Capitolo 16

Quando Giuseppina aprì la porta rimase a dir poco sbalordita: Cristina non aveva più quell'aspetto fiero e autoritario di quando l'aveva vista per la prima volta ,mentre aiutava Agnese. Al contrario, il suo viso sembrava stanco e carico di tensione. Tuttavia, ciò non le impedì di sentire dentro di sé un  moto di rabbia nei suoi confronti, date le circostanze.

<<Duchessa...>> si rivolse a lei abbassando leggermente il capo pur sottolineando il titolo con una nota di disprezzo.

Cristina se ne accorse, ma la ignorò e venne subito al punto: doveva parlare con Ludovico urgentemente.

<<Sembravate una brava persona>>rispose la domestica,irremovibile <<Invece avete mentito a tutti noi e,soprattutto, avete giocato con i sentimenti del mio signore. Il marchese è come un figlio per me e per questo non potrò mai perdonarvi!>>.

<<Che cosa succede qui?>>

Nel sentire la voce di Ludovico, Cristina, che stava per ribattere, trasalì mentre le parole le morivano pian piano in gola.

<<Non ti ruberò molto tempo>>gli disse, cercando di apparire più sicura di quanto non fosse<<Ma dovevo assolutamente parlarti. In privato>> aggiunse fulminando con lo sguardo Giuseppina la quale, al cenno di assenso di Ludovico, se ne andò ricambiando l'occhiata torva.

Una volta soli, il marchese la guidò verso il suo studio e chiuse la porta dietro di sé.

<<Cosa vuoi?>> le domandò.

<<Come hai potuto sostituirmi così in fretta?>> gli chiese con veemenza <<Davvero dopo tutto quello che c'è stato e che ancora c'è tra noi vuoi sposare la baronessa De Neris?>>

Ludovico non rispose, si limitò solo a guardarla con un'espressione strana.

<<Non merito nemmeno una risposta da te? Allora, se non c'è altro...>>

Aveva fatto in tempo a fare qualche passo verso la porta quando Ludovico, fulmineo, l'attirò a sé e la baciò, un bacio che, malgrado i suoi pensieri, Cristina ricambiò ben presto...

<<Che stai facendo?>> sbottò respingendolo quasi con violenza, come se si fosse appena risvegliata da un incubo.

<<Non lasciarmi sposare Lavinia»

Cristina assunse un'aria interrogativa.

<<Cosa vuoi dire?>> 

Il marchese sentì il cuore battergli forte come un tamburo e le parole gli uscirono prima che potesse anche solo provare a controllarle:<< Se davvero mi ami tanto quanto ti amo io, abbandona i tuoi propositi di vendetta e vieni via con me. Lasciamo Venezia per un po' e torniamo solo quando le acque si saranno calmate>>. In quel momento si stupì di sé stesso: era bastato restare ancora una volta solo con lei e qualcosa in lui era scattato, qualcosa di inspiegabile e bellissimo che forse non si era mai sopito. <<Basta una tua parola>> aggiunse vedendo che Cristina esitava << e non ci sarà nessun matrimonio>>.

<< Non posso>>

<<Perché non puoi?>> le chiese quasi urlando. Il suo stomaco doleva come se gli avessero strappato le viscere.

Cristina sospirò,era come se le parole dell'uomo avessero rimesso a posto ogni cosa ed ora le era tutto chiaro: << Sai, per un folle attimo ho pensato di dirti sì>> gli rispose con il pianto nella voce <<ma poi ho capito che non potrei mai infrangere la promessa che ho fatto a mia madre, a mio padre e a mia sorella quella notte. Ero venuta qui con lo scopo di fermare il tuo fidanzamento in nome del nostro amore ma ciò che mi hai detto poco fa ha cambiato tutto: se queste sono le tue condizioni, sposa Lavinia De Neris>>.

