Show me the places where the others give you scars

-Ogni volta che torniamo a New Orleans e ognuno se ne va a casa propria, provo sempre una sensazione strana, visto che viviamo sotto lo stesso tetto da ormai tre anni-

-E dormiamo nello stesso letto-

-Non sempre-

-Sì invece. Tra l'altro non capisco perché tu non abbia fatto ributtare giù il muro-

-Perché è meglio avere comunque due stanze separate, o finiresti per occupare anche il mio armadio-

-Questo non è assolutamente vero- Daniel mi guarda con un sorrisetto sghembo, mentre mi porge il mio zaino. –Non del tutto almeno-

-Hai una quantità assurda di vestiti-

-Non è colpa mia se mi stanno anche quelli di quando avevo quindici anni-

-Perché non sei cresciuta di un centimetro- afferra i nostri borsoni e mi fa cenno di camminare. L'aereo è letteralmente congestionato, non mi aspettavo che ci fosse tanta gente di ritorno a New Orleans da New York. –Io, invece, di qualche venti da quando abbiamo cominciato il liceo ad ora-

-Eravamo quasi alti uguali quando ci siamo conosciuti-

-Vero, ma tu stavi sempre col capo chino quando parlavo, non mi guardavi mai negli occhi-

-Mi facevi un po' di paura alle volte-

-Adesso è il contrario-

-Prima eri anche il più forte del gruppo, invece adesso non più- per tutta risposta mi pizzica il sedere, ed io rischio di cadere sul signore davanti a me. –Smettila Manson-

-Te la sei cercata-

-Dio quanto ti odio-

-Adesso sì che mi sento di nuovo a New Orleans- esclama. Dopo circa cinque minuti riusciamo a scendere dall'aereo. Il paesaggio non è innevato come quello che abbiamo appena lasciato, anzi, fa addirittura più caldo.

-Ah mi sono dimenticata di dirti che tu e Derek dovreste darmi un passaggio, mia madre aveva una causa oggi-

-Derek è in ospedale, sta preparando tutto per domani- ci voltiamo l'uno verso l'altro. –Taxi- esclamiamo contemporaneamente.

-Visto cosa succede a non parlare Rosebelle?-

-Visto cosa succede a dare le cose per scontato Daniel?-

-Perché mi dici così? Ho dimenticato qualcosa per caso? Qualche anniversario?-

-Dicevo così tanto per dire, rilassati. Sei un fidanzato perfetto, in tutto e per tutto-

-Mi fa piacere sentirtelo dire, visto che ho sempre paura di rovinare ogni cosa da un momento all'altro- arrivati all'uscita dell'aeroporto, prendiamo al volo un taxi, e Daniel insiste perché ci porti direttamente a casa mia, senza passare per la sua. –Non voglio lasciarti sola-

-Sono sicura che non incorrerò in nessun pericolo mortale-

-Ma almeno sto un po' con te, ed evito il distaccamento brusco-

-Ci sarà lo stesso-

-Devi sempre puntualizzare ogni cosa, non è così?-

-Non sarei io altrimenti- guardo fuori dal finestrino. Ricordo la prima volta che ho visto questo paesaggio, l'ho odiato con ogni fibra del mio copro convinta che, se fossi rimasta a San Francisco, tutto, prima o poi, sarebbe andato per il verso giusto. –Che ne diresti delle Fiji?-

-Per cosa?-

-Che ne diresti di andare alle Fiji per Capodanno?-

-Hai di nuovo sbirciato la mia lista, non è così?- mi volto verso di lui, che si limita a stringersi nelle spalle.

-Ne ho una copia nel portafoglio se è per questo-

-E se ci andassimo per le vacanze di primavera invece? Non mi va di lasciare di nuovo i ragazzi per Capodanno, non mi pare giusto- il suo volto si rabbuia di colpo e sposta immediatamente lo sguardo. –Non fraintendermi, io sono sempre felice di passare del tempo da sola con te, lo scorso anno ci siamo divertiti tantissimo in Australia e in Nuova Zelanda, ma voglio anche ubriacarmi con i ragazzi e rimanere a girovagare per New Orleans fino all'alba. D'altronde abbiamo tutta la vita per partire da soli, no?-

-Ah ah- risponde, passandosi una mano tra i capelli biondi. –Okay, la sposterò a marzo-

