capire che cosa stia accedendo- bofonchia quest'ultima. Apro la porta e usciamo, correndo verso la sala principale del locale. Anche qui le luci lampeggiano ed un forte vento sta scuotendo gli oggetti da una parte all'altra della stanza.
-Rose!- urla Luke. –Che sta succedendo?-
-Perché pensate sempre che io abbia la risposta a tutto? Non ho la più pallida idea...-
-Rosebelle!- questa volta è Ellen che urla. –Devi venire immediatamente con me-
-Non ho tempo per le tue solite provocazioni adesso, come vedi ho ben altro a cui pensare-
-Devi venire con me perché Daniel sta male, razza di idiota-
-Cosa?- la ragazza sbuffa, mi afferra per il polso e mi trascina via. Per la prima volta nella mia vita sto sperando che si tratti di una trappola, non potendo concepire l'idea che gli possa essere successo qualcosa. –Vuoi spiegarmi?-
-Stavo semplicemente discutendo con lui quando, improvvisamente, ha iniziato ad essere scosso da fremiti, ed è caduto per terra-
-Come...?- mi spinge in avanti. Dietro uno dei divanetti del portico giace Daniel, con un rivolo di sangue che gli cola dalla bocca e gli occhi chiusi. –Daniel!- mi getto su di lui. Ogni singola parte del mio corpo sta tremando, il mio respiro si mozza, mentre cerco di capire che cosa fare.
Appoggio l'orecchio sul suo petto, sta ancora respirando, è ancora vivo. –Okay Manson, adesso devi tornare da me, sono stanca di vederti morto o ferito- chiudo le palpebre e lo sfioro. Non ho ancora ben capito come funzioni questa cosa, visto che l'ho usata soltanto quella volta per la freccia, ma so che non ho altra soluzione. Utilizzare le mie lacrime potrebbe non essere abbastanza efficace, ed io devo agire in fretta. –Coraggio Daniel coraggio- sento un forte calore invadere ogni singolo centimetro del mio corpo ed una leggera brezza scuotermi i capelli.
-Perché non sta funzionando?!-
-Ti sembra il caso di chiedermi una cosa del genere in questo momento?-
-Daniel non si muove-
-Vuoi provare a risolvere tu la situazione per caso?-
-Lo farei, se solo avessi i miei poteri-
-Oh ti prego, non sei così forte. Ed ora fa silenzio, devo concentrarmi-
-E' meglio, visto che non ho ancora visto risultati- spalanco di nuovo le palpebre. Ellen strabuzza gli occhi, sintomo che qualcosa, nella mia faccia o comunque intorno alla mia persona, è cambiato. –Quindi è questo che succede quando finalmente ti tolgono il blocco-
-Non costringermi a farti volare dalla parte opposta della stanza-
-L'ho sempre detto a Daniel che tu...- non finisce la frase che la sua bocca si serra di colpo.
-Ti rendi conto che io sto cercando di guarire le sue ferite mentre continui a borbottare insistentemente?- chiudo di nuovo le palpebre e prendo un respiro profondo. Adesso devo soltanto concentrarmi solamente su di lui, è Daniel la mia priorità in questo momento, e nessun altro. –Coraggio Manson, sei forte, non puoi farti battere da...non so nemmeno io cosa, ma comunque non puoi farti battere e basta- il calore diventa sempre più forte, così come l'energia che fa volteggiare i capelli sopra la mia testa. –Torna da me Daniel, ti prego- il mio corpo si solleva di qualche centimetro da terra, la mia pelle continua a bruciare. Vorrei tanto capire come sia potuta succedere una cosa del genere, anche se ho paura di sapere di chi si tratti.
Non ho avuto più incubi da quella notte in ospedale, non è successo più niente di strano da quando Cassidy ha tentato di uccidermi, quindi che cosa sta succedendo adesso?
Stringo di più le palpebre, qualcosa sembra uscire fuori dal mio corpo e poi, improvvisamente, ricado per terra, proprio accanto a Daniel.
Il ragazzo, a quel punto, inizia a tossire, prima di riaprire gli occhi e di mettersi seduto. –Mai un compleanno tranquillo- borbotta. Striscia la mano lungo l'angolo della bocca, pulendosi dal sangue. –Anche a me è venuto un attacco, hai fatto rientrare Mike adesso?-
-Non l'ho più sognato, te lo avrei detto sennò-
-Beh direi che c'è decisamente qualcosa che non va- si volta, passandosi una mano tra i capelli biondi. –Hai zittito Ellen per caso?-
-Stavo cercando di risvegliarti e lei continuava a ripetere che i miei poteri fossero inutili, è già tanto che non l'abbia fatta volare fuori dal locale- schiocco le dita e la ragazza ritorna a parlare, pronta come sempre a darmi addosso.
