It's nice to have a friend

– Occhio, sta per caderti la testa – sussulto e mi sveglio dal mio stato di torpore quando, dopo un paio di ore, Daniel riprende finalmente conoscenza e si sveglia.
– Tu stai bene! – mi alzo e mi siedo sul letto, prendendo il suo volto tra le mani. – Tu stai bene! –
– Greyson, le unghie mi stanno perforando la pelle. –
– Scusa – mi passo le mani sul volto. – Tu stai bene! –
– Sì, questo lo abbiamo appurato, visto che è la terza volta che lo dici. –
– Pensavo di averti perso Daniel, di averti perso definitivamente. –
– Benvenuta nel mio mondo – prendo il cuscino e glielo sbatto sul volto. – Noto con piacere che la tua preoccupazione è finita nel giro di un nonnulla –
– Non posso nemmeno darti la colpa di essere stato avventato, visto che sei stato colto di sorpresa! –
– Vero, mentre invece il sottoscritto, in passato, ha potuto prendersela con te taaante volte, visto che si è trattato, nella maggior parte dei casi, di missioni suicide in piena regola. –
– Come ti senti? -
– Normale, cioè non ho dolori, non ho fastidi...è come se non avessi avuto niente, anzi, mi sento quasi riposato. –
– Riposato? Eri in una pozza di sangue. –
– Ma tu mi hai salvato, perciò... – si stringe nelle spalle. – Anche se penso di aver giocato una buona parte, visto che sono piuttosto potente – mi lascio ricadere sul letto, i capelli che sfiorano quasi il terreno. – Che succede Rose? –
– Intendi a parte il fatto che ho rischiato di perderti? –
– Ma sono qui adesso mi pare, o sbaglio? – non rispondo, limitandomi a sospirare.
– Okay okay, adesso faccio il serio – si sdraia accanto a me, portando un braccio dietro la testa. – Sto bene, non preoccuparti. Ammetto che, quando quel pezzo di merda mi ha infilzato, ho provato un dolore lancinante, paragonabile soltanto a quello che ho percepito quando tu ti sei tagliata le vene, e non ti mentirò, per un attimo ho pensato che fosse finita per me...tuttavia, dopo i primi minuti di smarrimento, dopo essere svenuto, ho sentito un forte calore avvolgermi, ed eri tu Rosebelle –
– Lieta di essere stata d'aiuto – nascondo il volto con le mani. Vorrei scoppiare a piangere, vorrei urlare, vorrei riuscire a sfogare tutta la paura e la rabbia che ho provato nelle ultime ore ma, invece, rimango in silenzio, immobile, come se mi fossi paralizzata.
– Andiamo Greyson non fare così, tutto è bene quel che finisce bene. –
– Stava per non finire bene Daniel. –
– Sai che, di solito, sono io che faccio questi discorsi a te? I ruoli si sono invertiti per una volta. –
– Sì okay, ho finalmente capito che cosa hai provato tu in tutti questi anni, sei contento? –
– Di più. Sono soddisfatto, sono riuscito ad insegnarti una lezione pur non volendo, questa è arte. –
– Sei un idiota colossale – a quel punto mi abbraccia, stringendomi al suo petto. – Un idiota colossale –
– Guarda il lato positivo: se non avessi rischiato di perdermi, non avresti cacciato quel potentissimo urlo che ha inchiodato Mike e che ha permesso agli altri di catturarlo. –
– È stato fin troppo facile. –
– No. Ho assistito alla scena anche se ero svenuto, era come se fossi uscito dal mio corpo, e ho visto di cosa sei stata capace. Eri l'unica in grado di fermarlo, gli incantesimi di mio padre, di una buona parte del nuovo Consiglio e dei nostri amici non sono nemmeno riusciti a colpirlo. –
– Non lo so Daniel, mi è sembrato tutto troppo facile. –