-Ti prego, non avercela con me-

-Non me la sono presa, non ti preoccupare-

-Non me la dai a bere- si limita a scrollare le spalle. Per tutto il resto del tragitto non proferisce parola, anzi, finge persino di essersi addormentato con la testa appoggiata al finestrino. Arrivati a destinazione, infatti, sembra misteriosamente destarsi, come se qualcuno lo avesse avvertito. –Pago io, tu puoi iniziare a scendere-

-Possiamo almeno fare a metà?-

-No-

-Non mi hai mai fatto pagare in sei anni che ci conosciamo-

-Ed è così che continuerà. Non sto mettendo in dubbio la tua indipendenza e tutto il resto, voglio semplicemente farlo. Mi hai tolto il viaggio, lasciami almeno questo-

-Non ti ho tolto il viaggio, ti ho semplicemente chiesto di rimandarlo-

-E' come se mi stessi rifiutando-

-Daniel ti prego- paga il tassista e prende le nostre valigie, dirigendosi svelto verso l'uscio di casa mia. –Sai, tra le cose che mi soffocano, c'è anche questa-

-Alle volte è come se fosse la mia stessa presenza a soffocarti-

-Che succede?- scuote la testa, mentre io apro la porta. –Qual è il reale problema Daniel?-

-Che la mia ragazza ha appena rifiutato un viaggio alle Fiji con me, un viaggio che io ho organizzato in un posto in cui so che vorrebbe andare. E tutto per cosa? Per poter passare il Capodanno con i nostri amici!-

-E cosa ci sarebbe di sbagliato in tutto ciò? E poi ti ho detto che non ho rinunciato al viaggio, ti ho semplicemente chiesto di spostarlo in primavera, fine della storia-

-Se i ruoli fossero invertiti, anche tu avresti reagito in questo modo- saliamo le scale ed arriviamo finalmente in camera mia, dove Daniel posa i borsoni. Schiocco le dita ed essi si aprono. Lentamente i vestiti iniziano ad uscire ordinatamente da essa, dirigendosi verso il cesto del bucato al piano di sotto. –Questa è la cosa più strana che io abbia mai visto-

-Non avevo voglia di svuotare il borsone, e dio solo sa che cosa avrebbe combinato Isebelle se avesse saputo che non lo avevo ancora disfatto-

-Io ti piaccio ancora Rose?-

-Non mi piaci da circa due anni Manson-

-Sei ancora innamorata di me Rosebelle?-

-Dimmi che non stiamo facendo davvero questo discorso-

-Non mi stai rispondendo-

-Certo che sì Daniel! Che razza di domande fai?! Ho semplicemente detto che voglio stare con i nostri amici a Capodanno, non mi sembra che sia una cosa dell'altro mondo- rotea gli occhi, sbuffando. –Perché sei tanto insicuro?-

-Non sono insicuro-

-Non è questa l'impressione che stai dando-

-Pensavo di farti felice-

-Ed è così. Non c'è niente che voglia di più al mondo che partire con te, ma devi anche imparare a lasciarmi andare-

-Alle volte non capisco proprio come devo comportarmi con te-

-Come se non dovessi perdermi da un momento all'altro, perché ti posso assicurare che io non vado da nessuna parte-

-Tranne quando non rischi di morire, o quando non lo fai direttamente-

-Ma sono ancora qui-

-E quante altre volte pensi che possa accadere?-

-Daniel, mi spieghi che ti prende?- scuote la testa, passandosi le mani tra i capelli biondi. –Sei preoccupato per l'intervento per caso?-

-Ma no figurati-

-Ah ah. Sei spaventato a morte-

-Smettila-

-Sono io Manson, se non parli con me, allora con chi lo fai?-

-Con Luke, non ho paura che lui mi critichi come fai tu- scuoto la testa, ridacchiando. –Ho soltanto paura che non mi ami più-

-Se ti ho dato questa impressione ultimamente mi dispiace, non è affatto così-

-In realtà è una cosa che mi gira in testa sin da quando sei partita per Parigi- si siede sul materasso. Le sue mani continuano ad inseguirsi, si sgraffiano, litigano. –Non riesco a togliermi dalla testa quanto fossi felice mentre eri lì, non ti avevo mai vista così, quindi ho pensato che, forse, fosse colpa mia, perché parliamoci chiaro, sono io quello che, in tutti questi anni, ti ha fatto piangere di più- mi accomodo accanto a lui, e gli accarezzo il volto. –Ma so che tieni tanto a me, e che non mi hai detto niente per non farmi stare male, perché sai che starei uno schifo-

