Love is a ruthless game unless you play it good and right
-Vuoi parlarne?- mi siedo accanto a Daniel. Eric e Sabrina stanno facendo il primo ballo e lui, da quando è tornato dalla chiacchierata con la madre, non ha spiccicato parola.
-No-
-Daniel...-
-Rose- si volta verso di me. –Non ne ho voglia, non forzare la mano-
-Come vuoi-
-Apprezzo quello che stai facendo, e che hai sempre fatto ma, in questo momento, non ho la forza per discutere-
-Okay, lo capisco- mi sorride appena. Poi si alza e mi tende una mano.
-Vuoi ballare?- annuisco e sfioro le sue dita con le mie. –Anche con i tacchi continui ad arrivarmi al petto- porta le mie braccia dietro il collo e cinge i miei fianchi.
-Tu sei un metro e novanta, io uno e sessantacinque, è circa la centesima volta che facciamo questo discorso-
-E novantacinque in realtà, mi sono misurato settimana scorsa quando sono andato dal dottore-
-Perché sei andato dal dottore? Non mi hai detto niente-
-Sono caduto con la moto e...-
-Daniel!- esclamo. Lui, a quel punto, si abbassa, mi solleva e mi fa girare. –Sono seria-
-Avevo solo qualche graffio, rilassati-
-Dovevi dirmelo-
-Scusa scusa- rotea gli occhi, per poi stringermi di più a sé. –Di cosa hai parlato con mio nonno?-
-Niente di che, è parecchio arrabbiato con me e ci teneva a farmelo sapere-
-Ho fatto bene a non prendere l'anello di nonna Marianne, non volevo avere nessun debito nei loro confronti-
-A me questo piace moltissimo, anche perché so che sei stato tu a disegnarlo-
-Più che altro a personalizzarlo, non sono così bravo-
-Ma se sono anni che mi disegni!-
-Quello è un altro paio di maniche- dice, ridendo. –Però sono davvero contento che ti sia piaciuto-
-Non avrebbe potuto essere diversamente-
-Avresti potuto anche mandarmi a quel paese dopo quel che era successo-
-Mi hai tradito Daniel?-
-Cosa? Diamine no!- esclama lui. Le iridi, immediatamente, si colorano di viola.
-Allora hai dissipato il tuo dubbio, semplice-
-Mi hai fatto prendere un colpo- lo abbraccio. Ricordo quando è venuto a Parigi, e quanto ci siamo tenuti stretti, orfani di quel contatto che, da anni, ormai ci scambiamo. –Stai diventando più dolce-
-Sono sempre stata dolce con te-
-Non così tanto- alzo il capo, guardandolo di traverso. –Nel senso, è da un po' di tempo che sei diventata più dura, e spesso sei quasi più sarcastica di me, invece non so, dal tuo compleanno sei...è come se vedessi la vecchia Rose-
-La vecchia Rose?-
-Non mi hai mai guardato come mi guardavi quando avevamo sedici anni, non prima di adesso comunque-
-Mi sono semplicemente scocciata di avercela sempre col mondo per qualcosa che è successa in passato. Solo perché mi hanno ferito una volta, non significa che accadrà ancora, almeno spero-
-Sai che farò quanto è in mio potere affinché non succeda-
-Lo so lo so- mi alzo leggermente sulle punto e gli do un bacio. –Ti piace tanto la parte del principe azzurro, vero?-
-Non potrai mai esserlo-
-E chi lo ha detto?-
-Il mondo Greyson- la musica finisce e noi torniamo verso il nostro tavolo. –Dovresti saperlo ormai-
-E tu dovresti fregartene-
-Che voleva tua madre?- domanda Diana. –Ogni volta che entra nella tua orbita succede sempre qualcosa di spiacevole-
-Niente di importante, ve lo posso assicurare-
-E anche se fosse, non ne parlerebbe con noi, i confessionali li fa soltanto con Rose-
-Albus, adesso dacci un taglio, stai infastidendo anche me- il ragazzo mi guarda dritto negli occhi e mi risponde con un'alzata di spalle. –Direi che, visto i toni di questa sera, è importante che nessun bicchiere a questo tavolo sia vuoto- prendo la bottiglia di vino ed inizio a riempire i calici dei ragazzi. –Magari diventiamo tutti più simpatici-
-Perché, invece, non guardiamo in faccia la realtà?-
-Ossia Al?- Chris lo guarda con sufficienza, tracannando un lungo sorso di vino.