-Non hai idea di quel che mi ha fatto! Sei ancora convinto che non faccia male ad una mosca?-
-Perché non hai provato con le lacrime?- Daniel la ignora totalmente, non troppo contento dei metodi che ho utilizzato per poterlo curare.
-Perché sapevo che, in questo modo, ti avrei sicuramente guarito. Non avevo alcuna intenzione di perdere tempo-
-Devi smetterla di essere tanto impulsiva-
-Ma tu sei ancora qui se non sbaglio-
-Non sappiamo che ripercussioni potrebbe avere Rosebelle-
-Magari schiatta definitivamente- bofonchia Ellen. –Farebbe un piacere a tutti- solo a quel punto Daniel si volta verso di lei, con le iridi viola e accese. –Perché mi stai guardando così?-
-Non dire mai più una cosa del genere, hai capito?-
-Stavo scherzando-
-Non me ne frega niente-
-Ma Daniel...-
-Sta' zitta- il ragazzo si rialza e mi porge le mani. –Come ti senti?-
-Come l'ultima volta, non so per quale motivo quest'incantesimo mi prosciughi così tanto, dovremmo aggiungerlo alla lista di cose che dobbiamo scoprire-
-Che si sta decisamente allungando- mi passa una mano tra i capelli. –Tra l'altro mi pareva di averti detto di non utilizzarlo più-
-E quando mai ti ho ascoltato in tutti questi anni?-
-Rose...-
-Non mi accadrà niente, fidati, ho rischiato di lasciarci le penne fin troppe volte ormai-
-Che deve fare una persona per ottenere la vostra attenzione?- continua a borbottare Ellen. –Perché mi sto davvero arrabbiando-
-Non ho alcuna voglia di ascoltarti- sibila Daniel. –Adesso posso andare a spegnere le candeline o credi che accadrà qualcos'altro?-
-Non mi sento nella situazione di risponderti in alcun modo-
-Allora forse è meglio andare- gli do un bacio sulla guancia, i suoi occhi tornano finalmente azzurri. –Però voglio davvero capire chi c'è dietro questa storia, anche se ho una mezza idea a riguardo-
-Non ho più sognato Mike-
-Mi riferivo ad Albus-
-Cosa?-
-Ne riparliamo dopo okay? Anche perché prima voglio accertarmi di una cosa- ritorniamo nella sala principale dove tutti gli altri, esattamente come noi, si stanno chiedendo cosa sia successo.
-Che cosa è appena accaduto?- chiede Chris, dirigendosi verso di noi.
-E' quello che stiamo cercando di capire anche noi, ma non adesso, adesso il festeggiato deve spegnere le candeline- vado dietro Daniel, appoggio le mani sulla sua schiena e lo spingo verso il tavolo.
-Non ho più due anni Rose-
-Non rovinare tutto su- il ragazzo mi guarda di traverso, per poi sbuffare. –Ricordi ancora quell'incantesimo di tracciamento che hai fatto qualche mese fa su di me?- domando a Daisy, mentre tutti iniziano a chiacchierare aspettando la torta.
-Sì perché?-
-Pensi di poterne fare uno adesso per capire chi sia stato a giocarci questo brutto scherzo? Però senza le pietre e tutto, credo che darebbero un pochino nell'occhio-
-Rose io non sono te, non ne sono capace-
-E chi lo ha detto questo?-
-Tipo tutti?-
-Smettila di ascoltarli, adesso ti hanno tolto pure il blocco, puoi fare tutto quello che vuoi-
-Non posso-
-Devi soltanto rilassarti. Hai dimenticato quanto facevo schifo io fino a qualche anno fa? Non riuscivo a non arrabbiarmi senza rischiare di uccidere qualcuno, ci ho messo tantissimo prima di riuscire a capire come funzionavano le cose-
-Ed io che scusante ho? Ci sono praticamente nata-
-Semplicemente qualcuno è più portato di altri, ma questo non significa che non ci si possa comunque arrivare- la ragazza scuote la testa. –Guarda me per esempio: con lo sport faccio davvero schifo, eppure sono entrata comunque nella squadra di calcio-
-Quella è una cosa che non mi spiego neanche io se è per questo, come diamine hai fatto?-
-Mi sono impegnata e, stranamente, ci sono riuscita, ti posso assicurare che è stato uno shock anche per me, e per qualsiasi persona a cui lo abbia detto-
-Okay okay ci proverò, tu coprimi-
-Non ti preoccupare, non sarà necessario, sono tutti rapiti da Daniel-
-Oh già vero, cooome ho fatto a non pensarci-
-Un grave errore da parte tua- finalmente arriva la torta, Daniel sembra ancora un po' stordito ma, onestamente, lo capisco, io ci ho messo un paio di giorni prima di riprendermi completamente, anche se ammetto di avere ancora paura che accada di nuovo, e quel che è successo a Daniel mi ha davvero spaventato.