-L'unico motivo per cui non ti ho detto niente è perché ti amo, più di qualsiasi altra cosa al mondo- appoggio la fronte contro la sua, sorridendo. –Non hai motivo per essere tanto insicuro-

-E' un po' una contraddizione non credi? Mi ripeti sempre che sono un pallone gonfiato, che sono egocentrico e vanitoso, eppure, quando si tratta di te, non ho mai alcuna sicurezza-

-Ammetto che, per molto tempo, ho sfruttato questa situazione, un po' per ripicca per quello che mi hai fatto passare, un po' perché aumentava quell'autostima sempre bassa che ho avuto, un po' perché mi piace avere il coltello dalla parte del manico. Ma mi rendo conto che è da stupidi, e che sto ferendo una delle persone che amo di più al mondo, perciò- gli do un bacio sulla guancia, per poi stringerlo a me. –Perché pensi che mi sia comportata come una pazza nell'ultimo mese? La sola idea che Mike o che qualcun altro possa farti del male mi fa impazzire-

-Tanto manderesti a fuoco chiunque- alza il capo, sorridendo. –Hai fatto proprio un bel barbecue quella volta-

-Diciamo che non sapevo cosa stessi facendo in realtà, volevo semplicemente salvarti...ed ero anche un po' incazzata-

-Tu sei sempre un po' incazzata-

-Non è assolutamente vero-

-Mmmmh- esclama. –Ho i miei dubbi-

-Ma continui ad amarmi lo stesso-

-Purtroppo-

-Ehi!- gli do una spinta, e lui finge di cadere. –Sei davvero uno stronzo-

-Non me lo dicevi da circa ventiquattr'ore, mi stavo preoccupando-


🤍🤍🤍🤍🤍

-Come vanno le cose a New York?- Isebelle è tornata a casa mezz'ora fa, con in mano non so quante scatole di sushi. Praticamente il paradiso.

-Tutto a posto. Mi hanno eletto di nuovo rappresentante degli studenti, gli esami intermedi sono andati bene, l'associazione femminile sta riscuotendo successo, sono entrata nella squadra di calcio...-

-Squadra di calcio? Senza romperti niente?-

-Beh anche stesso il mio ragazzo studia medicina, ed è pure piuttosto bravo, quindi-

-Squadra di calcio?-

-Ti stupirà sapere che, in realtà, sono anche piuttosto brava-

-Squadra di calcio-

-Daiii, sapevo che non dovevo dirti niente-

-No è solo che non pensavo che ti interessasse lo sport, tutto qui-

-Ho pensato che, far parte di un team, mi sarebbe tornato utile in futuro, e poi mi avrebbe tenuto occupata-

-Per distrarti da cosa?-

-Da niente, perché?-

-Sei sicura che vada tutto bene?-

-Anche stesso, in passato, non è che ti ho proprio detto se ci fosse qualche problema-

-Appunto, spero sempre in un miracolo-

-Questa volta ti posso assicurare che non c'è niente sotto. Io e Daniel andiamo alla grande, Chris e Luke si danno alla pazza gioia, Daisy sta guarendo dall'ennesima botta di Seth...e questo mi ricorda che devo parlare con River, diana me lo ha chiesto prima di partire-

-E di Albus e Audrey che mi dici?- sospiro, prendendo un California roll. –Derek mi ha raccontato tutto-

-Tu e Derek siete diventati amici vedo-

-Beh sai com'è, dopo tutti questi anni è quasi d'obbligo. E dopo che porti un lampadario al dito-

-Non anche tu ti prego- sgrano gli occhi. Questa è stata sicuramente la frase che mi hanno ripetuto di più negli ultimi mesi. –Comunque ti ho detto niente di Albus ed Audrey perché è un punto dolente-

-Non ci sono stati sviluppi?-

-Da quel che sappiamo nessun miglioramento, Daniel controlla settimanalmente, è persino andate a trovare Al, ma ti lascio immaginare com'è finita-

-Non bene-

-Già- mormoro. –Non riesco a smettere di pensare che sia colpa mia-

-Finiscila Rose, sono anni che ti porti dietro questo fardello, tu non c'entri proprio niente-

-Potevo evitare di mettermi con Daniel o, quantomeno, potevamo evitare tutto quel casino del secondo anno-

-E tu saresti stata felice?-

-Certo che no. Ma forse avrebbe evitare tante cose, e questo, penso, è più importante della mia felicità-

