Capitolo 17

I giorni successivi trascorsero senza grandi eventi fino alla sera in cui a palazzo Mosca Manin avrebbe avuto luogo la festa di fidanzamento tra il marchese Ludovico e la baronessa Lavinia De Neris. Mancava poco all'arrivo degli ospiti e il padrone di casa, aiutato dal suo valletto, stava finendo di prepararsi quando Giuseppina venne ad annunciargli la visita del conte Vittorio Bernardello.

<< Sei molto in anticipo>> scherzò dopo che l'ebbe raggiunto in salotto.

<<Lo so>> rispose Vittorio <<ma volevo starti vicino fin da subito in un giorno così importante per te. Maria e i ragazzi mi raggiungeranno più tardi, quando arriveranno anche gli altri>>

Ludovico, colpito dalle sue parole, lo abbracciò senza dire nulla, dopodiché lo fece accomodare.

<<Sei felice?>> gli chiese l'amico a bruciapelo.

Anche questa volta, il marchese non riuscì a rispondere: Agnese ed Emilia si rifiutavano ancora di parlargli e aveva perso Cristina. Da un lato avvertiva un gran bisogno di sfogarsi, dall'altro sentiva di non poter rivelargli ciò che provava davvero. Decise, perciò, di mentire: <<Sì, sono felice. Lavinia sarà una buona moglie e una buona padrona di casa. Inoltre il Doge mi ha ribadito proprio ieri che questo matrimonio porterà grandi benefici a tutti per cui è giusto che compia il mio dovere>>.

Vittorio non concordava praticamente su nulla, ma, in nome della loro grande amicizia, non insistette. Aveva già provato a convincerlo una volta ma a quanto pare non c'era più nulla da fare. Proseguirono la conversazione normalmente fino a quando Giuseppina annunciò l'arrivo di Egidio,Lavinia e Antonio De Neris. Il cardinale, con studiata diplomazia, si complimentò subito per l'allestimento mentre la baronessa si diresse immediatamente verso il futuro marito. Tuttavia, durante il breve tragitto, un anziano servitore la urtò accidentalmente versandole qualche goccia di vino sul vestito. Lei, inorridita, lo apostrofò in maniera molto maleducata: <<Fai attenzione, vecchio stupido!>> .

Fu a quel punto che Ludovico, fuori di sé dalla rabbia, la prese bruscamente in disparte portandola con sé in una stanzetta più isolata della casa.

<<Ma siete impazzito?>> sbottò Lavinia

<<Nient'affatto>> rispose Ludovico, che sentiva il sangue pulsargli nelle tempie <<Desidero solo rammentarvi che a breve diventerete una Mosca Manin e dal momento che sarò vostro marito, sappiate che non tollererò un simile comportamento nei confronti delle persone che lavorano qui.>>

<< Non mi intimidite, marchese. Tanto so benissimo che queste sono solo squallide nozze di interesse in quanto vi siete incapricciato di quella sporca decaduta della Valentini di Roccabruna!>>.

Nel sentire nominare Cristina in quel modo, Ludovico si preparò a dire qualcosa di feroce, ma venne interrotto di nuovo dalla governante con un messaggio da parte del Doge: non avrebbe partecipato alla festa di fidanzamento per via di una lieve indisposizione.

<<Pregheremo per la sua salute allora>> disse con il tono più diplomatico che riuscì a tirar fuori e lanciando un'occhiataccia a Lavinia, che ricambiò memore del litigio avvenuto pochi secondi prima.

<<Volevo inoltre avvisarvi, marchese, che gli ospiti stanno iniziando ad arrivare>>

<<Molto bene, Giuseppina. Arriviamo>>.

Mentre li guardava allontanarsi, Giuseppina non ebbe alcun dubbio: sarebbe stato un matrimonio senza amore.


<<Ancora non capisco perché ti ostini ad andare alla vecchia tenuta della tua famiglia!>> esclamò Bianca mentre ultimava la preparazione dei bagagli. Lei e Cristina stavano per lasciare Venezia alla volta dell'Inghilterra.

<<Lo so che può sembrarti assurdo, Bianca, ma ho bisogno di vederla un'ultima volta. Metterò il mio solito travestimento per la notte e farò attenzione>>

Nel vedere così tanta determinazione negli occhi della sua signora e amica, Bianca si arrese: <<Va bene>> rispose <<Davvero non vuoi che ti accompagni?>>

Nel sentire queste parole, Cristina la abbracciò: <<So che lo dici per il mio bene e Dio solo sa quanto te ne voglia anch'io>> mormorò stringendola forte <<ma è una cosa che devo fare da sola>>

Bianca annuì e Cristina, notando che la sua tensione non era svanita dopo che si erano separate, aggiunse: << Sarò di ritorno a breve>>

Pochi minuti dopo, in abiti maschili e mantello da viaggio, Cristina camminava per le calli cittadine in cerca di un'imbarcazione che potesse portarla a destinazione. Ad un certo punto, però, sentì un fruscio alle sue spalle che la fece voltare di scatto.

<< Chi è là?>> gridò

Non arrivò nessuna risposta, ma il fruscio sembrò farsi più vicino, seguito da un sinistro rumore di passi.

Intuendo che qualcosa non andava, fece per sguainare l'arma che portava con sé ma successe tutto in pochi attimi: due uomini la immobilizzarono con due pugni ben assestati che la fecero piegare dal dolore.

<< Maledetti ladri>> biascicò sentendo chiaramente l'odore e il sapore del sangue che le colava dal naso alla bocca

<< Così ci offendete, duchessa>> sogghignarono tenendola per le braccia << ma non preoccupatevi, a breve potrete parlare personalmente con il nostro capo>>.

Cristina fece per replicare ma un colpo dietro la nuca fu l'ultima cosa che ricordò prima di svenire.

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