– Ma se, fino a cinque minuti fa, ti stavi lamentando del fatto che mi avesse quasi fatto fuori? – non rispondo, mi limito ad accucciarmi contro il suo petto e ad avvolgere le braccia intorno ai suoi fianchi. – Sono qui Rosebelle, ti assicuro che non vado più da nessuna parte –
– Non possiamo saperlo. –
– Beh in realtà sì, visto che sei tu che mi hai riportato qui o, quantomeno, che mi hai curato. –
– Non so nemmeno che cosa ho fatto Daniel. –
– Non ha importanza, hai seguito il tuo istinto e, ancora una volta, si è rivelata la scelta migliore – sospiro rumorosamente. – Dai Rose su con la vita, ne abbiamo passate di peggio –
– Tipo? –
– Tipo la volta in cui sei morta per quasi quarantott'ore, ti assicuro che ho ancora gli incubi di tanto in tanto. –
– Non ti criticherò più, te lo prometto. –
– Intendi dire che, adesso, sarai tu quella a segnarsi tutti gli orari delle mie lezioni? –
– Questo non accadrà mai, te lo assicuro – alzo appena lo sguardo verso di lui. – Tuttavia voglio assicurarmi che Mike non sia realmente più un problema –
– Rosebelle... – si stacca da me e si solleva su un fianco. – Per quale motivo devi andare a svegliare il can che dorme? –
– Voglio soltanto essere sicura che sia lontano dalle nostre vite una volta per tutte. –
– Perché non lo hai ucciso? – mi chiede. – Ne hai avuto la possibilità –
– Perché non mi avrebbe reso diversa da lui – gli occhi di Daniel si scuriscono, senza però diventare viola come al suo solito. – Che c'è? –
– Io ho massacrato Morsein e gli Psuché invece, quindi direi che non sono proprio la migliore delle persone. –
– Hai ceduto alla rabbia, questo non significa proprio niente. Anche io, per un momento, sono stata tentata di massacrarlo, ho soltanto avuto più autocontrollo, e poi devi considerare che, nel tuo caso, io ero già morta, mentre tu eri ferito. –
– Quello che dici non ha per niente senso. –
– Lo so, me ne sono resa conto anche io. –
– Rosebelle Greyson che non solo ammette di non aver saputo spiegare qualcosa, è la prima volta che assisto ad un evento del genere. –
– È assurdo che tu sia morto eppure riesca comunque a prendermi in giro. –
– È il mio lavoro Greyson, dovresti esserci abituata ormai – roteo gli occhi. – Ehi, sono qui. Ti prometto che mi impegnerò affinché non ci accada più niente di brutto –
– Sai qual è il problema Daniel? Che ogni volta ce lo prefiggiamo come obiettivo ma poi, alla fine, rimaniamo sempre incastrati in qualcosa. –
– Lo so – mormora. – Ma ti prometto che farò qualsiasi cosa è in mio potere per porre rimedio a questa situazione, fosse l'ultima cosa che faccio in vita –
– Sta volta abbiamo rischiato che fosse davvero così. –
– Beh guarda il lato positivo, adesso siamo quasi pari, non sarò più l'unico a poter rinfacciare tutte le morti scampate. –
– Okay cambiamo discorso – esclamo. – Non...non ne voglio più parlare –
– Va bene capo, che vuoi fare allora? –
– Tu rimani qui a riposare, io vado a parlare con tuo padre. –
– Rosebelle – esclama, mentre io salto giù dal letto.
– Devo averne la sicurezza, sai come sono fatta. –
– Sei patologica. –
– Ne sono consapevole. –
– Cerca di stare il più possibile lontana da lui okay? –
– Ho detto che parlerò con Derek, mica con Mike. –
– So che ne saresti capace. –
– Non preoccuparti – lo guardo per un'ultima volta ed esco dalla stanza, scendendo giù per le scale.
– Si è svegliato? – domanda Chris, non appena mi vede, io annuisco. – Vado a trovarlo –
– Vengo con te – aggiunge Luke. – Non l'ho ancora visto –
– Voi state bene? –
– Le nostre ferite sono già guarite, non preoccuparti – Luke poggia una mano sulla mia spalla e mi sorride.