-Mio dio Rose, alle volte capisco per quale motivo dessi tanto sui nervi a Daniel. Non puoi credere davvero a ciò che dici-

-E invece-

-Quante volte devo ripeterti che devi smetterla di anteporre gli altri a te?-

-Non tenterò il suicidio, se è questa la tua preoccupazione- la donna fa ricadere le bacchette nel piatto, sospirando. –Tre anni mamma-

-Ricordami quante volte hai rischiato di morire, senza contare che, per circa ventiquattr'ore, è successo sul serio-

-Mi sembra di sta parlando con Daniel in questo momento-

-Pensavo che avrebbe cenato con noi-

-Mi tiene il broncio perché gli ho detto di spostare il viaggio di Capodanno nelle vacanze di primavera. E so che detto così sembra davvero orribile, ma voglio festeggiare anche con i miei amici, non solo con lui-

-Immagino che sia stato un brutto colpo-

-Ha pensato che volessi evitare di stare con lui, ma non è assolutamente così, semplicemente...non lo so mamma, mi sono divertita tanto negli ultimi due anni con lui però non so, alle volte mi sembra di starmi perdendo qualcosa-

-Forse perché la tua vita gira intorno a Daniel sin da quando avevi quindici anni-

-Probabilmente hai ragione...ma questa non cambia comunque le cose. Io lo amo, ormai sembra che abbiamo trovato finalmente il nostro equilibrio, quindi ci limiteremo a spostate il viaggio a marzo, sono sicura che Daniel si calmerà-

-Se lo dici tu-

-Vuoi aggiungere altro per caso?-

-Che spero che tu sappia che non devi limitare i tuoi sogni o le tue aspirazioni per lui-

-Sono stata via per sei mesi-

-Sì ma tu sei scappata da Daniel, è un po' diversa come cosa-

-Sono confusa, vi due avete sempre avuto uno splendido rapporto-

-Ed è ancora così. Ma non so, recentemente ho avuto l'impressione che voi due stiate bruciando velocemente le tappe-

-Non abbiamo intenzione di sporcarci nell'imminente futuro, se è questo quello che intendi-

-Negherei se dicessi che non l'ho pensato in questi mesi-

-E' solo un anello mamma, non è necessario farne un caso di stato-

-Un anello che si vede dalla luna-

-Ti prego, almeno tu dammi tregua-

-Va bene va bene va bene- alza le mani, ridacchiando. –Sono davvero contenta che tu sia a casa-

-Visto che io, ormai, vivo per la maggior parte dell'anno a New York, perché non fai trasferire Richard qui?- il volto della donna diventa di colpo paonazzo. Ecco da chi ho preso allora. –Invece che stare sola soletta-

-Perché siamo finiti a parlare di questo?-

-Perché hai tirato in mezzo Daniel e delle paure immotivate che nemmeno dovresti avere. Stiamo insieme da tre anni e ci conosciamo da sei, dovresti conoscerci-

-Proprio per questo- borbotta. –E comunque...-

-E comunque si che ho ragione. Sono passati diciotto anni-

-Lo so lo so, ma come potrei spiegargli tutto quello che c'è dietro? Tutto quello che, di tanto in tanto, succede? Senza contare quanto piaccia a tuo padre comparire e scomparire qui nei paraggi-

-Quindi hai saputo della storia di Daniel-

-Lui come l'ha presa?-

-Meglio di come mi aspettassi in realtà, è maturato davvero molto negli ultimi anni, sono orgogliosa di lui-

-Alle volte mi chiedo come sia possibile che, dopo tutto questo tempo, ti brillano ancora gli occhi quando parli di Daniel-

-Non mi brillano gli occhi- borbotto, sentendo il volto andare a fuoco. –Non mi sono mai brillati-

-Hai lo stesso sguardo da sempre, mi dispiace dirtelo ma è così- roteo gli occhi, sospirando. –E'...è tenera come cosa sai? Siete cresciuti insieme, e il vostro rapporto pure-

-Stiamo davvero intavolando un'intera discussione su questo?- la donna scrolla le spalle, prendendo un po' di sushimi. –Derek ti ha raccontato tutto, non è così?-

-Beh...-

-Ci siamo limitati a parlare con Cassidy, niente di più. Ti posso assicurare che non abbiamo altro per le mani-

-Sarebbe la prima volta-

-Lo so, stupisce anche me, però mi sono concentrata sulla situazione di Daniel. Scoprire del gemello lo ha un po' scosso, ma d'altronde mi sarei stupita del contrario-

