Capitolo 9

Con i muscoli stanchi e la testa che doleva, Cristina si trovò davanti alla porta della sua stanza. Stava per girare la chiave quando sentì una mano posarsi pesantemente sulla sua spalla. Spaventata, si voltò di scatto per poi scoprire, con grande sollievo, che si trattava di Bianca.

<< Non lo fare mai più...>> fu tutto quello che riuscì a dirle con voce  un po' tremante.

<< Scusami, non volevo metterti paura>>. Mentre lo diceva, Bianca osservò meglio l'amica << Hai tutta l'aria di essere stata baciata poco fa, mi sbaglio?>> aggiunse maliziosa.

Dopo un'iniziale esitazione, Cristina capì che negare sarebbe stato del tutto inutile perciò si limitò ad annuire.

<< E non è difficile indovinare di chi si tratta...>> continuò Bianca

<< Indovinato anche questo...>>

<< Sei innamorata di lui?>>

Questa domanda colpì Cristina come una pugnalata in pieno petto, togliendole ogni possibilità di replica. Aveva la sensazione che la sua vita si stesse biforcando: da un lato il suo passato e il desiderio di vendetta nei confronti di Paolo Furnier, dall'altro i sentimenti che provava per Ludovico, suo uomo di fiducia e per giunta fratello di Jacopo...

<< Ascolta, ho pensato molto alla nostra precedente conversazione riguardo questo argomento>> concluse Bianca sospirando pesantemente << So di essere stata la prima ad essere perplessa riguardo una tua eventuale relazione con il marchese Mosca Manin e ancora adesso, per i motivi che entrambe sappiamo benissimo, non riesco ad approvarla pienamente. Però ti voglio bene non come domestica ma come amica. E come amica, ti posso garantire che meriti di essere felice >>.

Fu quell'ultima frase che fece prendere a Cristina la decisione definitiva. Si alzò, abbracciò forte Bianca e senza perdere altro tempo, si precipitò fuori. Il tragitto per raggiungere la barca di Ludovico le sembrò brevissimo: forse per l'emozione, forse per le gocce di pioggia che stavano iniziando a cadere, o forse perché temeva di non trovarlo più...

Le sue congetture trovarono risposta qualche istante dopo, quando Ludovico le aprì e  si bloccò, con gli occhi che brillavano.

<< È troppo tardi?>> gli chiese timidamente Cristina. Una semplice domanda, eppure così ricca di significati inespressi...

Il marchese, mentre l'aria veniva spezzata dai tuoni, le prese la mano guidandola lentamente all'interno della barca per poi attirarla a sé, poggiando la fronte contro la sua.

<< Non è mai troppo tardi per me>> le sussurrò, scostandosi leggermente da lei per guardarla meglio, bellissima e misteriosa allo stesso tempo << Ma non accadrà nulla che non sarà voluto da entrambi, lo prometto>>.

A sua volta Cristina si soffermò su di lui. Non aveva mai visto Ludovico, l'uomo che era entrato improvvisamente nella sua vita sconvolgendola, così affascinante. Le bastò fissare lo sguardo su quegli occhi così intelligenti e dolci per trovare una risposta alla domanda che l'aveva tormentata fino a poco prima: sì, era innamorata di Ludovico. Erano innamorati.

Come spinta da una nuova forza interiore, lasciò che il marchese si avvicinasse e in un istante si unirono in un bacio molto più lungo e caldo rispetto al precedente.

<< Allora lo vuoi anche tu?>> si assicurò Ludovico quando si staccarono per riprendere fiato

<< Mai stata più sicura in vita mia...>> gli rispose Cristina prima che Ludovico, felice, riprendesse a baciarla appassionatamente.

Quella notte fecero l'amore intensamente, ma anche con molta calma e dolcezza, godendosi appieno la loro perfetta intesa, sia fisica sia mentale. Alla fine, quando la stanchezza ebbe la meglio su entrambi, Ludovico la avvolse in un abbraccio facendole appoggiare la testa sul suo petto. Cristina fece per parlare, ma lui le mormorò all'orecchio: << Shhhh, non sprechiamo questo bel momento>>. Cristina annuì e sul suo volto nacque un piccolo sorriso mentre si addormentava, cullata dal rumore del temporale che infuriava fuori e coccolata da Ludovico che le passava le dita tra i capelli.

Il marchese Mosca Manin rimase a vegliarla ancora per un po', guardandola con tenerezza fino a quando non sentì le palpebre pesanti che lo indussero a lasciarsi andare ad un sonno profondo.


<< Dunque è vero>> mormorò il Doge Paolo Furnier con gli occhi spalancati mentre osservava per l'ennesima volta lo spillone fattogli avere dalla spia dei De Neris. Aveva sperato fino all'ultimo che si trattasse di un errore, per questo, malgrado fosse notte fonda, aveva convocato d'urgenza il cardinale Egidio. << Il fantasma di Oliviero Valentini, Duca di Roccabruna, è ancora tra noi>>

<< Via, Eccellenza>> lo rassicurò Egidio De Neris con un sorriso beffardo << Non crederete ai fantasmi>>

Furnier balzò in piedi, furibondo: << Come osate parlarmi...>> tuonò

<< Ho solo detto>> lo interruppe il cardinale con voce secca e ferma, ben consapevole di poterselo permettere data la sua posizione << Che non c'è nulla di cui preoccuparsi. Conosciamo tutti quella storia: il Duca era completamente impazzito per le troppe pressioni dovute alla sua candidatura alla massima carica. Così ha compiuto una vera e propria strage e incendiato la sua stessa casa prima di uccidersi>>.

<< Eppure io l'ho vista >> continuò Furnier, testardo << ho visto i suoi occhi...>>

<< Se proprio volete credere che questa donna abbia un legame con la vicenda, fate molta attenzione. Ho notato che è molto vicina ad uno dei vostri uomini più fidati, il marchese Ludovico Mosca Manin. Anzi, oserei addirittura dire che c'è amore tra lorovisto che, proprio in questi giorni, lui ha sdegnosamente rifiutato la mano di mia sorella Lavinia.>>.

A quel punto, Furnier non potè più trattenersi: << Ludovico deve assolutamente sapere!>> esclamò << Lo convocherò domani stesso con la scusa di parlargli di rapporti commerciali urgenti e gli dirò la verità>>

Sul viso di Egidio De Neris comparve un ghigno: << Se posso permettermi, Eccellenza, io avrei un'idea che può aiutarvi maggiormente nel vostro intento e consentirmi di mettere in atto una piccola vendetta nei suoi confronti per il torto fatto alla mia famiglia>>.

Alla fine del discorso del cardinale, Furnier dovette constatare che aveva ragione: quel'idea li avrebbe aiutati entrambi. Congedò il cardinale con la promessa che si sarebbero rivisti l'indomani e si ritirò nelle sue stanze.

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