– Ci siamo presi un bello spavento eh? – dico, rivolta a Derek. – Inutile che ti chieda come stai –
– Come hai detto tu, ci siamo presi un bello spavento. È successo tutto talmente in fretta che neanche mi sono accorto di cosa fosse successo. –
– È stato un attimo, un battito di ciglia. –
– Ma tu lo hai salvato. –
– Non chiedermi come, perché non ho la più pallida idea di ciò che ho fatto. –
– L'ho notato, quand'è che smetterai di agire impulsivamente? –
– Ma se poco fa hai detto... –
– So benissimo che cosa ho detto Rosebelle, ma questo non cambia comunque le cose: devi smetterla di andare all'arrembaggio. –
– Avevo studiato il piano nei minimi dettagli! –
– Perché Albus ha tentato di fermarti. –
– Rana dalla bocca larga – bofonchio. – Beh comunque tutto è bene quel che finisce bene –
– Alle volte parlare con te è come parlare con Daniel, siete due teste dure. –
– È per questo che litighiamo così spesso. –
– Vuoi chiedermi di Mike vero? –
– Se non sapessi che è impossibile, direi che mi hai letto nel pensiero. –
– Sei più prevedibile di quel che pensi – si appoggia con il fondoschiena al tavolo e incrocia le braccia al petto. – È in una cella di massima protezione –
– È stato fin troppo facile non credi? Nessuno di voi è riuscito a colpirlo, poi arrivo io, che non sapevo nemmeno cosa stessi facendo, e sbam, lui viene catturato. –
– Hai idea di quanto fosse forte l'urlo che hai lanciato? – scuoto la testa. –Ecco appunto. Hai bloccato anche noi, è stato molto difficile riuscire a muoversi –
– Come è possibile? – l'uomo non risponde. – Perché i miei poteri diventano più forti ogni giorno che passa? Perché se ne sviluppano sempre di nuovi? È per quella vecchia leggenda? –
– Non ne ho la più pallida idea Rose, ma vorrei tanto saperlo. –
– Anche io se è per questo, più che altro per capire che cosa devo aspettarmi. –
– Purtroppo ci sono cose, come questa, che non possiamo controllare, che ci piaccia oppure no. –
A me, appunto, non piace. –
– Non abbiamo altra opzione – assottiglio le labbra, spostando il peso dalle punte ai talloni. – Non ci pensare minimamente –
– Non sai nemmeno cosa volessi dirti! –
– Non ti permetterò di andare a parlare con lui. –
– Sei sicuro di leggere nella mente? Perché è la seconda volta che ci azzecchi. –
– Come ti ho detto prima, sei abbastanza prevedibile. –
– Derek io penso... –
– Non m'interessa che cosa pensi – esclama. – Non andrei a parlare con Mike. Hai dimenticato l'effetto che ha su di te? –
– Oggi me la sono cavata bene – mi stringo nelle spalle. Solo in questo momento mi rendo conto che tutto questo è successo nel giro di una manciata di ore.
– Sei ancora debole. –
– Sto bene – ribatto. – Dico sul serio –
– Anche se acconsentissi, e non vuol dire che lo farò, dovresti aspettare un paio di giorni, prima dobbiamo interrogarlo. –
– Non vi dirà niente. –
– E cosa ti fa pensare che parlerà con te? -
– Perché sono la sua ossessione – deglutisco a fatica. – Infatti non voleva farmi del male, voleva semplicemente che mi unissi a lui, ha rapito Daniel, Diana e River affinché andassi da lui –
– Questa cosa ha dell'incredibile – l'uomo scuote la testa.
– Come sta River a proposito? – mi sento in colpa per essermene ricordata solo ora, devo smetterla di pensare sempre e solo a Daniel.
– Sei riuscita, incredibilmente, a salvare anche lui, sono davvero orgoglioso di te in questo momento. –
– Come l'ha presa mia madre questa volta? –
– Come tutte le altre – ridacchia. – Non è per niente contenta –
– Ehi, però questa volta ho avvertito, dovrebbe apprezzarlo. –
– Apprezzerebbe di più se tu la smettessi di cacciarti nei guai. –
– Non ho fatto assolutamente niente questa volta. Tra l'altro non avevo tantissime opzioni. –
– Avresti dovuto aspettarci. –
– Perché non fate che ripetermelo tutti? –
– Perché è quello che avresti dovuto fare. Sai benissimo che non avrebbe più ferito i ragazzi. –
– Non ce la facevo – mormoro. – Dovevo intervenire –
– Rose, quello che voglio farti capire è che, fino ad ora, ti è andata bene, ma non puoi continuare a fare il kamikaze. –
– Io non faccio... – incrocia le braccia al petto e mi guarda con un sopracciglio alzato. – Okay magari sì ma... – in quel momento il suo cellulare squilla. L'uomo mi fa segno di aspettare un attimo, lo prende e lo porta all'orecchio.
Non credo che il mio atteggiamento possa propriamente definirsi da kamikaze. Sì okay, di tanto in tanto tendo a gettarmi nelle situazioni senza pensarci più di tanto, soltanto per il bene del prossimo, ma questo non significa che rischio puntualmente di morire. Credo, infatti, che sia diventata più che altro una credenza comune, un qualcosa che tutti dicono e a cui, per questo, tutti credono, un po' come la storia che Daniel è un cattivo ragazzo.