-Che non siamo più amici. Siamo cresciuti e, ormai, ognuno ha preso la propria strada, stiamo continuando a rimanere insieme soltanto per abitudine, e perché abbiamo paura di soccombere in caso di attacco-
-Ma si può sapere che ti prende sta sera Albus?-
-Oh ti prego Daisy, se solo ne avessi l'occasione, ci manderesti tutti al diavolo, visto l'astio che proviamo per il tuo caro lupacchiotto-
-Siamo sicuri che non si tratti di un malus? So di averlo già detto, ma sto iniziando a preoccuparmi-
-Rilassati Rose, d'altronde non esiste niente all'infuori di Daniel, non è così?
-Per cosa mi stai incolpando esattamente?-
-Per avere usato me come distrazione quando, in realtà, era lui che voleva-
-Credevo che avessimo superato questa parte da un bel po'- esclama Daniel. –Forse hai ragione, è posseduto da un malus-
-Torno a casa, non ho alcuna voglia di passare la serata con voi- si alza di scatto ed inizia ad allontanarsi dalla sala. E' avvenuto tutto talmente velocemente che mi ha lasciato spiazzata e confusa.
-Io non ci sto capendo più niente, ma che diamine è successo mentre non c'ero?-
-In realtà è stato abbastanza taciturno, non ha mai avuto questi scatti d'ira anzi, l'ho visto scherzare con Daniel un paio di volte-
-Diana ha ragione, però devo ammettere che le cose sono peggiorate dopo che sono tornato da Parigi, non mi ha mai perdonato di non aver detto niente e, probabilmente, non ha digerito la storia dell'anello-
-E' assurdo che stiamo ancora parlando di questa vecchia storia-
-Posso esprimere il mio parere?-
-No, perché so benissimo come la pensi- Daniel rotea gli occhi. Dovremmo bere di più siamo tutti tesi questa sera, chi per un motivo chi per un altro.
-So che ormai faccio parte del gruppo da due anni e che, in teoria, dovrei essermi abituato, ma è davvero sempre così con voi? C'è praticamente un dramma al giorno-
-Non ti rispondo nemmeno Luke- dice Chris. –Ormai dovresti saperlo-
-Seth non te l'ho mai chiesto ma tu, dopo il tuo ritorno, che hai fatto?- mi volto verso il diretto interessato, che mi guarda allibito. Normalmente, se non è strettamente necessario, non gli rivolgo nemmeno la parola, tuttavia sono consapevole che la mia (fondatissima) ostilità nei suoi confronti ha rischiato di incrinare irrimediabilmente il mio rapporto con Daisy, e non voglio che capiti più. Mi è sempre stata accanto in questi anni, e non permetterò ad un ragazzo di mettersi di nuovo tra di noi.