Lo sguardo di Ludovico si indurì di colpo, tanto che Cristina rivide in lui il viso di Jacopo e rabbrividì.

<< Ho capito, scegli loro. Mi ami talmente tanto da abbandonarmi per tre morti>> replicò ironico.

<<Non è una questione di abbandono ma di dovere>> rispose l'erede dei Valentini di Roccabruna <<La mia famiglia merita giustizia e sarò io a dargliela uccidendo Paolo Furnier, anche a costo di sacrificare i miei sentimenti>>

Il marchese Mosca Manin sentì un groppo in gola che cercò di ricacciare indietro senza troppo successo:<<Dunque non posso fare più nulla per farti cambiare idea>> constató con un tono completamente diverso da prima.

Intenerita, Cristina gli fece una carezza sul viso: <<No, questo è un addio. Sii felice con Lavinia, lei ti darà quello che non posso darti io>>.

<<E tu?>>

Cristina abbozzò un sorriso triste: <<Lascerò Venezia. Forse tornerò in Inghilterra o mi rifarò una vita altrove. Se dobbiamo imparare a non amarci più meglio non rendere le cose più difficili di quanto già non siano no?>>.

Quando si diressero verso l'ingresso, Ludovico la strinse nuovamente a sé, questa volta con più dolcezza e meno impeto, e appoggiò la fronte sulla sua: <<Porterò sempre nel cuore i tuoi occhi dietro quella maschera>>le mormorò.

Cristina non rispose, ma era un silenzio che valeva più di mille parole. Dopo un ultimo bacio e uno sguardo intenso, Cristina uscì dal palazzo e si separarono per sempre.


Qualche ora dopo, Ludovico si trovava al Palazzo Ducale per risolvere alcune questioni che avrebbe poi esposto alla prossima riunione del Maggior Consiglio, sperando che le scartoffie lo aiutassero a dimenticare almeno un po' i suoi tormenti. Era talmente assorto, che quasi si scontrò con il Doge in persona.

<<Perdonatemi, Eccellenza. Non era mia intenzione>> disse imbarazzatissimo.

Paolo Furnier lo scrutò: <<In questi giorni mi sembrate un po' troppo assorto nelle vostre faccende private>> rispose aspro.

<<Non capisco...forse avete frainteso>> disse nuovamente Ludovico, fingendo di non comprendere.

<<Non osate prendervi gioco di me,sfrontato. Un tempo eravate uno dei miei uomini più affidabili e leali, ma ho l'impressione che la figlia di Oliviero Valentini di Roccabruna vi abbia cambiato. I De Neris sono una famiglia eccellente e il vostro matrimonio con la baronessa Lavinia porterà grandi benefici a voi, ma soprattutto a me. Avete già rischiato di mandare tutto a monte per quella donna ma ora né io né loro siamo disposti ad accettare altri rifiuti.>>

<<Non vi darò più motivo di dubitare della mia lealtà>> dichiarò il marchese con finta diplomazia. In realtà provava un piacere quasi selvaggio nel prendersi gioco di Furnier, che fino a poco tempo fa considerava quasi come un idolo e che ora guardava con occhi diversi per quello che aveva fatto quella notte insieme a Jacopo...

Basta, doveva interrompere quel flusso di pensieri che si ricollegavano in maniera così marcata a Cristina. Non doveva più pensare a lei.

Dopo che il Doge l'ebbe congedato, Ludovico si diresse dal conte Michele Baroni, con il quale doveva incontrarsi. Furnier controllò che non fosse più a portata d'orecchio, dopodiché chiamò un servitore.

<< L'ora è giunta, dobbiamo mettere in atto la soluzione più estrema>> gli mormorò mentre gli occhi si riducevano a due fessure << Sai quello che devi fare vero?>>

<<Certamente, Eccellenza. Dopo giorni passati a spiare non ci sarà nessun problema>>

<<Molto bene, è tempo di cancellare i fantasmi del passato>>



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