– Mike è scappato – esclama, a quel punto, Derek. – Ha ucciso tutte le guardie ed è andato via –
­– Come? – lo sapevo, sapevo che era fin troppo facile. – Dobbiamo... –
– No Rose – taglia corto. – Voi non dovete fare proprio niente –
– Verrà per noi, per me, lo sai. –
– Appunto per questo dovete andare via immediatamente. Mai pensato di passare un altro semestre all'estero? –
– Derek non sto capendo. –
– Farò in modo che tu ed i ragazzi veniate mandati in parti del mondo diverse. Più dispersi siete, meno possibilità avete di essere rintracciati. –
– Vuoi dividerci? Sai che non funzioniamo divisi. –
– Purtroppo, in questo momento, non avete altre opzioni. Non sappiamo cos'abbia in mente Mike, quindi dobbiamo cercare di agire d'astuzia e nascondervi, almeno per un po'. D'altronde Albus ci è riuscito per un anno, penso possiate riuscire a rimanere nascosti almeno fino all'estate. –
– Non lo so Derek, non mi sembra una buona idea. -
– Non devi sembrarti una buona idea Rose, devi solo farlo e basta – chino leggermente la testa, sospirando. – So che non ti piacciono i comandi, so che non ti piace eseguire a testa bassa ma, in questo momento, è l'unica cosa che puoi fare – lo guardo, senza proferire parola. – Mi dispiace ma purtroppo è così, almeno per questa volta –
– C'è qualcosa che io possa fare o dire per farti cambiare idea o, quantomeno, per far sentire la mia voce? –
– No. Per una volta fai decidere i grandi. –
– Oh ti prego, non siamo più dei bambini, abbiamo vent'anni. –

🏹🏹

La sveglia suona ed io mi metto seduta sul letto. Daniel non è accanto a me, probabilmente sarà in cucina a preparare i pancakes.
Sono quasi due mesi che ci hanno disperso per il mondo, a coppie di due, mentre il resto del Consiglio setaccia ogni parte del globo alla ricerca di Mike che, tuttavia, per l'ennesima volta, sembra essere sparito dalla faccia della terra.
– Da quanto tempo sei sveglia? – il ragazzo, come volevasi dimostrare, è sull'uscio della porta, che regge un piatto di pancakes.
– Pochi minuti, non preoccuparti. – si avvicina a me, si siede sul letto e sorride. – Tanti auguri sua altezza, mi risulta che compia ventuno anni oggi. –
– Risulta anche a me – si sporge e mi bacia. – Cavolo ci sono arrivata sul serio, non lo credevo possibile –
– Nemmeno io se devo essere sincero ma ehi, a quanto pare sei sopravvissuta! – mi porga un piatto e una forchetta. – Anche se non mi sembra che tu ne sia tanto contenta –
– Non fraintendermi, sono contenta, come sono contenta di essere qui con te nonostante tutto... –
– ...ma –
– Ma, quando pensavo ai miei ventuno anni, ero convinta che avrei festeggiato anche con i ragazzi. –
– Per questo eri tanto riluttante a festeggiare – annuisco. – Ascolta, so che la situazione non è delle migliori, e che mio padre ci ha spedito rispettivamente in Spagna, Svezia, Italia e Germania, però cerca di guardare il lato positivo: quel giorno di marzo poteva finire molto peggio, e tu lo sai benissimo. –
– Già – mormoro. Il volto di Daniel mezzo moribondo mi balena ancora nella testa. – Però questo no mi rincuora per niente, visto che nessuno sa che fine abbia fatto –
– Rose no, oggi non si parla di Mike, non lo si pensa nemmeno. –
– Un po' difficile come cosa. –
– Intanto maggio, al resto ci pensiamo dopo – prendo un boccone, il ragazzo sospira. – Ancora un paio di mesi e potremmo tornare a casa lo sai –
- E il senso di tutto questo allora quale è stato? Non lo hanno trovato, ci hanno mandato via per niente! –
– E quale sarebbe potuta essere l'altra opzione? –
– Rimanere a New York e aspettare che si palesasse, a quel punto avremmo potuto tranquillamente catturarlo. –
– 'Tranquillamente', perché l'ultima volta è andata così bene... –
– Noi non torneremo questa estate Daniel – il ragazzo corruga la fronte. – Se Mike non viene catturato, noi resteremo confinati in Europa, senza possibilità di ricongiungerci o di fare qualcosa -