-Beh dopo che siete riusciti a farmi trasformare...-
-No no, intendo con il resto della tua vita. Prima che finissi nel Limbo non sapevo nemmeno in che college fossi stato accettato e che cosa studiassi-
-Sono alla Brown, facoltà di architettura, sto cercando di recuperare il tempo perso e, tutto sommato, ci sto riuscendo, anche se ammetto che, all'inizio, è stato parecchio difficile-
-Ma è fantastico Seth, non pensavo che...cioè durante il liceo non hai mai dato l'impressione di interessarti di queste cose-
-Probabilmente perché non vi siete mai interessati più di tanto a quello che facessi-
-Probabilmente perché hai spinto la mia ragazza al suicidio dopo aver detto a tutta la scuola di essere stato a letto con lei-
-Grazie per averlo ricordato Daniel-
-E' sempre un piacere Daisy- si versa il vino nel bicchiere e lo alza nella sua direzione. –Ah e ho dimenticato che ti ha usato per...-
-Daniel, non è necessario- sospiro. –Lasciamo il passato nel passato okay? Anche perché non è carino nei confronti di Daisy-
-I matrimoni sono davvero faticosi- esclama Diana. –Soprattutto con voi-
-Dovremmo controllare Albus poi-
-Ci penso io- dice Daniel. –Non ti preoccupare, non ho intenzione di picchiarlo-
-Non ne sono molto convinta-
-Fidati di me, insomma, ti ho mai delusa?- ci giriamo tutti verso di lui che, a quel punto, assottiglia le labbra. –Non rispondere, nessuno di voi lo faccia, era una domanda retorica-
✨✨✨
Apro gli occhi, la testa mi duole, devo aver bevuto un po' troppo ieri sera.
-Mi stai ancora disegnando?- Daniel è seduto sul balconcino interno della finestra. Il sole lo illumina interamente, rendendo gli occhi azzurri ancora più chiari, quasi trasparenti.
-Era da tanto che non lo facevo, tra l'altro era anche una delle poche volte in cui non sbavavi mentre dormivi-
-Io non sbavo mentre dormo-
-In realtà, di tanto in tanto, sì. Premi la faccia sul cuscino e poi ti trascino la coperta sulla testa, è naturale che tu debba respirare da qualche parte- mi metto seduta sul materasso. Lui sorride, passandosi una mano tra i capelli biondi.
-Mi fai vedere il nuovo tatuaggio?- scende giù e si volta. Sulla parte alta del braccio destro ci sono due volti stilizzati, di cui è tracciato solo il profilo. Gli unici colori, oltre il nero, sono il biondo dei capelli di lui e il rosso di lei. Il ragazzo sta dando un bacio sulla fronte alla ragazza, in un intreccio di linee in cui non si riesce a definirle singolarmente in modo netto. E' molto semplice e, allo stesso tempo, molto bello.
-Mi piace tantissimo, non si capisce dove finisci tu e dove inizio io-
-Era proprio questo il senso: due entità separate ma, allo stesso tempo, intrecciate-
-E' proprio per questo che ti amo Daniel Christopher Manson-
-Ed io che pensavo che fosse principalmente per il mio bell'aspetto- ride, per poi ritornare alla sua postazione, mentre io mi getto di nuovo sul letto, abbracciando il cuscino. –Adesso, però, voglio finire il mio disegno-
-Sei già andato da Albus?-
-Ieri notte, dopo che ti sei addormentata-
-Quindi, essenzialmente, dopo che...sei volato fino a casa sua?-
-Hai ancora problemi a dirlo?-
-Rispondi alla mia domanda- dal modo in cui ride, e dal calore improvviso che provo al volto, capisco di essere arrossita.