-In confronto l'averti tenuto nascosto la verità per sedici anni...-

-...e il fatto che tu eri un angelo per diciannove-

-...è proprio una cosa da niente-

-Cassidy non vincerà il premio 'madre dell'anno', ma tu sì in confronto- gli occhi della donna, a quel punto, si riempiono di lacrime. –Vuoi darmi un abbraccio vero?-

-Sì-

-E perché non lo fai? Aspetti il mio permesso?-

-Certo che sei proprio una stronza-

-Sto ancora aspettando- la donna a quel punto si alza, si avvicina a me e mi stringe. –Era tanto difficile?-

-Sei davvero antipatica, mi chiedo come faccia Daniel a sopportarti-

-Come faccio io a sopportare lui, ti posso assicurare che non è facile come sembra-

-Il suo bel visino aiuta, e anche tutto il resto, non puoi negarlo- mi dà un buffetto sulla guancia, ritornando al suo posto. –E non puoi obiettare in alcun modo-

-Non lo faccio, sto semplicemente riflettendo sul fatto che osservi molto attentamente il mio ragazzo-

-Oh ti prego, l'ho visto crescere, è come se fosse mio figlio-

-In effetti tra il terzo e il quarto anno ha praticamente vissuto più qui che a casa sua-

-Ho smesso pure di preoccuparmi che dormiste nello stesso letto-

-Penso che sia arrivato il momento di dirti che è una cosa che facciamo praticamente da sempre. Alle volte semplicemente entrava in camera mia perché troppo stanco dell'ennesima commissione che Rebecca gli aveva affidato e si lasciava morire sul letto-

-Ah, buono a sapersi-

-Non è mai successo niente, puoi stare tranquilla-

-Non farmi credere...-

-Intendevo prima, non ora-

-Non voglio sapere più niente-

-Non ti avrei comunque detto niente, puoi stare tranquilla-

Daniel

-Andiamo papà, non posso mangiare neanche un panino?-

-No-

-Ma ho fame-

-Daniel- sbuffo, roteando gli occhi. –Non lamentarti come un bambino-

-Tu e Rose siete davvero perfidi-

-E' un sollievo che lei ti stia sempre col fiato sul collo, dio solo sa dove saresti a quest'ora-

-Il fatto che sia un pensiero condiviso da molti fa ridere ma anche riflettere-

-Anche se poteva risparmiarsi la visitina da tua madre, l'ultima cosa che volevo era scoprire altri suoi segreti-

-Voleva solo difendermi-

-Non ce l'ho con Rose, sarebbe da stupidi, ma con Cassidy, o con me, per essere stato tanto stupido-

-Tu non hai colpa papà-

-Avrei dovuto lasciarla la prima volta che mi ha tradito-

-Io non vi rendevo la situazione facile, ero fuori controllo-

-Stavi riflettendo quel che stava succedendo a casa, non te ne faccio una colpa-

-Siamo diventati un po' troppo accomodanti noi due- ci guardiamo e scoppiamo a ridere sonoramente. –E sai di ci è la colpa?-

-Di Rose-

-Esatto!- esclamo. –Dio mio, mi è entrata nel cervello-

-Lo dici come se fosse una cosa negativa-

-Alle volte- mi stropiccio gli occhi, sono davvero esausto. –Andrà tutto bene domani, non è vero?-

-Certo che sì, è un intervento abbastanza facile-

-E non mi resterà alcuna cicatrice, giusto? Perché mi piacciono i miei pettorali-

-Dio quanto sei vanitoso-

-Lo so- sia io che Derek facciamo un salto quando Rose compare nel nostro salone. -Voi Manson vi spaventate facilmente-

-Come hai fatto? C'è un incantesimo su questa casa-

-Per lei queste regole non valgono papà, fidati, te lo dico per esperienza- l'uomo sposta lo sguardo da me a lei in continuazione. –Sì, è diventata più forte-

-Assurdo-

-Ero venuta a controllare come stesse il nostro paziente, e poi giuro che crollo sul letto, ho bisogno di dormire per essere sveglia e pimpante domani-

-Non mi lascia mangiare-

-Per forza, hai un intervento domani mattina, lo hai dimenticato per caso?-

-No, ma ho fame- rotea gli occhi, ridendo sotto i baffi.

-Non fare il bambino adesso, hai sopportato di peggio-

-Vorrei evitare te al mio posto-

-Nel mio caso è più difficile tenere il cibo nello stomaco in realtà-

-Non era necessario-

-Hai parlato con qualcuno?- s'intromette mio padre.