– Non erano questi i patti. –
– Ma è questo il motivo per cui ci hanno separato: avevano paura che Mike se la prendesse con noi ma, nel frattempo, loro non sono riusciti a trovarlo. –
– Rosebelle... –
– E fino a quando non lo troveranno noi non potremmo tornare. –
– Rose! – afferra il mio volto tra le mani. – Non oggi okay? Non oggi –
– Okay va bene – prendo un respiro profondo. – Lo farò solo per te –
– Ti ringrazio Greyson. –
– Sei ancora il mio ragazzo preferito – sorride, mentre io riprendo a mangiare. – Sono venuti buoni –
– Sembri stupita. –
– Ero seriamente convinta li avresti bruciati. –
– Ma se cucino meglio di te. –
– Non mi risulta di averlo mai detto. –
– Non era necessario, non sei la legge amore mio – scoppio a ridere sonoramente, per poi scuotere la testa. Derek era contrario a farci sparire insieme, ha detto che sarebbe stato fin troppo prevedibile, ma Daniel, dal canto suo, si è dimostrato irremovibile sotto questo punto di vista. – E va bene, devi proprio rovinarmi la sorpresa ogni volta –
– Che intendi dire? –
– Che c'è stato un piccolo strappo alla regola – ad uno ad uno compaiono in camera Daisy, Chris, Albus, Diana, Audrey e Luke. – Pensavi davvero che ti avrei lasciata sola con questo coglione il giorno del tuo compleanno? –
– Ma Derek... –
– Ti risulta che io dia ascolto a qualcuno dei Manson? – Daisy mi abbraccia. – Tanti auguri Rosebelle –
– Non rischiamo di finire nei guai vero? -
– Ma se fino a cinque minuti fa rompevi le scatole che non ti piaceva per niente questa situazione, certo che non sei mai contenta. –
– Non riesci a leggere tra le linee Daniel. –
– Quali linee? – il ragazzo strabuzza gli occhi. A quel punto, neanche ci fossimo messi tutti d'accordo, ci dirigiamo verso di lui e lo inglobiamo in un abbraccio, stringendoci forte l'uno con l'altro. – Cos'è tutto questo affetto verso il sottoscritto? Non è una cosa a cui sono abituato –
– Sta' zitto per una volta – esclama Albus. – È un momento profondo –
– Questo momento profondo mi sta facendo sentire claustrofobico. –
– E smettila di lamentarti, fingi che tu sia accerchiata da sette Rose. –
– Il mio peggior incubo Diana, te lo posso assicurare. –
– Okay okay – Luke scioglie l'abbraccio, per poi schiarirsi la voce. – Stava per diventare paonazzo –
– Vi ringrazio. Quando torneremo a casa ripasseremo il concetto di 'spazio personale'. –
– Se torneremo a casa – dico. – Fino a quando non avranno catturato Mike non ci faranno rimettere piede a New York, questo è poco ma sicuro –
– Rosebelle è il tuo compleanno, per una volta cerca di rilassarti –
– Ci ho provato Daisy, ma è una testa dura lo sai. –
– Non sono... – i ragazzi mi guardano. – È davvero bello avervi qui –
– È davvero bello essere di nuovo tutti qui insieme – esclama Albus. – Sembra essere passata un'eternità –
– Solo un mese e mezzo in realtà, la stiamo facendo troppo drammatica – Daniel si stringe nelle spalle. – E sono sicuro che, una volta finito il semestre, potremmo ritornare alla normalità, e se così non fosse, a me non dispiace per niente stare in Europa, lontano dai problemi –
– Dopo tutti questi anni non hai ancora imparato che i problemi ci seguono come dei bravi cagnolini? –
– Dopo tutti questi anni, mia cara Rosebelle, non hai imparato a pensare positivo? –
– Non è questione di essere positivi o negativi, ma realisti, che è diverso. –
– Ah ah – corruga la fronte. – Coooome vuoi tu Greyson –
– Ehi, è il mio compleanno, sono io che comando oggi. –
– Perché è diverso tutti gli altri giorni? – le labbra di Daniel si curvano appena.
E, in effetti, non ha tutti i torti, me la dà sempre vinta.
Daniel
– Sei stato carino a far venire tutti qui per il suo compleanno, lo scorso anno ci hai escluso a prescindere – cammino con Luke con un mazzo di rose tra le mani. La torta arriverà direttamente al locale, era troppo grande perché potessi trasportarla io.