-Sì, non era quello che volevi?-
-Hai ottenuto qualche risultato?-
-No, c'era un incantesimo che mi impediva di entrare, non sono riuscito nemmeno ad avvicinarmi alla finestra-
-Come è possibile? Albus non può fare magie del genere, dovrebbe essere aiutato da una strega o da un mago-
-Probabilmente avrà chiesto un favore a Daisy, ormai è quasi un anno che sono sul suo libro nero, quindi non mi stupirei per niente se si fossero messi d'accordo-
-Non avrebbe senso Daniel-
-Non so che dirti Greyson, io ci ho provato. E suonare al suo campanello alle tre del mattino non mi sembrava una grande idea, anche perché sai benissimo che sua madre vuole la mia testa su un piatto d'argento, mi incolpa ancora per aver rubato l'amore della vita a suo figlio-
-Vuole anche la mia se è per questo, mi chiama 'puttanella', spero che non parli mai con Cassie-
-Si odiano, anche perché mia madre ha avuto una relazione col padre di Albus-
-Dici sul serio?-
-Strano che non te lo abbia mai raccontato- riprende tranquillamente a disegnare. Sotto questo punto di vista, stranamente, sembra essersi calmato, di solito avrebbe dato di matto e avrebbe iniziato a sparare a zero su tutti. –Alec è nato per questo, per evitare il divorzio-
-Sei anni e continuo a scoprire cose-
-Sta volta io non c'entro niente però-
-Mi vuoi dire che cosa avevi ieri e che vi siete detti tu e Cassie?-
-Ho fatto un sogno qualche sera fa. Mi trovavo nel bosco qui vicino, era buio, e qualcuno continuava a chiamarmi. Camminavo incessantemente nella vana speranza di uscire di lì ma niente, era come se fossi finito in un labirinto. Man mano che continuavo ad andare avanti, la voce diventava più forte, e solo a quel punto ho capito di chi si trattasse: Mike-
-Tesoro, non abbiamo notizie di Mike da due anni ormai, la profezia non si è avverata. Probabilmente ti sei lasciato condizionare dal fatto che entrambi siete figli di Cassie-
-'Figli di Cassie' è il nuovo figli di pu...'-
-Daniel- mi metto seduta sul letto, incrociando le gambe. –E' pur sempre tua madre-
-Era agitata ieri sera, dice che ha bisogno di raccontarmi alcune cose-
-E lo ha fatto?-
-No, vuole che vada a trovarla a New York-
-Dovresti farlo- ridacchia, scuotendo la testa. –Che ho detto di tanto divertente?-
-Sei sempre così politicamente corretta Greyson, è per questo che, di tanto in tanto, mi davi sui nervi-
-Sai meglio di me che non è vero-
-In ogni caso, per quale assurdo motivo, ha detto che era felice per noi due. Probabilmente cercava soltanto un modo per riavvicinarsi a me-
-O forse lo è sul serio, chi può dirlo-
-Rose, Cassie ti odia-
-Il che è strano, io piaccio sempre ai genitori, voglio dire, sono adorabile-
-Su questo mi permetto di dissentire- lo guardo di traverso. –Ma comunque, non so se le voglio parlare-
-Non vuoi chiudere quel capitolo della tua vita?-
-Non lo chiuderò mai Rosebelle, si aggiungeranno continuamente pagine all'infinito!-
-Okay okay, adesso clamati però, è ancora mattina presto-
-E' quasi l'una Greyson, siamo soli a casa, sono usciti tutti ad accompagnare Eric e Sabrina all'aeroporto-
-Oh- gonfio le guance. In realtà non ho guardato nessun orologio, non ho nemmeno aperto il cellulare, ho semplicemente seguito una sensazione.
-Hai fame? Posso prepararti qualcosa-
-Posso farlo anche io, non ti preoccupare, tanto conosco questa casa a memoria ormai-
-Lo so, ma voglio farlo io, che male c'è?- scende giù dal balconcino, apre l'armadio e tira fuori il pantalone della tuta e una maglietta.
-E' la prima volta che vedo questa camera così ordinata-
-Mi dà fastidio vedere le cose buttate per terra-
-Sto per emozionarmi- mi mostra in terzo dito, mentre infila i vestiti.
-Posso rimanere così o pensi che tutta la tua famiglia posso tornare a momenti?-
-Si fermavano a mangiare fuori, ma vestiti comunque, l'ultima cosa che voglio è che i miei cugini vedano il tuo sedere-
-Ti rendi conto che tu sei un metro e novantacinque ed io solo uno e sessantasette? Le tue camicie mi arrivano quasi fin sopra il ginocchio-
-Se alzi le braccia...fallo e basta, ameno per una volta-
-Dammi una tuta allora. Anzi, ora che ci penso, passami i pantaloncini da allenamento, quelli che usavi quando eravamo ancora al liceo, era circa venti centimetri in meno- schiocca le dita ed essi mi compaiono in mano.