-Stai facendo fare a Daisy un incantesimo di localizzazione davanti a tutti?- sibila Luke.
-Non ti preoccupare, stanno tutti guardando Daniel-
-Io me ne sono accorto Rose-
-Perché non stai guardando Daniel-
-Rosebelle!-
-Ti sei reso conto di quel che è successo, vero?- mi volto verso di lui, che sospira. –Devo sapere se ho fatto entrare Mike-
-Hai detto che non lo hai più sognato-
-Per quel che ne so, potrebbe anche essere ritornato quella volta dell'ospedale ed essersi nascosto, sarebbe capacissimo di farlo-
-Stai diventando paranoica-
-Smettila- di nuovo, la stessa espressione che ho visto una manciata di minuti fa sul volto di Ellen. –Che c'è?-
-I tuoi...i tuoi occhi sono diventati tutti nera-
-Cosa?- sbatto un paio di volte le palpebre. Non è la prima volta che succede, ma credevo fosse colpa del demone che avevo dentro. –Com'è possibile?-
-Se non lo sai tu...-
-Sei tu l'esperto in questo campo, nel vecchio grimorio di tua nonna non c'è niente a riguardo?-
-Non lo porto sempre con me, mi dispiace deluderti- chiudo le palpebre, prendo un respiro e poi li riapro. –Adesso sei tornata normale-
-Non ho la più pallida idea di cosa stia succedendo, ma sto iniziando ad arrabbiarmi-
-L'ho notato-
-Mi spieghi perché ce l'hai con me?-
-Sei il mio ultimo pensiero in questo momento, fidati- mi avvicino di più al tavolo, giusto in tempo per poter fotografare Daniel mentre si china per spegnere le candeline.
-Quindi non sei arrabbiata con me perché ho portato Lucy alla festa vero?-
-Persino Daisy sa di aver torto in questa situazione, quindi chi sono io per giudicare?-
-Pensavo mi avessi fatto la ramanzina-
-E su quali basi scusami?-
-Che ne so, tu trovi sempre una scusa-
-Smettetela di descrivermi così- sbotto. –Sono persino stanca di dovervi spiegare che non sono davvero così, è davvero estenuante come cosa-
-Verto che sei davvero di cattivo umore-
-Luke- lo incenerisco con lo sguardo, lui si stringe nelle spalle.
-Mi spieghi che è tutto questo casino?- Daniel cerca di schivare gli invitati, mentre si dirige verso di me.
-Niente di che, Daisy sta facendo un incantesimo di localizzazione per capire chi c'è dietro l'attacco e Luke ha affermato di aver visto i miei occhi diventare completamente neri. Normale routine insomma-
-I tuoi occhi...abbiamo mandato via il demone più di due anni fa-
-Lo so lo so, sicuramente ci sarà qualche spiegazione razionale-
-Non c'è mai stato niente di razionale in quello che ci riguardava Rosebelle!-
-E' il tuo compleanno Daniel-
-E' già stato rovinato, come sempre dopotutto- scuote la testa. Assottiglio le labbra, è assurdo che, ogni anno, c'è sempre qualcosa che deve mandare all'aria i suoi piani. Non ricordo un singolo compleanno in cui non ci sia stato qualche problema, forse solo quello del duemiladodici.
-Mi dispiace-
-Non ti preoccupare, almeno nessuno è stato ferito gravemente-
-In realtà non è che te la sei vista proprio bene-
-Beh però almeno non è successo niente a te, ed è già un gran passo avanti-
-Sei sempre il solito-
-E sai di chi è la colpa? Solo ed esclusivamente tua-
Sbaaam!
i'm back. scusate per l'assenza di un mese, per ora sono in confusione più totale tra master, dottorato e quella poca vita sociale che mi rimane, tra l'altro purtroppo ho dovuto interrompere i rapporti con una mia amica perché il nuovo ragazzo con cui si sentiva non voleva. sad story. voi che mi raccontate?
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