– Lo scorso anno c'era un clima diverso, ci eravamo praticamente lasciati. –
– Ripetimi come sei riuscito a sistemare tutto in due settimane. –
– Non ho fatto niente in realtà, sono semplicemente rimasto a Parigi, l'ho ascoltato e ho lasciato che la città più romantica del mondo facesse il resto. –
– Certo che a te piace vincere facile – ridacchio. È vero, ho sfruttato appieno il momento, il fatto che Rose amasse Parigi e che fosse particolarmente felice.
– Sto con lei da quasi quattro anni – mi blocco. È passato così tanto tempo? Com'è possibile? – In qualche modo dovevo comunque ingegnarmi, con lei parti a prescindere in minoranza –
– Non faccio fatica a crederlo, nonostante mi sembri particolarmente in contrasto con la Rose che conoscevo io. –
– Invece no. Se ci fai caso, se la osservi da vicino, ti renderai conto che in realtà è ancora lei. –
– Forse per te è più facile, insomma, l'hai vista giorno per giorno per circa sette anni, io per quattro l'ho persa. –
– In effetti non hai tutti i torti, ti sei perso delle parti fondamentali. –
– Che voi avete provveduto a raccontarmi in modo dettagliato più di una volta. –
– Noto una certa nota di sarcasmo in questa tua affermazione. –
– E perché mai? – finge stupore, per poi scoppiare a ridere. – Albus è stato bene in questi mesi comunque, non ho notato alcun comportamento strano o sospetto –
– Non pensavo che lo lasciassero a te. –
– Non lo trattare come un pacco, è una persona. –
– Non lo sto...è difficile avere a che fare con lui, lo hai visto anche tu. –
– Non è che tu sia proprio la persona più calma di questo mondo – entriamo nel campus dell'università, come al solito la vita qui comincia dopo le dieci di mattina, è assurdo quanto se la prendano comoda in questo Paese. – Hai ancora paura che lui possa diventare migliore e, di conseguenza, che Rose possa riprenderselo –
– Ma figurati – borbotto, sentendo un improvviso calore al viso. – Si sono lasciati nel duemilatredici, ora siamo nel duemiladiciotto, fatti due calcoli –
– In realtà non si sono lasciati, Albus è semplicemente scomparso – lo incenerisco con lo sguardo. – Non te lo sto dicendo per farti arrabbiare, è un dato di fatto –
– Non mi piace questo 'dato di fatto'. –
– Non ti piacciono mai quando riguardano loro due, eppure una volta eri contento che stessero insieme. –
– 'Una volta' appunto, è passato un po' di tempo – noto Rose di spalle parlottare con le ragazze, perciò mi avvicino a lei e faccio sbucare i fiori davanti al suo volto. – Buon compleanno principessa –
– Non mi hai mai chiamato così – ridacchia e prende i fiori, per poi voltarsi verso di me. – Grazie, sono bellissimi –
­– Mi ha fatto girare per tre fiorai – borbotta Luke. – Quindi sono molto contento che ti siano piaciuti –
– Stai rovinando ogni cosa oggi, per caso in Svezia ti hanno insegnato come essere un pezzo di ghiaccio? –
– Ah ah, spiritoso. Ti sei mai reso conto che, spesso, cadi in cliché, luoghi comuni e stereotipi? –
– Ma che ti ho fatto? –
– Che succede? – chiede, a quel punto, Rose.
– Niente – si affretta a rispondere lui. – Sono tranquillissimo, è Daniel che è un po' su di giri oggi –
– Io non sono mai su di giri – corrugo la fronte. – Proprio mai –
– Devo andare a lezione adesso – esclama la ragazza. – Vuoi venire con me Luke? Almeno non rimani indietro –
– Sì, onestamente non avevo proprio voglia di sorbirmi una lezione di chimica. –
– Ma che ti ho fatto? – sgrano gli occhi. Per quale motivo Luke ce l'ha tanto con me? Non ci siamo nemmeno visti in questi mesi, quindi non riesco a capire che cosa abbia contro di me. – Giuro che sto cercando di sforzarmi ma non capisco –
– Non ti preoccupare, non stressarti troppo – mi canzona Rose. – Sono sicura che andrà tutto bene –


Sbaaam!

mi sono ricordata di pubblicare, first reaction shock.

oggi è stata una giornata un po' dura, quindi stavo cercando qualche motivo per distrarmi, voi che mi raccontate?

vi comunico, inoltre, che la storia sta per finire, manca l'ultimo capitolo per questo libro che ho iniziato a pubblicare a febbraio 2021 e che ho anche finito di scirvere da un bel po'. è la rpima volta che mi succede di far durare così tanto una storia.

voi invece che mi raccontate?

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