-Non mi ricordavo dove fossero-
-Mi sembrava strano che non avessi ancora usato la magia- mi infilo l'indumento, notando con piacere che, anche questa mia tesi, si era rivelata fondata.
-Mi sto impegnando- mi porge anche una maglietta, questa volta prendendola direttamente dal cassetto. –Ma lo sai, vivo con la magia da sempre, sono cresciuto rischiando di far finir il mondo ogni Halloween-
-Non me lo ricordare- mi volto, sbottono la camicia e infilo la t-shirt. –Lo scorso anno abbiamo recuperato Seth dal Limbo mi chiedo che cosa ci aspetti questa volta- lego i lembi appena sopra l'ombelico, Daniel è decisamente troppo alto. –Adesso vado bene?- dico, voltandomi verso il ragazzo.
-Meravigliosa come sempre, ma hai dimenticato questo- con il pollice e l'indice tiene l'anello che, illuminato dal sole, brilla così tanto da rischiare di accecarmi.
-Non metto gli anelli quando sto a casa, neanche gli orecchini se è per questo. Ho le collane e i bracciali semplicemente perché non li tolgo mai-
-Sì ma questo è diverso, no?- mette su il broncio e sbatte le ciglia dei grandi occhi azzurri.
-Sei davvero una lagna a volte-
-Una lagna che ti sta preparando il pranzo, ricordatelo- non appena si gira di spalle per scendere su, faccio un salto e mi aggrappo al suo collo, avvolgendo le gambe intorno alla sua vita. –Se io non avessi i riflessi pronti, e non ti conoscessi...-
-Lo so lo so, sarei finita col culo per terra o peggio, ma fortunatamente per me ho un ragazzo super atletico che, ormai, sa già cosa farò ancor prima che lo pensi, quindi tanto vale sfruttare una delle poche gioie della mia vita-
-Sei incredibile- scende le scale con me avvinghiata a lui, senza dare alcun segno di cedimento o di stanchezza, anzi, sta persino dritto con la schiena, non ho idea di come faccia. –Dio, se penso a quanto fossimo distanti il giorno in cui sei partita per Parigi...-
-Mi aspettavo che mi abbracciassi, invece sei rimasto fermo a guardarmi-
-Pensavo che mi avresti tirato un pugno onestamente-
-Non sono così tanto violenta- mi rimette giù, dirigendosi poi in cucina.
-Perché tu non hai fatto niente invece?-
-Perché avevo paura che, a quel punto, non sarei più andata da nessuna parte-
-Stavi avendo dei ripensamenti- mi siedo al tavolo della cucina, stringendomi nelle spalle. –Dio mio Greyson, dobbiamo imparare a comunicare di più, o continueremo a combinare casini-
-Lo credo anch'io, però siamo andati bene in questi mesi, nonostante la lontananza-
-Se tralasci il fatto che stiamo insieme da tre anni e che ci conosciamo da sei-
-Di solito sono io quella pessimista sulla nostra relazione, non tu-
-Quest'anno dovrò fare il tirocinio in ospedale-
-Uuuh, sarai più dottor McDreamy o McSteamy?- si volta verso di me, scoppiando a ridere.