-Ho tutto sotto controllo- ripeto insieme a lei. Ormai è diventata una litania, qualcosa per convincere più se stessa che gli altri. –Ti fermi a dormire qui?- le chiedo, a quel punto.

-No, torno a casa, non sarebbe giusto nei confronti di Isebelle, ogni volta che torniamo qui finiamo per passare più tempo insieme che con le nostre famiglia, e non è per niente giusto-

-Oggi ti faccio proprio schifo eh?-

-Oggi sei proprio di buon umore- si avvicina a me e mi dà un bacio sulla guancia. –Chiamami se non riesci a dormire, però sul telefono di casa, il mio cellulare sta per fondersi, ha bisogno di essere spento-

-Va bene. Buonanotte-

-Buonanotte ragazzi. Cercate di non farvi qualche altra confessione che coinvolge Cassie o qualche figlio perduto-

-Ciao Rose- la ragazza ci riserba un ultimo sorriso, prima di scomparire. –E'...-

-Ogni giorno sempre di più. Sto cercando di caprie come sia possibile, ma non è facile-

-Non deve essere per niente facile per te, che hai paura anche che faccia un passo sbagliato-

-Non ripetermi anche tu che la soffoco ti prego-

-Non ha tutti i torti Daniel. Anzi, mi chiedo com'è che faccia a resistere-

-Non ci riesce sempre, te lo posso assicurare-

-So che, con tutto quello che è successo, hai costantemente paura che le possa succedere qualcosa di male, ma non puoi sempre starle addosso, lo dico per te-

-E' per questo che preferisce passare il Capodanno con i ragazzi piuttosto che con me alle Fiji- mi getto sul divano, incrociando le braccia al petto. E' dall'una di oggi che ci penso, non sono riuscito a togliermi dalla testa l'idea che stia scappando da me. –Mi ha chiesto di spostarlo nelle vacanze di primavera, dice che le manca fare baldoria con i ragazzi-

-E' normale Daniel. Avete vent'anni a testa, sai quanto tempo c'è per partire da soli?-

-Lo so lo so, è che io mi sento sempre giudicato dai ragazzi per la storia con Rose, per essermi intromesso tra lei ed Albus-

-Ancora con questa vecchia storia-

-Se- borbotto. –Però hanno ragione su una cosa: alle volte tendo a comportarmi più come un padre che come il suo ragazzo, cerco di difenderla persino dalla sua ombra per quel che è successo in passato, ma ti assicuro che ce la sto mettendo tutta per fare in modo che non accada-

-Immagino quanto possa essere straziante vedere la persona che ami morire davanti ai tuoi occhi-

-...o rischiare di vederla, visto tutte le altre volte in cui c'è andata vicina-

-Ma non puoi avere così tanta paura Daniel. Tenerla d'occhio va bene, cercare di proteggerla pure, ma sai anche tu che, prima o poi, siamo tutti destinati a morire-

-Vorrei che fosse più prima che poi-

-Io sono molto orgoglioso della persona che sei diventato, del ragazzo assennato, impegnato e sensibile quale sei, però, di tanto in tanto, mi manca il vecchio Daniel, quello il cui scopo nella vita era divertirsi-

-Divertirsi...non ricordo quando è stata l'ultima volta che è successo-

-Appunto- mi dà un colpo alla gamba, sedendosi di fronte a me. –Non va da nessuna parte Daniel, non vuole scappare, non vuole lasciarti. Preoccupati di tutto questo soltanto quando e se si dovesse manifestare-

-Quindi, in pratica, mi stai dicendo che sono io a spingerla ad andare via-

-Sì. E' come se tu e Rose steste insieme da sempre, non soltanto da due anni. Ma la Rose con cui hai a che fare adesso non è la stessa che veniva te ogniqualvolta qualcosa andasse male, quella...-

-...quella che voleva stare con me più che potesse. Assurdo, per molto tempo ha pensato di non essere adatta a me, di non essere alla mia altezza ma, forse, è tutto il contrario- 



Sbaaam!

oggi sono di pessimo umore, però mi sono ricordata di aggiornare in anticipo, questo è un miracolo. 

grazie a tutti coloro che seguono, commentano e votano la storia, se volete ne ho pubblicate due nuove, si chiamano 'shadows' e 'dark heaven', le trovate sul mio profilo. 

e niente, torno a deprimermi, sono proprio nera. 

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