-Sai cosa dovrei fare per ottenere quei soprannomi?-
-Dimentichi chi ti ha fatto scoprire Grey's Anatomy-
-Dimentichi chi ti ha consolato quando sono morti, rispettivamente, Mark e Derek-
-Touché-
-Senti, ti vanno bene omelette al prosciutto e formaggio, avocado toast e patatine?-
-Il mio giorno libero era ieri, oggi è lunedì e...-
-Rosebelle rilassati, se ci pensassi di meno, ti verrebbe più facile-
-Va bene va bene come vuoi- lo osservo prendere una padella e metterla sul fuoco. Aggiunge un goccio d'olio e rompe un uovo al suo interno. –Tanto mi hai detto che mi amavi quando ero dieci chili in più, quindi-
-Rose, i chili che hai perso erano principalmente acqua, non eri in sovrappeso-
-Questo perché tu mi guardi con gli occhi dell'amore- a quel punto schiocca le dita, le mie labbra si serrano di colpo. Cerco di parlare, ma inutilmente. Mi ha appena lanciato un incantesimo?!
-Non ti sopporto quando ti fai tutti questi problemi, sei perfetta così, non farti tante paranoie quando sei bellissima-
-Non ti azzardare mai più a zittirmi con la magia- Will si volta a rallentatore, lo sguardo vitreo e il volto pallido.
-Come hai fatto?-
-Mi sembra chiaro chi sia il più forte tra i due-
-Non ci posso credere, non avevi nemmeno poteri fino a quattro anni fa- borbotta, ritornando a cucinare.
-Accettalo Manson, devi rassegnarti-
-Sono io il più potente del gruppo, è una cosa risaputa sin da quando eravamo matricole-
-Ai tempi io non sapevo nemmeno che mio padre fosse un mago, quindi...adesso c'è un nuovo sceriffo in città-
-Ti odio-
-L'anello con diamante da sei punto cinque carati che porto al dito la pensa diversamente-
-Sapevo che lo avresti usato contro di me-
-Continui a darmi il coltello dalla parte del manico- mi avvicino a lui e cingo la sua vita con le braccia.
-Spostati Rosebelle, ho paura che l'olio possa schizzarti addosso-
-Sei davvero dolcissimo- gli stampo un bacio proprio sotto la nuca, facendolo ridere.
-Daniel Manson dolcissimo, solo tu potevi pensare una cosa del genere...comunque dico sul serio amore-
-Vaaaa bene- ritorno seduta. Mi ritrovo ad osservare questa casa, ogni singolo dettaglio, e mi trovo a sorridere. Ho tanti ricordi qui dentro, sia belli che brutti, da Daniel che si nascondeva da tutto e da tutti alle mattine accanto a lui, ogni singolo momento è impresso in queste mura.
-Sei malinconica-
-Stavo semplicemente pesando a tutti i ricordi che questo posto mi suscita-
-Oh sì, la mia vecchia e cara Rosebelle è tornata. Riprenderai a balbettare?-
-Ma quanto puoi essere stronzo dio mio?- mi ignora, e lancia l'omelette in aria, riprendendola subito dopo. –Non rischiare il nostro pranzo così-
-Rilassati, intanto una è pronta- la mette in un piatto, aggiunge prosciutto e formaggio e la chiude.
-Ti piacerei lo stesso, se mollassi un po' la presa e la smettessi di essere perennemente incazzata con il mondo?-
-Intendi se tornassi dolce ed innocente come quando ti ho conosciuto?-
-Più o meno-
-Alle volte fai davvero delle domande strane-
-O forse sono semplicemente insicura come sempre-
-Rose io ti amo, perché hai questi dubbi?- prepara anche la seconda omelette. A quel punto prende una busta di patate surgelate, le versa in una taglia e le mette nel microonde.
-Perché non ti piacevo ai tempi, ti davo sui nervi-
-Anche adesso lo stai facendo, se è per questo- si volta verso di me, incrociando le braccia al petto. –Mi sono innamorato di te anche per il tuo modo di essere impacciata e dolce, ed è strano che, dopo tutto questo tempo, tu abbia dei dubbi- scrollo le spalle. Daniel sospira, e ritorna a cucinare, portando la sua attenzione, questa volta, sui toast. –Ahi ahi Greyson, nemmeno un solitario riesce a mettere a tacere quella testolina bacata che ti ritrovi-
-Sono un lavoro a tempo pieno-
-Finisca, non voglio più sentirtelo dire. Devi smettere di pensare che sia difficile amarti-
-Lasciami andare al mio destino-
-Tu non lo hai mai fatto con me, ed era davvero difficile starmi accanto in un periodo della mia vita-
-E' stato duro alle volte, ma non mi è pesato, neanche quando tornavo a casa spossata perché tu mi avevi dato addosso per l'ennesima volta-
-Sei stata una santa sotto questo punto di vista, te lo concedo- mette il pancarré nel tostapane e prende una ciotola dal frigorifero. –Avevo pulito gli avocado ieri, solo che non mi ricordo perché-
-Hai vent'anni, la cosa è preoccupante-
-Sto cercando di non usare la magia perché pensavo che fosse più carino prepararti qualcosa in modo semplice, rischiando anche di bruciare il cibo se è il caso-
-L'ho notato, ed è proprio per questo che ho il sorriso che mi fa da un capo all'altro dell'orecchio- si volta verso di me, il volto è rilassato, tranquillo, come mai pima d'ora. A quel punto, sia il tostapane che il microonde emettono il consueto bip di fine, così Daniel, parecchio soddisfatto, spalma l'avocado sui nostri toast e versa le patatine sul piatto.
-Credi che potrei andare a Masterchef?-
-Cerca di rimanere umile Manson, lo dico per te- si siede a capotavola, guardandomi di traverso. –Comunque non ti ho mai detto che le mie coinquiline si sono letteralmente innamorate di te dopo che sei venuto a trovarmi-
-Non mi stupisco-
-Che cosa ti ho detto soltanto cinque secondi fa?-
-Amore, che io sia bellissimo è un dato di fatto-
-Ti odio-
-Assaggia su, sono pronto a ricevere complimenti- taglio l'omelette e ne prendo un boccone.
-Cavolo è buono, hai imparato a cucinare mentre ero via?-
-Sì, senza di te e senza pericoli non c'è molto da fare, ho persino finito gli esami in anticipo-
-Sono davvero tanto orgogliosa di te, della persona che sei diventata, di quel che hai fatto, di come ragioni...ti amo davvero tanto Daniel Manson-
-Sai, alle volte vorrei vedermi con i tuoi occhi, mi hai sempre concesso il beneficio del dubbio-
-Ho sempre creduto nelle tue buone intenzioni- piega un lato della bocca. Mi chiedo per quale motivo abbia ancora questa considerazione di lui, ha dimostrato in tutti i modi di essere un ragazzo fantastico. –Ma, come ho detto ieri, basta parlare del passato, ne siamo ossessionati-
-E tu come farai a rinfacciarmi la mia negligenza del passato?-
-Perché dovrei farlo?- gli sorrido. Il ragazzo, dal canto sua, mi guarda come se fossi un'aliena. –Era proprio questo che volevo evitare-
-No no che hai capito, stavo solo pensando che era da molto tempo che non ti vedevo tanto tranquilla e serena-
-Beh ancora non sono iniziate le lezioni, quindiiii...- continuo a mangiare, avevo davvero bisogno di mettere qualcosa nello stomaco, anche perché sento ancora un po' di nausea dovuto all'alcol. –Senti, visto che sei tanto bravo, perché non cucini tu a casa? Gli incendi si sono ridotti solo del cinque percento negli ultimi due anni, non va ancora bene-
Sbaaaam!
che cosa nascondono cassie e daniel? e che cosa è successo albus?
alle volte, se penso che porto questi ragazzi con me da quasi 4 anni, mi viene da piangere.
anyway, ho pubblicato una nuova storia. si chiama 'dark heaven', è ambientata a londra, più che altro ad oxford, ed ha un'area dark che, secondo me, potrebbe piacervi. passateci se avete tempo.
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